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    Appalti in cambio di voti, indagati ex amministratori irpini

    Appalti in assenza di gara e senza copertura finanziaria in cambio di voti per le elezioni regionali della Campania nel settembre del 2020. Avrebbero svolto un ruolo di primo piano Emanuele Aufiero e il fratello Antonio, all’epoca dei fatti sindaco e presidente del Consiglio comunale di Pratola Serra, in provincia di Avellino tra i 19 indagati dalle Procure di Napoli e Avellino che hanno proceduto alla notifica di conclusione delle indagini affidate ai carabinieri della Compagni di Mirabella Eclano.PUBBLICITA

    Le indagini hanno consentito di raccogliere significativi elementi su “patti verosimilmente corruttivi” posti in essere dai due ex amministratori. Il comune di Pratola Serra venne sciolto dal decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del ministro dell’Interno, nell’ottobre del 2020 per infiltrazioni camorristiche.

    Leggi AncheCollaboratore di lunga data di Cronache della CampaniaDa sempre attento osservatore della società e degli eventi.Segue la cronaca nera. Ha collaborato con diverse redazioni. LEGGI TUTTO

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    IL CASO Napoli, illeciti nella concessione di appalti: annullata misura per Sebastiano Romeo

    Il Tribunale del Riesame di Napoli ha revocato la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, emessa dal giudice per le indagini preliminari di Napoli, il gip Antonio Baldassarre, lo scorso 15 gennaio nei confronti di Sebastiano Romeo.
    Romeo è indagato per traffico di influenze nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza e dalla Procura di Napoli riguardante presunti illeciti legati alla concessione di alcuni appalti. Il giudice, secondo quanto appreso, ha ritenuto che non sussistessero le necessità di adottare misure cautelari.
    Nell’ambito delle indagini, Romeo, difeso dall’avvocato Natale Polimeni, è accusato di aver commesso il reato in forma continuata e in concorso con altri cinque indagati: Nicola Oddati, Salvatore Musella, Gianluca Flaminio e Luciano Santoro.  In particolare, a Romeo viene contestato di aver ricevuto la somma di 10mila euro al fine di favorire l’imprenditore puteolano Salvatore Musella “nell’aggiudicazione di appalti da individuare”. LEGGI TUTTO

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    Interdittive antimafia negli appalti: il record in Campania

    Le interdittive antimafia stanno registrando un aumento dopo la diminuzione riscontrata nel 2022.
    Nel corso dell’anno appena trascorso, i provvedimenti emessi dai prefetti per bloccare i legami delle imprese sospettate di essere coinvolte con la criminalità organizzata sono stati 2.007, in netto incremento rispetto ai 1.495 dell’anno precedente, corrispondente a un aumento del 34,2% e del 30,2% rispetto al 2019.
    Questi dati provengono dal ministero dell’Interno, in procinto di essere pubblicati, e sono stati anticipati dal Sole 24 Ore.
    In particolare, si evidenzia un aumento del 32,5% nelle comunicazioni interdittive antimafia e del 36,3% nelle informazioni interdittive. Queste ultime rappresentano una valutazione discrezionale del rischio di infiltrazione effettuata dalla prefettura, focalizzata sulle imprese considerate in pericolo di condizionamento al di là dei loro rapporti con la Pubblica Amministrazione.
    Il Sud Italia conferma di essere la macroarea maggiormente coinvolta nelle misure di contrasto alle imprese sospette. In testa alla classifica delle regioni si colloca la Campania, con 490 interdittive (279 comunicazioni e 211 informazioni), evidenziando un aumento del 47% rispetto al 2022.
    Napoli risulta essere particolarmente rilevante, detenendo il primato con 351 provvedimenti, quadruplicati rispetto ai 87 dell’anno precedente. La Sicilia segue con un totale di 390 interdittive.
    Nella zona settentrionale, l’Emilia-Romagna si conferma come la regione con il maggior numero di interdittive, influenzata anche dalla sorveglianza legata agli appalti per la ricostruzione. LEGGI TUTTO