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    Occhi (Lega): mancano dati su impatto crematori su qualità aria

    “Quanti sono gli impianti di cremazione presenti in regione”. Lo ha chiesto alla giunta il consigliere Emiliano Occhi (Lega) in una dettagliata interrogazione che vuole sapere se esista una relazione tra gli impianti e l’inquinamento atmosferico.
    Occhi chiede “se le provincie hanno adempiuto alle prescrizioni su fabbisogni di impianti ai sensi della legge regionale 19 del 2004 e perché l’Emilia-Romagna non ha ancora approvato il Piano Regionale di Coordinamento per la Realizzazione dei Crematori”. Inoltre, il consigliere chiede perché non vi sia alcun riferimento nel Piano aria del 2030 “agli impatti dei crematori sulla qualità dell’aria e perché non siano presenti obiettivi emissivi per il settore”. Il consigliere continua: “Quali sono gli ordini di grandezza degli impatti delle cremazioni sulle polveri sottili e sugli altri inquinanti anche in rapporto alle altre forme di emissione” e se la Regione conosce “quale sia l’impatto delle cremazioni sulla qualità dell’aria nella nostra regione, rapportati anche al periodo di pandemia e allo stop forzato che si è avuto durante il lockdown del 2020”. Occhi domanda, poi, “se esistono studi di ARPAE specifici sull’impatto della pratica della cremazione e del suo aumento sulla qualità dell’aria e se sono previsti limiti di emissione agli impianti di cremazione presenti in regione e se questi sono rispettati”. Importante, per il consigliere è conoscere i tempi di approvazione di “un Piano Regionale di Coordinamento per la Realizzazione dei Crematori sull’impronta di quello Veneto”. La giunta, poi, indichi “quali azioni intenda intraprendere per approfondire gli studi sulla materia e se è presente una forma di regolamentazione regionale e se in assenza si preveda di adottarla”. Infine, un focus su Parma dove si chiede se per i nuovi impianti, come il secondo previsto nella città ducale, “siano previsti limiti per le emissioni e per quante cremazioni è autorizzato attualmente il crematorio di Parma e quante cremazioni avvengono annualmente”.
    Il consigliere ricorda che in Italia è in aumento il fenomeno delle cremazioni ed “è necessario quindi che i forni crematori abbiano adeguati sistemi di abbattimento dei fumi, che garantiscano un’adeguata efficienza anche in relazione della discontinuità del processo dovuta all’abbassamento delle temperature ad ogni ciclo, per il recupero delle ceneri”. In Europa la cremazione è regolamentata, ma non in Italia (tranne in Veneto e in Toscana). Occhi conclude: “Le cremazioni, hanno quindi un impatto sulla qualità dell’aria che in un contesto come quello del bacino padano, che è noto per essere una delle zone più inquinate d’Europa, può risultare rilevante anche ai fini di uno studio approfondito sugli effetti al contrasto dell’inquinamento”.
    (Gianfranco Salvatori)

    Ambiente e territorio

    30 Gennaio 2024 LEGGI TUTTO

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    Piano aria: più incentivi per mobilità sostenibile, caldaie e agricoltura

    Incentivi per agricoltura, mobilità sostenibile e caldaie ecologiche con l’obiettivo di ridurre smog e inquinamento e tutelare la salute dei cittadini. Al via in Assemblea legislativa la discussione sulle osservazioni al Piano aria regionale (Pair), la misura proposta dalla giunta per ridurre gli effetti dell’inquinamento recependo le direttive dell’Unione europea e prevedendo investimenti pari a 154 milioni di euro con l’obiettivo di ridurre di 637 milioni di euro la spesa sanitaria legata a malattie collegabili all’inquinamento e allo smog. Oltre alle misure già esistenti e lo stop ai diesel Euro 5, il Pair 2030 prevede fondi per il rinnovo dei mezzi pubblici, per la realizzazione di piste ciclabili, per l’acquisto di bici elettriche, bandi per le caldaie a biomasse e nuove norme per la gestione dei liquami. Prosegue anche il progetto “Move in”: chi ha un mezzo inquinante e non può cambiarlo non avrà il veicolo bloccato limitatamente al solo percorso casa-scuola o casa-lavoro a patto che installi sul proprio veicolo una “scatole nera” che ne certifichi l’utilizzo. Previsti anche fondi per coprire le vasche del liquame in agricoltura al fine di ridurre l’emissione di ammoniaca.
    Alla discussione odierna si è arrivati dopo un confronto che ha portato all’accettazione di 51 delle 213 osservazioni pervenute dalle parti sociali e di emendamenti proposti anche dalle opposizioni, fra cui la sospensione delle misure antismog per i mezzi più vecchi nei giorni di sciopero del trasporto pubblico e il permesso per i “falò tradizionali” (Capodanno, Carnevali) organizzati non solo dai Comuni, ma anche da Pro Loco, Parrocchie e associazioni a patto che siano autorizzati dai Comuni stessi. 
    “Il nostro obiettivo è tutelare la salute dei cittadini. Il piano è frutto del confronto tra la Regione e le parte sociali, le associazioni e i comuni: vogliamo tenere insieme il giusto con il necessario”, spiega il relatore di maggioranza Andrea Costa (Pd) per il quale “abbiamo ben presente il tema della sostenibilità economica del Piano aria, per questo prevediamo non divieti, ma incentivi per il sistema imprenditoriale e per i cittadini, così come abbiamo previsto una semplificazione amministrativa per ridurre i tempi di risposta dell’ente pubblico a cittadini e imprese. Ricordo anche che molte delle misure previste nel Piano aria sono già attive perché decretate d’urgenza da parte della giunta: visto che non ci sono state ripercussioni negative sull’economia, vuol dire che non ci sono tutte le conseguenze funeste di cui parla il centrodestra, anzi possiamo dire che il fatto che ci sia stato un calo delle giornate di sforamento dei limiti dello smog dimostra che le scelte fatte vanno nella direzione giusta”.

    Diametralmente opposta la posizione del relatore di minoranza Emiliano Occhi (Lega) che ricorda come “con i nostri emendamenti abbiamo recepito le preoccupazioni del mondo produttivo, industriale e agricolo, settori preoccupati per gli effetti di questo Piano aria, un provvedimento molto difficile da applicare e che avrà effetti negativi specie per il mondo agricolo, già molto in difficoltà, e che in Lombardia, contrariamente a quello che avviene in Emilia-Romagna, può godere di tutele da parte della Regione. Siamo tutti d’accordo sul fatto che si debba garantire la salute dei cittadini e la qualità dell’aria, ma bisogna tenere conto anche della sostenibilità economiche delle scelte che si vanno a fare”.

    (Luca Boccaletti e Luca Molinari)

    Ambiente e territorio

    30 Gennaio 2024 LEGGI TUTTO

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    Scuola Pace Monte Sole: Marchetti (Pd) e Mastacchi (Rete civica) in consiglio di indirizzo

    L’Assemblea legislativa ha eletto Francesca Marchetti (Pd) e Marco Mastacchi (Rete civica) come nuovi componenti del consiglio di indirizzo della fondazione Scuola di Pace di Monte Sole.
    “Memoria e pace sono due simboli della nostra democrazia, caratterizzano l’azione delle Istituzioni e della società civile e di tutta la nostra comunità. Sono lieta della fiducia che i colleghi consiglieri regionali mi hanno accordato permettendomi di portare il mio impegno nella Fondazione Monte Sole che tanto rappresenta per tutti noi. Lavorerò con tenacia puntando ancora di più sul coinvolgimento di scuole, insegnanti e studenti”, spiega Francesca Marchetti.
    “Nei dieci anni in cui sono stato sindaco di Monzuno ho avuto modo di collaborare con la Scuola di Pace. Questo incarico mi permette di riprendere quell’attività e puntare sulle studentesse e gli studenti per valorizzare il loro impegno per potenziare la cultura della memoria“, sottolinea Marco Mastacchi.
    La Fondazione Scuola di Pace di Monte Sole è nata nel 2002 e ha lo scopo di promuovere iniziative di formazione ed educazione alla pace, alla trasformazione nonviolenta dei conflitti, al rispetto dei diritti umani, per la convivenza pacifica fra popoli e culture diverse, per una società senza xenofobia, razzismo e ogni altra violenza verso la persona umana e il suo ambiente. La storia e l’attività della Fondazione sono strettamente legate alla storia dell’eccidio di Monte Sole (più noto come strage di Marzabotto, dal più grande dei comuni colpiti): la strage compiuta dai nazifascisti tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944, proprio nel territorio di Marzabotto e nelle colline di Monte Sole in provincia di Bologna, che costò la vita a quasi mille innocenti.
    (Luca Molinari)

    Assemblea

    30 Gennaio 2024 LEGGI TUTTO

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    Evangelisti (Fdi): chiarezza su riorganizzazione dell’Ausl Romagna

    Fare chiarezza sulla riorganizzazione dell’Ausl Romagna.
    A chiederlo, in un’interrogazione, è Marta Evangelisti (Fdi) che ricorda come “da segnalazioni pervenutemi risulterebbe che sia in corso una riorganizzazione all’interno dell’azienda Ausl Romagna che interessa gli ospedali periferici (Faenza/Lugo) prevedendo, fra le altre cose, il taglio dei servizi e la trasformazione della natura degli ospedali stessi. Afferiscono a questi ospedali distretti con 140.000/150.000 abitanti e pare che i reparti di Cardiologia degli ospedali di Lugo e Faenza siano stati di fatto smantellati e i pazienti con patologie cardiologiche o vengano trasferiti negli ospedali di Forlì e Ravenna o siano ricoverati nei reparti di medicina e pronto soccorso dove non sono presenti le necessarie competenze cardiologiche”.
    Fra le altre novità citate da Evangelisti ci sarebbe che “durante la notte dalle 20 alle 8 nei due ospedali non è presente il cardiologo di guardia e questo determina un aumento del pericolo per i pazienti cardiologici che vengono ricoverati nei reparti di medicina è pronto soccorso: questa trasformazione, con taglio dei servizi e del personale determina una riduzione dell’offerta di prestazioni cardiologiche ai cittadini dei due distretti e di fatto uno smantellamento delle cardiologie di Faenza e Lugo”.
    Da qui l’atto ispettivo per sapere dalla giunta “in cosa consiste la riorganizzazione in corso all’interno dell’azienda Ausl Romagna che interessa gli ospedali distrettuali (Faenza/Lugo) con particolare riferimento all’entità degli eventuali tagli dei servizi e alla trasformazione della natura degli ospedali stessi”.
    (Luca Molinari)

    Sanità e welfare

    29 Gennaio 2024 LEGGI TUTTO

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    Marchetti (Lega): “Bologna ai 30″ potrebbe causare ritardi in consegna farmaci

    La Regione spieghi “se le Aziende sanitarie del territorio metropolitano di Bologna, gli IRCCS e le Strutture sanitarie accreditate hanno valutato, come previsto dalle Linee di indirizzo per la gestione clinica dei farmaci, l’impatto del Piano “Bologna Città 30” sul trasporto dei farmaci dall’esterno e all’interno dell’Azienda. Se sì, quali le valutazioni espresse. Se no, per quale motivo non sono state espresse valutazioni”.
    E’ la domanda posta alla giunta dal consigliere Daniele Marchetti (Lega) in un’interrogazione alla giunta. Secondo il consigliere, “il Piano particolareggiato del Comune di Bologna denominato “Bologna Città 30” sta causando rallentamenti nel trasporto dei farmaci verso le farmacie territoriali, medesimo disagio potrebbe verificarsi nei trasporti verso le strutture sanitarie pubbliche e private”. Marchetti ricorda come le “Linee di indirizzo per la gestione clinica dei farmaci” rivolte alle Aziende sanitarie, agli IRCCS e alle Strutture sanitarie accreditate prevede un’attenzione particolare “va attribuita ai farmaci per i quali devono essere garantiti il mantenimento di temperature particolari e/o il tempo di trasporto”.
    (Gianfranco Salvatori) LEGGI TUTTO

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    Pd: mettere in sicurezza le stazioni ferroviarie di Savignano sul Panaro

    Riqualificare e mettere in sicurezza le stazioni ferroviarie di Savignano sul Panaro, in provincia di Modena.
    A chiederlo è un’interrogazione del Partito democratico a firma di Luca Sabattini (primo firmatario), Palma Costi e Francesca Maletti, in cui si chiede a Fer di intervenire.
    “Le stazioni ferroviarie storicamente non sono state solo un elemento fondamentale di supporto ad un servizio pubblico strategico, ma anche luoghi di incontro e socialità e non poterle più fruire pienamente costituisce non solo un elemento di svalutazione del servizio pubblico e di degrado urbano, ma anche di degrado sociale: in quest’ottica, l’amministrazione comunale di Savignano, nel tentativo di farsi parte attiva individuando possibili soluzioni, non si è limitata esclusivamente a segnalare il degrado e a richiedere l’intervento di Fer e Regione, ma -sottolineano i democratici- ha avanzato diverse proposte a Fer tra cui quella di cedere in comodato gratuito all’amministrazione stessa gli immobili delle stazioni ferroviarie oggetto di questa interrogazione, al fine di poterli affidare successivamente ad associazioni del territorio in grado anche di assumersi l’onere di recuperare l’immobile, oltre a gestirlo. Purtroppo, entrambi i bandi effettuati dall’amministrazione sono andati deserti, riscontrando l’assenza sul territorio comunale di associazioni capaci di assumersi un tale onere”.
    Per il Pd “il degrado di edifici che non rientrano nella disponibilità di intervento diretto dell’amministrazione comunale, ma che rivestono una particolare importanza per la comunità locale, mette in condizione l’Amministrazione di non riuscire a rispondere alle necessità sollevate dalla cittadinanza, a partire da quella di avere un riparo per chi fruisce del servizio ferroviario, in particolare i tanti giovani che quotidianamente utilizzano il servizio per recarsi nelle scuole limitrofe, anziani e persone fragili”.
    Da qui l’atto ispettivo per chiedere alla giunta “quali siano i piani futuri di FER relativamente alle due stazioni ferroviarie site nel comune di Savignano sul Panaro; se e quali interventi di manutenzione e riqualificazione FER intenda attuare”.
    (Luca Molinari)

    Infrastrutture e trasporti

    29 Gennaio 2024 LEGGI TUTTO

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    Art City: in Assemblea le opere di Maurizio Osti

    Un po’ dadaista, un po’ futurista. Tratti netti che raccontano il fervore degli anni ’60-’70, un periodo decisivo per l’arte contemporanea che ebbe in Bologna una delle sue capitali.
    Come da tradizione, l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna sarà protagonista di Art City-Arte Fiera, il lungo week end dell’arte che ravviva le Due Torri. Dopo Mario Nanni (l’artista con la cui esposizione nel 2017 iniziò il sodalizio tra viale Aldo Moro e Arte Fiera), Maurizio Bottarelli, Pompilio Mandelli, Lorenzo Puglisi e Bruno Benuzzi, il 2024 è l’anno di Maurizio Osti, artista bolognese di fama internazionale e fra coloro che, nel corso degli anni, hanno donato proprie opere alla collezione d’arte dell’Assemblea legislativa. Sarà presentata in Viale Aldo Moro, infatti, “L’ordine del segno 1964-1978”, allestimento personale curato da Sandro Malossini e accompagnato da un testo del critico Pasquale Fameli.
    Il taglio del nastro è previsto mercoledì 31 gennaio alle ore 17.30 alla presenza di Osti, Malossini, Fameli e della presidente dell’Assemblea legislativa Emma Petitti.
    “Una mostra è sempre il miglior biglietto da visita per questa Amministrazione che oramai da anni è impegnata nel proporre esposizioni di elevato valore culturale capaci di portare negli spazi espositivi dell’Assemblea legislativa un pubblico sempre più attento e vicino alle istituzioni. La capacità di dialogare, anche e soprattutto attraverso le varie espressioni culturali, è orgoglio di questa Istituzione che cerca e sa cogliere i migliori esempi che la possano rappresentare e che è capace di ascoltare e assimilare quello che di nuovo e interessante propone il mondo dell’arte, in tutte le sue espressioni”, sottolinea la presidente Petitti nell’annunciare l’apertura della personale di Maurizio Osti.
    In occasione di Art City, l’Assemblea legislativa osserverà due aperture straordinarie: il sabato 3 febbraio sarà aperta dalle ore 10 alle ore 22.30, domenica 4 febbraio dalle ore 10 alle ore 19.
    La mostra sarà aperta al pubblico fino al 29 febbraio dal lunedì al venerdì (festivi esclusi) dalle ore 9 alle ore 18.
    Per informazioni rivolgersi al Gabinetto di presidenza scrivendo al seguente indirizzo: gabinettopresidenteal@regione.emilia-romagna.it.
    Foto
    (Luca Molinari)

    Assemblea

    29 Gennaio 2024 LEGGI TUTTO

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    Musica e musicisti nei lager nazisti. Il podcast con le voci di Moni Ovadia e Roberto Franchini

    Sembra impensabile, ma i campi di sterminio nazisti dove furono uccise e torturate migliaia di persone, avevano, ognuno, una propria colonna sonora. Ad Auschwitz, Terezin, Buchenwald e Dachau le SS imponevano ai prigionieri di accompagnare le torture e le marce verso il lavoro o, ancora peggio verso le camere a gas, con brani strumentali. Le piccole o grandi orchestre allestite nei lager servivano per intrattenere gli aguzzini nel fine settimana o per sostenere la propaganda nazista. Nei campi di sterminio si incontrarono musicisti di grande valore che riuscirono a produrre opere di elevata qualità.
    Una di questi fu Anita Lasker-Wallfisch, che suonava il violoncello nell’orchestra di Auschwitz, in un piccolo gruppo diretto da Alma Rosé. “Pur con la testa rasata e un numero sul braccio ero una violoncellista” scrisse nel suo libro, dopo che sopravvisse al lager. La musica non le aveva fatto perdere la sua identità. Al contrario, l’aveva aiutata a salvarsi. Non per tutti fu così. Il podcast “Ero una violoncellista“(qui il link) realizzato da Francesca Mezzadri e Margherita Giacchi (Servizio informazione e comunicazione dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna) che racconta le storie dei musicisti come Anita nei lager: di chi riuscì a salvarsi, di chi, al contrario non ce la fece. Di chi non si perdonò per essersi salvato.
    Il podcast raccoglie le musiche e i brani suonati, e con Roberto Franchini, autore del libro “L’ultima nota”, e Moni Ovadia, ricostruisce il ruolo della musica nell’epoca della Shoah. “La musica nei campi di concentramento scandiva i tempi di vita e di lavoro dei prigionieri e delle guardie. L’orchestrina era insieme testimone e vittima” spiega Moni Ovadia.
    “Quando i campi dei nazisti erano riservati solo agli oppositori politici, la musica era nascosta – racconta Franchini – Più avanti furono gli stessi direttori dei campi a permetterla, addirittura a sceglierla – ogni campo aveva la sua “colonna sonora”-  e a diffonderla dagli altoparlanti per gli appelli, le partenze, i ritorni e per le esecuzioni capitali. Il sabato e la domenica serviva a stemperare la tensione nelle guardie. Addirittura, si organizzavano i cabaret con le canzoni impedite ai cittadini tedeschi”.Dai Ghetto Swingers e dal jazz del campo di Terezin, ai cabaret con Kurt Gerron de “L’angelo azzurro”. Dall’orchestra femminile di Auschwitz, alla Canzone dei soldati della palude, che divenne poi simbolo dei canti di resistenza: all’interno del podcast è possibile ascoltare le musiche e le storie che le accompagnavano.
    “Ma come si faceva a mettere una musichetta mentre si impiccava?”, si domanda Ovadia che cerca di capire che ruolo abbia assunto la musica per gli ufficiali dei lager. “Riuscire a godere di una canzone prodotta da qualcuno che vuoi annientare… forse per i nazisti era rassicurante”. “Per i prigionieri la musica ebbe invece effetti complessi e contradditori – continua Franchini-.  Se fu di aiuto per qualcuno, per altri fu una tortura”. E poi c’è chi si salvò grazie alla musica. Ma quando tornò venne guardato con rimprovero. “Perché tu sei sopravvissuto e gli altri sono morti?”. La musica ebbe sulle spalle anche questa responsabilità.
    Roberto Franchini, giornalista, scrittore e saggista, si occupa da anni di storia della musica. È stato direttore dell’Agenzia di informazione e comunicazione della Regione Emilia-Romagna, presidente della Fondazione Collegio San Carlo di Modena e del Festival della filosofia.
    Il podcast “Ero una violoncellista” si può ascoltare sui canali Spreaker e Spotify dell’Assemblea. In redazione Francesca Mezzadri e Margherita Giacchi.

    Assemblea

    26 Gennaio 2024 LEGGI TUTTO

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    Marchetti (Lega): mettere in completa sicurezza il Rio Grande a Fontanelice

    “Servono ulteriori interventi sul Rio Grande, presso il Mulino Cavulla, nel comune di Fontanelice (Bologna), oltre a quelli già eseguiti”.
    Lo ha chiesto alla giunta il consigliere Daniele Marchetti (Lega) perché, secondo i residenti, “erano stati prospettati ulteriori interventi di messa in sicurezza e, in seguito a un sopralluogo effettuato, sembrano evidenti ancora alcuni interventi necessari sulla vegetazione presente e nelle finiture degli argini/gradonate di nuova realizzazione”. Anche il Rio Grande, a Fontanelice, ha risentito dell’alluvione del maggio scorso quando esondò e gli abitanti vennero evacuati e dovettero trovare altre sistemazioni per sei mesi. I lavori, ricorda il consigliere, “sono stati affidati al Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale nell’ambito delle risorse rese disponibili dall’ordinanza del commissario nell’agosto scorso e hanno portato alla realizzazione di opere per la sicurezza idraulica del Rio Grande, del Rio Carpineto-Chiusura, del Rio Colombarino, con un finanziamento di 266mila euro”. Secondo una risposta avuta dalla Regione, Marchetti scrive che “si apprende che l’intervento è stato realizzato alla fine del mese di dicembre e che le opere previste nel progetto risulterebbero completate”. Per i cittadini, però, si legge nell’interrogazione, sarebbero necessarie altre opere.
    (Gianfranco Salvatori) LEGGI TUTTO

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    Gibertoni (Misto): fare luce sul fenicottero morto a Comacchio

    Fare chiarezza sul fenicottero morto a Comacchio, in provincia di Ferrara.
    A chiederlo, in un’interrogazione, è Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) che ricorda come “è di questi giorni la notizia, sulla stampa locale di Ferrara, del caso di un Fenicottero rosa con un’ala spezzata morto nella spiaggia di Lido degli Scacchi, nel territorio del Comune di Comacchio, dopo due giorni di agonia e di inutili segnalazioni da parte di numerosi cittadini”.
    Da qui l’atto ispettivo per sapere dalla giunta “come sia stato possibile che sia stato lasciato agonizzare sotto gli occhi di tutti e per due giorni un esemplare di una specie protetta senza alcun intervento da parte di alcuno e se la Regione Emilia-Romagna, nelle sue articolazioni tecniche e locali, fosse stata informata di quanto stesse accadendo e quali le ragioni del mancato intervento e quali esiti abbia dato la riapertura dei termini per le manifestazioni di interesse, sul solo territorio provinciale di Ferrara, fino al 1° dicembre 2023 e in deroga al limite dei due territori provinciali, e se non ritenga necessario lavorare affinché si arrivi anche per questa provincia alle necessarie convenzioni con i Cras”.
    Gibertoni chiede di aumentare “il numero delle convenzioni con i Cras sul territorio regionale, in modo coprirlo più capillarmente e anche finalmente classificare qualitativamente l’attività degli stessi Cras”.
    (Luca Molinari)

    Ambiente e territorio

    26 Gennaio 2024 LEGGI TUTTO

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    Viaggi della Memoria. Da Auschwitz a Basovizza: 2800 studenti nei luoghi simbolo del ‘900

    Conoscere la storia visitando i luoghi simbolo delle tragedie del ‘900: i lager nazisti di Auschwitz e Dachau, la foiba di Basovizza, Marzabotto, Cracovia, Lione ‘capitale della Resistenza francese’, Monaco e Norimberga per riflettere sul processo di denazificazione nella Germania del 1945, Amsterdam città di Anna Frank e Strasburgo “cuore dell’Unione europea”. Dopo la sospensione dovuta agli anni della pandemia, grazie all’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna riprendono i  “Viaggi della Memoria e attraverso l’Europa”.
    Nel 2024, 2.800 studenti emiliano-romagnoli parteciperanno al progetto regionale che consente agli studenti di partecipare a viaggi di studio. I progetti approvati, proposti da Istituti Storici, scuole e Comuni, sono 28 – 2 a Piacenza, 1 a Parma, 3 a Reggio Emilia, 5 a Modena, 3 a Bologna, 2 a Ferrara, 2 a Forlì-Cesena, 7 a Ravenna e 3 a Rimini – per un investimento di oltre 400mila euro.
    “L’Assemblea legislativa investe risorse e intelligenze sui giovani: la scuola è fondamentale per trasmettere la memoria e il ricordo del passato della nostra comunità”, spiega la presidente dell’Assemblea legislativa Emma Petitti che sottolinea come “la coincidenza con l’annuncio delle mete e dei partecipanti a questa edizione dei ‘Viaggi della Memoria’ avviene in coincidenza con il Giorno della Memoria, in cui commemoriamo le vittime della Shoah: vogliamo così confermare e rafforzare il nostro impegno per difendere i valori di libertà e di democrazia che stanno alla base della vita della nostra comunità”.
    Scorrendo l’elenco dei progetti approvati suddivisi per provincia, sono 137 gli studenti che da Piacenza partiranno alla volta di Berlino e Marzabotto, 90 studenti da Parma con destinazione Norimberga, 1.183 ragazze e ragazzi da Reggio Emilia per visitare Monaco nonché i lager nazisti di Auschwitz e Birkenau e per ripercorrere i “sentieri partigiani” dell’Appennino reggiano a Ventasso.
    Berlino, Budapest, Norimberga e Strasburgo saranno le mete dei 327 studenti modenesi, mentre i 213 bolognesi andranno a Cracovia, a visitare alcuni dei lager tedeschi, e a Palermo.
    Saranno 146 gli studenti ferraresi che parteciperanno alla nuova edizione dei Viaggi con destinazione Lubiana, Gorizia, le foibe di Basovizza, Trieste e Praga, mentre 358 ravennati si recheranno a Dachau, Lubiana, le foibe, la Risiera di San Sabba, Norimberga e Marzabotto.
    Fra le mete che saranno raggiunte dai 105 studenti e studentesse di Forlì-Cesena si segnalano Fiume, la foiba di Basovizza, Amsterdam, mentre da Rimini partiranno 156 studenti e studentesse per visitare Berlino, Trieste e Norimberga.
    (Luca Molinari)

    Assemblea

    26 Gennaio 2024 LEGGI TUTTO

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    Gibertoni (Misto): prevedere attività didattiche nei rifugi e santuari degli animali

    Prevedere la possibilità di svolgere attività didattiche nei rifugi e santuari degli animali stante il riconoscimento dell’elevata funzione educativa e culturale di questi luoghi. Lo chiede Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) in un’interrogazione in cui sollecita la promozione e il sostegno di un programma annuale di iniziative della Regione Emilia-Romagna, eventualmente, se necessario, anche inquadrandole dal punto di vista normativo.
    “La Regione Emilia-Romagna -ha ricordato la consigliera- consente già ai Centri di recupero animali selvatici (Cras) cioè alle strutture destinate al recupero, rieducazione, studio e successivo reinserimento in natura di specie appartenenti esclusivamente alla fauna selvatica autoctona, lo svolgimento di attività didattiche per promuovere e divulgare la conoscenza della fauna selvatica e del suo habitat. Inoltre, esistono già iniziative a valenza anche didattica come quella denominata ‘Fattorie aperte’ un’iniziativa promossa e sostenuta dalla Regione Emilia-Romagna con lo scopo di promuovere la consapevolezza ambientale e l’educazione alimentare”.
    “Pertanto -ha concluso Giulia Gibertoni- la possibilità per queste strutture di svolgere attività didattiche sarebbe pienamente coerente con il loro valore educativo e culturale”.
    (Lucia Paci)

    Scuola giovani e cultura

    26 Gennaio 2024 LEGGI TUTTO