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    L’INIZIATIVA Punta Campanella, due giornate per la tutela dei delfini

    Il 20 e il 21 maggio si è tenuto il Corso di Doplhin watching nell’ambito del progetto europeo Life Delfi. Coinvolti pescatori e altri operatori del mare. In fase di sperimentazione nuovi dissuasori realizzati con l’intelligenza artificiale. Terranno i delfini lontani dalle reti da pesca.Imparare ad avvistare i delfini tra le onde del mare, riconoscerne la specie, fotografarli nel modo migliore e gestire in tutta sicurezza l’incontro ravvicinato senza disturbarli e rischiare incidenti. Un corso per avvvistatori di delfini, Doplhin Watching, si è tenuto il 20 e il 21 maggio nell’Area Marina Protetta di Punta Campanella.
    Il corso è parte del più ampio progetto europeo Life Delfi, coordinato da CNR-IRBIM e cofinanziato dal Programma LIFE dell’Unione Europea. Ha l’obiettivo di ridurre le interazioni in mare tra delfini e pesca grazie alla diffusione di dissuasori acustici da installare sulle reti e che sono in grado di tenerli a distanza di sicurezza. Sono stati distribuiti circa 200 dissuasori nelle varie zone target del progetto, tra Mar Tirreno e Adriatico.
    In questo mesi i ricercatori di CNR-Irbim, in collaborazione con l’università Politecnica delle Marche e National biodiversity future center-Pnrr, hanno messo a punto dei dissuasori “intelligenti”, ovvero ottimizzati grazie all’intelligenza artificiale. Il coinvolgimento dei pescatori non si è fermato alla diffusione dei dissuasori ma anche all’utilizzo di strumenti alternativi per la pesca, come le nasse che non sono pericolose per i delfini e assicurano un ottimo pescato.
    E poi i corsi di formazione per dolphin watching, proposta come attività economica alternativa, e aperti anche agli altri operatori del mare, quali charteristi e subacquei. L’obiettivo è quello di formare figure specializzate nelle tecniche di avvistamento e riconoscimento dei delfini. Figure professionali in grado di promuovere e gestire attività di Dolphin watching in zone frequentate dai cetacei.
    L’iniziativa, la seconda nell’Area Marina Protetta Punta Campanella dopo il primo corso nel 2022, ha coinvolto più di 60 partecipanti. Il corso è coordinato dall’Università di Siena, rappresentata dal gruppo di ricerca Magia-Mare Siena con il responsabile scientifico professoressa Letizia Marsili. Coinvolti, oltre all’Amp Punta Campanella, anche il CNR-IRBIM di Ancona – capofila del progetto – l’Università di Padova e Legambiente.
    Le lezioni hanno approfondito diversi temi. Dalla biologia ed etologia dei delfini alle minacce e allo stato di conservazione di questi magnifici cetacei. Grande spazio, naturalmente, alle tecniche di riconoscimento, avvistamento, di fotografia e alle buone pratiche per gestire in maniera sostenibile un’attività di Dolphin watching.
    Affrontati anche temi di carattere veterinario, quali metodi sulla valutazione visiva dello stato di salute dei cetacei e cenni sul primo soccorso dei delfini impigliati in attrezzi da pesca. Lezioni anche sull’importante ruolo dei pescatori nella conservazione dei cetacei, sulle buone pratiche per la gestione dei delfini catturati nelle reti e dei cetacei nelle aree portuali.
    “È il secondo corso di Doplhin Watching che realizziamo nella nostra Area Marina Protetta grazie a Life Delfi – sottolinea Lucio Cacace, Presidente Amp Punta Campanella – Un’opportunità per molti operatori del mare, dai pescatori ai charter ai diving, che avranno così la possibilità di ampliare le loro attività in modo sostenibile”.
    “Il coinvolgimento dei pescatori e di altri attori nella tutela di una specie così carismatica è fondamentale per raggiungere gli obiettivi del progetto – osserva il Direttore dell’Amp Punta Campanella, Lucio De Maio – La sinergia e la collaborazione tra enti pubblici e soggetti privati può portare risultati importanti per le nostre azioni di tutela e per lo sviluppo di un turismo attento alla salvaguardia della natura e degli ecosistemi.”
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    IL CASO Salerno: frode fiscale, nove arresti e sequestro di beni per 54 milioni di euro

    I finanzieri del Comando provinciale di Salerno hanno eseguito un’ordinanza del gip del Tribunale di Nocera Inferiore, su richiesta della Procura nocerina, che ha portato all’arresto di nove persone e al divieto di dimora per un altro indagato. Inoltre, è stato emesso un decreto di sequestro preventivo per oltre 54 milioni di euro, con sequestri immobiliari in provincia di Salerno e sequestri di valori e beni nelle province di Roma, Milano, Caserta, Napoli, Avellino, Novara, Frosinone e Varese.
    L’operazione, denominata “Alveare”, coinvolge 64 persone fisiche e 28 società. Le indagini, condotte dalla Procura di Nocera Inferiore e dalle Fiamme Gialle, hanno smascherato un’organizzazione criminale con ramificazioni in Italia e all’estero, mirata principalmente alla commissione di reati fiscali. La struttura gestiva e controllava un gruppo di società fittizie, senza reale struttura organizzativa e capacità operativa, con l’obiettivo di emettere e utilizzare fatture per operazioni inesistenti e fornire liquidità in contanti a imprenditori compiacenti.
    I reati contestati includono associazione per delinquere, riciclaggio, frode fiscale, truffa aggravata ai danni dello Stato, falso materiale commesso da persone esercenti un servizio di pubblica necessità e responsabilità amministrativa da reato degli enti. L’ordinanza è stata eseguita dai Finanzieri della Compagnia di Scafati, con la collaborazione di altri Reparti della Guardia di Finanza, dei militari specializzati dello Scico e delle unità cinofile cash dog.
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    LE ULTIME Campi Flegrei, nuova scossa di magnitudo 3.4 alle 8:28. Avvertita a Napoli, scuole evacuate a Procida

    Alle 8:28 di questa mattina, una scossa di terremoto di magnitudo 3.4 ha colpito i Campi Flegrei, con l’epicentro a una profondità di 4 chilometri, secondo quanto riportato dall’INGV. Numerose segnalazioni sui social hanno riferito anche di un forte odore di zolfo percepito nell’aria sin dalle prime ore del giorno.
    La scossa, parte del bradisismo in corso nella zona, è stata chiaramente avvertita dai residenti dei comuni flegrei e in vari quartieri di Napoli. A Procida, le scuole sono state prontamente evacuate. Le dirigenti scolastiche hanno attivato le procedure di sicurezza, radunando gli alunni negli spazi aperti.
    Successivamente, il sindaco Dino Ambrosino ha emesso un’ordinanza di sgombero, permettendo agli studenti di tornare a casa. Durante la mattinata, la Protezione Civile e i tecnici comunali eseguiranno controlli sugli edifici scolastici per verificare eventuali danni. La notte scorsa è stata la seconda passata all’aperto per decine di persone evacuate dopo la forte scossa e il conseguente sciame sismico di lunedì sera.
    In totale, 46 famiglie sono state costrette a lasciare 27 edifici. Anche il carcere femminile di Pozzuoli è stato evacuato, con 138 detenute trasferite altrove per motivi di sicurezza. Data la gravità della situazione ai Campi Flegrei, oggi a Roma si terrà un vertice interministeriale presieduto dalla premier Giorgia Meloni. L’incontro avrà lo scopo di coordinare le misure di emergenza e valutare le azioni necessarie per affrontare il rischio sismico e il bradisismo nell’area.
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    L’OPERAZIONE Castello di Cisterna e Marigliano, droga e denaro contante: due arresti

    Operazione ad alto impatto dei Carabinieri nei quartieri popolari di Pontecitra a Marigliano e nella zona della Legge 219 a Castello di Cisterna. Due giovani sono finiti in manette, mentre sono state sequestrate armi, droga e denaro contante. I due arrestati sono Antonio D’Ambrosio, 21 anni, già noto alle forze dell’ordine, e un 33enne incensurato. Entrambi sono stati trasferiti in carcere in attesa delle decisioni dell’autorità giudiziaria.
    I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile – Sezione Operativa della Compagnia di Castello di Cisterna, hanno effettuato una serie di perquisizioni nelle aree comuni di Pontecitra. Qui è stata rinvenuta una pistola calibro 25, carica di un colpo, insieme a 100 grammi di cocaina.
    A Castello di Cisterna, invece, i militari hanno colto in flagrante due spacciatori locali. Sorpresi nella piazza di spaccio, erano in possesso di una vasta gamma di sostanze stupefacenti tra cui cocaina, crack, hashish e marijuana. Oltre alla droga, i carabinieri hanno sequestrato 85 euro, ritenuti provento dell’attività illecita, e un coltello a serramanico.
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    NAPOLI, la Procura indaga tre medici per la morte, al Monaldi, del neonato venuto alla luce alla clinica Villa Stabia

    Napoli. Un neonato di soli tre giorni è morto all’ospedale Monaldi di Napoli dopo aver contratto un’infezione batterica. I genitori, sconvolti dalla tragedia, hanno presentato una denuncia e la Procura di Napoli ha aperto un’indagine per omicidio colposo in ambito sanitario. Tre medici sono stati iscritti nel registro degli indagati.

    Il piccolo Antonio è nato il 13 maggio presso la Clinica Stabia di Castellammare di Stabia.Il parto è stato naturale e il bambino, a detta dei medici, godeva di ottima salute.
    Il giorno successivo, Antonio ha iniziato a presentare febbre e altri sintomi preoccupanti.È stato trasferito prima all’ospedale San Leonardo di Castellammare e poi al Monaldi di Napoli, dove è morto il 15 maggio.
    I medici hanno sospettato una grave infezione batterica, che è stata poi confermata dagli esami.La Procura di Napoli ha aperto un fascicolo d’indagine e ha iscritto nel registro degli indagati tre medici: il ginecologo che ha seguito la mamma durante la gravidanza, il responsabile del Nido della Clinica Villa Stabia e il pediatra che ha avuto in cura il neonato al Monaldi.
    L’obiettivo è accertare le cause del decesso del bambino e se vi siano state eventuali responsabilità da parte dei sanitari.
    È stata disposta l’autopsia e sono stati nominati quattro consulenti tecnici: un medico legale, un pediatra neonatologo, un ginecologo e un anatomopatologo.
    Il dolore dei genitori che chiedono giustizia
    I genitori di Antonio sono distrutti dal dolore e vogliono capire perché il loro figlio, che stava bene, sia morto in poche ore.
    Si sono rivolti a Studio3A-Valore S.p.A. e all’avvocato Vincenzo Cortellessa per fare luce sui fatti e ottenere giustizia.
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    A Napoli lavavetri aggredisce automobilista che rifiuta il lavaggio: arrestato

    Napoli. Un 26enne nigeriano senza fissa dimora è stato arrestato dai Carabinieri di Napoli per rapina aggravata, detenzione illegale di armi, resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale.

    L’uomo ha aggredito un automobilista al semaforo di via Nuova Marina e gli ha rubato lo smartphone dopo avergli frantumato lo specchietto retrovisore con una mazza di ferro.
    L’episodio è avvenuto ieri sera, intorno alle 20:00. La vittima, un 57enne napoletano, era ferma al semaforo quando il 26enne si è avvicinato offrendosi di lavargli il parabrezza in cambio di un compenso.
    Al rifiuto dell’automobilista, il nigeriano ha perso le staffe e ha colpito l’auto con una mazza di ferro, frantumando lo specchietto retrovisore. Non contento, ha poi rubato lo smartphone che il 57enne aveva appoggiato sul cruscotto.
    Il giovane nigeriano ha anche aggredito i carabinieri
    L’aggressione e la rapina sono avvenute proprio davanti alla caserma dei Carabinieri di Borgoloreto. Due militari, impegnati in un servizio di controllo a largo raggio in zona, hanno assistito alla scena e sono intervenuti.
    Ne è nata una colluttazione con il 26enne, che ha aggredito i Carabinieri con la mazza di ferro. I militari sono comunque riusciti a bloccarlo.
    Durante l’arresto, un carabiniere ha riportato contusioni multiple alle mani e alle ginocchia, con una prognosi di sette giorni. Lo smartphone è stato recuperato e restituito al legittimo proprietario, mentre la mazza di ferro e un coltello da macellaio sequestrato al 26enne sono stati posti sotto sequestro.
    L’arrestato è stato trasferito in carcere a Poggioreale, dove dovrà rispondere dei reati di rapina aggravata, detenzione illegale di armi, resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale.
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    Clan Contini 180 anni di carcere per i 12 imputati dell’operazione “Cartagena”

    Napoli. Dopo l’annullamento della Cassazione, il processo d’appello per i ras e l’ala imprenditoriale del clan Contini si conclude con una serie di “sconti” di pena e condanne complessive per oltre 180 anni di carcere.

    La Corte d’appello di Napoli ha rideterminato quasi tutte le condanne precedenti, con alcuni casi di notevole riduzione, come per i boss Alfredo De Feo e Antonio Cristiano. Assolto con revoca della misura cautelare Patrizio Picardi “’o nasone”.
    Tra i condannati c’è anche quel Vincenzo Capozzoli detto Enzo a miseria coinvolto nell’operazione della settimana scorsa con il sequestro delle quote della nota pizzeria “Dal Presidente” in via dei Tribunali a Napoli
    Il processo scaturisce dall’operazione Cartagena, la maxi-inchiesta del 2019 che portò all’arresto di oltre 120 persone. L’indagine ha ricostruito i nuovi affari dell‘Alleanza di Secondigliano, il cui commercio si è trasformato in imprenditoria pura. I reati contestati erano associazione mafiosa, traffico di droga, estorsione e riciclaggio.
    A distanza di cinque anni dal blitz, l’inchiesta ha sostanzialmente retto a tutti i gradi di giudizio, con l’ultimo che ha riservato alcuni sconti di pena ai ras.
    Ecco nel dettaglio il nuovo verdetto:
    Vincenzo Capozzoli: 11 anni e 8 mesiPietro Caso: 7 anniGennaro Costa: 10 anni e 8 mesiAntonio Cristiano: 24 anni e 4 mesi in continuazioneMaurizio Delle Donne: 15 anniGiuseppe Del Piano: 8 anni e 8 mesiEttore Esposito: 16 anni (ridotti dai precedenti 20)Giuseppe Giordano: 7 anniGiuseppe Marsiglia: 7 anniSalvatore Petrone: 8 anni e 8 mesiAlfredo De Feo: 19 anni e 4 mesi in continuazionePatrizio Picardi: assoltoSalvatore Percope: 7 anni (confermata)Confermate invece le condanne a 7 anni per Salvatore Percope.
    Nella foto da sinistra Vincenzo Capozzoli, Antonio Cristiano, Alfredo De Feo e Patrizio Picartdi

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    A Napoli commercialista arrestato per peculato: si appropria di oltre 250 mila euro da beni immobili all’asta

    Napoli. Su delega della Procura della Repubblica di Napoli, i militari del 2° Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza hanno arrestato ai domiciliari un commercialista della provincia di Napoli. L’uomo è indagato per il reato di peculato.

    Le indagini hanno accertato che il professionista, in qualità di delegato alla vendita di beni immobili all’asta nell’ambito di procedure fallimentari, si sarebbe appropriato di oltre 250 mila euro. I fatti si sono verificati tra i tribunali di Napoli, Napoli Nord, Torre Annunziata, Milano, Varese e Ivrea.
    Il commercialista avrebbe distratto il denaro mediante bonifici bancari effettuati sui conti correnti delle procedure fallimentari. I bonifici, effettuati con l’opzione “istantaneo” o “urgente” e con causali di comodo, non erano autorizzati dalle autorità giudiziarie e violavano le deleghe ricevute.
    Faceva bonifici istantanei o urgenti sui suoi conti correnti
    L’uomo si sarebbe appropriato di somme di denaro eccedenti le proprie spettanze professionali e non congrue rispetto alle tariffe previste.
    Il grave quadro indiziario ha portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari da parte del GIP del Tribunale di Napoli.
    L’operazione conferma l’impegno della Guardia di Finanza nel contrasto ai reati contro la pubblica amministrazione e a tutela della legalità economica.
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    Napoli, la Dia sequestra beni per un milione di euro ad affiliato del clan Lo Russo

    Napoli. La Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito un provvedimento di sequestro di prevenzione emesso dal Tribunale di Napoli – Sezione Misure di Prevenzione nei confronti di un soggetto già condannato per la sua partecipazione al Clan Lo Russo (Capitoni).
    La misura trae origine da una proposta avanzata congiuntamente dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli e dal Direttore della DIA.
    Le indagini dirette nel corso degli anni dalla DDA di Napoli avevano individuato il particolare ruolo dell’odierno prevenuto che, guidando di fatto un’azienda di riferimento del clan, consentiva all’organizzazione criminale di diversificare i propri settori di investimento negli appalti di servizi presso la Pubblica Amministrazione.
    Gli approfondimenti svolti hanno fatto emergere disponibilità patrimoniali e finanziarie significativamente sproporzionate rispetto ai profili reddituali del proposto.
    È stato pertanto disposto il sequestro di due società attive nel settore commerciale, sei beni immobili, numerosi oggetti preziosi e rapporti finanziari per un valore complessivo stimato in circa un milione di euro.
    L’odierno risultato si inserisce nell’ambito delle attività istituzionali finalizzate all’aggressione dei patrimoni illecitamente acquisiti e riconducibili, direttamente o indirettamente, a contesti delinquenziali di tipo mafioso, agendo così a tutela e salvaguardia della parte sana del tessuto economico nazionale.
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    Arzano, indagine sull’assegnazione degli alloggi popolari

    Arzano. Assegnazione alloggi popolari: indagini della Guardia di Finanza e Polizia di Stato dopo il deposito di tre circostanziate denunce.
    Una vera e propria bufera giudiziaria potrebbe abbattersi sull’amministrazione comunale dopo le querele depositate da alcuni cittadini – in lista d’attesa per l’assegnazione – nei confronti del comune e che, a quanto trapela, anche contro alcuni politici locali.
    E anche se è top secret il contenuto delle stesse – visto il segreto istruttorio imposto in fase d’indagine -, sono diverse le voci che si rincorrono circa il presunto coinvolgimento di qualche amministratore in una vicenda che ha già visto l’occupazione degli alloggi popolari da parte di soggetti legati alla criminalità organizzata da qualche mese sfrattati dopo le indagini della Polizia locale di Arzano.
    A pubblicare le denunce il giornalista sotto scorta Mimmo Rubio sul social Arzano News. “Ecco come rispondiamo subito e per le rime alle gravi insinuazioni della sindaca Aruta. In allegato il frontespizio di tre querele -denunce depositate (il 16 e 17 maggio 2024) alla Guardia di Finanza e alla Polizia di Stato che riguardano proprio le vicende alloggi popolari, graduatoria, etc”.
    “Alcuni cittadini arzanesi si sono rivolti direttamente alla magistratura su questa vicenda – conferma Rubio – , per fare eventualmente valere i propri diritti. E sarà anche l’autorità giudiziaria a fare chiarezza su chi, a livello locale, si è prestato eventualmente per “perorare” cause ed ora se ne è lavato le mani e va dicendo che decide esclusivamente la Regione. Saranno ora gli organi preposti a fare luce su tutto”.
    “Noi di sicuro continueremo a fare informazione libera e non ci intimoriscono minacce varie e l’intervento della sindaca Aruta dove durante il consiglio comunale del 20 maggio ha lanciato velate minacce alla stampa libera (quindi Arzano news!) parlando di disinformazione e populismo.
    Gridando addirittura “a lupo a lupo” lasciando intendere un pericolo sociale fomentato dalla stampa libera. Una cosa è certa – conclude – : questa amministrazione fallimentare e poco trasparente ha preso ormai coscienza che è crollata nei consensi in città”.
    Francesco Nardelli
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    Il boss della mafia turca Boris Boyan arrestato a Viterbo

    Un’operazione congiunta di forze dell’ordine italiane e Interpol ha portato all’arresto del presunto boss della mafia turca Boris Boyan.

    Alle 4 di questa mattina, una task force ha fatto irruzione in un appartamento a Viterbo, dove Boyan era agli arresti domiciliari da tempo. Il boss è stato poi condotto a Milano.
    L’arresto è avvenuto nell’ambito di un’operazione più ampia che ha portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 18 persone. I soggetti coinvolti, tutti turchi di cui alcuni residenti in Italia e altri in Svizzera, Germania e Turchia, sono accusati di associazione per delinquere aggravata, banda armata, terrorismo, detenzione e porto illegale di armi, traffico di droga, omicidio e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
    18 le persone arrestate tra Italia, Svizzera, Germania e Turchia
    L’operazione è stata condotta dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza su delega della Procura della Repubblica di Milano. Le indagini, avviate grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno permesso di ricostruire le attività del gruppo criminale e di individuare i suoi componenti.
    L’operazione, ancora in corso, sta coinvolgendo centinaia di agenti in Italia e Svizzera. Sono impegnate la Squadra Mobile di Como, il Servizio Centrale Operativo di Roma, le Squadre Mobili di diverse città italiane, la Guardia di Finanza di Milano e Roma, unità cinofile e la Polizia Scientifica.
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    CALCIO MERCATO, il Napoli su Lukaku e il neo promosso Como prepara il colpo Icardi

    In attesa che si sistemino le tante panchine ancora in attesa del loro nuovo ‘padrone’ (le ultime danno PIOLI in avvicinamento al Napoli, con contratto biennale più opzione per un’ulteriore stagione), con DE ZERBI ancora in attesa di proposte concrete (oltre a quelle di Porto e Marsiglia) dopo il divorzio dal Brighton, si muove qualcosa anche a livello di giocatori.Uno dei primi colpi sembra averlo messo a segno la Roma, il cui ex dg TIAGO PINTO è in procinto di accasarsi in Premier al Bournemouth: il centrocampista uruguayano NANDEZ, che a giugno si svincola dal Cagliari, avrebbe già trovato l’accordo con il club della capitale. “Firmerà un contratto triennale”, le parole del suo agente Pablo Bentancur.
    Non sarà certo questo l’unico colpo dei giallorossi, perché il tecnico De Rossi avrebbe chiesto profondi cambiamenti, compatibilmente con le esigenze della società. Il nuovo ds GHISOLFI, in arrivo dal Nizza, potrebbe portare dalla Ligue 1 DIAKITE’ e ZHEGROVA che ora sono al Lille con quel FONSECA che potrebbe diventare il nuovo allenatore del Milan.
    LUKAKU tornerà al Chelsea, e sul belga gira già la voce di un possibile passaggio al Napoli, che cederà OSIMHEN al Paris SG o in Premier. Quanto alla Roma, che sta anche cercando di capire se ci sia un modo per far rientrare in Italia l’ex interista CASADEI (ora al Chelsea), per l’attacco piace BANZA, 27enne congolese del Rio Ave portoghese che costa 15 milioni e che Ghisolfi conosce bene avendolo avuto al Lens.
    Ai giallorossi è stato accostato anche il nome di OMORODION, ventenne dell’Alaves che verrebbe a Trigoria per fungere da rincalzo, al posto di quell’AZMOUN che verrà rispedito al mittente.
    La Lazio, invece, è rimasta spiazzata dalle parole di IMMOBILE che ha detto chiaramente di voler rimanere a Formello e quindi ora riflette su che tipo di bomber puntare, visto che anche CASTELLANOS dovrebbe essere confermato.
    La Juventus ha in mano CALAFIORI, che arriverà da Bologna assieme al tecnico THIAGO MOTTA, e riflette cosa fare con SOULE’, che rientrerà dal Frosinone. Il dubbio è se tenerlo in rosa o cederlo per fare una bella plusvalenza, visto che le richieste dall’Inghilterra non mancano.
    La Juve avrebbe ricevuto offerte dall’Inghilterra (Aston Villa, che ha chiesto anche BELLANOVA al Torino, e Tottenham) per CAMBIASO, e se qualcuno arriverà a pagare 40 milioni l’affare potrebbe andare in porto.
    Il Milan invece cerca di stringere per l’attaccante, leggi SESKO, che la dirigenza vuole prendere a prescindere da chi sarà il nuovo tecnico. Infine il Como che, messa da parte la suggestione MODRIC a centrocampo, ha un obiettivo ben preciso per il suo attacco: è ICARDI, che avrebbe già fatto sapere di gradire la destinazione.
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