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    A Pozzuoli 17enne fugge alla guida di auto rubata: inseguito e arrestato

    Pozzuoli. Un rocambolesco inseguimento notturno si è concluso con l’arresto di un 17enne da parte dei Carabinieri di Pozzuoli. Il ragazzo, alla guida di un’auto rubata, ha tentato di sfuggire ai militari per le vie della città, ma è stato bloccato dopo un testacoda.

    Tutto è iniziato intorno alle 4 del mattino, quando la centrale operativa dei Carabinieri ha diramato un’allerta per il furto di un’auto. La targa del veicolo era già stata segnalata alle pattuglie della zona.
    Poco dopo, i Carabinieri della sezione radiomobile di Pozzuoli hanno notato l’auto rubata sfrecciare davanti alla loro caserma. Immediatamente è scattato l’inseguimento, con sirene e lampeggianti accesi.
    L’inseguimento si è snodato per le strade di Pozzuoli, con il 17enne al volante che tentava disperatamente di seminare i Carabinieri. La corsa è durata diverse decine di minuti, fino a quando il ragazzo, a causa dell’alta velocità e della sua inesperienza, ha perso il controllo dell’auto ed è finito in testacoda in via Olivetti.
    L’arresto e le accuse
    I Carabinieri sono prontamente intervenuti, bloccando il 17enne dopo un breve tentativo di resistenza. Nonostante la sua giovane età, il ragazzo dovrà rispondere ai reati di ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale.
    Al momento si trova nel centro di prima accoglienza dei Colli Aminei, in attesa di giudizio. LEGGI TUTTO

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    La Cittadella giudiziaria di Salerno costruita con materiali non conformi: misure per 4 società

    Questa mattina, la Guardia di Finanza di Salerno ha eseguito un’ordinanza del Tribunale di Salerno che impone il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per un anno a quattro società di costruzioni.
    Secondo le indagini della Procura di Salerno, due delle società, “Costruzione Barozzi S.p.A.” e “Passarelli S.p.A.”, non avrebbero rispettato i contratti di appalto per la costruzione degli Uffici Giudiziari di Salerno. In particolare, avrebbero fornito materiali e servizi diversi da quelli indicati nei contratti.
    Le altre due società, “Euroascensori Service s.r.l.” e “Hacca Impianti S.r.1.”, incaricate rispettivamente dell’installazione e della manutenzione degli ascensori, non avrebbero adottato modelli idonei a prevenire errori nell’installazione o nella manutenzione degli impianti.
    Questa misura cautelare è una forma di responsabilità amministrativa per le società che commettono reati nell’interesse o a vantaggio dell’azienda. I reati possono essere commessi da rappresentanti, amministratori o direttori della società, o da persone sottoposte alla loro direzione o vigilanza. LEGGI TUTTO

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    Spari nella notte a Pomigliano: colpite anche tre auto

    Colpi di pistola sono stati esplosi nella notte, in via Roma a Pomigliano d’Arco, contro le mura perimetrali di un’abitazione al civico 193.
    Alcuni dei proiettili hanno colpito anche tre auto parcheggiate. Non ci sono feriti.  Sul posto sono intervenuti prontamente i carabinieri della sezione radiomobile e del nucleo investigativo di Castello di Cisterna, insieme a quelli della stazione di Pomigliano D’Arco.
    Le indagini sono attualmente in corso per chiarire la dinamica e la matrice dell’incidente. Gli investigatori stanno esaminando vari aspetti, cercando di capire sia le motivazioni che i responsabili del gesto.
    Al momento, non è emersa alcuna pista precisa sul movente di quella che è una stesa di avvertimento nei confronti di qualche pregiudicato”nemico” che abita nell’edificio oggetto degli spari. LEGGI TUTTO

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    Napoli, sequestrati 4 milioni di euro a 3 aziende del Cis di Nola per false fatture

    Napoli. I Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli hanno sequestrato circa 4 milioni di euro a tre società del Nolano, accusate di aver emesso e utilizzato fatture per operazioni inesistenti, sottratto denaro al pagamento delle imposte e presentato dichiarazioni infedeli.

    L’attività investigativa è partita da una verifica fiscale su una società di abbigliamento per adulti con sede presso il Centro Intermodale Sud (CIS) di Nola. Si è scoperto che questa società era la mera continuazione di un’altra azienda già in liquidazione, con gli stessi soci, fornitori, dipendenti e attività commerciale. Entrambe le società, di fatto, erano gestite dalle stesse persone.
    Le indagini hanno permesso di individuare diverse condotte illecite, tutte di natura tributaria. In particolare, è emerso che la società in liquidazione aveva ceduto alla “nuova” società alcuni marchi di abbigliamento per un valore gonfiato di circa 800 mila euro.
    I marchi, in realtà, erano quasi privi di valore e non erano mai stati utilizzati. Questa operazione aveva lo scopo di far chiudere il bilancio della società cedente con un risultato di esercizio pari a zero (e quindi non in perdita) e di consentire alla “nuova” società di evadere le imposte sui redditi e l’IVA.
    Inoltre, gli indagati hanno compiuto diversi atti (cessione di punti vendita, licenze, diritti di occupazione dei locali, attrezzature aziendali, impianti, dipendenti, rimanenze di magazzino e quote sociali) per un valore complessivo di circa 2,4 milioni di euro, al fine di sottrarre risorse al Fisco. Queste risorse sarebbero dovute servire per il pagamento di imposte, interessi e sanzioni.
    Infine, la società in liquidazione ha contabilizzato nel bilancio finale e dichiarato elementi passivi inesistenti per un ammontare di quasi 900 mila euro, al fine di evadere le imposte.
    Le misure cautelari e il sequestro preventivo
    Nei confronti dei tre gestori delle società coinvolte, il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto la misura cautelare interdittiva del divieto di esercitare attività d’impresa e di ricoprire uffici direttivi di società per la durata di un anno.
    Inoltre, è stato disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche nella forma “per equivalente” nei confronti degli indagati, della somma di circa 4 milioni di euro, che corrisponde al profitto illecito derivante dai reati contestati.
    Contestualmente al sequestro, sono state eseguite perquisizioni a carico degli indagati.
    Le società coinvolte
    Le società coinvolte nell’operazione sono tuttora operative nel territorio del Tribunale di Nola e sono attive presso il CIS di Nola. Realizzano un volume d’affari significativo e commercializzano prodotti con marchi noti a livello nazionale e internazionale. LEGGI TUTTO

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    A Napoli detenuto tenta il suicidio: salvato da agente penitenziario

    Napoli. Un detenuto italiano di 40 anni ha tentato di togliersi la vita al terzo piano del padiglione Milano del carcere napoletano di Poggioreale. L’uomo, affetto da forte depressione, era già sotto stretta osservazione per il rischio di suicidio.

    Il detenuto ha tentato di impiccarsi utilizzando un cappio realizzato con le lenzuola legate alle inferriate della finestra. Solo il tempestivo intervento del poliziotto penitenziario di turno ha scongiurato il peggio. Grazie al suo pronto intervento, il detenuto è stato salvato e ora si trova sotto sorveglianza a vista 24 ore su 24.
    L’episodio ha acceso i riflettori sulle condizioni del carcere di Poggioreale e sulla carenza di personale di Polizia Penitenziaria. Il segretario regionale Con.si.pe Campania, Luigi Castaldo, ha sottolineato “l’importanza della presenza fisica del personale di Polizia Penitenziaria”, evidenziando però che “l’atavica carenza di organico stia ormai mettendo a rischio la sicurezza”.
    Castaldo ha infatti denunciato la mancanza di oltre 200 poliziotti penitenziari a Poggioreale, una situazione che “non solo mette in discussione la sicurezza di tutti ma soprattutto obbliga il poco personale a carichi di lavoro eccessivi”.
    La necessità di figure professionali specializzate
    Oltre all’aumento del personale di Polizia Penitenziaria, il Con.si.pe ritiene necessario “una presenza costante in prima linea di figure professionali specializzate al trattamento dei reclusi come educatori, psicologi e psichiatri, assistenti sociali”.
    Secondo Castaldo, queste figure “creerebbe più vita in carcere laddove oggi si vive uno stato di abbandono pomeridiano e nei fine settimana”.
    Il ruolo del poliziotto penitenziario
    Il segretario regionale Con.si.pe ha concluso sottolineando che il poliziotto penitenziario “deve fare il poliziotto”, mentre oggi “troppi sono gli incarichi previsti che mettono in discussione il mandato istituzionale, specie con le attuali carenze organiche”. LEGGI TUTTO

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    Napoli, arrestato Salvatore Maggio junior figlio dell’ex killer pentito

    Napoli. Figlio d’arte e come il padre abile e sempre pronto a utilizzare la pistola: Salvatore Maggio junior, finito in carcere ieri è il figlio dell’omonimo ex ras della zona Mercato poi diventato collaboratore di giustizia.

    Fino all’altro giorno non aveva condanne a suo carico, frequenta, secondo gli investigatori, sia ambienti vicini ai Mazzanti dei Quartieri Spagnoli che la malavita giovanile delle Case Nuove e della zona di piazza Mercato. Sulla copertina del suo profilo sui social network si legge: “C’è chi è nato per combattere e chi è nato per fare il burattinaio“. Ma anche:“La vita mi ha tolto il doppio di quello che avevo e mi riprenderò il triplo!”. 
    E’ accusato di aver gambizzato Massimiliano Abete, un incensurato del Cavone con contatti con l’ambiente dei Lepre. Secondo gli investigatori, Maggio Junior ha sparato ad Abete con l’aiuto di un complice che guidava lo scooter.
    Lunedì scorso, Maggio Junior è stato arrestato su ordinanza di custodia cautelare in carcere. Ma la sorpresa è arrivata quando il provvedimento restrittivo ha riguardato anche la vittima, Abete. In un’intercettazione durante le indagini, Abete si vantava di possedere un’arma da fuoco. Per lui il gip ha disposto gli arresti domiciliari.
    Il ruolo della vittima e l’identificazione del complice
    Le indagini, condotte dalla sezione “Omicidi” della Squadra Mobile della Polizia di Stato (diretta da Giovanni Leuci e dal vice questore Luigi Vissicchio), hanno permesso di identificare anche il complice di Maggio Junior.
    Le indagini e i moventi
    L’accusa per Abete, 22 anni, è di detenzione e porto di arma comune da sparo. Il provvedimento restrittivo, eseguito nelle rispettive abitazioni degli indagati, è il risultato delle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotte dalla Squadra Mobile di Napoli con la collaborazione del Commissariato Dante.
    Le indagini sono partite subito dopo la sparatoria avvenuta in via Gianbattista Manso alle Case Nuove, la sera del 30 gennaio 2023. Secondo gli investigatori, la lite che ha portato alla sparatoria è scaturita da motivi non chiari, ma riconducibili a vicende di strada.
    (nei riquadri Salvatore Maggio junior e Massimiliano Abete) LEGGI TUTTO

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    Campi Flegrei la confusione a Porta a Porta diventa virale sul web

    A Porta a Porta di Bruno Vespa si fa confusione: al posto dei Campi Flegrei c’è il VesuvioA “Porta a Porta” si confonde la caldera vulcanica dei Campi Flegrei con l’altro vulcano napoletano, ovvero il Vesuvio
    La foto che recita “Pozzuoli la terra trema, la paura del Vesuvio” che mostra Bruno Vespa mentre lanciava la puntata di ieri sera di “Porta a Porta” su Rai1 sta diventando virale.
    I commenti ironici sui social non si sprecano. La confusione del Governo ma anche di un giornalista che da anni si dedica agli approfondimenti hanno lasciato senza parole gli abitanti dei Campi Flegrei.
    Eppure da giorni gli esperti anche, quelli nominati dal governo nei vari enti, stanno spiegando che il bradisismo di Pozzuoli non ha alcun legame con il Vesuvio. LEGGI TUTTO

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    Influencer in coma arrestato marito: è accusato di tentato omicidio

    E’ stato arrestato nella notte Jonathan Maldonato,il marito della nota influencer Soukaina El Basri,  trentenne biellese di origine marocchina in coma all’ospedale di Novara con una profonda ferita al petto.

    Thomas Maldonato, 34 anni, nato a Biella, lavora come addetto alle vendite in un’azienda di caffe’ a Gattinara, nella vicina provincia di Vercelli e sui social, dove pure ha una certa attivita’, si fa chiamare Jonny Jonathan. In serata il suo profilo Instagram e’ diventato “privato”
    Maldonato è stato ascoltato ieri per tre ore e mezza in questura prima di essere arrestato. “Abbiamo dato incarico al consulente tecnico per verificare la compatibilità di un’arma bianca o di un altro strumento compatibile con le caratteristiche della ferita. L’ipotesi più probabile è quella di un punteruolo”, ha spiegato la procuratrice di Biella.
     Maldonato ascoltato per tre ore prima di essere arrestato
    Una settimana fa, l’influencer 30enne Soukaina El Basri, conosciuta sui social come Siu, è stata ricoverata in gravi condizioni all’ospedale Maggiore di Novara. Il marito, Jonathan Maldonato, aveva chiamato il 118 raccontando che la donna si era ferita accidentalmente sbattendo contro una cassettiera, versione confermata inizialmente anche dalla stessa Siu.
    Tuttavia, diverse incongruenze hanno spinto gli inquirenti ad approfondire le indagini. In casa sono state trovate tracce di sangue e Siu presentava un foro sul petto compatibile con una coltellata o un’aggressione con un oggetto appuntito. Inoltre, le amiche della donna avevano da tempo espresso preoccupazione per il rapporto turbolento tra Siu e Maldonato.
    La donna aveva raccontato di essere caduta dalle scale
    Nonostante la gravità delle sue condizioni, prima di perdere conoscenza Siu aveva avvalorato la versione del marito raccontando agli operatori del 118 di essere caduta accidentalmente. Tuttavia, la ferita da taglio al petto, che ha lesionato organi vitali e provocato una copiosa emorragia, non può essere compatibile con una semplice caduta.
    L’abitazione della coppia, situata a Chiavazza, frazione di Biella, dove vivevano con due bambine di 6 e 5 anni, è stata posta sotto sequestro. La Procura, coordinata dalla pm Paola Francesca Ranieri, ipotizza che Siu sia stata colpita all’arteria mammaria. LEGGI TUTTO

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    Una tripletta di Lookman regala l’Europa League all’Atalanta

    Grazie a un Lookman in forma strepitosa e autore di una tripletta d’autore l’Atalanta vince l’Europa League.I nerazzurri sconfiggono 3-0 il Bayern Leverkusen nella finale disputata all’Aviva Stadium di Dublino. A decidere l’incontro la tripletta di Lookman, a segno al 12′ e al 26′ del primo tempo e al 31′ della ripresa.
    Si tratta del primo trofeo europeo dell’Atalanta che dopo 25 anni riporta l’Italia sul tetto d’Europa nella Coppa Uefa (ora Europa League).
    L’eroe della serata è Ademola Lookman, autore di una tripletta decisiva. L’esterno nigeriano ha aperto le marcature al 12′ e al 26′ del primo tempo, portando in vantaggio i nerazzurri. Nella ripresa, ha completato la sua prestazione con un altro gol al 31′, siglando così il primo trofeo europeo nella storia dell’Atalanta.
    Dopo 25 anni, l’Italia torna a vincere la Coppa UEFA (ora Europa League), grazie al trionfo della squadra bergamasca.
    Grande avvio dei nerazzurri: dopo 12 minuti Lookman sfugge al controllo di Palacios e insacca a porta vuota su un cross teso di Zappacosta dalla destra. Al 26′ l’attaccante nigeriano raddoppia con una meraviglia: parte dal limite dell’area, tunnel su Xhaka, lo salta secco e calcia di destro a giro all’angolino.
    Grimaldo ha un’enorme chance per riaprire la partita quasi subito, ma il pallonetto su Musso, uscito malissimo, non gli riesce. Nella ripresa è solo Atalanta. Al 49′ Koopmeiners recupera palla a centrocampo con caparbietà su Wirtz, avviando immediatamente la ripartenza.
    Lookman arriva al cross teso in mezzo da sinistra, ma De Ketelaere, davanti alla porta, è anticipato di un soffio da Hincapie, che mette in angolo. Al 75′ arriva il 3-0: proprio quando l’Atalanta sembrava soffrire, ecco la ripartenza perfetta, orchestrata dall’uomo che dava l’impressione di poter accendere la scintilla in qualsiasi momento.
    Scamacca lo innesca, Lookman salta Tapsoba con un doppio passo e, appena dentro l’area, scarica un sinistro a incrociare fortissimo. Lookman diventa così il secondo giocatore nella storia della Coppa UEFA/Europa League a segnare una tripletta in una finale, dopo Josef Heynckes del Borussia Mönchengladbach contro il Twente nel 1975. Finisce 3-0: Bergamo va in paradiso. LEGGI TUTTO

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    Il sindaco di Bari a De Laurentiis: “Venda subito la società”

    Bari. A poche ore dalla gara di ritorno dei playout contro la Ternana, che deciderà il destino del Bari in Serie B, il patron Aurelio De Laurentiis scatena una nuova polemica in città con le sue dichiarazioni in Senato sulla multiproprietà.
    De Laurentiis, proprietario del Bari attraverso la Filmauro, ha espresso la sua frustrazione per il divieto di detenere due club in campionati diversi, regola che impedisce al City Group di acquisire il Bari. “Cosa farà questa società una volta che la famiglia De Laurentiis si sarà stancata e sarà probabilmente uscita di scena nel 2028?”, ha dichiarato De Laurentiis. “Sarà destinata a rimanere dov’è o a fallire. A meno che ci siano gruppi stranieri o italiani che possano intervenire poderosamente”.
    Le parole di De Laurentiis hanno acceso la rabbia della tifoseria barese, che sui social ha espresso il proprio disappunto e la sensazione di essere presa in giro.
    Il sindaco Antonio Decaro non ha usato mezzi termini per criticare l’imprenditore: “Talvolta le parole di Aurelio De Laurentiis sono così fuori tempo e fuori luogo che ci si chiede se a parlare sia lui o il suo imitatore Max Giusti. Alla vigilia di una partita che chiamare delicata è un eufemismo, ragiona (anzi, sragiona) evocando scenari futuri come il fallimento del Bari calcio o la condanna a rimanere in un campionato minore fino al 2028”.
    Decaro ha poi annunciato che, indipendentemente dall’esito della partita di domani, la Filmauro dovrà intavolare serie trattative per il passaggio di proprietà del club. “Abbiamo chiesto, in passato, le scuse di Aurelio De Laurentiis. Questa volta non basteranno. Quanto a noi tifosi baresi, preferiamo fallire di nuovo che essere costantemente umiliati da un proprietario che ha dimostrato di non amare questa squadra e questa città. Forza Bari, sempre”, ha concluso il sindaco.
     Il Bari rischia la retrocessione in serie C
    La situazione del Bari è davvero preoccupante. La squadra rischia di retrocedere in Serie C dopo una stagione disastrosa, e il futuro del club è incerto a causa delle dichiarazioni di De Laurentiis. I tifosi baresi sono stanchi di essere presi in giro e chiedono un cambio di proprietà al più presto. LEGGI TUTTO

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    Gaetano Di Vaio: da ribelle a protagonista del riscatto napoletano

    Napoli. Una vita da romanzo, tra dannazione e riscatto, spenta a soli 56 anni. Gaetano Di Vaio, produttore, attore, sceneggiatore e figura chiave del cinema napoletano degli ultimi vent’anni, si è spento dopo un grave incidente in scooter avvenuto la scorsa settimana.Nato a Piscinola, quartiere difficile di Napoli, Di Vaio ha vissuto un’infanzia e un’adolescenza segnate da tossicodipendenza e detenzione. Ma è proprio attraverso il cinema che ha trovato la sua redenzione, diventando un imprenditore culturale e un punto di riferimento per molti.
    Ha lavorato come operatore sociale, nella compagnia di Peppe Lanzetta e ha fondato la casa di produzione “Figli del Bronx”, poi divenuta “Bronx film”. Tra i suoi film più noti ricordiamo “NAPOLI NAPOLI NAPOLI” di Abel Ferrara (2009), “Là-bas – Educazione criminale” (Leone del Futuro a Venezia nel 2011) e “Take Five” di Guido Lombardi (2013).
    Ma la sua opera più importante è stata la sua stessa vita, raccontata nel romanzo “Non mi avrete mai” edito da Einaudi, dove il protagonista Salvatore è il suo alter ego. Un bambino ladruncolo che diventa gestore di una piazza di spaccio a Scampia, per poi riscattarsi attraverso il cinema.
    Di Vaio non era solo un produttore, ma anche un instancabile promotore del riscatto sociale per la sua città. Ha realizzato documentari importanti come “Largo Barracche” e “Il loro Natale”, e ha portato al Festival di Venezia film come “Per amor vostro” di Beppe Gaudino (2015) e “Veleno” di Diego Olivares (2018).
    “Ha fatto tanto per Napoli e tanto stava facendo”, ha dichiarato Gianluca Curti, amico e sodale di Di Vaio. “Era un uomo pieno di energia, con una grande voglia di riscatto e la generosità di dare opportunità agli altri”.
    Gaetano Di Vaio ci lascia un’eredità importante, fatta di film, storie di riscatto e un esempio di come la passione per l’arte possa cambiare una vita. Come ha scritto lo stesso Curti: “Resterai sempre nel cuore e negli occhi di chi ha avuto la fortuna di conoscerti”. LEGGI TUTTO

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    Assoagenti a De Laurentiis: “Denunci i procuratori che fanno ricatti”

    Napoli. L’Assoagenti replica alle accuse di Aurelio De Laurentiis, definendole “dichiarazioni offensive e discriminatorie” e chiedendo al presidente del Napoli di denunciare i procuratori rei di ricatto.PUBBLICITA

    “Invitiamo De Laurentiis a denunciare gli autori di questi ricatti, se ne ha le prove”, si legge in una nota dell’associazione. “In caso contrario, le sue parole saranno considerate lesive della categoria degli agenti e ci riserveremo di intraprendere azioni legali”.
    L’Assoagenti sottolinea che la professione di agente sportivo è “tutelata e protetta da leggi e regolamenti”, e che gli agenti sono sottoposti a rigorosi controlli. “Ricordiamo a De Laurentiis che le sue accuse generiche non solo sono dannose per la reputazione degli agenti onesti, ma rischiano anche di danneggiare l’intero sistema calcio”.
    L’associazione conclude chiedendo al presidente del Napoli di “rivedere le sue posizioni e di collaborare con le autorità per fare chiarezza su eventuali illeciti”. LEGGI TUTTO