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Mori (Pd): no alla revisione della direttiva Ue sulla lotta alla violenza contro le donne

“Fare leva su presidenza del Consiglio dei ministri, governo, Conferenza stato-regioni, parlamentari europei e rappresentanze nelle istituzioni comunitarie per dire no alle proposte di mediazione al ribasso sulla direttiva per la lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica avanzate dalla presidenza belga del consiglio europeo.”

A proporre l’indirizzo politico alla giunta regionale è Roberta Mori (Pd) la quale, in una risoluzione, ricorda la convenzione del Consiglio d’Europa per la prevenzione e il contrasto alla violenza maschile sulle donne e la violenza domestica sottoscritta a Istanbul nel 2011, che definisce la violenza di genere come violazione dei diritti umani e investe gli stati sottoscrittori della responsabilità legislativa e giuridica di prevenirla.

Mori rimarca poi come “tale importante traguardo ha dovuto attendere oltre sei anni a causa di 6 paesi membri (Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Lettonia, Lituania e Slovacchia) che non hanno convalidato la propria firma, un sostanziale ostruzionismo che è stato superato prima con il via libera della Corte europea di Giustizia, che nel 2021 ha stabilito la possibilità di ratifica anche senza l’accordo di tutti gli stati, e poi con la decisione da parte del Consiglio d’Europa a giugno 2023 di finalizzare definitivamente l’adesione per tutta l’Unione europea.”

“Con un’ulteriore direttiva del 2022 -continua la consigliera dem- la Commissione europea ha poi ridefinito l’ambito di applicazione facendo rientrare esplicitamente anche i reati di stupro, mutilazioni genitali, sterilizzazioni indotte e forzate, revenge porn, violenze online e molestie sessuali negli ambienti di lavoro, stabilendo che gli stati membri sono tenuti a provvedere affinché siano configurate come reati e punite tali violenze e in particolare lo stupro”.

A fronte di un impianto legislativo comunitario così avanzato, Mori sottolinea come alcuni Stati (Ungheria e Polonia in particolare) “stanno esercitando una forte pressione per far cassare dalla direttiva punti e articoli dirimenti in base all’approccio avanzato e organico per i diritti della Convenzione di Istanbul”.

Una mediazione al ribasso, per la firmataria dell’atto di indirizzo politico, portata avanti dalla presidenza di turno belga che si traduce quindi nell’eliminazione delle norme in materia di stupro, mutilazione genitale, sterilizzazione forzata e molestie nel mondo del lavoro. Ricordando come l’Emilia-Romagna “abbia fatto la propria parte per attuare la Convenzione di Istanbul varando nel 2014 la legge quadro regionale per la parità e contro le discriminazioni di genere”, Roberta Mori chiede uno specifico impegno nei confronti del governo nazionale “affinché faccia la propria parte difendendo e rilanciando norme efficaci a tutela delle donne, nell’ottica di promuovere presso tutti i paesi UE un pieno sostegno agli articoli sostenuti dalla maggioranza del Parlamento europeo”.

(Luca Boccaletti)


Parità, diritti e partecipazione

5 Febbraio 2024



Fonte: https://cronacabianca.eu/feed/


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