Salerno. L’avvocato penalista Gerardo Cembalo, sua moglie Maria Chirico, la sua assistente Nadia Outalbi, l’intermediario Tojammel Hopssain Md alias Oliva, il connazionale del Bangladesh Bilger Mohamed, e gli imprenditori agricoli Armando e Raffaele Nappi della Arfedi di Capaccio Paestum sono stati arrestati con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e sfruttamento di manodopera.
L’indagine, coordinata dalle sostitute procuratrici Francesca Fittipaldi e Claudia D’Alitto, ha permesso di scoprire un’organizzazione criminale che, grazie allo sfruttamento dei decreti flussi del 2023 e del 2024, ha favorito l’ingresso in Italia di almeno 144 cittadini extracomunitari.
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Cembalo, secondo l’accusa, era il “dirigente” del gruppo, mentre Chirico, Hossain e Outalbi ne facevano parte. L’organizzazione avrebbe richiesto mille euro per ogni istanza inoltrata durante i “click day”, duemila per ogni nulla osta e, in caso di ottenimento di un contratto fittizio, altri duemila euro.
Gli imprenditori Nappi, invece, avrebbero acconsentito a fungere da finti datori di lavoro per gli immigrati, assumendone 300 nel corso di due anni attraverso la produzione di certificazioni e documenti falsi. In questo modo, avrebbero tratto un profitto tra i mille e i 5mila euro a immigrato.
Secondo la procura di Salerno, Cembalo e Nappi avrebbero svolto l’attività illecita “sistematicamente”, reinvestendo i profitti.
Gli strani legami con persone del clan Cesarano
E poi c’erano Decimo Viola, il vero organizzatore del giro d’affari legato all’immigrazione clandestina e l’imprenditore di Castellammare di Stabia, Catello Cascone, figlio di quel famoso Ferdinando Cascone che negli anni novanta aveva favorito la latitanza del boss Ferdinando Cesarano in provincia di Salerno.
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