Napoli. “Sono in tanti e lavorano poco”, lamentano i tassisti napoletani, che denunciano condizioni di lavoro difficili e redditi bassi, nonostante il boom di turisti in città.
In media, percorrono solo cinque-sei corse al giorno in un turno di otto ore, dovendo fare ampi giri per trovare clienti. A questo si aggiunge la concorrenza delle piattaforme per il trasporto privato e i costi di gestione alle stelle.
Numeri alla mano: secondo i dati sulle dichiarazioni dei redditi, i tassisti napoletani guadagnano in media poco meno di 10.200 euro all’anno. “Il sazio non crede al digiuno”, sbotta Marco, tassista da 25 anni.
“Spese ingenti per carburante, assicurazione (che per noi costa il 40% in più che ai privati), collaudi, test psicologici… e le tariffe ferme a 20 anni fa!”.
Tra le richieste principali: l’aumento delle tariffe e un freno all’abusivismo. “Con i turisti si guadagna di più, ma il guadagno è comunque basso e l’usura dell’auto è alta”, spiega Gennaro, tassista 45enne.
“E poi c’è il problema delle piattaforme di trasporto privato: incassano di più di noi, anche se le loro tariffe sembrano più basse. E i turisti non lo sanno!”.
Un esempio: una corsa da Capodichino a Caserta con una piattaforma costa 112 euro, mentre un taxi ne chiede meno di 100. “Ma loro possono prelevare i clienti all’uscita dell’aeroporto, cosa che a noi non è permessa”, denuncia Gennaro.
“Serve un intervento da parte delle istituzioni per tutelare i tassisti e garantire un servizio equo ai cittadini e ai turisti”.
Collaboratore di lunga data di Cronache della Campania
Da sempre attento osservatore della società e degli eventi.
Segue la cronaca nera. Ha collaborato con diverse redazioni.
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