Bruno Segre, avvocato e partigiano, è deceduto sabato mattina nella sua casa di Torino all’età di 105 anni.
La notizia è stata confermata dal nipote, Ruben Segre, che ha descritto la morte di Bruno come serena e avvenuta nel sonno, con la presenza della famiglia nel Giorno della Memoria. Bruno Segre è stato descritto come un intellettuale di sinistra e un attivista militante antifascista e laico.
Durante l’occupazione è stato arrestato e alla Liberazione si è unito alle formazioni partigiane di Giustizia e Libertà nella Val Grana, contribuendo alla liberazione di Caraglio nel Cuneese.
Dopo la Liberazione, Segre ha lavorato come cronista e in seguito ha esercitato la professione di avvocato. Ha difeso numerosi giovani obiettori di coscienza e ha fondato il giornale “L’incontro”, dedicato alla difesa dei diritti civili, contro il razzismo, l’antisemitismo, al disarmo e alla pace nel mondo.
Ha militato nell’Unione socialista indipendente e nel Partito socialista italiano, dove è stato consigliere comunale di Torino e sindaco effettivo dell’Istituto Bancario San Paolo di Torino.
La scomparsa di Bruno Segre ha suscitato numerosi messaggi di cordoglio. Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, hanno entrambi espresso il loro rammarico e hanno elogiato la lunga e influente carriera di Segre nell’ambienti della democrazia, dell’antifascismo e della libertà.
Entrambi hanno dichiarato che la sua scomparsa è un monito a tutti a difendere tali valori e a tramandarli alle generazioni future.
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