Rivedere l’iter autorizzativo del gasdotto “Rete Adriatica” di Snam, che da Massafra (Taranto) dovrebbe raggiungere Minerbio (Bologna), per una lunghezza di oltre 600 chilometri, e sollecitare un nuovo procedimento di Valutazione di impatto ambientale (Via), tenendo conto dell’odierna situazione ambientale e paesaggistica e degli scenari energetici profondamente cambiati nel corso degli anni. Lo chiede con un’interrogazione Silvia Zamboni (Europa Verde) sollecitando un confronto in Conferenza Stato-Regioni.
“Confronto -ha precisato la consigliera- che dovrebbe coinvolgere le altre Regioni interessate dalla presenza del gasdotto, al fine di ottenere l’avvio di un nuovo procedimento di Via che sia in grado di rivalutare l’opera nella sua interezza anziché in tronconi separati e, soprattutto, tenendo conto della odierna situazione ambientale e paesaggistica e di una marcata riduzione del fabbisogno, come ammesso dallo stesso proponente del progetto, ovvero Snam”.
“Il progetto proposto nel 2005 -ha ricordato Zamboni- al fine di essere valutato e approvato, è stato suddiviso in 5 tronconi funzionali (Massafra-Biccari di 194Km, Biccari-Campochiaro di 70Km, Sulmona-Foligno di 167Km, Foligno-Sestino di 114Km, Sestino-Minerbio di 142Km), ragion per cui sono state richieste 5 diverse Via. Tutti i tronconi della Rete Adriatica hanno ottenuto i decreti di valutazione positiva dell’impatto ambientale. Pochi giorni fa il Gruppo d’intervento giuridico (GrIG), associazione che si occupa di aspetti legali delle criticità ambientali, ha inviato una istanza al ministero dell’Ambiente e della Cultura per sollecitare un provvedimento che dichiari la perdita di efficacia dei suddetti decreti anche in ragione delle caratteristiche pesantemente impattanti dell’opera. L’accelerazione del riscaldamento globale impone inoltre di ridurre i consumi di combustibili fossili”.
(Lucia Paci)
9 Febbraio 2024