Difendere l’abitato di Fornovo (Parma) “dall’erosione spondale del fiume Taro; inoltre, si chiede come viene valutata l’ipotesi di movimentazione di materiale litoide (consistenza o aspetto simile alla pietra, ndr) nell’alveo fluviale al fine di deviare il corso fluviale dalla sponda destra verso l’area più centrale”.
Al question time, il consigliere Emiliano Occhi (Lega) afferma che “sia necessario, al netto del corpo normativo in materia di aree fluviali e delle scelte passate del comune, dare priorità alla difesa del centro storico di Fornovo”. La risposta è venuta dal vicepresidente e assessora all’Ambiente Irene Priolo.
Occhi ha ricordato come l’erosione della sponda destra del Taro sia peggiorata negli ultimi due anni (e continuerà nel tempo) a monte del ponte per Ramiola, arrivando “a lambire il parcheggio pubblico che confina con l’area mercatale. In poco tempo il fiume ha eroso il terrazzo fluviale recente e sradicato il filare di vegetazione ripariale che si era instaurata sull’area terrazzata”. Il Comune di Fornovo ha interdetto l’accesso al pubblico su quell’area che è demaniale e di competenza dell’Agenzia regionale di Protezione civile. Occhi conclude sottolineando che la chiusura del parcheggio provoca gravi disagi durante il mercato del martedì che richiama visitatori dalle valli del Taro e del Ceno”.
Priolo ha detto che “la situazione è nota. I tecnici dell’Agenzia hanno svolto sopralluoghi, considerando tutte le esigenze concomitanti, sia ambientale sia di questione pubblica. Un intervento preliminare chiesto dal Comune, ha portato al nulla osta alla messa in sicurezza con il taglio di piante pericolanti. Ma togliere aree golenali è una pratica costosa e pericolosa. La difesa dalle alluvioni della parte bassa di Fornovo la fa il muro idraulico in mattoni, protetto da una scogliera massi ciclopici. Si stanno per approvare le mappe di pericolosità. Il sindaco di Fornovo lo aveva chiesto e l’area indicata è in fascia A. La perimetrazione della fascia A non contrasta con altri interventi contro l’erosione. E’ stata ritenuta inoltre di scarsa utilità la rimozione di materiale dall’alveo perché l’intervento richiesto si vanificherebbe in poco tempo”.
Per Occhi “movimentare il materiale è sì complesso, ma a volte è stata risolutiva. Va comunque tenuta alta la guardia perché quella è un’area nevralgica “.
(Gianfranco Salvatori)
13 Febbraio 2024