Quali conseguenze avrà sul territorio regionale il ritiro, da parte della Commissione europea, “della proposta sul taglio all’uso dei pesticidi chimici in agricoltura cioè la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari e quali gli impatti attuali, in particolare su ambiente, perdita di biodiversità, inquinamento dei corpi idrici e salute di agricoltori e cittadini, dell’uso odierno dei pesticidi sul nostro territorio regionale”.
Sono alcune delle richieste contenute nell’interrogazione della consigliera Giulia Gibertoni (Gruppo Misto). La capogruppo del Misto chiede anche alla giunta “se non ritenga opportuno mettere in campo ogni azione possibile affinché la Commissione europea riconsideri la propria scelta in materia di pesticidi e, comunque, imposti politiche rivolte alla consistente e progressiva riduzione nell’uso dei pesticidi”.
La Regione Emilia-Romagna regola l’impiego dei fitosanitari e dà linee di indirizzo con i disciplinari di produzione integrata, spiega la consigliera, “sui prodotti più idonei che dovrebbero, al contempo, garantire la difesa delle colture e ridurre l’impatto ambientale e i rischi per la salute umana”. Una recente analisi “svolta su 6.085 alimenti provenienti da agricoltura convenzionale e biologica è emersa una percentuale molto bassa di alimenti irregolari” ma nel 39% dei casi sono state trovate tracce di uno o più residui di fitofarmaci, tra cui il 23,5% di multiresiduo “dato, questo, preoccupante se si considera che la compresenza di più residui in uno stesso alimento può provocare effetti additivi e sinergici in senso negativo per la salute umana. Appare evidente come la protesta degli agricoltori sia stata, per la Commissione europea, solo un utile strumento per il ritiro della proposta legislativa sui pesticidi, rischiando così di porre la pietra tombale sulla progettata e tanto auspicata riduzione del 50% dell’uso di pesticidi chimici e sulla riduzione del 50% dell’uso dei pesticidi più pericolosi entro il 2030”.
I pesticidi erano considerati dalla Ue “una delle principali fonti di inquinamento dell’acqua, del degrado del suolo, della diffusione di malattie croniche e della sempre maggiore resistenza dei parassiti alle strategie di contenimento” e l’81% dei cittadini europei si era detto preoccupato del loro utilizzo.
(Gianfranco Salvatori)
16 Febbraio 2024