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    Assemblea legislativa: stop ai licenziamenti alla Dire

    Salvare i posti di lavoro dei giornalisti dell’Agenzia Dire. L”Assemblea legislativa ha approvato all’unanimità la solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici della Dire contenuta nella risoluzione Pd-Italia Viva e Europa Verde a prima firma Marcella Zappaterra (Pd). La storica agenzia di stampa, infatti, da mesi vive uno stato di crisi culminato, nei giorni scorsi, nella decisione dell’editore di procedere ad alcuni licenziamenti.
    “Siamo preoccupati ma non rassegnanti al fatto che l’editore proceda ai licenziamenti: questa risoluzione serve a tenere alta l’attenzione dell’Assemblea legislativa sulla vertenza e a chiedere alla giunta di mettere in campo tutte le azioni contro i licenziamenti”, spiega Zappaterra nel ribadire il sostegno delle istituzioni alle lavoratrici e ai lavoratori della Dire.
    “Più volte Europa Verde ha espresso solidarietà alle dipendenti e ai dipendenti della Dire, dato che sono una risorsa e vanno aiutati. E’ immorale che ci siano licenziamenti”, sottolinea Silvia Zamboni (Europa Verde).
    “La Lega è solidale con le persone in difficoltà e vanno evitati i licenziamenti”, spiega Matteo Rancan (Lega) che invita però a evitare di utilizzare questo argomento per criticare il governo.
    A fianco della Dire anche Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle) che chiede il massimo impegno per “salvare i posti di lavoro evitando i licenziamenti”.
    (Luca Molinari)

    Imprese lavoro e turismo

    21 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO

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    Welfare: “Governo e Parlamento modifichino l’Isee per sostenere la famiglia”

    Governo e Parlamento rivedano l’Isee in modo da dare maggior sostegno alle famiglie con figli e situazioni di fragilità. Disco verde dell’Assemblea legislativa a una risoluzione di Pd, Italia Viva, Lista Bonaccini, Europa Verde ed ER Coraggiosa. La maggioranza ha al contempo votato il non passaggio al voto di una proposta di legge presenta dal consigliere Stefano Bargi (Lega) riguardante l’introduzione del “Fattore Famiglia”, finalizzato a riconoscere un maggior peso ai carichi familiari rispetto a quanto avviene oggi con l’Isee, con conseguente riduzione delle rette soprattutto per le famiglie con più figli, quelle in cui sono presenti situazioni di mono genitorialità, disabilità o altri elementi qualitativi che le singole amministrazioni vorranno individuare.
    Bargi ha affermato: “Ancora una volta non si esaminano gli articoli del progetto di legge e non ci si pronuncia con un voto. Noi siamo disponibili a ridiscutere il provvedimento in caso di ritorno in commissione. Questo pdl non risolve il problema della natalità, richiede una visione più ampia del sistema socio-economico del Paese. E c’è anche un fattore culturale. Noi vogliamo dare un sostegno concreto alla famiglia”. Sulla stessa linea Michele Facci (Lega) che ha sottolineato come “colpisce la volontà della maggioranza di non discutere di una materia di assoluto rilievo, non mettendola in calendario nelle commissioni. Un metodo criticabile. Il sostegno alle famiglie, di cui il presidente Stefano Bonaccini si è riempito la bocca nel corso della discussione del Bilancio, alla prova dei fatti non regge visto che la maggioranza svicola e impedisce la votazione come avvenuto per il progetto di legge sulla natalità. Vanno aiutate le famiglie che affrontano difficoltà economiche e nell’accesso ai servizi”.
    Secondo Marilena Pillati (Pd) “la proposta della Lega prevede una nuova scala di equivalenza regionale per passare da Ise a Isee, ma l’Isee è uno strumento regolato da leggi nazionali. Allora perché non facciamo una battaglia comune a livello nazionale per definire un Isee nazionale che tenga conto dei problemi della famiglia anziché introdurre un fattore famiglia regionale che crea incongruenza e disomogeneità rispetto a tutte le altre prestazione sociali che dipendono dall’Isee esistente? Si può mettere al primo posto l’interesse delle famiglie. Noi siamo per la famiglia, tutte le famiglie. In presenza di figli, vanno supportate tutte”.
    Giuseppe Paruolo (Pd) ha detto di “essere da sempre favorevole al sostegno alle famiglie e non solo per il fattore economico. Ad esempio, il messaggio della flat tax è agli antipodi rispetto a questo tema. fra le forze politiche è mancato un dibattito sulle famiglie. Tutti siamo a favore di un riflessione su quale sia il livello giusto su cui intervenire. Deve essere il Parlamento a occuparsi di questo argomento. Dico no a provvedimenti bandiera per ottenere facile consenso sulla stampa, ma sì al confronto in commissione nel merito”.
    Ai consiglieri del Pd ha replicato Bargi: “Mai toccato il tema del governo o di destra e sinistra. Si dice che la mia proposta creerebbe incongruenza e disomogeneità, invece aiuterebbe i Comuni. L’Isee può essere rivisto a livello nazionale, ma le regole oggi ci sono anche se qualcuno (il Veneto) si è mosso diversamente. Il Veneto applica il Fattore famiglia. Quindi, si può fare, ma serve la volontà politica”.
    Andando nel merito del progetto di legge proposto da Bargi si sarebbe voluto introdurre il “Fattore Famiglia”, finalizzato a riconoscere un maggior peso ai carichi familiari rispetto a quanto avviene oggi con l’Isee, con conseguente riduzione delle rette soprattutto per le famiglie con più figli, quelle in cui sono presenti situazioni di mono genitorialità, disabilità o altri elementi qualitativi che le singole amministrazioni vorranno individuare. “L’idea di base del ‘Fattore Famiglia’- commenta Bargi – è di non tassare le spese indispensabili per il mantenimento e accrescimento della famiglia. Il Fattore Famiglia introduce un livello di reddito non tassabile (cosiddetta “no tax area”) che si amplia all’aumentare del numero dei componenti della famiglia, secondo una scala di equivalenza. Si prevede, pertanto, di tassare solo la quota di reddito familiare che eccede il minimo vitale. Il Fattore Famiglia, quindi, premia le famiglie con più figli (in particolare da 3 figli in su) e le famiglie mono-genitoriali, tanto più quanto il reddito familiare è basso”. Riguardo alle tariffe, invece, il Fattore Famiglia – si legge nella proposta – “interviene sulle scale di equivalenza dell’Isee, incrementandole in base ai carichi famigliari, con conseguente rimodulazione verso il basso dell’Isee modificato, a cui corrisponde una riduzione delle rette. E la legge nazionale apre alla possibilità di Regioni e Comuni di intervenire sulle scale di equivalenza. Al contrario di quanto sostiene Pillati”. Ci sono poi i temi di disabilità, genitore solo, persona che vive da sola (padri separati), figli gemelli.
    (Gianfranco Salvatori)

    Sanità e welfare

    21 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO

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    Pd: governo acceleri accordi sui Fondi europei

    Continuare il confronto con il governo affinché sia siglato l’accordo dello stanziamento immediato dei fondi strutturali europei.
    Disco verde dell’Assemblea legislativa alla risoluzione del Partito Democratico a prima firma Marcella Zappaterra che chiede che il governo acceleri la gestione dei fondi per lo Sviluppo e la coesione (Fsc).
    “Bisogna che il governo acceleri e che si chiuda al più presto il negoziato sui Fsc, purtroppo prendiamo atto che non ci sono da parte dello Stato novità e informazioni”, spiega Zappaterra nel motivare il voto favorevole alla risoluzione.
    Dal canto suo Stefano Bargi (Lega) è netto: “Votiamo contro perché la maggioranza usa questi temi e più in generale l’Assemblea legislativa come una clava contro il governo”. Critiche anche da Simone Pelloni (Rete civica).
    (Luca Molinari)

    Governo locale e legalità

    21 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO

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    Prorogato Piano faunistico-venatorio 2018-2023

    Via libera dell’Assemblea legislativa alla proroga della validità del Piano faunistico-venatorio regionale 2018-2023, la disciplina di riferimento per la predisposizione dei programmi annuali di gestione degli Ambiti territoriali di caccia e delle aziende venatorie.
    Il piano riguarda, in particolare, l’individuazione dei comprensori faunistici e delle specie di fauna selvatica di cui deve essere curato l’incremento naturale o la re-immissione, la destinazione a uso faunistico-venatorio del territorio agro-silvo-pastorale regionale e il limite minimo di superficie da destinare alle zone di protezione, i criteri per l’individuazione dei territori da destinare ad aziende faunistico-venatorie e aziende agri-turistico-venatorie, i criteri per l’individuazione dei centri privati di riproduzione della fauna allo stato naturale nonché delle zone per l’addestramento e le prove di qualificazione dei cani da caccia.
    L’assessore ad Agricoltura, caccia e pesca Alessio Mammi ha difeso la proposta e ne ha sottolineato gli aspetti positivi: “Si tratta di una misura di buon senso che contempera i tanti interessi coinvolti”.
    Massimiliano Pompignoli (Lega) ha osservato: “Non aver aggiornato i dati all’interno del Piano negli ultimi 5 anni equivale a non voler modificare nulla. Il piano era già molto limitativo rispetto all’attività venatoria e non aggiornare i dati complica la pratica della caccia. Le modifiche potevano essere fatte. Avere un aggiornamento a supporto anche del calendario venatorio per noi era necessario”.
    Massimo Bulbi (Pd) ha sottolineato: “Mettiamo in sicurezza l’attività venatoria per i prossimi due anni. Questo Piano è ancora valido in tutti i suoi aspetti: sia per l’attività faunistica venatoria, sia per l’agricoltura. Ora occorre vincere a livello nazionale la battaglia sul vincolo del parere Ispra ma sembra non ci sia la volontà di eliminare questo ostacolo”.
    Voto contrario è arrivato da Silvia Zamboni (Europa Verde) e da Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle). Zamboni ha detto che il piano non tiene conto del cambiamento climatico in atto, che sta danneggiando la fauna, mentre Piccini ha ribadito la propria contrarietà all’impostazione del piano.
    (Lucia Paci)

    Ambiente e territorio

    21 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO

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    Lega: “Rimborso bollo se veicolo venduto o rottamato”. Pd: “Misura troppo onerosa”

    Principio condivisibile, ma misura troppo onerosa. Con queste motivazioni la maggioranza dell’Assemblea legislativa ha approvato un ordine del giorno, primo firmatario Luca Sabattini (Pd) che chiede il non passaggio al voto del progetto di legge in quanto il rimborso avrebbe un costo di svariati milioni che il bilancio della Regione destina a interventi più urgenti.
    Il progetto di legge della era finalizzato al rimborso della tassa automobilistica “per perdita di possesso del veicolo dovuto a furto, rottamazione o esportazione all’estero”. La proposta è stata presentata da Stefano Bargi e sottoscritta dall’intero gruppo del Carroccio: Simone Pelloni, Maura Catellani, Massimiliano Pompignoli, Valentina Stragliati, Fabio Rainieri, Matteo Montevecchi, Fabio Bergamini, Gabriele Delmonte, Emiliano Occhi, Daniele Marchetti, Michele Facci, Matteo Rancan e Andrea Liverani.
    “Il volume di veicoli potenzialmente interessati dalla misura non è di decine di migliaia di mezzi l’anno – ha spiegato Bargi – e la proposta mira a rimborsare solo i mesi mancanti. Inoltre, il rimborso è a domanda del cittadino. Ho voluto porre una questione di principio. La Regione si appropria di risorse non sue. Se non posso più usare il mezzo non devo versare il corrispettivo”.
    Il consigliere Luca Sabattini (Partito democratico) ha sottolineato, come già avvenuto in commissione Bilancio, che “il principio è condivisibile, ma una stima prevede un costo di diversi milioni di euro e non ci sentiamo di mettere questa cifra fra le priorità di bilancio”.
    Bargi, relatore del provvedimento, aveva ricordato che i residenti in Piemonte, Lombardia, Veneto e nella Province autonome di Trento e di Bolzano “possono da tempo godere di una piccola ma significativa agevolazione: chi paga la tassa automobilistica e nei 12 mesi seguenti decide di demolire la vettura può chiedere il rimborso del bollo auto per la rottamazione del veicolo”.
    L’importo del rimborso, prevedeva la proposta “è calcolato in proporzione al numero di mesi interi successivi a quello in cui si è verificato l’evento: ad esempio, se il bollo è stato pagato a gennaio con scadenza a dicembre dello stesso anno, e l’auto viene rottamata a marzo, il rimborso deve essere riconosciuto per tutto il periodo che va da aprile a dicembre, ossia per nove mesi”.
    (Gianfranco Salvatori)

    Governo locale e legalità

    21 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO

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    Sanità. Mastacchi (Rete civica): chiarire chi deve pagare il ticket nei Cau

    Chiarire se se i cittadini non assistiti dal servizio sanitario regionale debbano pagare il ticket per usufruire di visite e prestazioni sanitarie presso i Centri assistenza e urgenza (Cau).
    A chiederlo è Rete civica in un’interrogazione a firma di Marco Mastacchi (primo firmatario) e Simone Pelloni in cui si ricorda come “sono pervenute diverse segnalazioni di cittadini che rilevano la presenza di volantini con il logo della Regione presso gli ospedali del territorio, con la testuale dicitura: ‘Per i cittadini non assistiti dal servizio sanitario regionale è prevista la tariffa di euro 20 da corrispondere al medico che emetterà specifica ricevuta‘”.
    Da qui l’atto ispettivo per sapere dall’amministrazione regionale “quale sia il motivo per cui nelle faq pubblicate non è menzionata la casistica di coloro che non sono assistiti dal servizio sanitario regionale ed è invece sottolineato che per la visita e le prestazioni erogate da medico e infermiere dei CAU non si paga il ticket e se non ritenga opportuno riconoscere un compenso anche al professionista infermiere, sempre in considerazione dell’aumento dello sforzo richiesto, come riconoscimento dell’impegno profuso e delle attività da sviluppare all’interno di tali strutture”.
    (Luca Molinari)

    Sanità e welfare

    21 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO

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    Welfare. “Attuare completamente l’assegno unico”

    La Regione è già impegnata per la conciliazione dei tempi di vita e lavoro, la proposta di un “Fondo regionale per la natalità” è superata dall’assegno unico previsto a livello nazionale. Con queste motivazioni, contenute in un ordine del giorno a firma Marilena Pillati (Pd) approvata dall’Assemblea legislativa, la maggioranza dei consiglieri regionali ha deciso il non passaggio alla discussione del progetto di legge della Lega a prima firma Matteo Montevecchi su natalità e politiche famigliari.
    “Quello della natalità è un problema serio, lo è a livello nazionale e a livello regionale, vogliamo affrontarlo seriamente”, spiega Daniele Marchetti (Lega).
    “Ieri, discutendo del Bilancio, lo stesso presidente della Regione Stefano Bonaccini ha detto che si è parlato poco di natalità, anche a sinistra: alle parole devono seguire i fatti, ma rilevo una contraddizione visto che dopo meno di 24 ore dalle parole del presidente c’è un ordine del giorno a firma Pd per non passare all’esame di una proposta di legge che parla di natalità”, spiega Montevecchi per il quale “il 2020 è l’anno in cui si è toccato il record negativo di nascite dall’Unità d’Italia a oggi. Il brusco calo demografico che vive il nostro Paese riguarda anche l’Emilia-Romagna in cui è evidente il trend di discesa delle nascite dal 2010 a oggi. Nel 2017 l’Emilia-Romagna ha registrato 33.011 nascite, nel 2018 i nuovi nati sono stati 32.400 mentre nel 2019 sono scesi 30.926. Il tasso di fecondità medio emiliano-romagnolo si è attestato all’1,3, per l’anno 2019, un tasso drammaticamente al di sotto della soglia che consentirebbe il ricambio generazionale. La politica ha il dovere di porre rimedio a questo fenomeno intervenendo con azioni mirate a tutela della natalità e della maternità, con particolare attenzione alle donne in gravidanza in difficoltà economica, che, data la precarietà economica e l’incertezza sul futuro, accresciuta anche dall’emergenza sanitaria, potrebbero essere indotte a interrompere la gravidanza”. Il leghista ha ricordato come come “da questa situazione è nata la necessità di presentare il progetto di legge “Sostegno alla natalità”, finalizzato a sostenere la natalità, le spese connesse alla cura e all’accoglienza del nascituro e a prevenire l’interruzione volontaria della gravidanza quando quest’ultima sia causata dall’incidenza delle condizioni economiche. “Attraverso questa proposta di legge -evidenzia il consigliere- si intende istituire il Fondo Regionale Natalità, che prevede l’erogazione di un Assegno Prenatale destinato ad alleviare i costi legati alla gravidanza e le spese relative alle primarie esigenze del bambino. In particolare, il contributo in questione viene raddoppiato nel caso in cui il nascituro sia affetto da patologie fetali o qualora il nucleo familiare richiedente comprenda uno o più minori fino al sesto anno di età, riconosciuti disabili gravi”. Altra finalità del progetto di legge –sottolinea il leghista– consiste nel sollecitare la Regione a promuovere politiche di welfare aziendale, attraverso la predisposizione di bandi di finanziamento per le aziende del territorio che si impegnano ad attuare iniziative di natura contrattuale o unilaterali da parte del datore di lavoro, volte a incrementare il benessere del lavoratore e della sua famiglia. Infine, conclude Matteo Montevecchi, “si chiede che la Regione istituisca un Elenco regionale di mutuo aiuto a cui i Centri per le Famiglie o le singole donne in gravidanza in difficoltà possano attingere, al fine di garantire un sostegno nei momenti di difficoltà che potrebbe tradursi in un contributo economico o in un aiuto nei lavori di cura dei bambini da parte di chi concede la propria disponibilità, iscrivendosi nell’elenco”.
    Le motivazioni della maggioranza sono state espresse da Pillati per la quale “il calo delle nascite ha generato squilibri fra generazioni e non è un fenomeno degli ultimi anni e riguarda Paesi con elevati livelli di benessere. Non può essere affrontato con semplificazioni o scorciatoie o modelli di famiglia ideali. La denatalità tende ad autoalimentarsi: più il tempo passa più è difficile uscire da una spirale negativa. Non è tempo di misure spot, ma servono misure strutturali nel tempo e gli effetti si misureranno nel lungo periodo. Casa e lavoro per giovani incidono, ma dove le donne lavorano di più si fanno più figli. Vanno rafforzati strumenti conciliazione, congedi parentali per i genitori. Oggi c’è una legge che ha fatto tesoro di esperienze di altri Paesi. La legge 32 del 2022 fatta dal governo Draghi per la prima volta ha tenuto insieme politiche sociali e pari opportunità e mette al centro i giovani, l’educazione, le pari opportunità e dà prospettiva al Paese attraverso a assegno unico, sostegno a spese educazione, riforma congedi parentali, condivisione di carichi di cura familiari e investe su autonomia dei giovani e sostegno ad affitto della prima casa. Ma implementato solo assegno unico. Dobbiamo fare una battaglia per potenziare questi strumenti e tutti quelli previsti dalla legge: un figlio non costa solo nel primo anno di vita”. Per Pillati le bisogna operare per “dare garanzie nel tempo e non durare solo in una manovra finanziaria. Perché dare soldi da Regione fino a 12 mesi, quando esiste assegno unico? Meglio aumentare le risorse per l’assegno unico”.
    Simone Pelloni (Rete Civica) ha affermato che “ci sono tante materie in cui la competenza è concorrente, ma la Regione può fare la propria parte. Il vero tema è che alla Regione piace essere la prima nel legiferare certe norme. Potevamo essere i primi anche per una legge sulla famiglia e di contrasto alla denatalità. Bisogna fare come ha fatto il Veneto: sarebbe ora, e i tempi sono maturi, presentare un progetto quadro sulla famiglia, un testo unico, e non tante leggi diverse”.
    (Gianfranco Salvatori)

    Sanità e welfare

    20 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO

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    Pd: subito la zona logistica semplificata

    “Istituire subito la Zona Logistica Semplificata dell’Emilia-Romagna (Zls)”.
    La richiesta, con un’interrogazione, arriva da Marcella Zappaterra (prima firmataria) e Marco Fabbri del Partito democratico, che chiedono alla giunta regionale di sollecitare risposte dal governo nazionale.
    “A distanza di circa un anno e mezzo dall’attivazione dell’iter – sottolineano i due consiglieri – da Roma non si sa ancora nulla”. “La ZLS – si legge nell’atto – è un progetto finalizzato alla movimentazione delle merci che coinvolge nove nodi intermodali, da Piacenza a Rimini, oltre a dodici aree produttive”.
    “La ZLS – sottolineano Zappaterra e Fabbri – costituisce un progetto strategico per il comparto produttivo, portuale e logistico della regione che, avendo come cuore il porto di Ravenna, porterà significativi benefici al nostro territorio e all’economia locale, anche in termini occupazionali”. “Le imprese produttive e gli operatori della logistica che utilizzeranno il porto di Ravenna – evidenziano i dem – potranno ottenere significativi vantaggi, anche fiscali, grazie all’istituzione di una zona franca doganale)”.
    Per i due consiglieri il progetto è più che mai necessario in un’area che è ai primi posti in Italia per l’esportazione di merci: “Le imprese dell’Emilia-Romagna, tra gennaio e giugno 2023, hanno esportato merci per un importo pari a 43,5 miliardi di euro, che significa il 13,6% dell’export italiano”.
    (Cristian Casali)

    Infrastrutture e trasporti

    20 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO

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    Cultura: più fondi e meno burocrazia

    Quasi 8 milioni nel biennio 2024-2025 per la promozione di eventi culturali, il recupero di spazi destinati alla cultura, il sostegno a una programmazione di prodotti culturali di qualità che sappiano anche valorizzare il turismo. E, ancora, snellimento della burocrazia e dei tempi dedicati ad attività amministrative. Lo prevede “Nuove norme in materia di promozione culturale”, la legge approvata dall’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna per sostenere il settore culturale regionale.
    “E’ una legge nuova, ma che recepisce i contenuti della precedente norma con l’obiettivo di innovarli e aggiornarli per rendere più organica la disciplina regionale in materia di promozione culturale. Lavoriamo per la realizzazione di eventi e progetti importanti”, spiega la relatrice di maggioranza Marilena Pillati (Pd).
    Dal canto suo il relatore di minoranza Michele Facci (Lega) sottolinea come “l’obiettivo e il testo della nuova legge è condivisibile ed è positivo che siano presenti le clausole di controllo che mancavano nel vecchio provvedimento. Tuttavia, nel vecchio provvedimento era più chiaro il ‘chi fa cosa’, mentre il nuovo demanda ad atti amministrativi successivi della giunta queste cose”.
    “Votiamo un provvedimento molto importante che va nella giusta direzione. Mi congratulo con l’assessore Felicori e la collega Pillati. Abbiamo posto le basi per un rilancio culturale del nostro territorio”, spiega Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) che ha presentato un ordine del giorno. Sulla stessa linea Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini) per la quale “uno dei capisaldi delle politiche culturali della nostra Regione è la promozione. Siamo per la co-programmazione e co-produzione ed è molto importante lo stanziamento di 8 milioni di euro nel biennio”.
    “Con un nostro ordine del giorno chiediamo di valorizzare l’800esimo anniversario dell’invenzione del presepe da parte di San Francesco d’Assisi”, sottolinea Massimiliano Pompignoli (Lega).
    “Questa legge tende a riordinare il settore, vuole ridare centralità al ruolo di indirizzo della Regione e dell’Assemblea legislativa anche nella cornice di indirizzo politico per l’assegnazione dei contributi pubblici per gli eventi culturali. Si punta a ridurre i tempi della burocrazia”, spiega l’assessore Mauro Felicori che ricorda come questa legge offra opportunità di cui tutti i soggetti interessati devono approfittare e sottolinea l’impianto liberale della legge che apre al coinvolgimento dei privati nel settore culturale, che, così come il terzo settore, producono con la loro attività valore culturale aggiunto.
    (Luca Molinari)

    Scuola giovani e cultura

    20 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO

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    Evangelisti (Fdi): chiarire interventi per la Garisenda

    Dettagliare le azioni per la salvaguardia della torre Garisenda.
    A sollecitare l’esecutivo regionale in tal senso è la capogruppo di Fratelli d’Italia Marta Evangelisti, la quale in una interpellanza sottolinea come negli ultimi mesi “è stato registrato un movimento anomalo dovuto a una ‘torsione’ della Garisenda verso la torre degli Asinelli”.
    In seguito a questo evento, ricorda ancora Evangelisti, “è stato costituito il comitato tecnico-scientifico, composto da 14 membri, al cui interno sono emerse differenze di vedute fra i vari esperti sulle condizioni della torre ultra millenaria”. La consigliera, facendo poi cenno alla creazione del comitato per il restauro, informa che “nel 2020 era stato studiato un sistema di tralicci e di pali che avrebbero dovuto evitare una pendenza della torre verso Est, ma tale intervento, alla luce dei nuovi movimenti registrati, risulterebbe superato”. Il costo presunto dell’intervento, “da suddividersi equamente tra Stato, Regione e Comune, ammonterebbe a 15 milioni”.
    Dalla situazione esposta nasce l’atto ispettivo presentato per capire gli intendimenti della Regione sulla vicenda e, in seguito alla “prima misura prudenziale adottata dal sindaco di Bologna Lepore, il quale ha pedonalizzato piazza di porta Ravegnana e una parte di via San Vitale”, la consigliera sollecita un giudizio dell’esecutivo regionale “sull’operato del Comune di Bologna e degli enti interessati, soprattutto in termini di eventuale sottovalutazione del problema”.
    In fase di replica, l’assessore alla Cultura e paesaggio Mauro Felicori ha chiarito che “la questione della Garisenda è giustamente vista con la dovuta attenzione che si deve riservare al monumento simbolo della città capoluogo della Regione. Credo comunque che il dibattito a cui abbiamo assistito fino a oggi non si basi sullo studio attento della situazione, ma si configura come un confronto di idee. L’unico soggetto chiamato a svolgere un’indagine per capire lo stato della torre bolognese è il Comune e quando la relazione tecnica sarà pronta, ciascuno trarrà le proprie conclusioni. Nel frattempo la Regione, ottemperando a quello che è il Codice dei Beni culturali, che prescrive un continuo rapporto tra Stato, Regione ed enti locali, si sta muovendo per stanziare una cifra intorno ai 5 milioni per la messa in sicurezza del monumento”.
    Marta Evangelisti, alla luce delle risposte ottenute ha sottolineato che “la situazione della torre Garisenda è nota da tempo, tanto che fu il sindaco Merola a istituire il comitato tecnico-scientifico nel 2019, e le relazioni ingegneristiche sullo stato del monumento sono state redatte fin dal 2020, quindi è giusto approfondire la situazione della Garisenda oggi, ma bisogna avere il coraggio di dire che da tempo andava posta maggiore attenzione. Adesso speriamo si possa rimediare”.
    La capogruppo di Fdi, nel giudicare positivamente la disponibilità della Regione, ha poi auspicato un’udienza conoscitiva della competente commissione assembleare “per approfondire e accompagnare debitamente il percorso di salvataggio della Garisenda”.
    (Luca Boccaletti)

    Scuola giovani e cultura

    20 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO

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    Gibertoni (Misto): no a cartucce da caccia con piombo in zone umide

    “Salvaguardare l’ambiente, la fauna selvatica e la stessa salute umana con azioni concrete contro l’utilizzo del piombo nelle cartucce da caccia, altamente tossico”.
    La richiesta arriva in aula, con un’interpellanza, da Giulia Gibertoni (Misto).
    In particolare, la consigliera sollecita la giunta regionale a contrastare la norma introdotta con la legge di conversione del decreto Asset, che “di fatto – rimarca – depenalizza l’uso delle munizioni di piombo per la caccia nelle zone umide”.
    “La norma – sottolinea la consigliera – rappresenta l’ennesima capitolazione alla lobby dei cacciatori e, di fatto, è una depenalizzazione, dato che inserisce l’illecito nell’ambito delle sanzioni amministrative, disapplicando il regolamento europeo. Recentemente la Commissione europea ha aperto una procedura nei confronti dell’Italia in materia di caccia, criticando la circolare interministeriale che esclude dal campo di applicazione del regolamento moltissime aree umide come richiesto dal mondo venatorio. Per il piombo si stima che ogni anno muoiano circa 700mila animali”.
    La risposta arriva dall’assessore regionale Alessio Mammi: “La norma nazionale, integrata, prevede sanzione da 20 a 300 euro per chi detiene munizioni con piombo all’interno di una zona umida o nelle adiacenze. La Regione Emilia-Romagna già vieta in tutti questi siti i fucili caricati con munizioni continenti piombo. Pertanto, la normativa regionale già presenta elementi di maggiore attenzione”.
    La replica di Giulia Gibertoni: “Non si sta facendo abbastanza: il piombo deve sparire dall’attività venatoria”.
    (Cristian Casali)

    Ambiente e territorio

    20 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO

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    La tutela degli alberi monumentali è legge

    Più tutele per gli alberi monumentali e nuove misure a sostegno dei “boschi vetusti”. Disco verde dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna alla “Disciplina per la conservazione degli alberi monumentali e dei boschi vetusti”, il progetto di legge proposto dall’assessora Barbara Lori per trovare le risorse e le modalità per tutelare gli alberi monumentali e i boschi vetusti, oltre che realizzare l’Elenco degli Alberi. Vengono previste anche sanzioni per chi danneggia questi alberi e boschi. Hanno votato a favore Partito Democratico, Italia Viva, ER Coraggiosa, Europa Verde, lista Bonaccini, Movimento 5 Stelle e gruppo Misto mentre si sono astenuto Lega, Fratelli d’Italia e Rete Civica.
    La legge regionale, recependo anche le novità previste dalle nuove leggi nazionali, è un nuovo tassello nell’attività della Regione a sostegno di alberi e boschi di elevato valore naturale e storico. L’Emilia-Romagna, infatti, è una delle “patrie” degli alberi monumentali: dai cipressi di Montecalvo (Pianoro) all’ippocastano di Modena, dall’acero di Madonna di Lizzano al cipresso di Scola (Grizzana) lungo la via Emilia ci sono circa 600 esemplari monumentali, di cui 102 sono anche piante monumentali d’Italia. Un grande patrimonio che la Regione, prima in Italia, mappa e cura dal 1977. Oggi, con una nuova proposta di legge che recepisce le novità nazionali, viale Aldo Moro intende aumentare e potenziare l’attività di mappatura, conservazione e valorizzazione degli alberi monumentali e dei “boschi vetusti”: metterli in sicurezza da un punto di vista ecologico e diffonderne il valore culturale anche attraverso un Elenco degli alberi monumentali regionali e della rete dei boschi vetusti regionali dove, a fianco di quelli che verranno individuati, saranno inseriti d’ufficio anche quelli già censiti dalla Regione.
    Nel corso del dibattito, prima nelle commissioni e poi in Assemblea, il progetto di legge ha avuto il plauso delle principali associazioni ambientaliste e poi il parere favorevole della relatrice di maggioranza Mirella Delfiume (Pd) per la quale con questo provvedimento si vuole tutelare alberi che hanno un pregio culturale, storico, paesaggistico e religioso: “Il nostro paesaggio – ha sottolineato – è frutto dell’evoluzione naturale e anche di quanto hanno fatto gli uomini nel corso dei secoli”. Il relatore di minoranza Michele Facci (Lega), pur apprezzando lo spirito e gli obiettivi della legge, ha criticato la decisione di viale Aldo Moro di inserire criteri aggiuntivi per individuare quali siano gli alberi monumentali rispetto a quanto previsto dalle leggi nazionali.
    L’Assemblea ha approvato anche un ordine del giorno di Silvia Zamboni (Europa Verde) che impegna la giunta a portare a compimento la Rete dei Giardini della biodiversità con la realizzazione di due nuovi giardini nelle uniche due province scoperte, ovvero Modena e Parma, e a realizzazione il “Bosco dei Patriarchi” mettendo a dimora “i figli” degli alberi monumentali della Regione Emilia-Romagna, tutelati e no.
    Approvati anche due ordini del giorno presentati da Simone Pelloni e Marco Mastacchi di Rete civica che chiedono di impegnare i parlamentari emiliano-romagnoli a sostenere i progetti di legge a tutela dei castagneti collinari e montani e per chiedere alla Regione impegno per il risanamento del territorio.
    (Luca Molinari)

    Ambiente e territorio

    20 Dicembre 2023 LEGGI TUTTO