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    Lega: piano unico contro animali che scavano tane negli argini

    Un unico piano regionale contro gli animali fossori – quelli che scavano tane negli argini dei fiumi – anche superando il “Piano di contenimento della nutria”. A chiederlo è la Lega in un’interrogazione a firma di Daniele Marchetti (primo firmatario), Massimiliano Pompignoli, Michele Facci, Fabio Rainieri e Andrea Liverani.
    “È oramai conclamata la presenza di tassi, istrici e volpi nella pianura emiliano-romagnola, animali che hanno abitudini fossorie, vale a dire scavano tane negli argini dei corsi d’acqua. Abitudini che, come dichiarato anche da diversi Consorzi di bonifica del territorio regionale, causano danni alle arginature dei corsi d’acqua”, spiegano i leghisti, per i quali “è arrivato il momento di affrontare il problema con un unico piano complessivo regionale.
    (Luca Molinari)

    Ambiente e territorio

    9 Gennaio 2024 LEGGI TUTTO

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    Cento, Evangelisti (Fdi): riparare il tetto dell’ospedale

    Riparare il tetto del reparto di Radiologia dell’Ospedale di Cento danneggiati a un’infiltrazione d’acqua.
    A chiederlo è, in un’interrogazione, Marta Evangelisti (Fdi) che ricorda come “il 10 maggio 2023, fonti di stampa riferivano di infiltrazioni nel reparto di Radiologia di Cento, a seguito delle copiose precipitazioni temporalesche che hanno costretto a riorganizzare gli spazi e risultava danneggiato il sistema di raffreddamento della risonanza, attrezzatura di ultima generazione installata pochi anni fa. Da recenti fonti di stampa si è appreso che il maltempo ha fermato nuovamente l’attività dell’ospedale di Cento. In seguito alle forti precipitazioni del 6 e del 7 gennaio, infatti, si sono verificate alcune infiltrazioni d’acqua che hanno provocato fuoriuscite d’acqua da alcuni pannelli del solaio”.
    Da qui la richiesta alla giunta perché si attivi il prima possibile per risolvere il problema.
    (Luca Molinari)

    Sanità e welfare

    9 Gennaio 2024 LEGGI TUTTO

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    Reggio, Lega: risolvere il problema delle baby gang

    Fare chiarezza e risolvere il problema delle baby gang lungo la via Emilia e in particolare nel reggiano.
    A chiederlo è la Lega con un’interrogazione a firma di Maura Catellani (prima firmataria) e Gabriele Delmonte che ricorda come “sono molteplici le informazioni di cronaca, sia datate che recentissime che descrivono il fenomeno in preoccupante incremento anche in Emilia Romagna: negli ultimi giorni sui social media è stato dato ampio spazio alle notizie – poi riprese dai media tradizionali – di una escalation di atti di devianza che riguardano il centro storico di Reggio Emilia ed in particolare la zona ubicata fra il Teatro Valli, Piazza della Vittoria, Piazza Martiri del 7 Luglio e l’Isolato San Rocco, ad opera di giovani e giovanissimi di origine nordafricana, che opererebbero di fatto indisturbati, spadroneggiando e provocando i residenti : situazione che dalla scorsa estate parrebbe non aver concesso tregua agli incolpevoli abitanti e commercianti , culminata nella notte di Capodanno in una sorta di guerriglia urbana alla quale in alcuni momenti hanno preso parte circa 200 individui, che avrebbero agito in modo coordinato qualora non addirittura organizzato”.
    Il leghisti ricordano come “altra zona problematica, adesa al centro di Reggio Emilia e da anni oggetto di scorribande, risse, bivacchi e comportamenti anche criminosi ad opera di giovani e meno giovani malintenzionati è quella ubicata fra la stazione ferroviaria e traverse limitrofe, degrado che da via Turri e Viale IV Novembre si sta spostando da tempo e parrebbe inesorabilmente anche verso Via Emilia San Pietro e Via Emilia Ospizio, e lo scorso novembre un gruppo di residenti e di commercianti di Via Emilia San Pietro – circa 60 persone – ha depositato un esposto in Procura per lanciare un grido di aiuto contro il fortissimo rischio di marginalizzazione e desertificazione sociale e imprenditoriale in cui incorrono i residenti e gli operatori economici ed i loro clienti”.
    Da qui l’atto ispettivo per sapere dall’esecutivo regionale “se sia in possesso di studi e dati in grado di dare evidenza della diffusione del fenomeno delle baby gang in Emilia Romagna ed in particolare nel territorio di Reggio Emilia, e in caso affermativo se possa indicarli con specifico riferimento alle zone ed alle aree del comune capoluogo in cui il problema risulta essere presente e se i dati e le informazioni relativi al concreto raggiungimento degli obiettivi dei progetti di sicurezza urbana finanziati dalla Regione come sopra individuati siano nelle dirette e tempestive disponibilità della giunta, e in caso affermativo se ritenga di poterle condividere”.
    I leghisti chiedono “se la Regione condivide che per un efficace opera di contrasto al fenomeno richiamato è fondamentale l’apporto dei Comuni con il sostegno della Regione e quali azioni concrete intende porre in essere, per quanto di competenza, atte a risolvere e prevenire il fenomeno di devianza giovanile con particolare anche se non esclusivo riferimento all’accezione delle baby gang di cui in premessa”.
    (Luca Molinari)

    Governo locale e legalità

    9 Gennaio 2024 LEGGI TUTTO

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    La Bonifica Parmense gestirà il canale Cavo Gandiolo

    La gestione del Cavo Gandiolo, canale di scolo e irrigazione collegato al fiume Taro, passa dal Consorzio Cavo Gandiolo al Consorzio della Bonifica Parmense, nel comune di Noceto, a seguito dello scioglimento dello stesso Consorzio Cavo Gandiolo. Disco verde della commissione Politiche economiche presieduta da Manuela Rontini alla proposta della giunta che recepisce le richieste dei consorzi interessati all’insegna di una gestione più efficace e ottimale del canale.
    Il Consorzio della Bonifica Parmense avrà, dunque, la gestione e la funzione di Autorità Idraulica del Cavo Gandiolo, svolgendo le funzioni di Polizia Idraulica anche ai fini della gestione delle emergenze. La Regione ha anche stabilito che le eventuali concessioni demaniali in essere sono valide fino a regolare scadenza e fino ad allora i canoni sono introitati dalla Regione Emilia-Romagna, mentre i canoni relativi alle nuove concessioni per occupazione di beni del demanio idrico attinenti al bacino del Cavo Gandiolo sono riscossi e introitati dal Consorzio della Bonifica Parmense.
    “È importante la continua acquisizione dei vecchi Consorzi privati ai Consorzi di Bonifica, che, essendo enti strutturati che ricevono risorse pubbliche, sono più adatti a gestire i canali. Speriamo che la Regione prosegua in questa attività di acquisizione delle realtà private, visto che il nostro territorio ha una grande necessità di gestione dal punto di vista idraulico”, spiega Emiliano Occhi (Lega).
    “La Regione ha lavorato per oltre un anno per questa novità che porta un aiuto al territorio di Parma: garantisce la cura del territorio anche alla luce di quelle che erano le sempre maggiori difficoltà del gestore privato nell’attività legata al Cavo Gandiolo”, sottolinea Matteo Daffadà (Pd).
    (Luca Molinari)

    Ambiente e territorio

    9 Gennaio 2024 LEGGI TUTTO

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    L’Emilia-Romagna: nessun taglio al Pronto soccorso di Cento

    “Nessun depotenziamento del pronto soccorso dell’ospedale SS. Annunziata di Cento. Al contrario, la Regione Emilia-Romagna intende continuare a investire per potenziare il presidio, tanto che sono in costante aumento le prese in carico di pazienti: più di 20mila nel 2023. Al SS. Annunziata, invece, è sospesa l’attività del punto nascita, dato che per la riattivazione la normativa nazionale prevede almeno 500 nascite all’anno: nel 2022 sono state solo 193 (in costante diminuzione dal 2011). Sulla questione la Regione ha chiesto una deroga al governo”.
    Questo, in sintesi, il contenuto della relazione della giunta regionale (esposta da un tecnico della Regione) approvata in commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Ottavia Soncini, in risposta alla petizione, sottoscritta da oltre 7mila cittadini, in cui si chiedeva il mantenimento dei servizi sanitari attivi nell’ospedale di Cento, a partire da pronto soccorso e punto nascita.
    Sul tema è intervenuto anche il direttore sanitario dell’Asl di Ferrara, Emanuele Ciotti, che ha elencato i servizi attivi nella struttura, ribadendo che non sono in previsione depotenziamenti, ma, al contrario, nuovi investimenti per oltre 13 milioni di euro: “Un ospedale come quello di Cento con eccellenze di prim’ordine, a partire da radiologia per passare a cardiologia e ortopedia, non subirà alcun depotenziamento, tantomeno nell’attività di pronto soccorso”. Il direttore sanitario ha poi confermato la sospensione del servizio punto nascita: “Il tema è quello della sicurezza: può riaprire solo se vengono rispettati gli standard previsti dalla legge, salvo deroghe. Al momento è stata attivata una collaborazione con l’ospedale di Cona”.
    “La questione punti nascita era al centro del programma elettorale di Bonaccini, ma a un anno dalla scadenza del mandato poco è stato fatto. Le periferie chiedono di conservare i servizi sanitari e le 7mila firme in calce alla petizione lo confermano”, commenta Marta Evangelisti (Fratelli d’Italia). La consigliera, sul punto nascita di Cento, evidenzia: “Bisogna attivare un percorso virtuoso, contemperando le esigenze di cittadini e professionisti, prevedendo anche incentivi. Se più di 7mila cittadini chiedono garanzie forse qualcosa non ha funzionato”.
    “Sul punto nascita di Cento non c’è alcuna informazione. Rileviamo, invece, una costante migrazione del personale sanitario attivo a Cento, in molti anche verso il Veneto. Per questo chiediamo che ai centesi sia consentito di nascere nella propria città”, rimarca Fabio Bergamini (Lega).
    Per Simone Pelloni (Rete civica) “il tema centrale è quello della carenza di personale. Temiamo ci saranno in futuro problemi anche per il pronto soccorso di Cento come accaduto per il punto nascita”. “Al contrario di quanto promesso dall’amministrazione regionale i punti nascita non sono stati riaperti. Con la chiusura di Mirandola e Cento si depaupera il territorio di servizi fondamentali”, conclude Pelloni.
    Marcella Zappaterra (Partito democratico) rileva che “l’ospedale di Cento rappresenta un’eccellenza, per questo si continua ad investire sul presidio con l’obiettivo di potenziare i servizi”. Sulla questione pronto soccorso spiega che “non si è mai pensato di depotenziarlo”. La dem interviene poi sul tema punto nascita: abbiamo chiesto al Ministero la deroga senza avere ancora risposta, resta il problema del reperimento del personale che per essere risolto necessita di scelte strategiche a livello governativo che per ora non sono arrivate. il governo Meloni non considera la sanità una priorità e non investe adeguatamente ma non per questo la Regione intende depotenziare servizi nelle periferie”.
    Poi la domanda di Valentina Castaldini (Forza Italia) alla maggioranza: “Se ci fosse l’impegno del governo a reperire il personale per Cento il punto nascita potrebbe continuare ad esistere?”. Per la consigliera “le richieste di questi 7mila cittadini non devono restare inascoltate, deve essere indicata una strada. La Regione Emilia-Romagna, in primis, deve dare risposte, riservando poi più attenzione alla comunicazione. C’è stata poca chiarezza”.
    “Il problema è la mancanza di personale causato da un’errata programmazione. C’è poi, in parallelo, il tema della scelta della donna su dove partorire. Occorre lavorare per la sicurezza delle partorienti. La nostra proposta, formulata anche la scorsa legislatura, è fare girare le equipe di professionisti per non lasciare scoperti i territori periferici”, sottolinea poi Silvia Piccinini (Movimento 5 stelle).
    “La sanità per la Regione Emilia-Romagna è una priorità in tutti i territori. Per questo continueremo a investire su Cento”, evidenzia Marilena Pillati (Pd). Prosegue sul punto nascita: “I numeri sono chiari: il punto nascita se riapre deve garantire la sicurezza delle madri e dei nascituri. C’è la volontà politica di ripartire ma c’è anche una questione tecnica che ha portato l’azienda sanitaria a prendere una decisione a tutela delle donne e dei loro figli”.
    La relazione della giunta regionale ha ottenuto il sì di Partito Democratico, ER Coraggiosa, lista Bonaccini e Italia Viva, contrari invece Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Rete civica. Voto d’astensione per il Movimento 5 stelle.
    (Cristian Casali)

    Sanità e welfare

    9 Gennaio 2024 LEGGI TUTTO

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    Gibertoni (Misto): vietare la caccia nell’oasi di protezione della fauna di Bianello

    “Evitare la caccia di selezione nel comune di Quattro Castella all’interno dell’oasi di protezione della fauna di Bianello, considerati i molteplici effetti negativi sulla fauna selvatica dell’area protetta stessa e l’alto valore naturalistico e paesaggistico dell’area protetta.”
    È la richiesta che Giulia Gibertoni (Misto) rivolge alla giunta regionale in un atto ispettivo dove informa di come “nei primi giorni dell’anno corrente i visitatori che si recavano presso l’oasi di protezione della fauna LIPU di Bianello, nel territorio del comune reggiano di Quattro Castella, potevano notare, lungo la strada di accesso al castello, diversi cartelli gialli dell’ambito territoriale di caccia (ATC) Collina Reggio 3 che segnalavano lo svolgimento di una battuta di caccia al cinghiale”.
    La consigliera ricorda come l’oasi “è stata istituita per la prima volta nel 1981 dalla provincia di Reggio Emilia ed è estesa su una superficie di circa 170 ettari data in gestione alla Lipu dal 1993 attraverso apposite convenzioni con il comune di Quattro Castella e la provincia di Reggio Emilia ed è area ricadente parzialmente nella zona speciale di conservazione ‘Colli di Quattro Castella’, di elevato interesse paesaggistico e naturalistico”.
    Rammentando come l’attività venatoria abbia un impatto anche sulle specie non oggetto diretto della caccia, la capogruppo sottolinea come “non è il primo anno che si procede alla caccia di selezione al cinghiale all’interno dell’oasi di protezione. Nel 2022 si era addirittura arrivati ad una ordinanza del sindaco del comune di Quattro Castella che aveva disposto la completa chiusura della zona dal 7 al 28 febbraio per consentire battute selettive in cui non era stato abbattuto alcun esemplare di cinghiale.”
    Alla luce della situazione descritta, Giulia Gibertoni sollecita il divieto per le attività di caccia nell’oasi di Bianello e, per quanto riguarda la presente stagione venatoria, chiede “quale sia stato il numero e la tipologia di operatori impiegati, il numero di uscite e la data di ciascuna uscita, le tecniche impiegate, il numero, il genere e le classi di età degli esemplari di cinghiale uccisi per ciascuna tecnica e per ciascuna uscita.”
    In via generale, infine, la capogruppo chiede il dettaglio “delle azioni di tutela che si siano intraprese per limitare al massimo i disagi e i pericoli per gli escursionisti e i frequentatori dell’area protetta e limitare i danni arrecati nei confronti degli altri tipi di fauna presente all’interno dell’Oasi di Bianello”.
    (Luca Boccaletti)

    Ambiente e territorio

    9 Gennaio 2024 LEGGI TUTTO

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    Bargi (Lega): garantire le corriere a Pavullo

    Garantire la funzionalità della stazione delle corriere di Pavullo e delle corse da e per Pavullo.
    A chiederlo, in un’interrogazione, è Stefano Bargi (Lega) che ricorda come “dal maggio 2023, la stazione e l’ex deposito delle corriere di Pavullo, situati presso i garage del palazzo Domus, hanno un nuovo proprietario, questa volta privato, e il 31 dicembre 2023 sarebbe scaduto l’accordo per lasciare l’utilizzo dell’area a SETA (Società Emiliana Trasporti Autofiloviari): allo stato attuale, di proprietà pubblica non rimarrebbero che le due corsie scoperte che sfociano su via Marchiani, da sole assolutamente insufficienti a garantire il servizio, e questo motivo ha destato forti preoccupazioni tra i cittadini interessati”.Bargi sottolinea come “il Comune di Pavullo avrebbe intrapreso colloqui con aMo (Agenzia per la mobilità di Modena) ipotizzando alcune ipotesi di spostamento e realizzazione di un nuovo terminal, per il quale sarebbero necessarie importanti risorse: ricordo come quello assicurato dalla stazione delle corriere di Pavullo è un servizio che riguarda gli spostamenti in tutto l’appennino modenese e ad oggi non si hanno ancora garanzie per la sua continuazione nel 2024”.
    Da qui l’atto ispettivo per sapere dalla giunta “quali siano le intenzioni di aMo e di SETA riguardo l’attuale stazione delle corriere di Pavullo e quali iniziative intenda adottare per garantire anche nel 2024 le corse in partenza o con destinazione Pavullo, salvaguardando un servizio estremamente utile per tutti gli utenti dell’appennino modenese”.
    (Luca Molinari)

    Infrastrutture e trasporti

    9 Gennaio 2024 LEGGI TUTTO

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    L’intelligenza artificiale al servizio dell’arte

    “Esporre in Assemblea legislativa è un onore. Con queste opere aiutiamo a capire meglio un mondo nuovo come quello dell’intelligenza artificiale che non è in contrapposizione con l’arte, perché a guidare tutto è l’estro dell’artista”. Parola di Giorgio Tentolini, che nelle sue opere coniuga ‘rete’ e ‘intelligenza artificiale’ e che oggi ha inaugurato la sua mostra personale “In too Deep” nei locali dell’Assemblea legislativa a Bologna. A fare gli onori di casa la presidente dell’Assemblea legislativa Emma Petitti e la curatrice della mostra Silvia Bonomini.
    Tanti i volti di donne e uomini – esteticamente perfetti – ripresi dal web e realizzati sovrapponendo vari strati di rete metallica tagliata a mano. Una profonda riflessione, quindi, sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale e sulla bellezza ideale, che fonda le radici nella scultura greca e si trasforma nella conquista di una perfezione raggiungibile solo con l’utilizzo delle nuove tecnologie.
    In questo modo l’arte contemporanea racconta l’intelligenza artificiale e viceversa: le opportunità, i rischi, le novità. Tentolini propone una selezione delle proprie opere e “ci parla di un tema di grande attualità declinato nell’arte, offrendoci una chiave di conoscenza e riflessione alquanto inedita ed innovativa per gli spazi dell’Assemblea legislativa”, spiega la presidente Petitti che ricorda come “l’intelligenza artificiale (IA) è stato un tema portato alla ribalta dai media soprattutto nell’ultima parte dell’anno che si è appena concluso per l’impatto che già ha sulle nostre vite e che avrà sempre di più, in quanto ci troviamo di fronte alla quarta rivoluzione industriale, di cui già dal 2020 hanno scritto molti studiosi. Prima che l’IA fosse un tema all’ordine del giorno, nel marzo del 2023 siglavamo come Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna un accordo con il Consorzio interuniversitario Cineca per la diffusione della cultura delle tecnologie dell’informazione e dell’etica nell’utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale e siamo stati la prima Regione a fare questo passo”.
    A raccontare il senso della mostra è Bonomini, la curatrice della rassegna ormai “di casa” in viale Aldo Moro per aver curato, oltre a questa, altre mostre dell’Assemblea legislativa. “Se consideriamo la funzione dell’arte come sintesi di un collettivo storico, il lavoro di Giorgio Tentolini coglie lo storico nel suo divenire con la riappropriazione di un senso plastico della forma, intesa come struttura iconografica di antica memoria, la riattualizza e la rielabora ricorrendo all’intelligenza artificiale. Il titolo della mostra In too deep non è casuale: si riferisce da un lato al senso di sospensione che si può avere nel ricercare immagini e/o informazioni nel web, dall’altro al deep fake, una tecnica utilizzata per la sintesi di immagini umane che utilizza l’AI per sovrapporre il volto di una persona ad un’altra tramite software text – to – image”, spiega Bonomini per la quale “in questo modo materiali come la rete metallica e il tulle, utilizzati da Giorgio Tentolini per creare le sue opere d’arte, diventano mezzi esplorativi e metafore di concetti attuali quali, ad esempio, il deep learning o il deep fake”.
    Se le intelligenze artificiali possono reinventare il nostro approccio con la realtà, l’intento di questa mostra è interrogare il portato culturale, artistico e umanistico riconducendole in una osservazione più ampia che ha a che fare con la filosofia, l’etica e l’arte.
    La mostra sarà visitabile nei giorni feriali dal lunedì al venerdì fino al 26 gennaio prossimo dalle 9 alle 18, in viale Aldo Moro 50 a Bologna.
    Per informazioni: gabinettopresidenteal@regione.emilia-romagna.it; tel. 051.527 5040 – 6869; www.assemblea.emr.it.
    Fotogallery
    (Luca Molinari)

    Assemblea

    9 Gennaio 2024 LEGGI TUTTO

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    Evangelisti (Fdi): risolvere i problemi dei Pronto Soccorso di Bologna

    Risolvere i problemi dei Pronto Soccorso di Bologna e provincia.
    A chiederlo, in un’interrogazione, è Marta Evangelisti (Fdi) che ricorda come “la situazione dei Pronto Soccorso dislocati sul territorio bolognese, ormai da mesi, ma soprattutto nell’ultimo periodo ha raggiunto livelli allarmanti per quanto riguarda gli accessi, causando un sovraffollamento di utenti, con centinaia di pazienti in fila e con diverse ore di attesa: da articoli di stampa e da numerose segnalazioni pervenute al Consigliere interrogante emergerebbe che numerosi pazienti sarebbero stati assistiti dagli infermieri nei corridoi dei Pronto Soccorso e le criticità relative all’alta affluenza avrebbero indotto gli operatori sanitari a svolgere le proprie mansioni nei corridoi delle strutture stesse; questo fenomeno ha portato i sindacati ad ipotizzare ironicamente la creazione di un nuovo profilo professionale: “l’infermiere di corridoio””.
    Da qui l’atto ispettivo per chiedere all’esecutivo regionale “se non ritegna opportuno chiarire sulle criticità verificate nei Pronto Soccorso dell’Ausl di Bologna, in particolare quelle relative all’Ospedale Maggiore, nei trascorsi periodi festivi e se ritenga doveroso un intervento volto a definire gli ambiti di competenza dei CAU, ovvero il reale apporto di questi al sistema delle emergenze urgenze”.
    (Luca Molinari)

    Sanità e welfare

    8 Gennaio 2024 LEGGI TUTTO

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    Carcere, il Garante regionale ai sindaci: “Subito i garanti locali dei detenuti”

    Roberto Cavalieri

    “Nei comuni di Forlì, Ravenna e Castelfranco Emilia non è ancora stata istituita la figura del garante locale dei detenuti mentre a Ferrara è vacante da quasi un anno. Pertanto, chiedo ai rispettivi sindaci, Gian Luca Zattini, Michele De Pascale, Giovanni Gargano e Alan Fabbri, di garantire ai detenuti delle loro città il supporto di questa figura di garanzia”. Così interviene Roberto Cavalieri, garante regionale dei detenuti e responsabile del coordinamento dei garanti locali dell’Emilia-Romagna.
    “Per garantire la piena operatività del coordinamento – aggiunge Cavalieri – serve che anche questi quattro territori, in cui sono presenti istituti penitenziari, siano coperti”. “Attualmente – precisa – l’istituto, da me presieduto, è composto dai garanti dei comuni di Piacenza, Parma, Modena, Bologna, Rimini e Reggio Emilia”.
    Quella del garante dei detenuti è figura autonoma e indipendente che concorre ad affermare il rispetto dei diritti e della dignità delle persone private della libertà personale, favorendone il recupero e il reinserimento nella società. Vigila, prima di tutto, sulle condizioni di vita dei detenuti, rendendoli  consapevoli dei loro diritti, può visitare senza necessità di preventiva autorizzazione gli istituti penitenziari, promuove, attraverso iniziative pubbliche, attività di sensibilizzazione sul tema dei diritti umani e sulla finalità rieducativa della pena, avvicinando le comunità locali al carcere.
    La figura del garante locale, conclude Cavalieri, “rappresenta un’efficace leva per la promozione dei diritti delle persone limitate della libertà personale e di inclusione nella società delle persone che hanno commesso reati. Pertanto, garantisco la mia piena disponibilità a incontrare i sindaci di Forlì, Ravenna, Castelfranco Emilia e Ferrara al fine di supportare l’avvio dell’iter di riconoscimento e rinnovo di queste figure di garanzia”.
    (Cristian Casali)

    Parità, diritti e partecipazione

    8 Gennaio 2024 LEGGI TUTTO

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    Gibertoni (Misto): chiarezza su furto dati sanitari ad Ausl Modena

    Chiarire cosa è accaduto esattamente lo scorso 28 novembre ai server dell’azienda sanitaria locale di Modena, se sono state riscontrate particolari mancanze o inefficienze degli enti del servizio sanitario regionale coinvolti, di Lepida e della Regione Emilia-Romagna.
    A richiedere un’approfondita ricognizione all’esecutivo regionale è Giulia Gibertoni (Misto) la quale fa riferimento al furto informatico di dati altamente sensibili subito lo scorso 28 novembre da Ausl e Azienda ospedaliero-universitaria di Modena e dall’ospedale di Sassuolo “che ha paralizzato le attività dei centri prelievi, delle visite specialistiche e delle prestazioni ambulatoriali, con la conseguenza che le suddette strutture sanitarie sono state costrette a ritornare al ‘vecchio’ cartaceo e i cittadini a fare i conti con disservizi di varia natura e procedure più lente e complesse, fino a casi di mancata erogazione di servizi e prestazioni sanitarie”.
    Riportando l’analisi di alcuni siti specializzati, Gibertoni sottolinea come l’attacco di tipo ‘ransomware‘ fosse finalizzato “a estrarre i dati conservati e a ricattare le vittime richiedendo somme ingenti per il riscatto; il gruppo autore del furto, denominato ‘hunter international‘ avrebbe dichiarato di aver sottratto oltre un milione di documenti, per un peso complessivo di 954 gigabytes, richiedendo tre milioni di dollari di riscatto in criptovalute”.
    Alla luce della costituzione del ‘tavolo regionale per il coordinamento delle misure in materia di protezione dei dati personali delle Aziende e degli Enti del servizio sanitario regionale’ avvenuto lo scorso ottobre e del ruolo della società regionale Lepida nella progettazione, ricerca, sviluppo, sperimentazione e gestione di servizi e prodotti ICT, con una linea di alta specializzazione nei settori della sanità, dell’assistenza sociale, dei servizi degli enti locali alla persona e del socio-sanitario, la capogruppo rimarca come alla data dello scorso 4 gennaio “non fosse ancora stato ultimato il lavoro di ripristino dei sistemi informatici oggetto dell’attacco hacker del 28 novembre scorso da parte dei tecnici delle aziende coinvolte”.
    Ricordando come il settore sanitario sia inequivocabilmente sempre più nell’interesse dei cybercriminali e di come la tutela dei dati sensibili regionali sia affidata a Lepida, Gibertoni sollecita l’adozione di adeguate e urgenti iniziative “per salvaguardare i dati personali dei cittadini” e, stante il perdurare dei lavori di ripristino dei server, puntualizza che “le procedure per la gestione degli incidenti di sicurezza delle informazioni non si siano dimostrate efficaci, quindi debbano essere radicalmente riviste”.
    Oltre a sollecitare una stima delle “conseguenze sulla salute dei cittadini causate dalla non erogazione o ritardata erogazione di prestazioni e servizi sanitari e quali le azioni per ridurne al minimo gli impatti”, la capogruppo chiede anche il dettaglio delle riunioni e delle decisioni prese dal tavolo regionale per la protezione dei dati personali e “se sia stata fornita idonea comunicazione agli interessati rispetto alla pubblicazione dei loro dati e in quanti casi esattamente ciò sia avvenuto”.
    In via più generale, infine, Giulia Gibertoni chiede all’esecutivo regionale “se intenda rivedere, razionalizzare ed eventualmente aumentare i propri investimenti in materia di protezione dei sistemi informatici, in particolare del settore sanitario e della conseguente formazione del personale, e se la gravità di quanto accaduto, che arriva a toccare i diritti e le libertà di tutti i cittadini coinvolti, porterà la Regione a rivedere l’approccio verso questa tematica, in particolare, per il settore del servizio sanitario regionale e relativamente al ruolo di Lepida.”
    (Luca Boccaletti)

    Sanità e welfare

    8 Gennaio 2024 LEGGI TUTTO