More stories

  • in

    Ok a proposta Zamboni (Europa verde): stop armi nucleari

    “Stop alle armi nucleari”: l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna approva risoluzione targata Silvia Zamboni (Europa verde).
    Con questo atto la consigliera chiede alla giunta regionale di condividere i contenuti del trattato sulla proibizione delle armi nucleari. La capogruppo richiede inoltre all’esecutivo di aderire alla campagna “Italia, ripensaci”, iniziativa per sollecitare i governi ad adottare strumenti che prevedano la messa al bando e lo smantellamento delle armi nucleari.
    “L’Italia – rimarca Zamboni in aula – non ha, nonostante le ripetute richieste da parte della società civile, ratificato il trattato. Nel giugno 2022 si è tenuto a Vienna il primo incontro tra le parti, l’Italia ha scelto di non partecipare nemmeno in qualità di paese osservatore, come invece hanno fatto Germania e Paesi Bassi”. “Le armi nucleari – conclude – continuano a rappresentare una delle più gravi minacce non solo alla pace e alla sicurezza internazionale ma anche alla sopravvivenza della specie umana e del pianeta”.
    Due gli emendamenti presentati dalla Lega sulla proposta, uno approvato.
    “È complicato – interviene poi Stefano Bargi (Lega) – approvare una risoluzione come questa, anche se tutti vorremmo un mondo senza armi nucleari, bisogna però misurarsi con il contesto globale”. “Noi siamo un hub Nato per le testate nucleari, ma non ne produciamo”, conclude.
    Per Marcella Zappaterra (Pd) “stiamo parlando di un trattato che non è anti Nato, concordiamo sui contenuti di questa risoluzione, giusto dare voce a tanti cittadini favorevoli al disarmo nucleare”.
    (Cristian Casali)

    Parità, diritti e partecipazione

    31 Gennaio 2024 LEGGI TUTTO

  • in

    Rainieri (Lega): preservare e valorizzare il Consorzio comunalie di Parma

    “Preservare il patrimonio relazionale, tecnico e professionale del Consorzio comunalie parmensi e la continuità di esercizio delle tante attività espletate fino a poco tempo fa da tale soggetto”.
    A formulare l’auspicio nei confronti della giunta è Fabio Rainieri (Lega), il quale, con un atto ispettivo, ricorda che dallo scorso maggio “è in corso la procedura per la liquidazione giudiziale del Consorzio comunalie parmensi instaurata dal giudice fallimentare deltribunale di Parma per passività complessive attestate intorno agli 1,1 milioni di euro e che ha, di fatto, interrotto l’attività dello stesso ente consortile”.
    Sottolineando come le comunalie siano “domini collettivi i cui beni sono inalienabili e indivisibili e vengono goduti in forma collettiva come esercizio di usi civici dagli aventi diritto e cioè dai residenti dei territori frazionali in cui esse insistono”, Rainieri rammenta come questo soggetto sia nato nel lontano 1957 svolgendo un ruolo essenziale per lo sviluppo dei territori montani del Taro, del Ceno e dell’Enza.
    “Il consorzio comunalie parmensi -continua il leghista- nel corso degli anni ha garantito opportunità di lavoro attuando progetti, molto spesso finanziati dalle istituzioni pubbliche, grazie ai quali è stata migliorata la viabilità, razionalizzata la silvicultura, ottimizzati boschi e pascoli, costruiti acquedotti, realizzato il recupero ambientale di cave abbandonate, sistemati alvei e sponde dei corsi d’acqua, realizzata una sentieristica attrezzata e promossa la valorizzazione turistica ed enogastronomica con particolare riferimento al riconoscimento dell’IGP per il Fungo di Borgotaro”.
    Rimarcando come la liquidazione giudiziale del Consorzio significhi “la fine delle azioni a supporto delle attività private e financo delle amministrazioni pubbliche di quei territori”, Rainieri sollecita l’intervento dell’esecutivo regionale e invita a valutare “l’ipotesi di un nuovo ente che anche per mezzo dell’intervento pubblico, possa proseguire l’esercizio delle funzioni fino ad ora esercitate da tale soggetto e se intende partecipare alla ricerca di una soluzione che non faccia terminare il supporto strategico alle terre dell’appennino parmense fino ad oggi attuato dal Consorzio comunalie parmensi ed eventualmente divenire parte di un progetto che consenta di garantire la ripresa delle attività”.
    (Luca Boccaletti)

    Ambiente e territorio

    31 Gennaio 2024 LEGGI TUTTO

  • in

    Pompignoli (Lega): pochi fondi per comuni colpiti da frane

    Integrare o modificare la delibera che stanzia un milione di euro per i movimenti franosi provocati dall’alluvione di maggio 2023, “sulla base di nuove e aggiornate valutazioni delle frane e di una ricognizione complessiva del fenomeno, volta ad evitare disparità di trattamento tra gli Enti. Inoltre, si dica se le somme sono già state erogate”.
    E’ la richiesta, avanzata al question time, dal consigliere Massimiliano Pompignoli (Lega) il quale riprende un report dei carabinieri forestali in cui le frane censite non corrispondono “al numero di frane rilevate dall’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile, con la conseguenza che alcuni Comuni con numero consistente ed entità rilevante di frane risultano ottenere somme molto inferiori rispetto ad altri Comuni che sono stati colpiti da un numero inferiore di frane e di minore entità”. Secondo i militari, prosegue l’interrogazione, “emerge ad esempio che il Comune di Sarsina (Forlì-Cesena) è il terzo in Provincia per numerosità di frane mentre secondo i parametri della Regione Emilia Romagna gli sono stati assegnati soli 11.740,68 euro”. Il consigliere rileva, poi, che “sembra che in 7 giorni, quando si sapeva della mia interrogazione, sia arrivata la risposta dell’assessore che dà indicazione ai Comuni sulle domande e le richieste pervenute”.
    La risposta è stata fornita dall’assessore alla Montagna, Igor Taruffi. “Abbiamo già risposto ad altre interrogazioni su questo tema e abbiamo unificato la risposta, anche dopo le interlocuzioni con diversi sindaci. La delibera del dicembre 2023, con lo stanziamento di 5 milioni per la popolazione, è stata varata con i dati in possesso all’epoca. Sono, poi, sopraggiunti altri elementi che hanno completato il quadro delle frane. Quel documento sarà aggiornato a marzo con altri dati, grazie a un lavoro con le università, e integreremo la delibera. Le amministrazioni avranno risorse quanto prima”.
    Massimiliano Pompignoli ha replicato che “nella ripartizione, ad esempio, a Bertinoro sono andati 50mila euro, ma dopo l’aggiornamento dei dati risulta tra gli ultimi Comuni. A Sarsina, invece prima sono stati destinati solo 11mila euro e ora si ritrova come primo. I contributi, però, non sono ancora arrivati. Se sarà riconosciuto un numero di frane inferiore a quelli della delibera, i soldi dei Comuni messi a bilancio dovranno essere restituiti o sarà aumentato il milione? Inoltre, non si conosce il numero delle frane. Bisogna evitare la confusione per i Comuni”.
    La Regione aveva stanziato, con un delibera del 2023, 5 milioni per i Comuni colpiti, cifra derivante dalla raccolta fondi, “per sostenere interventi finalizzati al superamento di situazioni di fragilità economica e sociale”. Di questi fondi, un milione era destinato ai Comuni in proporzione alle frane censite. Ma per i sindaci, la ripartizione tra i Comuni non riflette l’entità dei danni: “A tal proposito – conclude Pompignoli – stridono le cifre attribuite al Comune di Sarsina (11.740,68 €), così come quelle destinate a Mercato Saraceno (5.104,65 €) e Roncofreddo (16.845,33 €), che sono notoriamente i Comuni più colpiti del cesenate. Tali Comuni risultano essere assegnatari di importi notevolmente inferiori rispetto a quelli destinati a Comuni come quello di Bertinoro (50.535,99 €), tra i meno colpiti dai disagi dell’alluvione”.
    (Gianfranco Salvatori)

    Ambiente e territorio

    31 Gennaio 2024 LEGGI TUTTO

  • in

    Ok a proposta Bondavalli (lista Bonaccini): volontariato Emilia-Romagna sia patrimonio Unesco

    Sì al sostegno della candidatura del “Volontariato dell’Emilia-Romagna” nella lista del Patrimonio culturale immateriale Unesco. L’Assemblea legislativa ha approvato la risoluzione sottoscritta da Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini, prima firmataria), Federico Alessandro Amico (ERCoraggiosa), Ottavia Soncini, Roberta Mori e Andrea Costa (Partito democratico).
    La proposta è stata presentata per riconoscere “il contributo nella quotidianità e nei momenti di emergenza che il volontariato ha sempre assicurato, con il coinvolgimento del Forum del terzo settore e del mondo dell’associazionismo, la cui identità poggia sul valore della solidarietà e della coesione sociale”.
    “Il volontariato dell’Emilia-Romagna -ha sottolineato Bondavalli- è parte integrante del sistema socioculturale e di assistenza del territorio regionale e offre uno straordinario supporto delle istituzioni e della cittadinanza come accaduto in occasione del terremoto del 2012, nel corso del periodo pandemico e durante l’alluvione che ha martoriato in particolar modo la Romagna. Ogni angolo della regione, i vari settori di attività, le relazioni fra le persone, ogni bisogno e risorsa rappresentano spazi nei quali il Volontariato dell’Emilia-Romagna trova la possibilità di esprimersi e di costruire la rete di iniziative e rapporti che connota il nostro modello di coesione sociale”.
    Per Michele Facci (Lega): “Verso il volontariato c’è sicuramente una sensibilità alta. Purtroppo il volontariato è stato sollecitato anche da fatti drammatici degli ultimi anni, dal terremoto in Emilia fino alle alluvioni in Romagna dei mesi scorsi. Ma mi chiedo: siamo così virtuosi da dover chiedere un riconoscimento per il nostro volontariato? E’ questo il meccanismo più idoneo per valorizzare il nostro volontariato? Non credo sia lo strumento adatto. Quando si fa volontariato non si cerca mai l’applauso”.
    Federico Alessandro Amico (ERCoraggiosa) ha commentato: “Valorizzare il volontariato risponde a un’esigenza generale. Il volontariato si può praticare a vari livelli ma è in forte difficoltà dal punto di vista dei ricambi generazionali anche a causa del mutamento delle condizioni socio-economiche e del precariato. Occorre fare pubblicità alla validità di fare volontariato. Credo che l’azione di questa risoluzione sia in continuità rispetto al lavoro che la Regione ha sempre svolto e sostenuto anche attraverso il suo Statuto”.
    Antonio Mumolo (Partito democratico) ha aggiunto: “Dietro alle buone pratiche di volontariato si celano dedizione, solidarietà. E’ doveroso sostenere il volontariato che fa parte del patrimonio della nostra Regione e ha offerto aiuto inestimabile nei momenti di crisi. Anche nella quotidianità il lavoro di volontariato spende tempo per le persone più bisognose. Ogni piccolo gesto ha un impatto enorme sulla vita di queste persone. Il volontariato è uno strumento potente per una società più giusta e solidale”.
    (Lucia Paci)

    Scuola giovani e cultura

    31 Gennaio 2024 LEGGI TUTTO

  • in

    Rontini (Pd): definire profilo periti per valutare danni al patrimonio ceramico di Faenza

    In attesa delle necessarie coperture economiche da parte dello Stato, individuare le caratteristiche dei tecnici valutatori dei danni subiti con l’alluvione di maggio da chi opera per la produzione, fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale ceramico, al fine di una corretta quantificazione e successivo indennizzo, con criteri il più possibile condivisi, stante la peculiarità del settore. Lo chiede Manuela Rontini (Partito democratico) con un’interrogazione a risposta immediata in Aula.
    “A Faenza -ha sottolineato la consigliera- l’alluvione ha provocato danni al patrimonio culturale pubblico ma anche ad attività e soggetti privati che operano nel settore della ceramica: diversi laboratori e studi di artisti si sono allagati. Alcuni di questi spazi sono riconosciuti come ‘Case e studi delle persone illustri dell’Emilia-Romagna’. La primaria esigenza è mettere in sicurezza il territorio, le imprese e le famiglie danneggiate ma la nostra città vive anche di questa specificità. A oggi il settore culturale privato e quello dei soggetti privi di scopo di lucro non è ricompreso nelle ordinanze per il ristoro dei danni, adottate dal Commissario straordinario alla ricostruzione e nell’ordinanza 14 è prevista la sola possibilità di ricognizione dei beni mobili distrutti o danneggiati. Spiace che il governo non abbia messo in atto modifiche normative per dare concretezza al rimborso dei danni promesso. Fra i soggetti privati è emersa preoccupazione perché se il meccanismo è quello che prevede una perizia, stante la particolarità del settore, è necessario interloquire col governo e con la struttura commissariale per definire le caratteristiche dei soggetti che se ne dovranno occupare”.
    Ha risposto la vice presidente Irene Priolo: “Confermo che per i beni mobili, nonostante gli emendamenti e le richieste, non è stato possibile avere risposte. Serve la volontà di inserire i beni mobili nei rimborsi. Per quanto riguarda la specificità del settore ceramico ho chiesto alla struttura commissariale e ho ottenuto come risposta che potrà essere cura delle aziende selezionare i periti. Probabilmente non è stato capito il punto della questione: non siamo nell’ambito imprenditoriale ma culturale. Per cui torneremo a discutere per porre nuovamente la questione e ci impegniamo a incontrare i diretti interessati. Il patrimonio ceramico faentino è un bene di tutti”.
    La consigliera Rontini ha replicato: “Bene che la Regione continui a far sì che i beni mobili vengano ricompresi fra quelli indennizzabili. Resto basita dalla risposta della struttura. Devono essere loro a trovare i soggetti idonei alle perizie perché c’è il tema del patrimonio culturale e il settore ceramico dà lavoro a tante persone”.
    (Lucia Paci)

    Ambiente e territorio

    31 Gennaio 2024 LEGGI TUTTO

  • in

    Rancan (Lega): risolvere i problemi delle scuole di Monticelli d’Ongina e di Caorso

    Matteo Rancan (Lega)

    Risolvere i problemi delle scuole di Monticelli d’Ongina e di Caorso, in provincia di Piacenza.
    A chiederlo è, in un’interrogazione, Matteo Rancan (Lega) che ricorda come “alcuni degli insegnanti dell’Istituto Comprensivo di Monticelli d’Ongina e Caorso (Piacenza) denunciano, anche per tramite i sindacati, un disagio profondo che nascerebbe dalla situazione conflittuale fra una parte consistente del corpo docente e il dirigente scolastico. Gli stessi parlano di “un clima invivibile” in cui tra sanzioni e contestazioni i ruoli vengono “completamente esautorati””.
    Da qui l’atto ispettivo per sapere “se la Giunta regionale intenda attivarsi con sollecitudine nei confronti dell’Ufficioscolastico regionale per fare immediata chiarezza circa le segnalazioni pervenute da insegnanti e organizzazioni sindacali, nonché circa gli esiti della summenzionata ispezione e quali iniziative intenda mettere in atto per scongiurare un eventuale esodo di insegnanti, tranquillizzare gli amministratori locali e garantire che l’attività didattica abbia a proseguire senza che gli studenti e le loro famiglie vengano coinvolti, o peggio penalizzati, dalla situazione di tensione che si è generata”.
    (Luca Molinari)

    Scuola giovani e cultura

    31 Gennaio 2024 LEGGI TUTTO

  • in

    Evangelisti (Fdi): i biglietti del bus durino 90 minuti

    Portare la validità del biglietto degli autobus da 75 a 90 minuti.
    A chiederlo, in una risoluzione, è Marta Evangelisti (Fdi) che ricorda come “dal 01 luglio 2023 il limite massimo di velocità in tutte le strade urbane di Bologna è passato da 50 a 30 chilometri orari, ad eccezione delle principali vie di scorrimento dove rimane a 50 chilometri orari: a seguito del recente limite di velocità introdotto, si sono riscontrati ritardi dei mezzi pubblici fino a 15 minuti rispetto alla tabella di marcia, quindi a parità di spazio, ad una diminuzione di velocità media corrisponde un aumento dei tempi di percorrenza”.
    Da qui la risoluzione per impegnare la giunta “a di porre in essere tutte le procedure atte a prolungare la validità del titolo di viaggio da 75 a 90 minuti nell’area urbana ed a incrementarne ragionevolmente la validità nell’area extraurbana, anche al fine di incentivare l’uso del trasporto pubblico rispetto a quello privato”.
    (Luca Molinari)

    Infrastrutture e trasporti

    31 Gennaio 2024 LEGGI TUTTO

  • in

    Musica e spettacolo dal vivo: l’Assemblea approva il piano triennale

    Oltre 9 milioni per creare nuove competenze nello spettacolo dal vivo e nella musica, 3,3 milioni per favorire la produzione e la fruizione della musica contemporanea originale, oltre 5 milioni per l’educazione musicale, 2,3 milioni per la qualificazione dell’alfabetizzazione musicale, 205 scuole di musica riconosciute. L’Assemblea legislativa ha approvato il programma 2024-2026 per il sostegno al settore musicale.
    Da camera, jazz, leggera, soul, classica: l’Emilia-Romagna si conferma “terra di musica” e non solo perché tra il Po e l’Appenino sono nati un “mostro sacro” della musica classica come Giuseppe Verdi o star del pop come Vasco Rossi, Luca Carboni, Gianni Morandi e Lucio Dalla. A trainare la musica lungo la via Emilia, infatti, è anche l’impegno delle politiche di sostegno messe in campo in questi anni dalla Regione. In regione sono 580 scuole di musica frequentate da 80mila studenti, di cui 4.800 stranieri e 1.700 diversamente abili, e in cui operano 4mila insegnanti (dati tratti dall’indagine nazionale sulle scuole di musica).
    Per i prossimi anni la Regione vuole avvicinare sempre più persone al settore musicale e non solo come spettatori degli spettacoli organizzati, ma in primo luogo come organizzatori e dall’altro potenziando l’educazione musicale. Obiettivi da raggiungere partendo dai risultati delle scelte fatte nello scorso triennio da cui emergono non solo l’entità dei finanziamenti e delle persone raggiunte, ma anche come il tessuto musicale emiliano romagnolo abbia saputo “sopravvivere” alla tempesta che Covid che ha quasi azzerato gli eventi pubblici.
    “Questo programma non solo opera sulla programmazione musicale di base, ma prevede anche interventi più generali”, spiega Francesca Marchetti (Pd), mentre Michele Facci (Lega) sottolinea come “questo è un programma ambizioso e complesso, ma bisogna evitare che si sostengano iniziative come quelle avvenute tempo fa a Bologna dove sono stati sostenuti messaggi violenti, mi riferisco a un’iniziativa di un centro sociale in cui si inneggiava alle Brigate Rosse e all’omicidio del Presidente Aldo Moro”.
    “Le scuole di musica sono molto importanti per il nostro territorio e per questo questo piano è molto importante: il valore della cultura in questa regione è uno dei motivi per cui molte persone scelgono di venire a vivere in Emilia-Romagna”, spiega Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa).
    “Ringrazio l’assessore Mauro Felicori per il lavoro fatto, questo piano musica valorizza il nostro territorio”, sottolinea Silvia Zamboni (Europa Verde).
    (Lucia Paci e Luca Molinari)

    Scuola giovani e cultura

    30 Gennaio 2024 LEGGI TUTTO

  • in

    Cultura, ok a piano triennale; obiettivo: aumentare spettatori e visitatori

    Aumentare il numero degli spettatori degli spettacoli e quello dei visitatori di mostre ed eventi artistici.
    Disco verde dell’Assemblea legislativa regionale al programma di attuazione della legge 21 del 2023, il provvedimento con cui alla fine dell’anno scorso la Regione ha “riformato” il settore del finanziamento culturale. Tra le attività previste si segnala il sostegno al dialogo fra culture e religioni, alla letteratura, alle arti visive e performative, alle scienze matematiche, fisiche e naturali, cinema e audiovisivo, a quelle umane e sociali. Il tutto coinvolgendo e valorizzando i Comuni e il Terzo settore e la cooperazione.
    “E’ molto importante avere già programma triennale della legge prima della fine di gennaio, si tratta di una legge approvata a fine 2023, i tempi di applicazione vanno molto bene, così come è notevole il programma di lavoro proposto”, spiega Marilena Pillati (Pd) che ricorda come “vogliamo offrire ai cittadini una vasta gamma di attività culturali, questo piano triennale è frutto di un lavoro importante”.
    “Il programma triennale proposto conferma i dubbi che avevo espresso quando è stata approvata la legge: rispetto al passato la nuova legge esclude i privati che svolgono attività culturale in maniera non prevalente nella loro attività, questa legge vuole circoscrivere l’attività culturale nel settore privato creando un filtro preventivo che avvantaggia solo il Terzo settore”, sottolinea Michele Facci (Lega) per il quale invece va nella giusta direzione la decisione di prevedere incentivi per le zone di svantaggiate come le aree interne e l’Appennino.
    (Luca Molinari)

    Scuola giovani e cultura

    30 Gennaio 2024 LEGGI TUTTO

  • in

    Piano aria: l’Assemblea approva norme e incentivi antismog per 154 milioni

    Investimenti su agricoltura, mezzi pubblici, caldaie, piste ciclabili e altri interventi per ridurre smog e inquinamento. Investimenti pari a 154 milioni di euro con l’obiettivo di ridurre di 637 milioni di euro la spesa sanitaria legata a malattie collegabili all’inquinamento. Col voto favorevole di Pd, Italia Viva, ER Coraggiosa, Europa Verde, Lista Bonaccini e quello contrario di Lega, Fdi, Rete civica e Movimento 5 Stelle, l’Assemblea legislativa ha approvato le osservazioni presentate al Piano aria, il pacchetto di misure proposto dalla giunta per contrastare l’inquinamento.
    L’Assemblea ha anche approvato alcuni degli ordini del giorno presentanti dalle forze politiche, in particolare la richieste del Pd affinché il governo soddisfi le richieste formulate dalle Regioni del Bacino Padano per avere più risorse statali per attuare il Piano e prevedere interventi ancora più forti per imprese e agricoltura; le proposte di Europa Verde a sostegno del trasporto pubblico locale, del Servizio Ferroviario Metropolitano, del potenziamento degli strumenti di telecontrollo del traffico e per chiedere a Società autostrade di destinare parte del pedaggio autostradale al miglioramento delle condizioni ambientali delle zone più inquinate. Approvati anche gli odg della Lega a sostegno del biometano in agricoltura e per introdurre nuove tipologie di trattamento degli scarti vegetali.
    “Portiamo a casa un Piano aria che migliora la vita dei cittadini, il benessere e le aspettative vita. Questo è un buon Piano aria, noi non siamo arrivati da Marte e le scelte che abbiamo fatto derivano da una verifica del precedente Piano aria e dei risultati raggiunti”, spiega la vicepresidente e assessora all’Ambiente Irene Priolo, per la quale “vogliamo tutelare la salute dei cittadini in parallelo allo sviluppo economico della nostra comunità. Sbaglia chi pensa che siamo nemici dell’agricoltura, perché prevediamo risorse e interventi a sostegno anche di questo settore. Abbiamo chiesto al governo, già dai tempi del governo Draghi, norme e interventi comuni a tutte le regioni del Bacino Padano”.
    “Questo è un Piano aria di qualità: per la prima volta porta con sé delle risorse per sostenere le politiche e gli incentivi previsti per garantire la salute delle persone”, spiega Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) per il quale “abbiamo previsto anche interventi a sostegno del settore agricolo oltre che per garantire la transizione ecologica per cittadini e imprese”, mentre Ottavia Soncini (Pd) loda “un Piano fortemente intrecciato non solo all’ambiente, ma anche alla salute oltre che all’armonia sociale. E’ vero che il cambiamento penalizza alcuni settori, a noi spetta il compito di sostenerli e accompagnarli nell’inevitabile innovazione tecnologica che, sono convinta, potrà anche portare a nuove figure professionali”. Per Soncini il Pair2030 è “documento complesso e strategico perché si pone al centro di molteplici politiche, economiche, sociali, ambientali e sanitarie, a testimonianza di una nuova visione che deve permeare la nostra vita, se vogliamo consegnare un mondo migliore ai nostri figli e nipoti”.
    “Si tratta di un Piano aria ideologico che colpisce i cittadini: noi crediamo fermamente che questo Piano aria sia peggiorativo della vita delle persone, prendo atto che il Presidente Bonaccini è sotto scacco da parte della maggioranza del suo partito che fa capo a Elly Schlein e alla componente Verde della sua maggioranza. Noi votiamo no perché non ci rassegniamo a fare i passacarte”, spiega Matteo Rancan (Lega).
    “Votiamo convintamente questo Piano aria perché è un Piano solido, che guarda al futuro per lasciare ai cittadini un mondo migliore. Mettiamo al centro della nostra agenda politica la necessità di fare scelte chiare”, afferma Marcella Zappaterra (Pd) per la quale “non sanzioniamo nessuno, ma prevediamo incentivi per migliorare le vita delle persone e la qualità dell’ambiente”.
    “La Regione deve estendere a più soggetti e a un maggior numero di comuni i benefici del bando per incentivare la sostituzione di impianti di riscaldamento obsoleti con impianti innovativi a basse emissioni per aiutare chi è rimasto esclusi dall’ultimo bando bando in materia e per questo bisogna cambiare i parametri del bando, noi facciamo proposto per i cittadini e non mettiamo bandierine”, spiega Giancarlo Tagliaferri (Fdi).
    A sostegno dell’agricoltura, invece, gli interventi di Rete civica che con Marco Mastacchi e Simone Pelloni sottolinea come si debbano trovare soluzioni che vadano oltre i soli divieti in materia di ramaglie, camini e smaltimento di scarti vegetali. “Bisogna dare alternative in materia di macinatura di steppe e ramaglie perché ora si raccoglie e poi si aspetta quando si può bruciare, mentre se si potessero macinare le ramaglie già in mezzo ai filari nei campi molti problemi sarebbero risolti”, spiega Pelloni. 
    (Luca Boccaletti, Lucia Paci e Luca Molinari)

    Ambiente e territorio

    30 Gennaio 2024 LEGGI TUTTO

  • in

    Piano aria: le posizioni delle forze politiche

    Prosegue in Assemblea legislativa il dibattito sul Piano aria, la misura proposta dalla giunta per la riduzione dell’inquinamento e dello smog che, fra altri interventi, prevede, oltre alle restrizioni alla circolazione dei veicoli già in vigore e allo stop ai diesel Euro 5, anche e incentivi per mezzi pubblici e caldaie ecologiche. In totale sono previsti interventi pari a 154 milioni di euro con l’obiettivo di ridurre di 637 milioni di euro la spesa sanitaria legata a malattie collegabili all’inquinamento.
    “La Regione vuole fare la prima della classe nell’applicare per prima i dettami europei, ma non si pensa che usando questa cura si può uccidere il paziente, ovvero le imprese dell’Emilia-Romagna. Come al solito la giunta Bonaccini vuole scaricare ogni responsabilità sul governo Meloni, ma così non è”, spiega Giancarlo Tagliaferri (Fdi), mentre Mirella Delfiume (Pd) sottolinea come “fino a pochi anni fa non esisteva il concetto di salute globale: non si tratta di fare i primi della classe, ma di tutelare la salute dei cittadini. Sono figlia di contadini e conosco bene quel mondo. So quanto gli agenti inquinanti in agricoltura danneggino in primo luogo gli agricoltori”.
    “Il calo o meno di smog e inquinamento deriva dalle nostre scelte e la Regione non sta facendo le scelte giuste. Siamo di fronte a un cerchiobottismo che non risolve i problemi: non c’è quell’approccio integrato al cambiamento clima di cui invece avremmo bisogno”, evidenzia Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle) che rilancia “la necessità di avere una legge organica per il clima. In quest’Assemblea assisto a battaglie di retroguardia”.
    Per Marco Mastacchi (Rete Civica) “c’è poca attenzione per il mondo dell’agricoltura, che spesso viene colpevolizzata, e la politica europea sta andando sempre di più in questa direzione. C’è poi il rischio che spariscano progressivamente i piccoli allevamenti di montagna a causa di un mero approccio ideologico. Servono aiuti al settore agricolo affinché si possa adeguare ai nuovi obblighi normativi. Le politiche europee stanno penalizzando i paesi del sud Europa. Avere i trattori in strada a protestare è una sconfitta per tutti. Gli agricoltori non possono essere più additati come inquinatori ma vanno considerati attori fondamentali per la transizione”.
    Mentre per Silvia Zamboni (Europa Verde) “la nostra regione è un territorio fra i più inquinati d’Europa e del mondo. Nessuno, col Piano, vuole danneggiare questi settori produttivi ma anche questi comparti devono contribuire a non aggravare la qualità dell’aria che è alla base della nostra salute. L’agricoltura è fonte di gas che incidono sulla qualità dell’aria: l’ammoniaca è un precursore di inquinamento. Non c’è una forzatura politica, è la scienza che parla. Ci sono risorse che arrivano dal fondo europeo Fesr, dal Piano di sviluppo rurale per la riduzione di ammoniaca, dal fondo per la mobilità sostenibile e dai fondi del piano energetico oltre che dal Pnrr. Il sostegno economico non manca per raggiungere gli obiettivi”.
    Marta Evangelisti (Fratelli d’Italia) rileva: “L’industria ha colto la delicatezza del tema e con molta sensibilità si è indirizzata alle questioni ambientali anche per mantenere competitività e per questo è necessario incrementate le risorse a sostegno delle imprese. Per l’agricoltura le misure adottate sono di difficile applicazione. Nessuno vuole negare che servano correttivi ma le aziende necessitano di un periodo cuscinetto per adeguarsi alle nuove prescrizioni. Ultima considerazione su ‘città 30’ a Bologna: le modalità e le motivazioni delle scelte non ci convincono, non crediamo che una ‘città 30’ sia meno impattante, piuttosto può causare più traffico e code, aumento dei tempi di percorrenza con servizi non in linea con i costi del biglietto. Porteremo avanti la battaglia con la richiesta di un referendum”.
    Fabio Rainieri (Lega) si è detto particolarmente stupito di come “si propongano azioni inutili e impattanti senza conoscere realmente i termini del problema che si vuole trattare”. Rainieri ha poi sottolineato come “gli agricoltori, categoria a cui io appartengo, non sono contrari alla copertura delle vasche per il miglioramento dell’ambiente, ma sono contrari ad azioni che vanno contro e criminalizzano il settore agricolo. Il nostro è un territorio particolarmente ricco di prodotti tipici con territori molto differenti fra loro e se il Piano aria verrà applicato, si limiterà fortemente l’inserimento dei giovani in agricoltura e si limiterà la produzione di eccellenza con filiere controllate e garantite per favorire prodotti provenienti dall’estero e che possono nuocere fortemente alla salute. Dico no al Pair: un’applicazione così supina ai diktat europei di questo piano deve portare i cittadini emiliano-romagnoli a interrogarsi su come votare sia nelle prossime elezioni europee sia in quelle regionali”.
    Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini) evidenzia l’importanza di un atto “che agisce nella quotidianità di tutti noi con una buona integrazione fra settori produttivi, obiettivi e azioni condivise. Con il Pair2030 non si ottempera solo alle prescrizioni della Ue, ma si propongono azioni con ricadute immediate e concrete nel presente di questa regione”. A testimonianza di un documento equilibrato, la capogruppo rimarca poi il minuzioso lavoro compiuto sul versante della condivisione e coinvolgimento attuato su organismi di rappresentanza così come a tutti i comuni delle zone particolarmente interessate al miglioramento della qualità dell’aria. Sia per il settore agricolo sia per quello zootecnico o dell’industria la sfida del Pair2030 è quella di mettere in atto un processo non di criminalizzazione bensì di adeguamento e condivisione verso un futuro più sano per tutti”.
    Daniele Marchetti (Lega) rimarca “le differenti visioni che emergono dal dibattito, posto che a tutti noi sta a cuore la salute dei nostri concittadini. Le differenze sono chiare quando noi proponiamo misure equilibrate, mentre da parte del centrosinistra l’azione politica è tutta tesa a mettere in atto pedissequamente i diktat europei, a testimonianza di un contesto molto più vasto e complesso dell’orizzonte regionale. Il Pair è portatore di norme capestro che penalizzeranno il nostro sistema produttivo mentre altri soggetti, in altre zone del mondo, continueranno a giovarsi di una competitività superiore senza riguardo alcuno per l’inquinamento prodotto”. Per Marchetti, infine, “non è comprensibile il rifiuto aprioristico delle critiche ad altri documenti pianificatori richiamati proprio dal Pair: penso alle vessazioni racchiuse nell’istituzione delle zone 30 Km in molti comuni della nostra regione o del progetto ‘bike to work’ che, invece di completare importanti infrastrutture per consentire realmente la mobilità dolce, si concentra nel disegnare sulla strada sagome di biciclette e nulla di più”.
    Luca Cuoghi (Fdi) sottolinea come “tutti vogliamo respirare aria sana e pulita, ma vogliamo anche mangiare e avere un lavoro: questo piano è a senso unico, non tiene conto degli impatti delle scelte sulla società e sulle imprese. Si poteva e si doveva agire diversamente”, mentre Giulia Pigoni (Italia Viva) ricorda come “puntiamo su incentivi e politiche di sostegno: questo è un buon piano per tenere insieme la tutela della qualità dell’aria con lo sviluppo economico. La Regione opera per trovare soluzioni che vadano a vantaggio della qualità della vita dei cittadini”.
    (Lucia Paci, Luca Boccaletti, Luca Molinari)

    Ambiente e territorio

    30 Gennaio 2024 LEGGI TUTTO

  • in

    Pd: risolvere problemi pass per disabili nel ferrarese

    Risolvere i problemi legati ai pass per persone con disabilità a Ferrara e Comacchio.
    A chiederlo è un’interrogazione del Partito democratico a firma Marco Fabbri (primo firmatario) e Marcella Zappaterra.
    “Da notizie di stampa risulta che nel territorio ferrarese è disponibile un solo medico, il quale è reperibile solamente due volte al mese, e nonostante la gravità della situazione: questa situazione causa notevoli disagi alle persone con disabilità, che dipendono da questi pass per la loro mobilità e per l’accesso ai servizi essenziali, di fatto limitando la loro capacità di partecipare pienamente alla vita sociale”, spiegano i democratici per i quali ” la Regione Emilia-Romagna ha sempre dimostrato un impegno costante e attento nelle politiche a favore delle persone con disabilità, garantendo il rispetto dei loro diritti e la fornitura di servizi essenziali”.
    I democratici ricordano che ” la problematica del rinnovo nel territorio del comune di Comacchio e, più in generale, su tutto il territorio della Provincia di Ferrara, è stata ulteriormente aggravata dal fatto che le liste sono rimaste chiuse per un periodo di 4 mesi. Questo ha causato ritardi significativi nel processo di rinnovo del pass”.
    Da qui l’atto ispettivo per sapere dalla giunta “quali attività ritiene possibili mettere in campo per risolvere la criticità evidenziata”.
    (Luca Molinari)

    Sanità e welfare

    30 Gennaio 2024 LEGGI TUTTO