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    Bondavalli (Lista Bonaccini): contrastare vandalismo contro autovelox

    Contrastare gli atti di vandalismo contro autovelox e dossi artificiali e sostenere gli enti locali per valutare il miglior posizionamento o ripristinare i macchinari che controllano la velocità stradale.
    Questo l’indirizzo politico che Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini) consegna all’esecutivo regionale in materia di sicurezza stradale.
    La consigliera, nella sua risoluzione, sottolinea la frequenza con cui si susseguono le notizie di danneggiamenti ai manufatti dispiegati sul territorio nel quadro di dissuasione della velocità stradale, e sottolinea come “il bene comune più importante danneggiato è quello della sicurezza stradale, perché autovelox, box, dossi artificiali e altri manufatti sono parte integrante delle misure finalizzate alla diffusione di condotte di guida rispettose non solo della legalità, ma della vita e della sicurezza, altrui e propria.”
    A fronte di dati sempre più inquietanti sull’incidentalità (in Emilia-Romagna sono 311 le persone decedute in incidenti stradali), Bondavalli richiama il forte impegno della giunta sul tema della sicurezza, con una “strategia d’intervento regionale che prevede diverse azioni, dall’educazione e dalla diffusione della cultura della sicurezza stradale ai finanziamenti per interventi sulle infrastrutture” e chiede un intervento deciso nei confronti del governo nazionale.
    Per far fronte all’ondata di vandalismi che danneggiano o distruggono questi presidi di sicurezza, Stefania Bondavalli chiede quindi adeguate “misure di contrasto del vandalismo di impianti destinati alla dissuasione della velocità stradale e forme di sostegno agli enti locali per fare fronte agli oneri connessi alla valutazione del miglior posizionamento di autovelox, box e dossi, al loro eventuale spostamento e al ripristino dei manufatti danneggiati.”
    (Luca Boccaletti)

    Infrastrutture e trasporti

    8 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Capitale Cultura 2026, l’Emilia-Romagna sostiene Rimini: “Una grande occasione”

    “Rimini capitale della cultura 2026 è una grande occasione per tutta l’Emilia-Romagna”.
    La commissione Cultura dell’Assemblea legislativa in trasferta a Rimini per sostenere la città romagnola classificatasi fra le dieci finaliste per l’elezione della Capitale italiana della cultura 2026 con il progetto “Vieni oltre. Il futuro è qui e ora”. Dopo la presentazione in municipio, la visita della commissione ha fatto tappa nei luoghi simbolo della storia e della cultura cittadina: la Domus romana del chirurgo, il teatro Amintore Galli, il Museo della Città, il museo Fellini, Castel Sismondo.
    La presidente Francesca Marchetti ha sottolineato come questo progetto “sia un’occasione importante per Rimini” ricordando “la risoluzione approvata all’unanimità a novembre per allargare la candidatura alla Romagna, ferita dall’alluvione del maggio scorso”.
    Per il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad “la presenza dell’Assemblea è un segno di attenzione molto apprezzato”. “Questo territorio -ha spiegato- è stato per troppo tempo vissuto solo come terra della spiaggia e del divertimento. Credo, invece, che il nostro territorio abbia riscoperto negli anni di avere tanto da offrire dal punto di vista culturale in chiave contemporanea. Importante ‘l’allargamento’ della candidatura a tutta la Romagna, con l’idea di far ripartire questa terra. Una proposta nuova e inedita, avanzata nei giorni successivi all’alluvione, e un’occasione per far rinascere tutto il territorio”.
    In questi mesi il percorso di candidatura ha chiamato a raccolta artisti, operatori culturali, associazioni, cittadini, facendo nascere idee, sinergie e spunti. C’è una forte volontà di sostenere il territorio quale centro di fermento culturale e artistico dedicando un ruolo centrale ai giovani. Le dieci finaliste verranno convocate il 4 e 5 marzo per le audizioni pubbliche davanti a una giuria di esperti. La proclamazione della Capitale italiana della Cultura si terrà entro il 29 marzo e la città vincitrice sarà assegnataria di un contributo finanziario per concretizzare gli obiettivi delineati nel progetto di candidatura, dando vita a un programma annuale per esporre la ricchezza culturale e le prospettive di sviluppo.
    Per Matteo Montevecchi (Lega) “la candidatura è una buona notizia per tutta la Regione, che ha l’occasione di valorizzare le sue bellezze storiche e archeologiche ed è positiva la sinergia di tutto il territorio romagnolo a sostegno del progetto. Nell’ultimo decennio Rimini ha saputo valorizzare e riportare alla luce luoghi come il teatro Galli e porta Galliana ma non trovo positivi alcuni interventi: ad esempio, in piazza Malatesta sono stati cementati i resti del fossato e il ponte levatoio del Brunelleschi. Serve, inoltre, un impegno per il recupero di palazzo Lettimi e dell’anfiteatro romano per due terzi ‘sepolto’ sotto una scuola. Una soluzione alternativa può e deve essere trovata per valorizzare la Capitale italiana della cultura”.
    Il sindaco ha replicato evidenziando che “tutto ciò che è stato fatto ha avuto la previa autorizzazione da un punto di vista tecnico delle Belle arti. In piazza Malatesta, fino a qualche anno fa aperta al traffico, c’erano un parcheggio e un mercato ambulante. Ora è un luogo che tutti possono vivere pienamente. Sull’anfiteatro è già stato preso un impegno preciso”.
    Marilena Pillati (Partito democratico) ha commentato: “Ho avuto modo di vedere la trasformazione straordinaria che in questi anni ha avuto Rimini. Ho apprezzato moltissimo le riqualificazioni degli ultimi anni. Rimini riesce a essere straordinariamente innovativa”.
    Nadia Rossi (Pd) ha aggiunto che “tante novità stanno dando vita a una trasformazione profonda di questa città. Tutti quelli che tornano hanno scoperto una Rimini nuova e un volto legato all’arte e alla cultura bimillenaria. Come diceva Fellini ‘Rimini è un pastrocchio strano’: non siamo perfetti ma è anche un nostro pregio. Siamo una provincia che offre mare e piste di sci. Siamo un insieme di contraddizioni e ispirazioni che rendono questo posto unico. Grazie a chi ci ha accompagnato in questo progetto che crediamo di meritare”.
    Luca Cuoghi (Fratelli d’Italia) ha evidenziato come “la candidatura non passa solo dal patrimonio culturale ma da come questa città è riuscita a coltivare e trasmettere una cultura che appartiene al territorio. Luogo di crocevia, terra di confine, Rimini è diventata parte di qualcosa di più grande. Nell’accoglienza ha saputo creare un fenomeno esportato in tutta Italia, abbinando un turismo balneare con un concetto più ampio di benessere. In ogni caso anche le critiche meritano attenzione per lavorare in sinergia e concretizzare l’obiettivo”.
    Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini) ha evidenziato: “Sono orgogliosa di questa candidatura perché Rimini è nel cuore di ognuno di noi e di chi ha vissuto qui un periodo della propria vita. Dà un grande impulso per far conoscere ciò che è la città: non solo spiaggia e ombrelloni ma anche accoglienza e cultura. Bene che al centro del progetto siano messi i giovani e che sia coinvolto tutto il territorio romagnolo, ferito dall’alluvione, che può ripartire anche da qui”.
    Giulia Pigoni (Italia Viva) ha aggiunto: “Ho trovato una città nuova, frutto dell’equilibrio tra la salvaguardia della storia e la valorizzazione del futuro. Gli ultimi anni hanno cambiato il volto della città. Rimini è storia del turismo, è divertimento, benessere ma anche certamente cultura”.
    Per Marco Mastacchi (Rete Civica): “La candidatura è un fatto importante per la nostra regione anche per dare a Rimini il giusto valore. Il lavoro da fare è far conoscere Rimini anche fuori dai classici circuiti e dare il supporto, da parte di tutte le forze politiche, a questa candidatura”.
    In conclusione, l’assessore regionale alla Cultura Mauro Felicori ha spiegato: “La Regione si mette al servizio delle città e del loro sviluppo. Capitale italiana della cultura non è un ‘bollino’ di cui fregiarsi, è una sfida che le città danno a se stesse. La prima grande sfida è il conflitto urbanizzazione-ambiente. Lo sviluppo della costa è stato negli anni uno sviluppo massiccio che ora va ripensato in chiave ambientale. Anche la cultura è un fattore trainante dello sviluppo. Nel post Covid il turismo culturale ha assunto sempre più centralità mostrando tutte le sue potenzialità”.
    Fotogallery
    (Lucia Paci)

    Scuola giovani e cultura

    8 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Rontini (Pd): “Riattivare la più presto la linea ferroviaria faentina”

    Manuela Rontini (Pd)

    Riattivare, nel più breve tempo possibile, la piena funzionalità della linea ferroviaria faentina.
    Con una dettagliata risoluzione, la consigliera Manuela Rontini (Partito democratico) chiede alla giunta di impegnarsi a “proseguire nel lavoro svolto nei confronti dei gestori (RFI e Trenitalia) a salvaguardia dell’infrastruttura, dei cittadini e di quanti utilizzano periodicamente la linea ferroviaria Faentina”. La consigliera propone, poi, alla Regione di “chiedere che la trasmissione delle informazioni ai territori, sulla circolazione dei treni o dei mezzi alternativi, sia immediata ed efficace e che l’offerta di mobilità alternativa risponda alle esigenze delle utenze” e di continuare insieme con il commissario di governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione, con la Struttura commissariale e con tutti gli altri Enti coinvolti, “a lavorare sul pieno ripristino delle frane lungo la tratta, affinché il ritorno alla piena funzionalità della tratta diventi un’assoluta priorità”. Infine, Rontini chiede che la giunta promuova e sostenga “eventuali iniziative istituzionali volte a tenere alta l’attenzione sulla tratta, in attesa di una sua definitiva riattivazione”.
    la Faentina – che si snoda per 67 chilometri tra Faenza e Borgo San Lorenzo e per altri 35 fino a Firenze, “rappresenta un’importantissima arteria di collegamento tra la Toscana e la Romagna” afferma la consigliera. La chiusura causata dall’alluvione, e che ha provocato 200 frane, “si è rivelata una minaccia grave per l’economia e la coesione sociale delle comunità coinvolte”. Il 27 dicembre 2023 è stata riaperta, ma rimangono alcune criticità: rallentamenti, rotture di carico, soppressione di corse e soste prolungate. In gennaio, le allerte meteo arancioni hanno provocato il blocco dei treni verso Faenza: “La comunicazione della sospensione è stata tardiva e le informazioni di dettaglio sono spesso state disponibili solo attraverso canali informali. I mezzi alternativi, con bus insufficienti e partenze non coordinate rispetto alle stazioni, hanno provocato l’abbandono di molte persone a terra, aggiungendo ulteriori complicazioni”. Nonostante gli interventi, continua Rontini, i tempi allungati di percorrenza rendono la linea meno attrattiva.
    Regione e Comuni perseguano il ripristino della tratta e si riveda “l’organizzazione del monitoraggio, dell’allerta e della trasmissione delle informazioni ai territori, con la predisposizione di canali e strumenti più adatti (anche tramite app) alla eccezionalità della situazione”. Necessaria, poi, la sistemazione delle frane. Serve anche una definizione di orari e servizi, già chiesta da alcuni Comuni a Trenitalia, per riprogrammare alcuni servizi pendolari, oltre a investimenti sulle infrastrutture.
    (Gianfranco Salvatori)

    Infrastrutture e trasporti

    8 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Tagliaferri (Fdi): chiarezza su fondi regionali al Teatro comunale di Piacenza

    Fare chiarezza sui fondi dati dalla Regione per il Teatro Regio di Parma il Teatro Comunale di Piacenza, sul Teatro Valli di Reggio Emilia e sul Teatro Verdi di Busseto.
    A chiederlo, in un’interrogazione, è Giancarlo Tagliaferri (Fdi) che ricorda come “lunedì 5 gennaio, in occasione della Borsa internazionale del turismo (Bit) l’assessore Corsini insieme ai rappresentanti del Teatro Regio di Parma hanno reso pubblici i dati relativi dell’edizione 2023 del Festival Verdi: 19.000 spettatori accolti nella sua ultima edizione, di cui 2.037 under 30, per il 56% dal territorio e con uno spettatore su quattro straniero con provenienze da 22 diversi Paesi europei oltre che da Corea del Sud, Cina, Giappone, Israele, Singapore, Russia, Sud Africa, Marocco, Egitto, Argentina, Perù, Brasile, Canada, Dominica, Messico, Usa e Australia, e nell’edizione 2023 il Festival Verdi ha fatto registrare un incasso di 836.592 euro, un indice Sroi (social return on investment) di 3,1 (ogni 10 euro investiti nel Festival hanno indotto benefici per gli stakeholder e la comunità stimabili in almeno 31 euro) che ha riconfermato il record nella storia del Festival già raggiunto lo scorso anno”.
    Tagliaferri ricorda come “la riconferma del sostegno privato con entrate da istituzioni, partner e sponsor pari a 2.992.506 euro dimostra la fidelizzazione del tessuto economico nei confronti dell’istituzione e della sua offerta artistica e culturale. Sono tra i dati più significativi del Festival Verdi che emergono in seguito al lavoro di monitoraggio e di analisi elaborato in collaborazione con l’Osservatorio permanente istituito insieme all’Università di Parma sul Festival Verdi mondiale dell’Opera e dell’Italia ed il Festival Verdi”.
    Da qui l’atto ispettivo per chiedere alla giunta di sapere “a quanto ammonta la contribuzione totale al Teatro Regio di Parma da parte dell’assessorato al Turismo della Regione e quello dell’assessorato alla Cultura negli anni 2021, 2022 e 2023 e a quanto ammontano le contribuzioni, sempre suddivise per i 2 assessorati, rispettivamente sul Teatro Comunale di Piacenza, sul Teatro Valli di Reggio Emilia e sul Teatro Verdi di Busseto negli anni 2021, 2022 e 2023”.
    (Luca Molinari)

    Scuola giovani e cultura

    8 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Gibertoni (Misto): no all’uso di prodotti da editing genetico

    Fermare i danni provocati dalla coltivazione e dall’utilizzo nella filiera agroalimentare dei prodotti frutto delle nuove tecnologie di editing genetico TEA – NGT e NBT e tutelare invece salute umana, l’ambiente e l’agrobiodiversità.
    A chiederlo è, in un’interpellanza, è Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) che ricorda come “nelle nuove tecnologie di editing genetico si rivede oggi lo stesso copione già visto e sfruttato in passato per gli Ogm, infatti, la Commissione Europea sostiene che le piante prodotte con le nuove tecniche genomiche possano “contribuire a un sistema alimentare più sostenibile”, presumendo, per esempio, che le piante saranno geneticamente modificate per resistere alle malattie, il che consentirebbe agli agricoltori di ridurre l’uso di pesticidi chimici, ma la tecnologia di gene editing è già nelle mani di alcune multinazionali, come Bayer/Monsanto e Corteva e, alla fine del 2020, queste due società, da sole, avevano depositato circa 120 domande di brevetti internazionali per sementi prodotte con tecniche di editing genetico e poiché tutte le grandi multinazionali dell’agroindustria producono sia i semi che i pesticidi chimici, non si comprende il motivo per cui queste dovrebbero utilizzare le nuove tecnologie di editing genetico per ridurre la dipendenza degli agricoltori dalle sostanze chimiche, quanto piuttosto, replicare il modello già visto per gli OGM, con la stragrande maggioranza delle colture geneticamente modificate progettata per resistere all’irrorazione con erbicidi tossici, già venduti insieme a questi semi ogm”.
    (Luca Molinari)

    Sanità e welfare

    8 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Piccinini (M5s): sostenere Julian Assange opponendosi all’estradizione negli Usa

    La Regione si mobiliti “in tutte le sedi opportune per manifestare il proprio sostegno a Julian Assange, opponendosi all’estradizione negli USA e auspicandone l’immediato rilascio in un’ottica di tutela delle libertà di espressione e di informazione e di difesa dei diritti umani”.
    È la richiesta di Silvia Piccinini, capogruppo del Movimento 5 stelle, alla giunta con una risoluzione che la impegna ad attivarsi in favore del giornalista australiano, fondatore di WikiLeaks. Assange ha portato alla luce centinaia di documenti militari riservati degli Usa, fra cui lo spionaggio del segretario Onu, l’uccisione di civili da parte delle forze armate statunitensi e britanniche in Afghanistan e Iraq (fra cui due giornalisti della Reuters), i legami di Paesi come Arabia Saudita e Pakistan con il terrorismo di matrice islamica, giudizi poco lusinghieri su capi di Stato e di governo di diversi Paesi.
    Dopo essere riparato per sette anni nell’ambasciata ecuadoriana in Gran Bretagna, evitando l’estradizione, nel 2019 “il nuovo presidente dell’Ecuador Lenin Moreno, in un clima di forte riavvicinamento agli Stati Uniti, ha deciso arbitrariamente di revocargli lo status di rifugiato”. Da allora, Assange è in un carcere. Il 20 e 21 febbraio, “l’Alta Corte di Giustizia Britannica si riunirà per decidere in merito all’istanza d’appello presentata dai legali di Assange per scongiurare la sua estradizione negli Stati Uniti” dove dovrebbe scontare una pena di 175 anni di carcere “solo per aver fatto il suo lavoro”. Silvia Piccinini conclude: “Compito della politica è difendere le libertà fondamentali, fra cui quella di espressione, strumento imprescindibile per garantire il diritto all’informazione dei cittadini, coltivarne lo spirito critico e stimolarne, di conseguenza, la partecipazione attiva alla vita democratica del Paese”.
    (Gianfranco Salvatori)

    Parità, diritti e partecipazione

    8 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Pd: energie rinnovabili da impianti off shore in Alto Adriatico

    “Sostenere la produzione di energia da impianti eolici e fotovoltaici offshorenell’alto Adriatico, riducendo al minimo gli impatti paesaggistici, tutelandoe promuovendo il turismo”, sostenere l’hub energetico AGNES e garantire le imprese di pesca e acquacoltura.
    E’ l’impegno chiesto alla Regione da una risoluzione della consigliera Manuela Rontini (Partito democratico) siglata anche dai colleghi di gruppo Marco Fabbri e Marcella Zappaterra.
    Nel documento, la prima firmataria chiede alla giunta di sollecitare il governo per “sostenere l’hub energetico AGNES, come progettualità strategica per il territorio emiliano-romagnolo e l’intero Paese, nel rispetto di tutte le norme di settore, sbloccandolo dal carico burocratico e velocizzando al massimo l’iter di approvazione, garantendo al contempo sicurezza e qualità del lavoro”. La consigliera chiede, poi, di “assicurare alle imprese della pesca e acquacoltura del territorio della Romagna la possibilità di continuare a svolgere le proprie attività anche all’interno delle aree dedicate all’impianto, definendo protocolli specifici tra le parti interessate e adeguate compensazioni”.
    Rontini, nel testo, sottolinea l’importanza di Ravenna come capitale europea dell’energia da 70 anni, e afferma che “è sempre più necessaria, anche nel territorio emiliano-romagnolo, la realizzazione di grandi impianti di energia rinnovabile, che ci permettano di sfruttare in maniera intelligente le fonti eoliche e fotovoltaiche”. Il principale progetto italiano di energia rinnovabile con impianti eolici e fotovoltaici offshore, attraverso l’hub AGNES. Il progetto “innovativo e strategico che integra l’energia eolica, fotovoltaica e la produzione di idrogeno verde, localizzato oltre le 12 miglia nautiche dalla costa di Ravenna, rappresenta il primo progetto interamente offshore ed è unico nel panorama nazionale”.
    Nonostante il successo che ha riscosso, questo progetto, rileva la consigliera dem, “ha incontrato complicazioni burocratiche e il processo autorizzativo è ancora in attesa dell’approvazione definitiva da parte del Ministero per quanto riguarda la compatibilità ambientale”. Rontini propone di adottare per AGNES la procedura straordinaria che ha consentito al rigassificatore di avere l’autorizzazione in 120 giorni. “Il progetto AGNES è di vitale importanza non solo per la città di Ravenna -sostiene la consigliera – ma per l’intero Paese. L’Italia urgente ha bisogno della sua realizzazione, su cui contano sia la comunità locale sia la Regione Emilia-Romagna”.
    (Gianfranco Salvatori)

    Ambiente e territorio

    8 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Diritto di voto in altro Comune, via libera a risoluzione di maggioranza

    È stata approvata, all’unanimità dei presenti, la risoluzione che impegna la giunta a sollecitare governo e Parlamento ad approvare le norme per assicurare il diritto di voto da parte degli elettori che, per motivi di studio, lavoro e cura, si trovano in un comune diverso da quello di iscrizione nelle liste elettorali, in occasione delle elezioni politiche e delle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo.
    A chiederlo è stata una risoluzione a prima firma di Nadia Rossi (Pd) e sottoscritta da esponenti di tutta la maggioranza Pd, Italia Viva, ER Coraggiosa, Europa Verde e Lista Bonaccini.
    La consigliera Nadia Rossi (Partito democratico), prima firmataria della risoluzione, ha ricordato che “in caso di mancata approvazione entro il mese di febbraio 2024 della legge che delega il governo sul tema, per gli elettori che per motivi di studio, lavoro, cure mediche o prestazioni di assistenza come caregiver familiari si trovano in un comune diverso da quello in cui sono iscritti nelle liste elettorali, risulterà difficile e a volte impossibile esercitare il proprio diritto di voto alle prossime elezioni europee e alle successive elezioni politiche”. La legge è stata votata alla Camera e poi iscritta al Senato, dove però, deve ancora approdare in commissione.
    La consigliera afferma come “il diritto di voto è previsto dall’articolo 48 della Costituzione, che definisce il voto come un “dovere civico”, che deve pertanto essere garantito senza distinzioni ed è necessario, pertanto, che l’esercizio di tale diritto sia reso concretamente accessibile a tutti, in qualsiasi condizione, soprattutto a fronte degli elevati tassi di astensionismo nella popolazione. È importante che vengano coinvolti i parlamentari del territorio”.
    Da qui la richiesta di un intervento su governo e Parlamento con una risoluzione sottoscritta da anche da Stefano Caliandro, Andrea Costa, Marcella Zappaterra, Matteo Daffadà, Marilena Pillati, Antonio Mumolo, Luca Sabattini, Francesca Marchetti, Mirella Dalfiume, Marco Fabbri, Roberta Mori, Massimo Bulbi, Lia Montalti, Palma Costi, Manuela Rontini (Pd), Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa), Stefania Bondavalli (lista Bonaccini), Silvia Zamboni (Europa verde) e Giulia Pigoni (Iv).
    Stefano Bargi (Lega) si è detto d’accordo “sul principio, in quanto il voto è sacro. Occorre recuperare l’astensionismo facendo comprendere l’importanza della partecipazione politica”.
    Secondo Silvia Piccinini (Movimento 5 stelle) “la palla ora è in mano al governo il quale, però, ha parlato di ostacoli insormontabili. Mi preoccupa la volontà politica di non andare avanti. Questa è una misura di civiltà su cui bisogna procedere”.
    Michele Facci (Gruppo Misto) ha condiviso il fatto che ognuno debba poter esercitare il diritto di voto, anche se lontano dal proprio comune di residenza, “e accolgo il principio, anche se ci sono difficoltà pratiche nel regolamentare un diritto al di fuori del comune di residenza. Bisogna evitare il fatto di votare due volte e studiare gli aspetti tecnici della misura”.
    Silvia Zamboni (Europa verde) ha detto che “occorre stabilire dei criteri oggettivi. Basta guardare ciò che avviene da altre parti e come è stato regolato. Bisogna essere consapevoli che i votanti calano a ogni elezione e la partecipazione va incrementata in ogni modo”.
    Federico Amico (ER Coraggiosa) ha scandito che “come si è trovato il modo di far votare gli italiani all’estero, lo si può trovare anche per chi è fuori dal comune di residenza. Serve un segnale politico da tutte le forze politiche in Parlamento”.
    (Gianfranco Salvatori)

    Governo locale e legalità

    7 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Riordino Province: il dibattito in commissione

    Negli ultimi quattro anni la Regione ha trasferito alle Province 37 milioni di euro per assicurare le funzioni rimaste loro in capo e al 1° gennaio 2016 risultava trasferito in viale Aldo Moro il personale provinciale, 1.600 persone, addetto alle funzioni ricollocate alla Regione alla luce della legge Delrio (in primo luogo agricoltura, caccia, pesca e autorizzazioni ambientali).
    Lo ha comunicato l’assessore Paolo Calvano nel corso della commissione Bilancio, presieduta da Massimiliano Pompignoli, che ha fatto il punto sul riordino istituzionale in Emilia-Romagna: la Regione ha portato a termine quanto previsto dalla riforma Delrio e dalle altre norme in materia di riassetto istituzionale varate negli ultimi anni da governi e Parlamento.
    Oltre ad aver assicurato il ricollocamento del personale provinciale, la Regione ha anche trasferito alle Province e alla Città Metropolitana di Bologna le risorse necessarie per garantire la tenuta dei servizi pubblici, anche a fronte dei tagli alla spesa pubblica fatti dai vari governi che si sono succeduti negli ultimi anni.
    “La Regione Emilia-Romagna con la sua legge del 2015 sul riordino istituzionale ha garantito la funzionalità dei servizi delle Province e la tenuta dei posti di lavoro di tutti i dipendenti provinciali. Per le rilevanti funzioni rimaste in capo alle Province e alla Città Metropolitana di Bologna, la Regione Emilia-Romagna ha garantito un flusso di finanziamenti stabile, erogato, prevalentemente, sotto forma di rimborsi, per far fronte agli oneri derivanti dall’esercizio delle residue funzioni amministrative e per la gestione delle risorse strumentali: dal 2020 al 2023 sono stati erogati dalla Regione contributi per 37 milioni di euro”, spiega Calvano, che ricorda come “dopo la bocciatura del referendum del 2016 la situazione delle Province è finita in un limbo. Dal precedente governo e da quello attuale ci saremmo aspettati una svolta, anche il ritorno all’elezione diretta dei presidenti delle Province e dei consiglieri provinciali, sulla quale avevamo dato parere favorevole. Serve chiarezza sulla riforma del Testo Unico degli Enti Locali a cui sta lavorando il ministro dell’Interno”.
    “L’assessore Calvano conferma come la Regione abbia sbagliato ad anticipare norme sulle Province che presupponevano la vittoria del ‘sì’ al “referendum Renzi” del 2016: se ci troviamo in difficoltà è per via di questa fuga in avanti della Regione”, spiega Massimiliano Pompignoli (Lega) per il quale “il Pd era per abolire le Province. Ora, in modo incoerente, sostiene il ritorno all’elezione diretta di presidente e consiglio. Altro aspetto che non ha funzionato è il tentativo di riordino istituzionale proposto dalla nostra Regione in Romagna, dimostrando che la Regione ha usato la Romagna per fare esperimenti istituzionali. Oggi abbiamo visto cosa non ha funzionato nel riordino emiliano-romagnolo. Ora bisogna capire cosa vogliamo fare per il futuro. Condivido l’idea di tornare a eleggere direttamente gli organi di vertice delle Province”.
    “Non condivido le parole del collega Pompignoli perché se negli anni passati la Regione non avesse fatto queste leggi, alla luce del fatto che stava cambiando l’assetto delle Province, ci sarebbero stati molti problemi. Ora serve una scelta nazionale per organizzare in maniera ordinata l’assetto istituzionale di questo Paese”, spiega Luca Sabattini (Pd) per il quale “serve chiarezza per rendere le istituzioni più forti e non solo con lo slogan ‘più vicini al cittadino”, ma lasciando l’autonomia nel livello giusto. Auspichiamo che il nuovo Testo unico degli Enti Locali dia le possibilità di lavorare nel modo corretto”.
    “La legge Delrio è stata una legge scellerata e la Regione vi si è adeguata pedissequamente. Si poteva e doveva fare meglio. Si pensi alla Città Metropolitana di Bologna, dove il Ssindaco di Bologna è d’ufficio sindaco Metropolitano. La Regione avrebbe dovuto procedere nella direzione di garantire i territori periferici a partire dai comuni dell’Appennino”, spiega Michele Facci (Gruppo Misto) per il quale “ora occorre risolvere i problemi, a partire dalla necessità di garantire più eguaglianza fra i territori visto che il riordino istituzionale ha aumentato le diseguaglianze”.
    “Prendo atto che la Regione ammette che sul riordino istituzionale qualcosa non ha funzionato e che si poteva fare e si deve fare qualcosa di meglio: prima della fine di questa legislatura regionale serve una nuova legge che risolva i problemi”, sottolinea Simone Pelloni (Rete civica) che ricorda come “occorre tornare a forme di elezione diretta nelle Province e ragionare su qualcosa del genere nelle Unioni per fare un passo in avanti sul versante democratico con l’obiettivo di far calare gli astensionisti in occasione delle elezioni”.
    “La Regione con la comunicazione di oggi conferma che ci sono state problemi nel riordino territoriale”, è il pensiero di Maura Catellani (Lega) che spiega come “proprio in questi tempi la Provincia di Reggio Emilia ha cambiato il proprio Statuto in modo che il solo Comune di Reggio Emilia potrebbe approvare il Bilancio della Provincia. Si tratta di una scelta che grida politicamente vendetta perché sembra fatta solo perché il centrosinistra ha paura di perdere alcuni comuni che attualmente amministra nel reggiano”.
    (Luca Molinari)

    Governo locale e legalità

    7 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Montevecchi (Lega): istituire la giornata regionale contro abuso e traffico di droga

    Introdurre, anche in Emilia-Romagna, la giornata regionale contro l’abuso e il traffico illecito di droga. A chiederlo con un’interrogazione è Matteo Montevecchi (Lega) precisando che la giornata dovrebbe celebrarsi annualmente, in una data da definire durante il corso dell’anno scolastico, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica al contrasto del traffico e consumo di sostanze illecite, con focus particolare sui rischi per i giovani, conseguenti all’assunzione di tutte le droghe, anche quelledefinite impropriamente leggere.
    “La scarsa percezione della pericolosità e dei rischi connessi all’utilizzo delle sostanze -ha sottolineato il consigliere- rende necessario un nuovo impegno in campagne di comunicazione e informazione capillari. L’esperienza degli ultimi anni per la lotta alla tossicodipendenza ha suggerito di affiancare alle politiche repressive interventi a valenza sociale-sanitaria-educativa”.
    “L’organizzazione della giornata -ha aggiunto- dovrà coinvolgere i Sert, gli enti del Servizio sanitario regionale e le importanti realtà in prima linea nella lotta e nel recupero dalla tossicodipendenza (come San Patrignano), di cui la nostra regione è ricca e che, in tale giornata, dovranno essere stimolate a promuovere, con il supporto delle istituzioni, campagne di sensibilizzazione e strumenti di formazione per le famiglie sull’uso delle nuove sostanze, nonché sulle cause che rischiano di condurre i più giovani a fare uso di sostanze, in raccordo con il mondo scolastico”.
    (Lucia Paci)

    Governo locale e legalità

    7 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Il film sulla strage alla stazione di Bologna in proiezione all’ITC Teatro

    Isabella Conti, sindaca del Comune di San Lazzaro di Savena, Emma Petitti, presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, e Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna insieme sul palco per presentare Quel dolore non è immobile, il film di Giulia Giapponesi sulla strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, realizzato in collaborazione con l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, l’Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione e la casa di produzione Codalunga.
    L’appuntamento è per giovedì 8 febbraio alle ore 20.45 all’ITC Teatro di San Lazzaro di Savena.
    Quel dolore non è immobile racconta la storia di 85 volontari che hanno portato a termine i viaggi che le vittime della strage non hanno potuto completare. Con loro una valigia bianca, testimone di una memoria che continua, consegnata una volta arrivati “a destino” a un passante, una famiglia, un sindaco, raccontando della strage e della persona che hanno simbolicamente portato a destinazione. Il film, infatti, ripercorre le tracce di A destino – 85 viaggi da completare, un progetto dell’Associazione tra i famigliari delle vittime della strage alla Stazione di Bologna del 2 agosto 1980 realizzato con il supporto di Regione Emilia-Romagna Assemblea legislativa, in collaborazione con l’Università di Bologna, BAM! Strategie culturali e Teatro dell’Argine, che ne ha curato la direzione artistica. La scelta di proiettare il film all’ITC Teatro di San Lazzaro deriva proprio dal fatto che il progetto, con i laboratori di teatro e gli incontri con i volontari, ha preso forma e ha iniziato a camminare proprio grazie alla Compagnia del Teatro dell’Argine di San Lazzaro.
    Oltre alle tante voci dei volontari che quel viaggio hanno deciso di intraprendere per onorare la memoria delle vittime, intervengono nel film Micaela Casalboni e Andrea Paolucci, direttori artistici del Teatro dell’Argine, Paolo Bolognesi e Paolo Lambertini dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage, Cinzia Venturoli, storica e docente dell’Università di Bologna, Miriam Ridolfi, assessora del Comune di Bologna che coordinò i soccorsi subito dopo la strage. E proprio dalla frase di Miriam Ridolfi ‘Quel dolore non è immobile’, da lei pronunciata durante quella che è stata la sua ultima intervista, prende spunto il titolo del film.
    Il programma della serata prevede: interventi iniziali e saluti istituzionali di Isabella Conti, sindaca del Comune di San Lazzaro di Savena; Emma Petitti, presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna; Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna; la proiezione del film Quel dolore non è immobile; un incontro con il pubblico e interventi di Cinzia Venturoli e Federica Zanetti, docenti dell’Università di Bologna; Micaela Casalboni, condirettrice artistica del Teatro dell’Argine; Giulia Giapponesi, regista.
    La serata è a cura del Teatro dell’Argine, in collaborazione con Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna.

    Assemblea

    7 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO

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    Bullismo, la garante Giudici: “Necessari mediatori nelle scuole”

    La cultura della mediazione come strumento di gestione dei conflitti fra i giovani, a partire dalle scuole.
    Il tema è al centro di un progetto, che vede il coinvolgimento della garante regionale dell’infanzia e dell’adolescenza dell’Emilia-Romagna Claudia Giudici, oltre a quella del Piemonte Ylenia Serra, che ha l’obiettivo di coinvolgere il numero più elevato possibile di studenti emiliano-romagnoli e piemontesi. Del progetto si è parlato oggi, in occasione della giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, in un incontro organizzato dall’associazione EssereUmani. Al centro dell’incontro il contributo di Agnese Moro e le esperienze raccontate da diverse scuole.
    “Tutte le dinamiche conflittuali, in particolare quelle che riguardano fenomeni di bullismo, se non vengono affrontate celermente rischiano di degenerare: quando ci si rende conto del problema, spesso l’escalation ha già raggiunto un livello tale da rendere difficile, se non impossibile, il ristabilirsi di una situazione pacifica”, ha commentato la garante dei minori Claudia Giudici.
    “Una prospettiva riparativa e relazionale – ha sottolineato la garante – è senza dubbio la via maestra: attraverso l’incontro con l’altro il giovane che sbaglia si rende conto e prende consapevolezza dell’errore commesso, mentre la vittima trova un suo spazio, si sente ascoltata e compresa e questo può aiutare il suo percorso di recupero”.
    Inoltre, ha concluso Claudia Giudici, “si favorisce la ricostruzione della coesione sociale e si contribuisce ad aumentare il senso di sicurezza, in particolare all’interno delle comunità educanti. Serve, quindi, che nelle scuole siano attive figure di mediazione per affrontare il problema sul nascere”.
    Alla diffusione dell’evento in Emilia-Romagna ha contribuito anche l’Ufficio scolastico regionale.
    (Cristian Casali)

    Parità, diritti e partecipazione

    7 Febbraio 2024 LEGGI TUTTO