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    Giornata Alzheimer, la cultura che cura: l’esperienza dell’Emilia-Romagna

    La cultura che cura. Terapia della reminiscenza, scatole della memoria, testi letterari per mantenere viva la creatività: sono metodi e strumenti che oggi iniziano a trovare applicazione anche in Emilia-Romagna per il trattamento dell’Alzheimer e per favorire il benessere degli anziani con disturbi cognitivi. Il tutto mosso dalla consapevolezza che le esperienze culturali possono avere un ruolo importante nell’integrazione alle pratiche di cura, soprattutto nei casi di anziani con demenza e Alzheimer.
    Se ne è parlato nel corso della conferenza “Prospettive ed esperienze diverse sul tema delle Malattie Degenerative” svoltasi quest’oggi in Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna in occasione dell’inaugurazione di “Memoria di me”, mostra fotografica di Marco Menozzi in viale Aldo Moro in occasione della Giornata dell’Alzheimer.
    A introdurre la conferenza è stata la presidente della commissione Politiche per la Salute Ottavia Soncini. “In Emilia-Romagna si lavora insieme, in sinergia, con cittadini e famiglie che si trovano a dover affrontare la malattia e ad assistere chi ne è affetto. Dieci anni fa la nostra Regione è stata la prima in Italia a riconoscere la figura del caregiver che di recente abbiamo rafforzato, con l’istituzione di un fondo regionale e l’introduzione di misure specifiche. I numeri legati alle demenze sono in aumento e occorre lavorare sullo stigma e sulla paura di chiedere aiuto, per far capire alle persone che non sono sole. La sanità è cura ma la salute è un concetto ampio che coinvolge il benessere psico-fisico della persona, incluse le relazioni sociali: qui c’è una rete che lavora, che cammina unita in questo viaggio”.
    Simonetta Cavalieri di AIMA Reggio Emilia ha sottolineato l’importanza delle associazioni “che nascono per sostenere le famiglie con la loro vicinanza e laddove le istituzioni non arrivano”. “Lavoriamo per conservare le competenze di chi è affetto da demenza, affinché avvertano anche l’esistenza di una rete di amicizia. Ciò che chiediamo alle istituzioni è ascolto e per questo sono particolarmente contenta di questa iniziativa”, ha affermato Cavalieri.
    Sara Uboldi dell’associazione Pre Texts Social Lab, ha parlato del programma “Archivi e Salute” in collaborazione con l’Archivio di Stato di Modena e dell’applicazione del protocollo pre texts, sviluppato ad Harvard. Un protocollo “grazie al quale il testo letterario diventa pretesto per diffondere la pratica della lettura inducendo un apprendimento che viene percepito come spontaneo”.
    Vanda Menon, geriatra del Centro disturbi cognitivi e demenze nei distretti di Carpi e Modena, invita alla riflessione. “Pensatevi tra 30 anni. Pensarsi anziani non è un esercizio facile perché è parte di una vita che non conosciamo se non parzialmente e attraverso la visione altrui”. Entra nel dettaglio del progetto Archivi e Salute e della sperimentazione della “scatola della memoria” che ha portato nei luoghi di cura i tesori dell’Archivio di Stato di Modena, foto, riproduzioni, documenti da usare per laboratori creativi.  “Un vero kit di pronto soccorso culturale, esercizi che vengono proposti a persone anziane con difficoltà cognitive”, spiega Menon. “Siamo partiti con la terapia della reminiscenza per far emergere buoni ricordi e attualizzarli nel dialogo. Poi abbiamo capito che dovevamo andare oltre”. Le scatole della memoria, distribuite in diversi centri di cura per anziani, “servono per inserire al loro interno i propri ricordi sollecitati, per esempio, dalla visione di una antica carta geografica della propria città. E’ la storia collettiva che dialoga con la propria storia personale”.
    (Brigida Miranda)

    Sanità e welfare

    10 Settembre 2024 LEGGI TUTTO

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    Bilancio. La commissione discute il Defr

    Governo locale e legalità

    10 Settembre 2024

    I lavori saranno trasmessi in diretta streaming su sito dell’Assemblea legislativa all’indirizzo www.assemblea.emr.it

    L’aggiornamento del Documento di economia e finanza regionale (Defr), il Bilancio consolidato della Regione e la richiesta di esercizio provvisorio per il Bilancio di previsione.
    Questi i temi all’ordine del giorno della commissione Bilancio che si riunisce mercoledì 11 settembre alle ore 14.30.
    I lavori saranno trasmessi in diretta streaming su sito dell’Assemblea legislativa all’indirizzo www.assemblea.emr.it.

    Governo locale e legalità

    10 Settembre 2024 LEGGI TUTTO

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    Strage di Bologna: “Quel dolore non è immobile” protagonista a “Onirica Film Festival” di Carrara

    “Quel dolore non è immobile” protagonista di Onirica Film Festival, la rassegna cinematografica che si tiene a Carrara venerdì 13 settembre alle ore 20.30 nei locali del Nuovo Cinema, in via Verdi a Carrara.
    Proiettato per la prima volta in Piazza Maggiore a Bologna il 1 agosto 2023, “Quel dolore non è immobile”, per la regia di Giulia Giapponesi, è stato realizzato dall’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna in collaborazione con  l’Associazione fra i familiari delle vittime della strage alla stazione e la casa di produzione Codalunga: il film racconta la storia degli 85 volontari che hanno portato a termine i viaggi che le vittime della strage non hanno potuto completare. I volontari hanno compiuto il viaggio portando con sé una valigia bianca, testimonianza di una memoria che continua. Una volta arrivati “a destino”, i volontari hanno consegnato la valigia a un passante, a una famiglia, a un sindaco, raccontando della strage e della persona che hanno simbolicamente portato a destinazione.
    Il film, la cui durata è 64 minuti, ripercorre le tracce del progetto “A destino – 85 viaggi da completare”, sostenuto nel 2022 sempre dall’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna in collaborazione con il Teatro dell’Argine e Bam! Strategie culturali.
    “Quel dolore non è immobile” è disponibile gratuitamente sulle piattaforme Raiplay e Lepida Tv.
    Oltre alle tante voci dei volontari che quel viaggio hanno deciso di intraprendere per onorare la memoria delle vittime, nel film intervengono Micaela Casalboni e Andrea Paolucci, direttori artistici del Teatro dell’Argine, Paolo Bolognesi e Paolo Lambertini, dell’Associazione fra i familiari delle vittime della strage, Cinzia Venturoli, storica e docente dell’Università di Bologna, Miriam Ridolfi, assessora del Comune di Bologna che coordinò i soccorsi subito dopo la strage. E proprio da una frase di Miriam Ridolfi prende spunto il titolo del film, riprendendo l’affermazione “Quel dolore non è immobile” da lei pronunciata durante quella che è stata la sua ultima intervista, prima della morte avvenuta nel 2023.
    Sito Onirica film festival: www.oniricafilmfestival.com

    Assemblea

    9 Settembre 2024 LEGGI TUTTO

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    Gibertoni (Misto): sul trasporto pubblico serve cambiare rotta, risorse inadeguate

    “Serve cambiare l’approccio nella gestione del trasporto pubblico locale, a partire dai bacini gestiti da Seta e fra questi in particolare quello di Modena”.
    Il monito arriva, con un’interrogazione rivolta alla giunta regionale, da Giulia Gibertoni, (Gruppo Misto), che, nello specifico, sollecita “maggiore cura e risorse adeguate al personale, in particolare garantendo contratti di secondo livello che rendano nuovamente attrattiva la figura dell’autista del trasporto pubblico”.
    La consigliera presenta l’ennesimo atto sul tema, rilevando che, come riportato dai media locali, “a inizio giugno un autista si è dimesso da Seta (bacino di Modena), dopo 7 anni di lavoro, per il compenso basso, la gestione inadeguata dei turni e la scarsa attenzione dell’azienda ai problemi dei lavoratori”.
    Nell’atto si riporta l’intervista all’autista: “Negli ultimi quattro anni la gestione di noi dipendenti è davvero degenerata, sono state tante le motivazioni che mi hanno spinto a fare pace con me stesso e abbandonare il mio lavoro dei sogni. Primo fra tutti sicuramente il fatto che per fare questo mestiere ho dovuto sacrificare tanto della mia vita privata. Chiedevano di fare turni folli, ‘dall’alba al tramonto’, come mi piace chiamarli … io appartenevo al deposito di Sassuolo, ma difficilmente riuscivo a sostare a casa mia per pranzo. I turni ‘alba-tramonto’ erano fisicamente e mentalmente stressanti. Se mi capitava di fare durante la mattinata due corse a Modena, poi ero costretto a restare fermo lì per ore in attesa delle corse successive che mi spettavano. Negli ultimi anni durante queste pause ci veniva chiesto di coprire corse straordinarie a causa della mancanza di personale, specialmente per le linee dirette al Policlinico e Baggiovara, che sono molto attive. Molti lavoratori accettavano, superando spesso i limiti di ore settimanali per gli straordinari. Era sempre così, qualche corsa e poi delle lunghe soste spesso da solo. Fino a sera. Non avevo più spazi per bilanciare il lavoro e la mia vita personale. E anche se li avevo, facevo fatica ad organizzarmi a causa dell’assegnazione dei turni, che gran parte delle volte non ci venivano comunicati nemmeno con 24 ore di preavviso… Parliamo di stipendi bassi per la maggior parte di noi dipendenti. A noi neo guidatori pagavano meno: facendo gli straordinari potevamo arrivare a guadagnare 1.300 euro circa. Non di più. Ma gli screzi fra i membri del personale non nascevano dai salari. Per l’azienda era più conveniente assegnare i turni più difficili a noi che eravamo stati assunti dopo il 2012, perché gli costavamo meno pur facendo di più. Alla lunga è iniziato a diventare frustrante. Mi sono sempre battuto per i diritti di noi lavoratori, e continuo a farlo anche adesso, sperando che le mie parole possano ancora sensibilizzare qualcuno. L’ho fatto per mezzo dei sindacati, protestando più volte, e mostrando tutto il mio dissenso su determinate dinamiche finché ho potuto. Il 29 di maggio, durante l’ultimo incontro che ho avuto con la società, prima delle mie dimissioni, ho letto pubblicamente un discorso in cui elencavo le ragioni delle mie dimissioni e spiegavo i motivi per cui c’è carenza di autisti. Una volta che mi sono rimesso a sedere perché avevo finito di parlare, mi è stato detto solo ‘e per chi vai a lavorare se ti licenzi?’. Ecco, lì ho capito molte cose e non sono tornato indietro sulla mia decisione iniziale di mollare tutto e cambiare completamente mestiere.”
    “Questo caso – rimarca Giulia Gibertoni – è solo l’ultimo di una serie di episodi legati alla mancanza, a partire da Modena, di personale, in particolare autisti, tanto che a gennaio sono state cancellate 46 corse”. “Le iniziative introdotte da Seta per far fronte alla grave carenza di personale – aggiunge – si sono rivelate inefficaci, con il risultato che la riduzione complessiva della capacità di trasporto arriverà fra pochi giorni al 20 per cento: un taglio così pesante dei mezzi pubblici comporterà gravi disservizi per gli utenti, a partire dagli studenti, che abitualmente utilizzano il servizio e sicuramente disincentiverà altri cittadini ad avvicinarsi a questa modalità di trasporto”. “Sui lavoratori del settore del trasporto pubblico – evidenzia la capogruppo – si riversano nella nostra regione tutte le conseguenze di un servizio che fa acqua da tutte le parti, costringendoli a sempre più pesanti carichi di lavoro, con il mancato rispetto delle più basilari normative sulla sicurezza e sui tempi di riposo, a cui si aggiungono la già gravosa responsabilità connaturata alla mansione e le penalizzazioni economiche dettate da contratti inadeguati”. “Servono più risorse per il settore”, conclude.
    (Cristian Casali)

    Infrastrutture e trasporti

    9 Settembre 2024 LEGGI TUTTO

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    Zamboni (Europa Verde): tutelare la vegetazione sul fiume Secchia

    Ambiente e territorio

    9 Settembre 2024

    Con un’interrogazione la consigliera chiede di realizzare nuove piantumazioni compensative a fronte degli interventi effettuati da AIPO

    Garantire la massima conservazione della vegetazione sul fiume Secchia. La consigliera Silvia Zamboni (Europa Verde) chiede alla Regione che l’intervento nella cassa di espansione sul fiume “risulti ambientalmente compatibile”.
    “Il 7 agosto 2020 l’Agenzia Interregionale per il fiume Po (AIPO) ha presentato alla Regione Emilia-Romagna istanza per avviare il Procedimento Autorizzatorio Unico di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) sul progetto di intervento nella cassa di espansione sul fiume Secchia. All’interno del Progetto Definitivo e nello Studio di incidenza – sottolinea Zamboni – è indicata una tipologia di opere che mitigano e compensano da un punto di vista ambientale l’alterazione dei luoghi in considerazione della presenza di habitat naturali di pregio. Inoltre, all’interno dei documenti si afferma che la sottrazione di tali habitat verrà dunque compensata”.
    Zamboni spiega che “molti media locali hanno riportato la notizia, supportata anche da fotografie, che l’area boschiva oggetto degli interventi effettuati da AIPO è stata letteralmente rasa al suolo, creando una vastissima landa desolata. I tecnici del Comitato hanno calcolato che sono stati abbattuti circa 5 mila alberi (di almeno 40 anni di età) per una superficie complessiva di 15 ettari”.
    La consigliera chiede alla giunta se siano state rispettate “le prescrizioni previste nel Provvedimento Autorizzatorio Unico per garantire la massima conservazione della vegetazione presente nell’area d’intervento e per realizzare nuove piantumazioni compensative nonché il ripristino dei percorsi per la fruizione a piedi e in bicicletta della Riserva naturale e del SRN 2000″.
    (Giorgia Tisselli)

    Ambiente e territorio

    9 Settembre 2024 LEGGI TUTTO

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    Bargi (Lega): fare chiarezza sui lavori al Parco fluviale del Secchia

    Ambiente e territorio

    9 Settembre 2024

    Il leghista: “La Regione risani l’eventuale danno ambientale”

    Fare chiarezza sui lavori di messa in sicurezza del Parco fluviale del Secchia e rimediare ai danni ambientali prodotti. A chiederlo, in un’interrogazione, è Stefano Bargi (Lega).
    “Nel febbraio di quest’anno sono stati annunciati i primi lavori del piano di interventi sulla Cassa di espansione del fiume Secchia, al confine tra le province di Modena e Reggio Emilia, finanziati con fondi Pnrr-Next Generation Eu, per un importo totale di 27 milioni di euro, con ente committente AiPo (Agenzia interregionale per il fiume Po)”, spiega Bargi per il quale “dopo le polemiche dei giorni scorsi in merito all’intervento del taglio degli alberi all’interno della Riserva naturale e del sito Rete Natura 2000 ‘Cassa di espansione del Fiume Secchia’, il gestore Ente Parchi Emilia Centrale ha annunciato la sospensione degli eventi a tempo indeterminato, sollecitando le verifiche tecniche con AiPo e Regione Emilia-Romagna per accertare l’entità degli interventi finora realizzati rispetto al progetto originario”.
    Per Bargi “stando alle denunce degli ambientalisti e dei comitati modenesi sarebbero stati abbattuti 50 ettari di foresta fluviale, eccedendo notevolmente l’intervento di rimozione del sedimento di terreno che si era depositato dinanzi alla diga e causando quindi un danno ambientale notevole. Inoltre, il rialzo degli argini non sarebbe sufficiente a garantire la sicurezza idraulica che necessita dell’abbattimento della diga in cemento armato e della sua successiva ricostruzione e allargamento verso Rubiera”.
    Da qui l’atto ispettivo per sapere dall’amministrazione regionale “quale sia l’esito delle verifiche tecniche e procedurali relative all’entità degli interventi realizzati nel Parco fluviale del Secchia rispetto al progetto autorizzato nei procedimenti VIA e se siano state rispettate le prescrizioni con cui si è chiuso il procedimento autorizzativo unico di valutazione di impatto ambientale del progetto”. Fra le altre richieste c’è anche quella di fare chiarezza sul soggetto su cui ricadrebbero le responsabilità di una eventuale violazione dei progetti e quali iniziative la Regione intenda intraprendere per risanare l’eventuale danno ambientale nell’area.
    (Luca Molinari)

    Ambiente e territorio

    9 Settembre 2024 LEGGI TUTTO

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    Gibertoni (Misto): basta uccisioni di nutrie, praticare la sterilizzazione

    Ambiente e territorio

    6 Settembre 2024

    Presentata un’interrogazione per chiedere alla giunta di prendere in esame metodi non cruenti per controllare il numero di esemplari presenti sui territori regionali

    Basta alle uccisioni di massa delle nutrie con le armi da fuoco, lasciando perdere una volta per tutte l’idea irrealizzabile e primitiva di uno sterminio continuo e senza risultati nel lungo periodo. Lo chiede Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) con un’interrogazione in cui evidenzia come “l’eradicazione della nutria non sia possibile”.
    “Il controllo con metodi ecologici -ha sottolineato la consigliera- non viene, ormai, nemmeno preso in considerazione, così come non si tutela quello che più volte si è dimostrato essere un predatore della nutria, cioè la volpe, che potrebbe essere esclusa tassativamente, a questo fine, dall’attività venatoria. Inoltre, la nutria sembrerebbe essere diventata la fonte di alimento principale per il lupo e quindi andrebbe preservata per non danneggiare le risorse trofiche di questa importante specie protetta. Laddove sono stati avviati progetti di sterilizzazione, come avvenuto ad esempio a Castello d’Argile (Bologna), si è dimostrato che è possibile individuare soluzioni incruente ed efficaci di convivenza con la nutria senza ricorrere a soluzioni estreme e crudeli”.
    Da qui l’atto ispettivo per chiedere alla giunta “di adottare un approccio realistico e scientifico che conduca alle migliori strategie di convivenza con questo animale selvatico introdotto in Italia dall’uomo, prevenendo al massimo i danni e utilizzando metodi incruenti quali la sterilizzazione”.
    (Lucia Paci)

    Ambiente e territorio

    6 Settembre 2024 LEGGI TUTTO