Violenza psicologica sulle donne
Come riconoscere una violenza psicologica e come uscirne
Quando si parla di violenza nel mondo femminile bisogna tenere conto che non esiste solo quella fisica. C’è infatti un’altra forma, più subdola forse, ma non per questo meno grave: si tratta della violenza psicologica sulle donne.
Anche in questo caso i dati sono preoccupanti e sottolineano come, nonostante i grandi passi avanti compiuti negli ultimi anni, si stia ancora affrontando un fenomeno problematico, per il quale bisogna mettere in atto tutte le contromisure necessarie a livello legislativo, culturale e sociale.
D.i.Re, la rete italiana dei centri antiviolenza, che può contare su oltre 80 sedi diffuse su tutto il territorio nazionale, ha di recente condotto un’analisi comparata tra i dati Istat e quelli raccolti tramite le loro strutture. Emerge in maniera evidente come la forma di violenza maggiormente subita sia proprio quella psicologica, che riguarda il 73,6% dei casi. Seguono i soprusi fisici (62,1%), quelli economici (30,7%), lo stalking (16,1%) e la violenza sessuale (13,5%).
Violenza psicologica sulle donne: un fenomeno da non sottovalutare
C’è anche un altro aspetto da non far passare in secondo piano quando si parla di violenza psicologica sulle donne, come ha sottolineato la presidentessa di D.i.Re, Lella Palladino: la “violenza fisica è episodica, e non sempre cronicizzata, mentre la violenza psicologica è quotidiana, fatta di denigrazione, svalutazione e umiliazioni continue. […] Il punto è capire che il problema è il potere, la sopraffazione, l’intenzione degli uomini di mettere un limite alla vita delle donne”.
I segnali per riconoscere la violenza psicologica
Violenza psicologica sulle donne: come riconoscerla? Una domanda sempre più attuale e che, purtroppo, non ha una risposta semplice o univoca. Proprio perché meno visibile, questo fenomeno viene spesso sminuito, negato o, nei casi peggiori, nascosto dalle vittime stesse. Queste ultime in molti casi vivono da tempo una dinamica di coppia problematica e disfunzionale e hanno finito per considerare alcuni comportamenti inaccettabili come “normali” all’interno del proprio rapporto.
Nonostante non sia sempre facile riconoscere gli episodi di violenza psicologica sulle donne, ci sono però alcuni comportamenti anomali che vanno considerati come dei veri e propri campanelli d’allarme. Se il partner quotidianamente mette in atto uno o più dei seguenti atteggiamenti, che sono tra i più comuni, è molto probabile che stia esercitando un abuso.
- Svalutazione: attraverso una continua serie di critiche, che vanno dall’abbigliamento al modo di vivere, che sono infondate e hanno l’obiettivo di umiliare.
- Silenzio: attraverso l’indifferenza e l’interruzione della comunicazione, si creano senso di colpa e inadeguatezza, che aprono la strada ad ansia, disagio e insicurezza.
- Atteggiamenti passivo-aggressivi: comportamenti ambigui che si manifestano attraverso indifferenza, cattivo umore e risposte aggressive, che fanno sentire la donna in colpa e inadeguata.
- Gelosia patologica: si tratta di una forma di gelosia morbosa, ossessiva e non giustificata da dati oggettivi. L’obiettivo è quello di far credere alla donna di essere “proprietà” dell’uomo.
- Controllo: può avvenire con il monitoraggio di spostamenti, conversazioni telefoniche e chat personali, in modo indiretto tramite domande – spesso insistenti – oppure diretto tramite una violazione della privacy personale, ad esempio sottraendo il cellulare della donna senza il suo consenso per spiarne le attività.
- Discredito delle persone vicine: il partner denigra famigliari, amici e conoscenti della donna, così da allontanarli da loro e isolarla.
- Ricatti e minacce: possono essere esplicite o meno e hanno l’obiettivo di rendere la vittima succube delle richieste e dei desideri del partner.
Violenza psicologica: dove trovare l’aiuto necessario?
Una volta riconosciuto il problema della violenza psicologica sulle donne, cosa fare? Prima di tutto bisogna capire e accettare che un rapporto basato su atteggiamenti distruttivi e svilenti non è rapporto né sano né normale e che non c’è la possibilità di migliorarlo in futuro. Una situazione diffusa, infatti, è proprio quella che vede la vittima sperare che con i propri sforzi e con il passare del tempo la propria condizione cambi e le violenze cessino o diminuiscano.
Inoltre, bisogna prendere consapevolezza che chiedere aiuto è un atto non solo doveroso, ma anche coraggioso e può davvero cambiare la vita.
Quindi per superare le forme di violenza psicologica è necessario:
- riconoscere di avere un problema senza minimizzarlo o sottostimarlo;
- parlarne a qualcuno: prima con le persone fidate, poi con un esperto, ad esempio uno psicologo o uno psicoterapeuta;
- mettersi al primo posto e cominciare un processo di “rinascita” che prenda il via dai propri reali bisogni e desideri;
- ricostruire la propria autostima;
- lasciare il partner violento.
Quando si affronta per la prima volta il problema è sempre consigliabile rivolgersi ad alcune strutture preparate per fornire tutto il supporto, sia psicologico sia legale, in questo percorso delicato ma necessario. Le più importanti sono:
- consultori;
- centri antiviolenza;
- il Telefono Rosa antiviolenza e antistalking 1522.
Sapere di non essere sole davanti a questa situazione è il primo, fondamentale passo per uscirne.
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