More stories

  • in

    Giovani detenuti aggrediscono agenti al Beccaria di Milano 

    Ancora tensione nel carcere minorile Beccaria di Milano. Secondo quanto riferito dal Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria) alcuni detenuti hanno dato fuoco a un materasso e aggredito degli agenti.PUBBLICITA

    Alfonso Greco, segretario per la Lombardia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, ha raccontato: “Questa volta i fatti sono avvenuti nella notte.
    Tutto e’ successo perche’ un detenuto aveva la tosse: a mezzanotte gli hanno procurato lo sciroppo ma lo ha rifiutato! Poi un gruppo di detenuti hanno incendiato un materasso e quando il poliziotto ha aperto la cella per intervenire, i ristretti lo hanno accerchiato e picchiato.
    Gli hanno rotto il labbro, la testa e spruzzato l’estintore in faccia! Sono scesi, hanno colpito altri colleghi e hanno preso le chiavi e sono usciti all’aria! Sicuro volevano evadere! E’ arrivato supporto anche dai vigili del fuoco, polizia e carabinieri.

    Tre detenuti inviati in ospedale, rientrati all’Ipm entro due ore mentre i poliziotti feriti sono sei, quello picchiato, uno con trauma cranico e gli altri intossicati”.*
    Collaboratore di lunga data di Cronache della CampaniaDa sempre attento osservatore della società e degli eventi.Segue la cronaca nera. Ha collaborato con diverse redazioni. LEGGI TUTTO

  • in

    Mafia, due imprenditori arrestati a Milano. Per Dda sono vicini ai clan

    Due imprenditori sono stati arrestati dalla Direzione Investigativa Antimafia (DIA) di Milano con l’accusa di essere collegati al clan mafioso dei Barcellonesi, un’organizzazione criminale legata alla cittadina di Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina. Il provvedimento di arresto è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano.PUBBLICITA

    Secondo le indagini, i due imprenditori avrebbero creato società nel settore edile con sede nel capoluogo lombardo, facilitando l’operatività di imprese riconducibili a Cosa Nostra. Già noti alle forze dell’ordine per precedenti misure di prevenzione patrimoniale, gli arrestati sono accusati di aver orchestrato condotte fraudolente finalizzate all’intestazione fittizia di diverse società aggiudicatarie di appalti pubblici su tutto il territorio nazionale. Alcuni di questi appalti, di notevole valore economico, sono finanziati con fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

    Una volta ottenuta l’aggiudicazione delle commesse, spesso in associazione temporanea con altre imprese, le società riconducibili agli indagati affidavano l’esecuzione materiale dei lavori ad altre società, anche situate in Calabria. L’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Milano, in collaborazione con il Gruppo d’Investigazione sulla Criminalità Organizzata (GICO) del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza, ha portato al sequestro preventivo di compendi aziendali, immobili e conti correnti per un valore complessivo di cinque milioni di euro. Le misure sono state eseguite in diverse regioni italiane, coinvolgendo le Fiamme Gialle di Roma, Catania, Messina, Firenze, Napoli e Catanzaro.
    Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

  • in

    Ricercato per due violenze sessuali nel Milanese, 20enne arrestato a Formia

    Nella serata di lunedì, a Formia, i carabinieri del Norm della Compagnia cittadina, in collaborazione con i colleghi della Stazione di Trezzano sul Naviglio, in provincia di Milano, hanno tratto in arresto un 20enne di nazionalità egiziana, residente in un paesino della provincia di Pesaro e Urbino. Da alcuni giorni sul giovane pendeva un ordine […] LEGGI TUTTO

  • in

    Morto suicida Franco Anelli, rettore della Cattolica di Milano

    Morto suicida Franco Anelli, il rettore dell’Università Cattolica di Milano: aveva 60 anni.
    Secondo le indagini condotte dai Carabinieri e dal medico legale, il decesso è stato causato da un atto suicida. Anelli si è lanciato dal sesto piano dell’edificio in cui risiedeva nel centro di Milano. Le autorità hanno escluso l’intervento di terzi.
    “La Comunità dell’Università Cattolica e della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS sono profondamente addolorate per questa perdita”, si legge in una nota dell’ateneo. “Esprimiamo le nostre più sentite condoglianze alla madre e ai cari del Rettore Anelli”.
    Nato a Piacenza, Anelli era Rettore dell’Università Cattolica dal 1° gennaio 2013 ed era al terzo mandato. Laureato in Giurisprudenza presso la stessa università, ha ricoperto numerosi incarichi accademici, tra cui quello di Prorettore e Prorettore Vicario. Era inoltre ordinario di Istituzioni di Diritto Privato presso la Facoltà di Giurisprudenza.
    Oltre al suo impegno universitario, Anelli era Vice-Presidente della Fondazione E4Impact e membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Policlinico Universitario “A. Gemelli” IRCCS e di “Avvenire Nuova Editoriale Italiana S.p.A.” LEGGI TUTTO

  • in

    IL CASO Maltrattamenti e torture nel carcere per minorenni di Milano, 13 arresti

    Una svolta inquietante emerge dal carcere minorile ‘Cesare Beccaria’ di Milano, dove tredici agenti della Polizia Penitenziaria sono stati arrestati accusati di maltrattamenti e torture nei confronti dei giovani detenuti. L’operazione, condotta dalla Polizia di Stato insieme al Nucleo Investigativo Regionale per la Lombardia della Polizia Penitenziaria, fa seguito all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare che colpisce dodici agenti attualmente in servizio e uno già ritirato.Le accuse, mosse dalla Procura della Repubblica di Milano, coprono un arco temporale che inizia nel 2022 fino ai giorni nostri. Gli agenti sono imputati di una serie di gravi reati che includono maltrattamenti aggravati in danno di minori, sia attivi che per omissione, e persino tortura, resi ancora più gravi dall’abuso di potere e dalla condizione di minorata difesa delle vittime. Altri reati contestati includono lesioni personali, falso ideologico, e in un caso, tentata violenza sessuale su un detenuto.
    In aggiunta agli arresti, sono state applicate misure cautelari che prevedono la sospensione dall’esercizio di pubblici uffici per altri otto dipendenti dello stesso corpo, portando a riflettori puntati sull’intera gestione dell’istituto. Le indagini sono ancora in corso e si attendono ulteriori sviluppi mentre la comunità cerca risposte e giustizia per i giovani che hanno subito abusi sotto la custodia dello Stato. LEGGI TUTTO