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Mobbing sul lavoro

Mobbing sul lavoro: cosa fare?

Come reagire in caso di violenza psicologica

Mobbing sul lavoro

Oggi si parla molto – ma mai abbastanza – di violenza domestica. Purtroppo, però, sono numerosi anche gli episodi di vessazioni sul posto di lavoro. Gli ultimi dati disponibili, a cura dell’Ispesl, risalgono a qualche anno fa e parlano di circa un milione e mezzo di lavoratori italiani vittime di mobbing. Ad essere colpite sono soprattutto le donne (52%), specialmente nella pubblica amministrazione (70%). 

Non solo fra pari, ma anche “dall’alto”

Ma cosa si intende, nello specifico, quando si parla di mobbing sul lavoro? Si tratta di un insieme di comportamenti aggressivi, sia fisici che verbali, esercitati da un gruppo o da una singola persona nei confronti di un lavoratore: insomma, una vera e propria vessazione sul lavoro. Nel caso particolare che sia il datore di lavoro a tenere comportamenti di questo tipo nei confronti di un sottoposto, si usa il termine di “bossing”. I numeri a disposizione offrono un quadro limitato del fenomeno: sono tantissimi, infatti, i casi in cui è la stessa vittima di mobbing ad arrivare a considerare come parte della propria quotidianità lavorativa comportamenti come prese in giro e piccoli dispetti, non riconoscendo che sono pratiche che possono essere denunciate.

vessazione sul lavoro

Quando si può parlare di mobbing

La lista dei comportamenti che possono rientrare nel mobbing è molto ampia: diffamazioni, pressioni o molestie psicologiche, offese personali, critiche immotivate e atteggiamenti ostili, denigrazione fisica della persona, offese, esclusione e marginalizzazione dell’attività lavorativa, demansionamento e attribuzione di compiti eccessivi tali da compromettere la serenità e le condizioni psicologiche del lavoratore, oltre che discriminazioni di genere, di razza, lingua e religione. 

Chi si riconosce vittima di queste pratiche, quindi, sta vivendo una situazione di mobbing sul lavoro. Ma come dimostrarlo? La premessa per attuare una strategia di difesa è la trascrizione precisa di tutti gli episodi di vessazione a cui si è sottoposti: riportare date e orari precisi, infatti, costituisce una buona base per la denuncia. Il secondo passo da compiere – altrettanto importante – è la ricerca di testimoni, che va effettuata prima tra gli ex dipendenti. Questo perché trovare qualcuno disposto a giocarsi la faccia fra gli attuali colleghi potrebbe essere più difficile, per la paura di ripercussioni. Successivamente è consigliabile rivolgersi a Asl, ospedali o medici specialisti, che si occupano di diagnosticare il disagio psico-fisico vissuto. 

Mobbing sul lavoro a chi rivolgersi

A chi rivolgersi in caso di mobbing

Razionalmente sono questi i passi da compiere, ma come in tutte le situazioni così delicate, la verità è che nella maggior parte dei casi la vittima fatica a trovare la forza per reagire. È importante che chi subisce azioni di mobbing sul lavoro sappia a chi rivolgersi, per uscire dal tunnel di quella che è riconosciuta come una vera e propria forma di violenza. Le strade da percorrere possono essere diverse, ma il consiglio è quello di individuare dei consulenti esperti in materia. 

Per questo esistono specifici sportelli e centri pubblici antimobbing, istituiti dalle Regioni: si tratta di strutture in costante aumento, presenti in Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto. Sono presenti capillarmente sul territorio anche alcuni sportelli gestiti da associazioni o sindacati: anche questi offrono consulenza legale e psicologica e supportano la vittima di mobbing nel suo percorso di denuncia. 

Un buon esempio è quello del Ciam – Centro Italiano Antimobbing che, con diverse sedi in tutta Italia, offre consulenza e assistenza medico legale, oltre che a sensibilizzare aziende e professionisti sul tema attraverso corsi e seminari. Il Ciam offre anche una consulenza gratuita e informale online, accessibile attraverso un semplice form, disponibile a questo link: http://www.ciam-mobbing.it/consulenza-online

La presenza di questi centri è fondamentale per le vittime di mobbing perché, prima di tutto, non si sentono sole, ma vengono guidate in un percorso che permette loro di affrontare con coraggio una situazione così delicata come quella della violenza psicologica sul lavoro. Un lieto fine è sempre possibile, per chi sa di non essere solo in questa battaglia. 

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