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    Rabbit R1 , il futuro dopo gli smartphone è arrivato

    Con Rabbit R1 l’era degli smartphone come l’abbiamo conosciuta sta per affrontare una sfida rivoluzionaria con l’arrivo del Rabbit R1, un dispositivo AI che promette di ridisegnare il panorama tecnologico. Rabbit R1 non è solo un nuovo gadget sul mercato; è una visione completamente rinnovata di come la tecnologia può integrarsi nella nostra vita quotidiana.Rabbit R1, il design e l’innovazione
    Il Rabbit R1 è un prodotto della startup californiana Rabbit Inc., e si distingue per il suo design accattivante e funzionale. Collaborando con Teenage Engineering, famoso per i suoi dispositivi audio innovativi, il Rabbit R1 combina estetica retrò e tecnologia all’avanguardia. Il dispositivo è piccolo, leggero e portatile, somigliante a un Tamagotchi per dimensioni e forma, e dispone di un display touchscreen da 2,88 pollici, un pulsante push-to-talk e una ruota di scorrimento per facilitare la navigazione.
    Rabbit R1, Intelligenza Artificiale e funzionalita’
    Al cuore del Rabbit R1 c’è Rabbit OS, un sistema operativo basato sul Large Action Model (LAM), che comprende e processa comandi in linguaggio naturale. Questo permette agli utenti di eseguire una vasta gamma di attività, come ascoltare musica, prenotare viaggi, ottenere indicazioni stradali, e molto altro, semplicemente attraverso comandi vocali. Inoltre, la telecamera rotante “rabbit eye” arricchisce l’esperienza con capacità avanzate di computer vision.
    Rabbit R1, privacy e sicurezza
    In un’epoca in cui la privacy e la sicurezza dei dati sono di vitale importanza, Rabbit ha progettato l’R1 con queste preoccupazioni in mente. Il dispositivo non memorizza le credenziali di terze parti e opera su un modello di sicurezza e privacy che rispetta pienamente l’utente. La telecamera e il microfono sono progettati per attivarsi solo su richiesta, offrendo un ulteriore livello di tranquillità.
    Rabbit R1, prestazioni e connettività
    Il Rabbit R1 è dotato di un processore MediaTek Helio P35, 4 GB di memoria e 128 GB di storage. Offre opzioni di connettività Wi-Fi e cellulare, e la batteria è progettata per durare tutto il giorno. Queste specifiche tecniche lo rendono non solo un compagno digitale di tutti i giorni, ma anche un potente strumento di lavoro.
    Rabbit R1, l’impatto sul mercato e il futuro
    Il lancio del Rabbit R1 arriva in un momento in cui l’uso della tecnologia AI è in rapida crescita. Con il suo approccio innovativo all’interazione uomo-macchina, Rabbit R1 potrebbe non solo competere con gli smartphone esistenti ma anche definire una nuova categoria di dispositivi personali. A un prezzo di $199, senza abbonamenti mensili aggiuntivi, il Rabbit R1 è posizionato per essere accessibile a un ampio pubblico.
    In conclusione, il Rabbit R1 non è solo un passo avanti nella tecnologia AI; è una visione del futuro in cui l’intelligenza artificiale diventa un compagno quotidiano, semplificando le nostre vite pur mantenendo un forte impegno per la privacy e la sicurezza. Con il Rabbit R1, il futuro dopo gli smartphone sembra non solo brillante, ma anche sorprendentemente vicino.
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    Recuperati smartphone e microtelefoni nei muri del carcere di Secondigliano

    Ancora una brillante operazione di polizia giudiziaria, portata al termine dal personale di Polizia Penitenziaria del Carcere di Secondigliano.
    Nel pomeriggio odierno, a seguito di meticolosa attività di indagine, nel corso di una perquisizione, sono stati rinvenuti otto smartphone e due microtelefoni abilmente occultate in un intercapedine di una parete della sezione detentiva. Inoltre, a seguito di un’accurata perquisizione col metal detector è stato rinvenuto un altro microtelefono occultato da un detenuto nelle parti intime.
    L’operazione, diretta dal Comandante di Reparto, Primo Dirigente di Polizia Penitenziaria, e coordinata dal funzionario Vice Comandante, ha così sventato l’ennesimo tentativo, sempre più frequente negli istituti penitenziari, di distribuzione ed uso di telefoni cellulari.
    Le operazioni infatti rientrano nella più ampia attività di prevenzione e contrasto all’introduzione di oggetti non consentiti all’interno del carcere partenopeo.
    Lo riferisce il Si.N.A.P.Pe, attraverso la voce del Segretario Generale Aggiunto Luigi Vargas e del Segretario Regionale Pasquale Gallo: “È evidente che il materiale rinvenuto e posto sotto sequestro, qualora sfuggito all’occhio vigile della Polizia Penitenziaria, avrebbe consentito alla popolazione detenuta la possibilità fraudolenta di mettersi in contatto con l’esterno.
    Ancora una volta grazie all’acume e alla professionalità della Polizia Penitenziaria del carcere di Secondigliano si è potuto dare un altro colpo all’illegalità, arginando i flussi di alimentazione di attività illecite all’interno del carcere.”
    I due dirigenti sindacali del Si.N.A.P.Pe nel complimentarsi con il personale di Polizia Penitenziaria artefice dell’operazione, auspicano che l’Amministrazione Penitenziaria dia un formale riconoscimento a tutti i poliziotti che quotidianamente si sacrificano con alto senso del dovere e indiscusse capacità, nonostante le innumerevoli difficoltà, garantendo l’ordine e la sicurezza all’interno degli istituti penitenziari affinché il rispetto delle norme prevalga sui tentativi di sopraffazione della criminalità organizzata. LEGGI TUTTO

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    Save the Woman: l’app per prevenire la violenza sulle donne

    A dare un piccolo contributo alla lotta alla violenza contro le donne, nasce Save the Woman, l’app gratuita che interviene prima che la vittima diventi tale.

    L’App contro le violenze, domestiche o sul luogo di lavoro, sostiene quelle donne sottoposte ogni giorno a pressioni psicologiche spesso non riconosciute. Un piccolo contributo nella lotta alla violenza verso le donne promosso, insieme ad una capillare campagna di comunicazione dall’associazione Sos Vittima Onlus: save the woman.

    Save the woman e nasce dalla collaborazione di professionisti e in modo particolare dall’idea della criminologa, Roberta Bruzzone.

    Come funziona
    Per capire se la donna ha un profilo a rischio le si chiede ad esempio se il marito le lascia l’indipendenza economica o se il compagno o genitore permette alla donna di cercarsi un lavoro; seguono quesiti sulla sfera della coppia, sulla posizione della figura della donna all’interno della famiglia, sui livelli di responsabilità e i rapporti interpersonali.
    L’obiettivo finale dell’intera campagna di comunicazione è quello di aiutare a far capire a chi è potenzialmente a rischio che è arrivato il momento di intervenire. Una volta certificato, attraverso il questionario, il potenziale livello di rischio dell’utente, alla donna viene consigliato di rivolgersi alle diverse strutture e centri italiani anti violenza pubblici, suddivisi per regione e città.
    Finito il test, l’applicazione fornisce un’indicazione sul profilo di rischio e, in caso di pericolo reale, le informazioni sui centri di assistenza a cui rivolgersi immediatamente, divisi per regione e città. Accanto ai centri vi è poi un elenco di specialisti cui rivolgersi in caso la persona interessata volesse andare direttamente da uno psicologo o un avvocato.
    Save the Woman è solo il primo passo per aiutare la donna ad acquisire la consapevolezza della propria situazione ed è un mezzo di prevenzione, che non può agire laddove la violenza domestica è già in atto.
    Fonte Immagine: Pixabay

    ultimo aggiornamento: 12-11-2016

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