More stories

  • in

    Faida ai Quartieri Spagnoli fermato Pietro Savio e i tre che gli hanno sparato

    La Procura Antimafia di Napoli ha disposto il fermo di quattro persone in relazione all’agguato del 16 giugno scorso ai Quartieri Spagnoli, dove fu ferito a colpi di arma da fuoco Pietro Savio, figlio del boss Mario Savio.PUBBLICITA

    Le indagini della Squadra Mobile, guidata da Giovanni Leuci, hanno permesso di ricostruire la dinamica dell’accaduto e di identificare i presunti responsabili della sparatoria.

    Punti Chiave ArticoloTra i fermati c’è anche lo stesso Pietro Savio, accusato di porto e detenzione illegale di arma da fuoco con l’aggravante mafiosa. Insieme a lui sono stati fermati Salvatore Marramao, Vincenzo Egidio ed Emanuele Criscuolo. Secondo gli investigatori, il movente dell’agguato sarebbe da ricondurre a contrasti in merito ad attività illecite o a una richiesta di denaro non andata a buon fine.
    L’agguato avvenne il 16 giugno intorno alle 22:10 in vico Canale a Taverna Penta. Pietro Savio fu ferito da alcuni colpi di pistola alla natica destra. I malviventi, forse non intenzionati a ucciderlo, sono fuggiti a bordo di uno scooter. I fermati Pietro Savio: 36enne, figlio del boss Mario Savio. Accusato di porto e detenzione illegale di arma da fuoco con l’aggravante mafiosa.Salvatore MarramaoVincenzo EgidioEmanuele Criscuolo Le indagini e il contesto Le indagini sono ancora in corso per accertare con esattezza i fatti e per individuare eventuali altri responsabili. La Procura Antimafia valuterà nelle prossime ore la richiesta di convalida del fermo.
    L’agguato a Pietro Savio si inserisce in un clima di tensione che da tempo regna ai Quartieri Spagnoli, dove sono frequenti i fatti di criminalità organizzata. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

  • in

    Tentata estorsione col metodo mafioso, cinque misure cautelari

    La Polizia di Stato di Latina giovedì mattina ha eseguito cinque misure cautelari nei confronti di altrettante persone per il reato di tentata estorsione, aggravata dal metodo mafioso. Le indagini, condotte dai poliziotti della Squadra Mobile con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Roma, hanno avuto origine dalla denuncia sporta […] LEGGI TUTTO

  • in

    Ascari (M5S): “Antimafia riapra l’inchiesta sulla strage delle bimbe di Ponticelli”

    Durante l’ultimo incontro dell’ufficio di presidenza della commissione Antimafia, è stata ribadita la necessità di avviare una nuova inchiesta sul massacro di Ponticelli.
    Durante la puntata de Le Iene di ieri sera, Giulio Golia e Francesca De Stefano hanno presentato un servizio coraggioso e accurato che ha messo in luce gli elementi del presunto gravissimo errore giudiziario legato a questo caso.
    La deputata Stefania Ascari, capogruppo M5S in commissione Antimafia, ha sottolineato l’importanza del lavoro investigativo svolto nella scorsa legislatura, affermando che ancora rimane incompleto. Grazie a questo lavoro e a quello di altre persone coraggiose, si è potuto fare luce su quanto accadde dopo la morte delle povere bambine Nunzia e Barbara.
    È emerso che il processo che ha portato tre innocenti a scontare una lunga pena si basa su dichiarazioni ottenute tramite minacce, violenze e intimidazioni. È noto anche il ruolo determinante avuto dalla Camorra nell’indirizzare le indagini verso una pista falsa, ma utile per chiudere rapidamente il caso e occultare le attività criminali.
    La commissione Antimafia e la procura di Napoli hanno riaperto l’indagine e si stanno adoperando per fare luce su questa vicenda, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione. LEGGI TUTTO