Assolto perché il fatto non sussiste un trentenne di origini moldave residente a Gaeta, citato a giudizio davanti al Tribunale di Cassino – giudice Antonio Gavino Falchi Delitala – per resistenza a pubblico ufficiale.
I fatti contestati sono accaduti ad agosto del 2020, nell’ambito dei servizi disposti dalla Questura di Latina nell’ambito del controllo del distanziamento sociale per la prevenzione dei contagi da Covid-19.
Ai poliziotti che procedevano a identificarlo, chiedendo l’esibizione del documento di riconoscimento, l’uomo rispondeva con minacce. Non volendo farsi controllare, prospettò loro un “male ingiusto”, dicendo che gli avrebbe fatto passare un guaio e di volerli denunciare.
Durante l’istruttoria dibattimentale è emerso che l’identificazione era comunque ritualmente avvenuta, seppur a seguito di queste difficoltà e che, fondamentalmente, gli operanti non erano stati impossibilitati a svolgere il proprio servizio.
In aggiunta, come sostenuto dal difensore, l’avvocato Pasquale Di Gabriele, è stato riconosciuto come la minaccia “mi farò giustizia, vi denuncerò” non consentisse la configurazione del reato di resistenza, ma rappresentasse l’esercizio di un diritto. Di qui, l’assoluzione.
“Un’assoluzione ancora più importante considerando che, in caso contrario, pur essendo perfettamente inserito da anni nel contesto sociale, lo straniero avrebbe incontrato notevoli difficoltà relativamente alla cittadinanza italiana anche per i figli minori”, sottolinea il legale.
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