Riqualificazione degli impianti sportivi, promozione di stili di vita sani anche attraverso un più stretto rapporto tra scuola e sport, realizzazione di grandi eventi sportivi che fanno da volano all’economia locale. L’Assemblea legislativa ha approvato il “Piano triennale dello Sport 2024-2026”, un pacchetto da 21,6 milioni (10,4 nel 2024, 5,6 nel 2025 e 5,6 nel 2026). Risorse alle quali vanno aggiunte quelle assegnate da altri enti pubblici: 4,9 milioni di euro, di cui la gran parte per il Grand Départ del Tour de France 2024. Dal Fondo di Sviluppo e Coesione, invece, arriverà la quota prevista per il triennio 2024-2026 dei 18 milioni di euro previsti per il settennato 2021-2026.
Il Partito democratico promuove il provvedimento ricordando come “la Regione fa molto bene a investe sullo sport e a prendersi cura degli impianti sportivi come presidio sul territorio. Allo stesso tempo questo provvedimento ha effetti molto importanti sul turismo con un impatto forte per la crescita del territorio. Lo sport è anche una forma di prevenzione per la salute. Questo è un piano che copre tutti gli aspetti del mondo sportivo: da quello di base a quello agonistico. Per noi lo sport è un elemento aggregatore per superare le disugluaglianza. Ricordiamoci l’impegno che hanno le associazioni che si occupano delle persone che hanno disabilità”. Sulla stessa linea la Lista Bonaccini che ricorda come “bisogna contrastare l’abbandono sportivo giovanile, sostenere il tessuto sportivo sul territorio e favorire l’attività sportiva delle persone che si sta riprendendo dopo il periodo del Covid”.
Per la Lega “è bene che ci sia finalmente un piano sport, ma bisogna avere grande attenzione a come vengono fatti perché non ci si può limitare a distribuire fondi, serve avere veri obiettivi per il territorio. Purtroppo la maggioranza ha paura di dire che lo sport è competizione, è vincere, anche nel senso di vincere su se stessi per fare sacrifici e raggiungere così gli obiettivi che ci si è prefissati”.
Per ER coraggiosa “sono stati profusi sforzi normativi ed economici affinché i soggetti legati al mondo dello sport potessero ripartire. Questo Piano è nello stile dell’Emilia-Romagna, si basa sulla Carta etica dello sport, passaggio che non è secondario. Un piano che promuove lo sport, che contempla aspetti competitivi e agonistici e che non intende lasciare indietro nessuno, con grande attenzione all’inclusione”.
Per il Movimento 5 Stelle “la pratica sportiva non può essere ridotta a parole come ‘vincere’ e ‘competere’. Lo sport è strumento di integrazione, di socialità, di educazione, di rispetto per se stessi e per gli altri. Va inteso come diritto e non come mezzo per emergere, perché lo sport insegna anche a fallire, a cadere, per poi rialzarsi, andare avanti e migliorarsi. Abbiamo condiviso questo piano e i valori che esprime, un piano che contiene l’ascolto del territorio e che non è stato calato dall’alto. Abbiamo purtroppo ancora troppi inattivi e su tale aspetto credo che si possa fare assolutamente di più”.
La Regione ha anche reso pubblica una ricerca che costituisce la parte di premessa del “Piano triennale dello sport” da cui emerge che, a fronte del 34,5% della media nazionale, il 39% degli emiliano-romagnoli pratica sport. La percentuale degli “sportivi lungo la via Emilia” arriva al 73,2% (la percentuale più alta di sempre, pari a circa 3 milioni 174 mila persone) se invece che il totale della popolazione si considerano solo gli “abitanti attivi”. Ricco anche il tessuto della società sportive: sono, infatti, 4.536 quelle affiliate a Federazioni Sportive Nazionali (FSN) e Discipline Sportive Associate (DSA), che raggiungono le 10.639 unità se si considerano anche le società sportive affiliate agli Enti di Promozione Sportiva (EPS). La graduatoria delle discipline più praticate vede in testa il calcio (FIGC), seguito dal tennis (FITP), la pallavolo (FIPAV), il basket (FIP) e l’atletica leggera (FIDAL). A queste, fanno seguito la pesca sportiva e attività subacquee (FIPSAS), la ginnastica (FGI), la danza sportiva (FIDS), la pesistica (FIPE) e il golf (FIG). Passando al numero degli impianti sportivi si vede che tra il Po e l’Adriatico ci sono 6.277 impianti sportivi, pari a 17.096 spazi di attività, la cui la distribuzione provinciale è direttamente proporzionale al numero degli abitanti, tanto che le province di Bologna, Modena e Reggio-Emilia insieme detengono il 44,5% degli impianti sportivi regionali e il 52,1% degli spazi d’attività.
Il mondo dello sport, dunque, è riuscito a superare gli “anni bui” del Covid, ma la pandemia ha cambiato le abitudini sportive degli emiliano-romagnoli. Infatti, anche se il 62% dei coinvolti degli emiliano-romagnoli afferma che i suoi spazi di pratica sportiva non hanno subito variazione a causa della pandemia, il 38% dichiara che hanno subito modifiche. Se da un lato sono diminuite significativamente le percentuali di ragazzi che effettuano sport nelle palestre e negli impianti tradizionali, dall’altro, è aumentata significativamente la pratica destrutturata ed in particolare quella casalinga e, anche, seppure in maniera minore, quella nei parchi. La percentuale di chi fa sport in impianti sportivi è, infatti, scesa dal 75% al 55%, così come è calata notevolmente la pratica in centri fitness o piccole palestre (prima si attestava al 19% ora a quasi l’8%). Al contempo, sono leggermente aumentati i parchi (dall’11% a circa il 15%), ma la pratica casalinga raggiunge ora quasi il 22%. Alla diffusione del fare sport all’interno delle mura domestiche ha certamente contribuito la diffusione di supporti tecnologici quali applicazioni e/o device per l’allenamento, tant’è che quasi uno su due degli intervistati, nel periodo di lockdown, li ha utilizzati e circa il 18% continua ad avvalersene tutt’ora.
(Brigida Miranda e Luca Molinari)
La comunicazione istituzionale del Servizio informazione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dal 12 aprile 2024 è soggetta alle disposizioni in materia di “par condicio” (legge 28/2000)
Scuola giovani e cultura
16 Aprile 2024 LEGGI TUTTO