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    Giornata disabilità Emilia-Romagna. Inaugurata in Assemblea legislativa la mostra “Tutti i colori della solidarietà”

    Fiori, uccelli, grappoli d’uva, paesaggi e girasoli. Squarci di vita quotidiana unita da un arcobaleno di colori che parlano di solidarietà. L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna celebra la Giornata mondiale delle persone con disabilità del 3 dicembre con “Il colore delle emozioni. L’arte incontra il sociale”, mostra d’arte che raccoglie i dipinti realizzati dagli gli ospiti della ‘Tana dei saggi’, casa alloggio per anziani con disabilità che ha sede a Bologna vicino a via Andrea Costa, gestita dalla cooperativa Impresa Possibile.
    Il taglio del nastro è avvenuto oggi e la mostra sarà aperta al pubblico fino al 13 dicembre prossimo. A fare gli onori di casa è stato il direttore generale dell’Assemblea legislativa Leonardo Draghetti: “Questa mostra – ha detto – ci avvolge nella bellezza dei suoi colori e delle persone che, grazie alla guida sapiente della bravissima Nadia Gaggioli, hanno trovato nella pittura un modo per relazionarsi ed esprimere le loro potenzialità con risultati davvero sorprendenti”. Draghetti ha anche ricordato come Gaggioli, oltre che vicepresidente vicaria della Fondazione per la Salutogenesi Ets di Bologna, recentemente sia stata insignita dell’onorificenza di Grand’Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana per l’impegno di una vita verso le persone affette dalla sindrome di Menière.
    L’esperienza dei “saggi” è testimoniata dalle parole di Gianluca, che ricorda come “la pittura può dare moltissimo per esprimere se stessi, aiuta a superare le difficoltà e di questo siamo grati a tutti, in primo luogo a Stefania e Nadia che ci hanno aiutato a vivere meglio”.
    “La mostra è il frutto del lavoro dei nostri laboratori. Ed è proprio dove l’arte incontra il sociale che le persone fragili trovano uno stimolo per migliorare la propria situazione”, spiega Nadia Gaggioli, maestra d’arte che ha curato la realizzazione dei quadri e del progetto che rientra nelle attività di volontariato della Fondazione per la Salutogenesi Ets svolte in collaborazione con la cooperativa sociale “l’Impresa Possibile” presieduta da Stefania Vulcano. Proprio Vulcano ricorda come “ci siamo messi tutti in gioco, ognuno ha imparato qualcosa dagli altri e condiviso con gioia, abbiamo imparato a non giudicare, ma a volere bene”.
    Presente all’inaugurazione anche Salvatore Giarrizzo (presidente regionale per l’Emilia-Romagna dell’Associazione Unione Insigniti al Merito) che sottolinea come “abbiamo patrocinato la mostra perché rappresenta un momento di alto valore su un tema di grande importanza che riguarda la dignità della persona”.
    La pittura è una delle attività promosse per i propri ospiti dalla comunità alloggio “La Tana dei saggi”, struttura sociosanitaria che ospita 12 anziani. Nata nel 1996 come esperienza del terzo settore, “La Tana dei  saggi” promuove una vita comunitaria e solidale coniugando la cura con il benessere degli ospiti, attraverso attività sportive, educative, ricreative e culturali.
    La Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità si celebra il 3 dicembre di ogni anno. E’ stata istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 per promuovere la consapevolezza e la comprensione delle questioni legate alle persone con disabilità e per mobilitare il supporto per la loro dignità, i loro diritti e il loro benessere. L’obiettivo principale della giornata è sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di inclusione e accessibilità per le persone con disabilità in tutti gli aspetti della vita sociale, economica, politica e culturale. La giornata offre anche l’opportunità di celebrare i successi e i contributi delle persone con disabilità nella società e l’occasione per riflettere sulla necessità di una società più inclusiva e per sostenere azioni concrete volte a migliorare la vita delle persone con disabilità.
    In occasione della Giornata delle disabilità questa sera la torre della Regione Emilia-Romagna in viale Aldo Moro viene illuminata di viola.
    (Luca Molinari)
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    Assemblea

    3 Dicembre 2024 More

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    Evangelisti (FdI): “Fare chiarezza su delibera Ausl Bologna riguardante l’attività dei Cau”

    Sanità e welfare

    29 Novembre 2024

    La consigliera ha presentato un’interrogazione per chiedere un approfondimento sulle indicazioni riguardanti ruoli e funzioni dei medici in servizio nei Centri di assistenza e urgenza

    La giunta faccia chiarezza sulla delibera adottata il 26 novembre dall’Ausl di Bologna nella quale vengono indicati i ruoli, i compiti, le funzioni e le relative retribuzioni dei medici in servizio presso i Cau (Centri di assistenza urgenza). A chiederlo è Marta Evangelisti (Fratelli d’Italia) che invita inoltre ad aprire un dialogo con le organizzazioni sindacali in quanto “le stesse lamentano il fatto che la delibera è stata assunta in maniera unilaterale dall’Azienda Usl di Bologna, nonostante in essa sia precisato ‘le parti concordano’”.
    Entrando nel dettaglio, la consigliera evidenzia come “l’Azienda abbia predisposto un calendario mensile di reperibilità, per garantire le sostituzioni dovute ad assenza del medico di turno; per i turni di reperibilità è previsto un compenso forfettario al netto degli oneri previdenziali a carico dell’azienda di 50 euro per turni di 12 ore e di 25 euro per turni di 6 ore; la retribuzione, al netto degli oneri previdenziali e fiscali a carico dell’Azienda, è fissata in 42 euro l’ora, sia per i turni attivi ai Cau sia per l’attività oraria di formazione propedeutica all’inserimento nei turni assistenziali Cau”.
    “Inoltre -aggiunge Evangelisti- la delibera prevede la figura del referente Cau, individuato tra coloro che svolgono attività medica, al quale è demandata la gestione della struttura. Fra i principali compiti del referente, rientrano la collaborazione con il direttore del dipartimento Cure primarie per gli aspetti tecnico/organizzativi relativi alle attività del Cau, la predisposizione dei turni di attività e reperibilità di servizio. Per lo svolgimento di tutte le funzioni del referente viene riconosciuto un importo mensile forfettario omnicomprensivo di 350 euro”.
    Da qui l’atto ispettivo per chiedere approfondimenti sul caso da parte dell’esecutivo.
    (Lucia Paci)

    Sanità e welfare

    29 Novembre 2024 More

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    Le aggregazioni femminili italiane sopravvivono, per la maggior parte, con autofinanziamenti. Ma ora arriva Semia, il primo fondo femminista italiano

    I “Fondi delle Donne” o “Fondi Femministi” sono fondazioni filantropiche dedicate a supportare l’attivismo per i diritti delle donne e di genere. Vengono create con la precisa visione di sollecitare, raccogliere ed erogare fondi per supportare le organizzazioni e i movimenti che in ogni paese si impegnano nella promozione di questi diritti. Oggi, ci sono oltre 40 fondi femministi nel mondo e, finalmente, oggi anche il movimento femminista italiano ha il suo fondo: si chiama, appunto, Semia.

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    Semia, la novità
    Semia è il primo fondo femminista italiano. La fondazione nasce per sostenere le organizzazioni, i gruppi, i collettivi, le attiviste e gli attivisti che lavorano ogni giorno per rendere l’Italia un paese più inclusivo, equo e sicuro per bambine, ragazze, donne, persone trans e non-binarie.
    L’ambizione è quella di contribuire a rendere il futuro un luogo in cui ogni persona possa godere di pieni diritti e possa vivere e amare con dignità e libertà. L’obiettivo di Semia è, quindi, di sostenere le associazioni che hanno pochi fondi per le attività e che non potendo pagare i salari, mancano di efficienza e rischiano di morire.

    È nato in Italia il primo Fondo delle Donne che si pone come obiettivo quello di supportare economicamente tutte le organizzazioni e associazioni che si occupano di diritti e di uguaglianza di genere (Getty Images)

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    L’indagine promossa dal Fondo femminista italiano
    La questione della sopravvivenza delle associazioni è il focus di un rapporto realizzato proprio da Semia, intitolato “Il movimento femminista italiano: analisi conoscitiva, sfide e sostenibilità”. Esso mette in luce le problematiche contro cui i centri che si occupano di diritti delle donne e uguaglianza di genere devono lottare ogni giorno per restare attive. Parte vitale del terzo settore, operano costantemente con risorse limitate e in un contesto difficile.
    Spesso animate dal solo lavoro volontario, sono invisibili a livello istituzionale. La cronica mancanza di risorse le costringe a puntare quasi tutte le energie sull’emergenza del contrasto alla violenza. Ma poco resta per lavorare sul cambiamento sistemico e sulle cause strutturali della stessa, prima fra tutte la disoccupazione femminile e la fragilità economica delle donne.

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    Le associazioni per i diritti delle donne un mondo dimenticato
    In pratica, mentre le organizzazioni sono giustamente impegnate a occuparsi tanto di contrasto alla violenza, restano disattese le cause stesse di una violenza sistemica sulle donne e le minoranze di genere. Per esempio, le barriere all’accesso e la discriminazione sui luoghi di lavoro, la carenza di educazione economico-finanziaria, l’impari distribuzione dei lavori di cura e l’educazione alla leadership.
    Questi restano terreni ancora di nicchia, proprio in un Paese in cui, secondo il GEI, l’Indice di Uguaglianza di Genere del 2023, l’area più critica è proprio quella della disoccupazione e della “malaoccupazione” femminile. Non aiuta nemmeno il segmento della filantropia istituzionale nel nostro Paese, nota per la sua generosità in molti ambiti, che tende però a fare scarse donazioni alle organizzazioni che si occupano della tematica femminista.

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    Ecco perché la nascita del fondo femminista
    «Proprio per questo è nato il primo fondo femminista italiano – spiega Miriam Mastria, Direttrice di Semia. – Semia si pone come un’alleata del movimento: è una fondazione giovane, fatta di professioniste del terzo settore.
    È al servizio delle realtà territoriali, a supporto materiale delle organizzazioni che si occupano dei diritti delle ragazze, le donne, le persone trans e non binarie, per l’autodeterminazione di tutte. Perché attraverso la libera espressione di ciascuna, si possa realizzare il progresso corale dell’intera società». More