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    Gragnano, altri ragazzi coinvolti nella morte di Alessandro

    Gragnano. Si amplia il raggio delle indagini sugli autori dei messaggi contenenti minacce e intimidazioni ritrovati sul telefonino di Alessandro Cascone.Il ragazzo di 13 anni è morto a Gragnano  la scorsa settimana dopo essere precipitato dalla finestra della sua abitazione, al quarto piano di un palazzo di via Lemma.Appartamento dove il giovane, figlio unico, viveva insieme ai suoi genitori. Il gruppo dei sei giovanissimi – cinque minori e un maggiorenne – su cui si e’ concentrata sin dall’inizio l’attenzione degli inquirenti potrebbe ampliarsi con l’identificazione di altri componenti della chat su cui venivano pubblicati gli insulti contro il 13enne.La procura di Torre Annunziata, in stretto raccordo con quella per i minorenni di Napoli, lavora con estrema cautela considerando la delicatezza della vicenda e l’eta’ degli indagati. Un’attesa che ancora non ha fatto fissare la data dell’autopsia sul corpo del ragazzo, che resta sotto sequestro nell’obitorio di Castellammare di Stabia.Una condizione di incertezza che grava sui genitori di Alessandro: il padre, agente di commercio, e la madre, avvocato, si sono stretti nel silenzio, affidandosi all’avvocato Giulio Pepe.”Anche loro, come tutti noi – ammette il legale – non sanno come siano andate effettivamente le cose e si sono messi al servizio degli organi inquirenti, convinti della bonta’ del lavoro che stanno svolgendo”.Il papa’ e la mamma del tredicenne sono stati ascoltati nei giorni scorsi dai magistrati che conducono le indagini sulla morte del loro ragazzo. Parole al momento coperte da segreto istruttorio.”I genitori – continua l’avvocato Pepe – intendono solo sapere se si sia trattato di un incidente fortuito. Se cosi’ non fosse, sono pronti, come gia’ hanno fatto finora, ad affiancarsi alla Procura. Malesseri precedenti palesati dal ragazzo? Nessuno. Alessandro era, come e’ stato piu’ volte ripetuto e scritto in questi giorni, un ragazzo solare, che andava bene a scuola e aveva tanti amici.Adesso i suoi genitori attendono solo il ritorno a casa della salma, per potere riabbracciare il figlio un’ultima volta prima di procedere ad una giusta sepoltura”.La vicenda di Alessandro continua intanto a suscitare sui social un’ondata di commozione e di solidarieta’, con l’allarme per le conseguenze dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo.Fuori del coro la voce, stonata, di un ufficiale dei carabinieri che su Instagram condanna il parere di una psicologa secondo cui “le parole sono armi” e se la prende invece con l’educazione ricevuta dalla vittima: “Se allevi conigli non puoi pretendere leoni”. Nei suoi confronti l’Arma ha fatto partire una procedura disciplinare.Al momento non si conosce ancora la data dell’esame autoptico e quindi non e’ stato ancora possibile fissare i funerali, in occasione dei quali il sindaco di Gragnano, Nello D’Auria, ha gia’ annunciato un giorno di lutto cittadino. LEGGI TUTTO

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    Gragnano, individuati i 6 presunti responsabili della morte di Alessandro

    Hanno un nome e un cognome i sei presunti responsabili della morte del 13enne Alessandro Cascone, morto suicida e vittima del cyber bullismo due giorni fa a Gragnano.La Procura di Torre Annunziata e della Procura per i minorenni di Napoli hanno aperto un fascicolo di indagine parallela ipotizzando il reato di istigazione al suicidio. Sono, infatti, 6 i giovani, di cui 5 minorenni e un maggiorenne, individuati quali autori dei messaggi dal tono minaccioso, degli insulti e addirittura degli inviti a togliersi la vita rivolti al 13enne attraverso social network e app di messaggistica istantanea trovati nel suo smartphone.I 6 presunti autori dei messaggi non sono ancora iscritti nel registro degli indagati, così come non è stata ancora fissata l’autopsia sulla salma del ragazzino, ancora sotto sequestro. Quando si stabilirà la data dell’autopsia automaticamente saranno “avvisati” i sei ragazzi che potranno nominare propri consulenti per assistere all’esame.La morte di Alessandro era stata ritenuta in un primo momento conseguenza di un drammatico incidente: una sedia vicino alla finestra e un cavo dell’antenna della tv tranciato avevano fatto ritenere che il 13enne si fosse sporto troppo nel tentativo di aggiustare il cavo, perdendo l’equilibrio e cadendo dalla finestra.Ma dall’analisi dei messaggi contenuti nel telefonino del ragazzo, eseguita dai Carabinieri della stazione di Gragnano e del Nucleo operativo di Castellammare di Stabia, sono emersi i messaggi che avrebbero turbato il giovane al punto da spingerlo a togliersi la vita. Al momento gli autori dei messaggi individuati sono 6, uno solo dei quali è maggiorenne.Al momento però non sono ancora state accertate intimidazioni fisiche nei suoi confronti ma e’ probabile che Alessandro potesse temere anche per la sua incolumita’, in vista dell’imminente ritorno a scuola.E’ gia’ stata ascoltata dagli investigatori la fidanzatina di Alessandro, sua coetanea, cui il 13enne ha indirizzato via cellulare un messaggio di addio poco prima di morire. Le chat rintracciate dal telefonino del ragazzo, cosi’ come le sue interazioni sui social, sono oggetto di indagini, come confermato oggi anche dal ministro degli Interni Luciana Lamorgese: “Stiamo facendo tutti gli accertamenti e le verifiche sui siti e sui messaggi, da cui trarre notizie”.La responsabile del Viminale, intervenendo al Forum Ambrosetti di Cernobbio, ha ricordato l’impegno per la cybersicurezza della polizia postale, che negli ultimi mesi “ha controllato oltre 500mila siti web sospetti, arrestato 236 persone e denunciate ottomila”.In attesa dei funerali di Alessandro, per i quali sara’ proclamato il lutto cittadino, nella parrocchia di San Leone a Gragnano – dove il ragazzo ha trascorso i suoi anni del catechismo e ha ricevuto la prima Comunione – insieme con il parroco, don Paolo Anastasio, si e’ pregato per i suoi familiari. Preghiere anche nel santuario di Pompei: “Dobbiamo far capire ai giovani che la vita e’ un dono prezioso e qualsiasi fragilita’ o limite puo’ essere superato”, dice il vicerettore, don Ivan Licinio. LEGGI TUTTO

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    Pusher disoccupato spacciava al Parco Verde di Caivano

    I carabinieri hanno arrestato il 49enne Enzo Grieco sorpreso a spacciare tra gli isolati B3 e B2 del rione color prato sbiadito

    Blitz antidroga a Caivano in casa di un disoccupato trovato con quasi 2mila euro in contanti. Carabinieri arrestano pusher 49enne.Per i centri d’impiego disoccupato. Per i suoi clienti pusher nel parco Verde di Caivano.Enzo Grieco, 49enne del posto e già noto alle forze dell’ordine, è finito in manette, arrestato dai carabinieri della stazione locale per detenzione di droga a fini di spaccio.
    E’ stato sorpreso in strada, tra gli isolati B3 e B2 del rione color prato sbiadito. Stava consegnando ad alcune persone involucri di carta stagnola poco prima prelevati da un’auto parcheggiata. Vendita garantita previo pagamento del servizio offerto.I militari lo hanno inseguito fino alla sua abitazione. Aveva provato a sfuggire all’arresto ma, messo alle strette, ha dovuto porgere i polsi.Fruttuosa la perquisizione domiciliare: 1775 euro in contante ritenuto provento illecito. Nel veicolo in strada il suo magazzino: 7 dosi di eroina, 4 di crack, 24 stecchette di hashish.Grieco è ora ai domiciliari, in attesa di raccontare al giudice la sua versione dei fatti. LEGGI TUTTO

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    CAMORRA & Pompe funebri: i NOMI delle 6 ditte interdette

    Pomigliano D’Arco. Camorra & business pompe funebri. Emessi cinque provvedimenti ostativi. Il palazzo di Governo di Napoli ha interdetto per infiltrazioni della camorra cinque ditte di pompe funebri con sede legale a Pomigliano e una a Casalnuovo.Secondo il prefetto Claudio Palomba, che ha firmato il provvedimento ostativo nei confronti delle ditte Trasporti Funebri Gruppo Foria s.r.l., Trasporti Funebri Foria Concetta s.r.l.s., Agenzia Funebre Padre Pio e l’Agenzia Caronte s.r.l.. , le stesse oggetto del provvedimento successivamente certificato dall’ufficio Antimafia della prefettura, sarebbero state condizionate dal clan Foria di Pomigliano.Il Comune di Pomigliano, dopo la comunicazione ufficiale ha provveduto a revocare tutte le autorizzazioni necessarie per esercitare il servizio da parte delle quattro ditte locali di pompe funebri mentre la polizia municipale, guidata dal comandante Luigi Maiello, ha eseguito i provvedimenti di chiusura.Si tratta di un’operazione frutto delle attività del nucleo informativo dei carabinieri di Castello di Cisterna e dal GIA (Gruppo Interforze Antimafia). Attività che da qualche anno era stata segnalata anche dalla polizia municipale che aveva in passato già sottoposto a indagini attraverso attività info investigative i carri funebri utilizzati, il personale e le stesse agenzie. Dopo i provvedimenti, da oggi a Pomigliano D’Arco non esistono più agenzie di pompe funebri in quanto sono state tutte colpite da interdittive antimafia. Camorra & Pompe Funebri, le indagini del Gruppo Interforze antimafiaUn mercato lucroso dove la criminalità organizzata cerca in maniera prepotente di gestire questo grosso e florido mercato: imponendo la costituzione di cartelli d’imprese o monopolizzando il giro d’affari. Anche nel vicino comune di Arzano, appena qualche settimana fa, sono state interdette altre tre imprese funebri riconducibili, secondo i provvedimenti antimafia, al clan Ferone di Casavatore.Le attività d’indagine dei carabinieri del Gruppo di Castello di Cisterna, partite anche a seguito di denunce giornalistiche e della Polizia locale guidata dal comandante Biagio Chiariello, avrebbero consentito di accertare la sussistenza di tentativi di infiltrazione mafiosa da parte della criminalità organizzata.A finire nel mirino dei provvedimenti le imprese Scafuro Antonio e Figli, La Funeral Day di Scafuro Antonio, la Umberto Scafuro e Figli oltre che una società edile direttamente riconducibile ai titolari con sede a Casavatore. Commistioni che ad Arzano hanno già portato alla notifica di 7 avvisi di conclusione delle indagini a carico dei titolari delle pompe funebri interdette, di vigili urbani, dirigenti del SUAP e responsabili dello Stato Civile.Tutti sono accusati a vario titolo dei reati di falso ideologico e in atto pubblico in concorso, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale, abuso e omissione in atti d’ufficio per aver favorito le imprese funebri.Ciro Espedito LEGGI TUTTO

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    Camorra, riprende la faida di Fuorigrotta: nuovo attacco ai Troncone

    La stesa nella notte con proiettili a salve in via Candia dove il 14 aprile 2020 il boss Gaetano Mercurio. Omicidio che diede inizio alla faida

    La faida di Fuorigrotta sembra essere ripresa questa notte: terminata la pausa estiva i clan tornano a far riecheggiare il sibilo dei proiettili.E’ accaduto questa notte intorno alle 3 in via Candia all’altezza del civico 53. Qualcuno ha segnalato al 112 colpi d’arma da fuoco in strada. Sul posto i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrati 2 bossoli a salve. Indagini in corso da parte dei militari della compagnia di Bagnoli.Si sarebbe trattato di un attacco al clan Troncone e alla roccaforte dei vecchi affiliati ai Mercurio che ancora vivono in via Candia, all’interno di un parco dove il 14 aprile 2020 il boss Gaetano Mercurio fu ucciso, omicidio, questo, che diede il via alla faida per il controllo di Fuorigrotta a Napoli e di riflesso dei rioni di Bagnoli, Rione Traiano e Soccavo.
    Potrebbe essere questo il contesto del probabile raid armato con colpi di pistola sparati in aria, in questo caso a salve. A fare fuoco potrebbero essere stati esponenti dei Baratto-Bianco, che hanno il loro quartiere generale a meno di un chilomentro di distanza, al rione Lauro. La faida, infatti, ancora oggi, dopo quattro omicidi, altrettanti agguati falliti, ‘stese’, bombe e pestaggi, continua. LEGGI TUTTO

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    Camorra ed estorsioni a Sant’Egidio: 8 arresti

    Sant’Egidio. Un’associazione criminale dedita alle estorsioni e’ stata sgominata dai carabinieri del Comando Provinciale di Salerno che hanno hanno arrestato otto persone ritenute dalla Direzione Distrettuale Antimafia appartenenti al gruppo […]

    Sant’Egidio. Un’associazione criminale dedita alle estorsioni e’ stata sgominata dai carabinieri del Comando Provinciale di Salerno che hanno hanno arrestato otto persone ritenute dalla Direzione Distrettuale Antimafia appartenenti al gruppo camorristico operante a Sant’Egidio del Monte Albino e nei comuni limitrofi, denominato “I Zi Maist -Quelli di San Lorenzo”, storicamente capeggiato dalla famiglia malvitosa Iannaco-Sorrentino.Complessivamente sono state eseguite sei misure cautelari in carcere, nei confronti di Gennaro Alfano, Gaetano Attianese, Raffaele Maiorino, Giuseppe Malvone, Eliodoro Nicosia e Ferdinando Trapani, e due arresti ai domiciliari notificati dai militari a Gianluca Attianese (gia’ detenuto) e Marco Sorrentino. Gli inquirenti contestano, a vario titolo, l’associazione a delinquere di tipo mafioso, l’estorsione, la detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo ed esplosivi ed altri reati, in gran parte aggravati dal metodo e dalle finalita’ mafiose.Il provvedimento cautelare, – riporta una nota – si basa sulle risultanze di un’attivita’ investigativa svolta dalla Tenenza Carabinieri di Pagani su delega della Direzione Distrettuale Antimafia, che hanno fatto emergere l’operativita’, almeno fino al 2019, di un sodalizio che, nei primi anni ’80, si poneva in posizione di neutralita’ nel piu’ ampio panorama delle alleanze regionali rispetto alla contrapposizione tra Nuova Camorra Organizzata e Nuova Famiglia.
    Successivamente pero’ il gruppo criminale si e’ schierato con la Nuova Famiglia, a seguito dell’omicidio di Mario Iannaco. Le attivita’ investigative hanno evidenziato, si legge nella nota, “l’omerta’ degli imprenditori oggetto di attivita’ estorsiva, ritenendola elemento sintomatico della esistenza dell’associazione camorristica e della sua perdurante operativita’ nel contesto territoriale preso in esame”. LEGGI TUTTO

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    Pizzo nell’Agro nocerino, 9 misure cautelari

    Erano specializzati nel chiedere il pizzo nei comuni dell’Agro Nocerino Sarnese: 9 misure cautelari hanno colpito altrettante persone.. I carabinieri del Comando Provinciale di Salerno hanno eseguito un provvedimento di […]

    Erano specializzati nel chiedere il pizzo nei comuni dell’Agro Nocerino Sarnese: 9 misure cautelari hanno colpito altrettante persone.. I carabinieri del Comando Provinciale di Salerno hanno eseguito un provvedimento di applicazione di misure cautelari in carcere (per qualche indagato con il beneficio dei domiciliari) emesso dal gip a carico di 9 indagati.Il blitz in vari comuni della provincia e in altre localita’ del territorio nazionale, scaturisce da un’indagine su di un’organizzazione camorristica dedita alle estorsioni, al traffico di stupefacenti e altri reati nel territorio dell’Agro nocerino-sarnese.
    Perquisizioni personali e locali sono in corso a carico degli arrestati e di altre persone indagate. LEGGI TUTTO

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    Forcella, immigrato ferito a colpi di pistola in vico della Pace

    Napoli. Si torna a sparare in città: un immigrato ferito a colpi di pistola a Forcella.E’ accaduto questa notte poco dopo la mezzanotte quando i Carabinieri della compagnia Stella sono […]

    Napoli. Si torna a sparare in città: un immigrato ferito a colpi di pistola a Forcella.E’ accaduto questa notte poco dopo la mezzanotte quando i Carabinieri della compagnia Stella sono intervenuti a vico della Pace nel cuore di Forcella, quartiere San Lorenzo per una segnalazione di persona ferita da colpi d’arma da fuoco.Sul posto, un cittadino classe ‘91 del Mali incensurato ferito alle gambe. Il personale del 118 intervenuto trasferiva la vittima all’ospedale Pellegrini dove è stato ricoverato per estrarre le ogive dalle gambe. Non è in pericolo di vita.
    Al momento non si esclude alcuna pista visto che la vittima non ha fornito dichiarazioni.Sul luogo della segnalazione i militari hanno rinvenuto tracce ematiche ma nessun bossolo. Indagano i Carabinieri del nucleo operativo della compagnia Stella. LEGGI TUTTO

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    Ponticelli, armi e bomba a mano trovate nel “Grattacielo” di via Franciosa

    POnticelli. Un fucile, una bomba a mano e un laboratorio per il confezionamento di droga.E’ quanto scoperto dai poliziotti del Commissariato Ponticelli e della Squadra mobile di Napoli all’interno del […]

    POnticelli. Un fucile, una bomba a mano e un laboratorio per il confezionamento di droga.E’ quanto scoperto dai poliziotti del Commissariato Ponticelli e della Squadra mobile di Napoli all’interno del cosiddetto “grattacielo” di via Franciosa, nel quartiere Ponticelli, zona orientale della città.Nel corso del sopralluogo effettuato ieri pomeriggio insieme a unità cinofile della Guardia di Finanza, gli agenti hanno trovato un fucile a canne mozze, una pistola semiautomatica calibro 45, una bomba a mano, svariati caricatori di armi varie e un ingente quantitativo di munizioni di vario calibro.
    Sempre nello stesso immobile è stato individuato un laboratorio per il confezionamento e il taglio di sostanze stupefacenti. Gli investigatori stanno continuando le indagini per risalire agli utilizzatori delle armi che sono state inviate alla sezione scientifica per accertare se siano state utilizzate in recenti fatti di sangue. LEGGI TUTTO

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    Quartieri Spagnoli, turisti francesi si oppongono alla rapina: 2 feriti

    Quartieri Spagnoli, tragedia sfiorata in a Portacarrese a Montecalvario dove un gruppo di turisti francesi si è opposto al tentativo di rapina di un Rolex: 2 feritiA Napoli, alle 3 […]

    Quartieri Spagnoli, tragedia sfiorata in a Portacarrese a Montecalvario dove un gruppo di turisti francesi si è opposto al tentativo di rapina di un Rolex: 2 feritiA Napoli, alle 3 circa del mattino, i carabinieri sono intervenuti a via Portacarrese a Montecalvario nel cuore dei Quartieri Spagnoli per una segnalazione di tentata rapina di un orologio Rolex.I militari dell’Arma hanno raccolto il racconto di un gruppo di turisti francesi, in particolare di due persone. Poco prima il gruppo stava passeggiando all’altezza della trattoria Da Nennella, quando e’ stato avvicinato da due persone in sella di uno scooter, armati di pistola, che hanno esploso colpi d’arma da fuoco a scopo intimidatorio, cercando poi di sottrarre l’orologio a una donna di 32 anni parigina.
    Aggredito uno degli amici della vittima, un suo coetaneo e connazionale, che, per il tentativo di proteggerla, e’ stato colpito alla testa probabilmente con il calcio di una pistola. Portati al pronto soccorso dell’ospedale Pellegrini, i due turisti vittime dei rapinatori hanno rifiutato il ricovero e sono stati dimessi.La donna ha una frattura dell’epifisi laterale della clavicola sinistra, con una prescrizione di 30 giorni di riposo, l’uomo un trauma cranico non commotivo con abrasioni. In strada non sono stati rinvenuti bossoli, e questo fa ipotizzare che l’arma fosse caricata a salve. LEGGI TUTTO

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    Riesplode la faida di Pianura: 29enne ferito alle gambe

    Si torna a sparare a Pianura e riesplode la faida per il controllo delle piazza di spaccio.Ieri sera infatti un ragazzo di 19 anni con precedenti anche per droga è […]

    Si torna a sparare a Pianura e riesplode la faida per il controllo delle piazza di spaccio.Ieri sera infatti un ragazzo di 19 anni con precedenti anche per droga è stato ferito a colpi di pistola alle gambe. Antonio Gaetano e’ arrivato al pronto soccorso dell’ospedale San Paolo con lesioni da proiettile alla gamba e al piede destro.Alla polizia, che indaga sull’accaduto, ha detto di essere stato avvicinato e colpito da due persone in sella a scooter mentre era in via Evangelista Torricelli, nel quartiere di Pianura. Agenti hanno trovato bossoli nel luogo indicato. La zona e’ da tempo attraversata da fibrillazioni tra clan.
    Lo scontro che il mese scorso ha portato anche a un blitz con 29 arresti è in atto tra il clan dei Calone-Esposito-Marsicano da una parte i i Carlllo dall’altra. Scontro che ha fatto registrare numerosi omicidi, attentati e intimidazioni.L’agguato in via Evangelista Torricilelli e’ avvenuto proprio nella roccaforte dei Carillo-Perfetto. A soccorrere il ragazzo, il padre, che lo ha portato all’ospedale San Paolo. La zona e’ la stessa in cui, il 19 agosto scorso, sono intervenuti i carabinieri per alcuni colpi di pistola contro la porta d’ingresso dell’abitazione di Giuseppe Cioffi, 21 anni, che si trova agli arresti domiciliari dopo un arresto per spaccio nel 2020, ritenuto vicino agli ambienti dei Calone-Esposito-Marsicano. LEGGI TUTTO

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    Bologna, il calciatore assassino era cresciuto nelle giovanili del Napoli

    Era cresciuto nella giovanili del Napoli il calciatore assassino Giovanni Padovani di 27 anni.L’uomo prima stalker e poi assassino è originario di Senigallia, nelle Marche. Ieri sera si è reso protagonista di un violento femminicidio a Bologna: ha ucciso a colpi di mazza Alessandra Matteuzzi di circa 30 anni più grande di lui e con la quale aveva avuto una breve relazione.Dopo avere fatto per qualche anno il modello, come si evince da alcune delle foto pubblicate sui social, ora faceva il calciatore dilettante. Cresciuto nelle giovanili del Napoli, ha militato in varie squadre di serie C e D tra cui il Foligno e il Giarre. Nove anni fa era anche entrato nel gruppo della Nazionale Under 17 e ora giocava nella Sancataldese, squadra siciliana che però, proprio pochi giorni fa, lo aveva messo fuori rosa per un “ingiustificato allontanamento”.Lo ha fatto sapere la stessa società: “Avevamo intuito – spiegano i legali della squadra siciliana- che avesse dei problemi e che non era sereno. Spesso si isolava, tant’è che sabato aveva lasciato improvvisamente il ritiro dicendo all’allenatore che per problemi personali doveva andare via. Ciò che proviamo in questo momento è shock e sgomento”. scrive ancora la dirigenza della Sancataldese.Lunedì pomeriggio era arrivato in aereo a Bologna dalla Sicilia e, appena sbarcato, aveva raggiunto la palazzina di via dell’Arcoveggio dove abitava Alessandra. Lei, che lavorava come agente di commercio nella moda, al rientro lo ha mandato via. Lui è rientrato a Senigallia e poi ieri pomeriggio è tornato a Bologna.Alessandra e’ arrivata sotto casa, in via dell’Arcoveggio, attorno alle 21, e l’ex era li’ ad aspettarla. Pochi secondi prima di essere aggredita, era al telefono con la sorella. “E’ scesa dalla macchina e ha cominciato a urlare: no Giovanni, no, ti prego, aiuto. Io ero al telefono – ha raccontato la donna al Tgr Emilia-Romagna – ho chiamato immediatamente i carabinieri che sono arrivati subito. Io abito a 30 chilometri. Alla fine l’ha massacrata di botte”.Sempre la sorella della vittima ha spiegato ai giornalisti che Alessandra e Giovanni “hanno avuto una frequentazione a distanza, perche’ lui faceva il calciatore in Sicilia, quindi si sono visti poche volte. Era poco piu’ di un anno che si conoscevano, pero’ e’ dallo scorso gennaio che ha cominciato ad avere delle ossessioni verso di lei. Si vedevano una volta al mese, poi hanno passato qualche giorno insieme, durante il periodo di pausa calcistica, lui e’ stato qua con lei. A quel punto pero’ le sono successe delle brutte cose – ha aggiunto la donna in lacrime- lui aveva rotto piatti e bicchieri, si era arrampicato dalla terrazza, staccava la luce generale del suo appartamento, e le faceva degli agguati sulle scale”.La polizia sta cercando di ricostruire gli spostamenti di Padovani degli ultimi giorni e anche dove il 27enne abbia preso l’arma del delitto, un martello, che poteva gia’ essere in suo possesso.Una vicina ha raccontato sempre al tg regionale che ieri “alle 19.15 era gia’ qua ad aspettarla. Ultimamente aveva paura di lui, perche’ era diventato molto insistente e non voleva farlo entrare in casa”.Il primo a intervenire dopo l’aggressione e’ stato un ragazzo, figlio di un altro vicino di casa, al quale Padovani non avrebbe opposto la minima resistenza: “Non ce l’ho con voi, ce l’ho con lei – avrebbe detto a chi lo ha bloccato – non vedo l’ora che arrivi la polizia che voglio finire tutto”. Davanti agli investigatori, ha ammesso le sue responsabilita’. Il pm Domenico Ambrosino, che si occupa delle indagini, conferira’ domani mattina l’incarico per l’autopsia, e a breve si terra’ anche l’udienza di convalida per Padovani, assistito dall’avvocato Enrico Buono. Sui social rimangono le foto di Alessandra sorridente, mentre si prova scarpe e vestiti davanti allo specchio o e’ in vacanza in Riviera e a Ibiza. Tempo fa riportava questo aforisma: “La cattiveria mi stupisce sempre. Quando la subisco, rimango li’ a fissarla come fosse una bestia dalla quale non mi so difendere”.Da qualche mese le cose erano degenerate e lui era diventato ossessivo, fino a quando lei, oltre a troncare la relazione, poco più di un mese fa lo aveva denunciato per stalking, segnalando i suoi atteggiamenti molesti, le continue telefonate, i messaggi e gli appostamenti che le faceva. In Procura era stato aperto un fascicolo, ma nei confronti dell’uomo non erano stati adottati provvedimenti restrittivi. Padovani e’ ora accusato di omicidio aggravato. LEGGI TUTTO