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    Camorra, pizzo per il clan Veneruso: 2 fermi

    Avevano imposto il pizzo per conto del clan Veneruso a un imprenditore edile di Casalnuovo ottenendo addirittura i lavori di ristrutturazione dell’abitazione.
    Stamane gli agenti della Squadra Mobile di Napoli e il Commissariato di Acerra hanno eseguito un decreto di fermo emesso dalla Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia a carico di due persone.
    Entrambe gravemente indiziate del reato di tentata estorsione continuata, aggravata dal  metodo mafioso e dalla finalità di agevolare l’organizzazione di stampo camorristico denominata clan Veneruso, operante in Casalnuovo, Volla e zona limitrofe.
    Pizzo su ogni appartamento costruito
    In particolare, le condotte estorsive sarebbero state poste in essere dal mese di settembre 2022 in danno di un imprenditore edile nei confronti del quale, mediante minacce, gli indagati avrebbero preteso il pagamento di tangenti per ogni appartamento costruito dalla vittima nonché l’esecuzione gratuita di lavori presso l’abitazione di uno dei fermati. LEGGI TUTTO

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    Camorra, il baby boss di Pianura scampato per la seconda volta alla morte

    E’ la seconda volta che è scampato alla morte in sette mesi. Eppure nonostante sia consapevole di essere un obiettivo per i sicari dei clan avversari Antonio Gaetano, 20 anni conosciuto come Plasmon, boss emergente di Pianura continua ad uscire e a condurre la vita che fanno i suoi coetanei.Ieri sera era in auto nella movida di Mergellina insieme ad altre persone quando è stato raggiunto dai sicari in moto che hanno cercato di compiere la missione di morte.
    Chi ha fatto fuoco ha mirato al bersaglio grosso: tre colpi da distanza ravvicinata. Due lo hanno centrato all’addome e l’altra alla zona cervicale. E stato trasportato all’ospedaleSan Paolo di Fuorigrotta, a Napoli, è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico. Adesso è ricoverato in terapia intensiva in pericolo di vita.
    A terra, la Polizia di Stato ha trovato tre bossoli. Sull’accaduto sono in corso indagini da parte della Squadra Mobile della Questura di Napoli. Il giovane, con precedenti e residente nel quartiere Pianura, nonostante la giovane eta’, era considerato un pezzo da novanta del panorama criminale napoletano.
    Conosciuto con il soprannome di ‘Plasmon’, Gaetano sarebbe stato incaricato di riorganizzare il clan di camorra Calone-Esposito-Marsicano. Gia’ da neodiciottenne subi’ un agguato che gli sarebbe dovuto costare la vita, ma scampo’ alla morte per un puro caso.
    Era la notte del 26 agosto scorso Gaetano si trovava nei pressi del civico 334 quando sarebbe stato avvicinato da due ragazzi in scooter che, senza esitazione, aprirono il fuoco.
    Quattro colpi in rapida successione, due alla gamba destra e il piede destro. Nonostante le gravi ferite, Gaetano riuscì a trascinarsi verso un posto sicuro. Fu il padre a trasportarlo in ospedale.
    La sua abitazione negli ultimi mesi e’ stata oggetto di piu’ attentati anche a colpi di pistole e bombe artigianali.
    Intorno a lui, non a caso, si sarebbero radunati gli affiliati, quasi tutti giovanissimi, mai arrestati. E si indaga dunque sui Carillo-Perfetto, rivali appunto dei Marsicano. E l’agguato potrebbe essere legato anche al delitto del 3 marzo a Pianura contro Antonio Esposito, vicino ai Carillo-Esposito.
    Un compito non semplice visto che anche i rivali di via Torricelli si starebbero riorganizzando. Non a caso, proprio sui Carrillo-Perfetto, in queste ore, si sarebbero concentrati i sospetti delle forze dell’ordine. Non è l’unica pista però che seguono gli inquirenti ma sembra quella più accreditata. LEGGI TUTTO

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    Napoli, 7 coltellate all’ex ras del Cavone, Salvatore Alfano

    E’ stato attirato in una trappola e ora è ricoverato nel reparto rianimazione dell’ospedale pellegrini di Napoli.
    Salvatore Alfano, 42enne detto ras del Cavone legato in passato al gruppo Festa, da qualche tempo trasferitosi in provincia di Avellino, è stato ridotto quasi in fin di vita con ben 7 coltellate tra addome e schiena.
    Chi lo ha affrontato voleva ucciderlo. Ora gli uomini della squadra mobile di Napoli che conducono le indagini stanno setacciando tra i suoi rapporti, il traffico telefonico, le chat per capire se l’altra sera avesse appuntamento con qualcuno.
    L’agguato c’è stato in via Bagnara e ad entrare in azione due uomini con i cappellini in testa per camuffarsi. Alfano era stato scarcerato da un anno e si era allontanato da Napoli dopo che il gruppo dei Lepre del Cavone, con la morte del boss, aveva perso la leadership criminale nella zona.
    Gli investigatori ora mirano a capire perché era tornato a Napoli l’altra sera. Le indagini puntano a vecchie ruggini con altre famiglie criminali della zona, soprattutto dei Quartieri Spagnoli. I poliziotti hanno anche preso visione delle telecamere della zona per capire se vi sono movimenti di persone sospette all’ora dell’agguato. LEGGI TUTTO

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    Camorra, pusher punito dal clan Filippini: 4 arresti

    La legge del clan va rispettata soprattutto dai pusher che sono in strada e chi si rifiuta di sottostare agli ordini del boss viene punito.
    E accaduto anche a un giovane spacciatore di San Vitaliano, prima bastonato e poi ferito a colpi di pistola.
    Per questo motivo stamane agenti della Squadra Mobile di Napoli e del Commissariato PS di Nola hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di quattro persone.
    Tutte ritenute gravemente indiziate dei delitti di detenzione e porto in luogo pubblico di arma comune da sparo, aggravati dal metodo mafioso.
    In particolare, nella giornata del 23 dicembre 2021, in San Vitaliano, gli indagati avrebbero esploso almeno tre colpi d’arma da fuoco, all’indirizzo di un soggetto, colpendolo ad una gamba, ed immediatamente dopo aggredendolo con spranghe di ferro.
    Dalle attività di indagine emergeva che il movente dell’azione delittuosa sarebbe riconducibile alla volontà di punire la vittima, che non avrebbe voluto sottostare al controllo del clan camorristico Filippini nel settore dello spaccio degli stupefacenti. LEGGI TUTTO

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    Napoli, ferisce un giovane e per evitare la vendetta si fa sparare dal figlio

    Per “pareggiare i conti” con un rapinatore di Rolex al quale aveva sparato si fa sparare a sua volta alla gamba dal figlio.
    Emerge anche questo dall’ordinanza di custodia cautelare con la quale il gip di Napoli Giuseppe Sepe ha disposto due arresti in carcere e cinque ai domiciliari nei confronti di sette persone tre delle quali accusate di avere rapinato, armati di pistola, due costosissimi Rolex, un Submariner da 25.000 euro e un GMT Master in oro rosa da 30mila euro.
    Gli arresti in carcere – notificati dalla Squadra Mobile di Napoli, che ha svolto le indagini – riguardano i fratelli Ciro e Nicola Minieri accusati delle rapine dei Rolex insieme con Raffaele D’Avino per il quale sono stati disposti i domiciliari. Stessa misura cautelare anche per Luigi Ammendola, Nicodemo De Stefano e Francesco Pio Miano, accusati invece di detenzione e porto abusivo in luogo pubblico di arma da fuoco (due pistole), in concorso con Nicola Minieri e un gruppo di minorenni.
    La scoperta della mini faida grazie alle intercettazioni ambientali
    La Squadra Mobile risale al gruppo grazie ad una intercettazione ambientale. Tutto inizia con il ferimento, a colpi di pistola, del 22enne Ciro Minieri per mano di colui che poi, per evitare di subire la sua vendetta, decide di farsi sparare dal figlio.
    Il ragazzo però non esegue correttamente le indicazioni e per suturare la ferita in ospedale ci vorranno una trentina di punti. E comunque il feritore di Ciro Minieri non ottiene il risultato sperato e i fratelli decidono di pianificare comunque un agguato per vendicare il ferimento mascherandolo con la rapina dell’orologio marca Rolex modello Daytona che l’uomo indossava solitamente. LEGGI TUTTO

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    Poliziotto litiga in discoteca con alcuni ragazzi e spara: arrestato

    – Un poliziotto è stato fermato ad Ancona nell’ambito dell’indagine partita stamani dopo che alcuni colpi sono stati sparati in via Flavia, ferendo un giovane.Il ferito non è in pericolo di vita. L’agente è stato fermato dai colleghi della squadra mobile che indagano su quanto accaduto. Prima un colpo in aria, quindi un secondo che ha colpito a una gamba un ventenne, ricoverato in codice rosso in ospedale: a sparare un poliziotto quarantenne, fuori servizio, ora in stato di fermo.
    E’ successo intorno alla 4 di questa mattina ad Ancona, in una strada del quartiere Q2 di Ancona, nei pressi di un centro di aggregazione giovanile comunale. A soccorrere il giovane sono stati i suoi amici, che l’hanno portato al pronto soccorso dell’ospedale regionale di Torrette, dove poco dopo e’ arrivato anche il poliziotto, anche lui ferito.
    Ci sono stati minuti di tensione dopo che gli amici del ferito avrebbero riconosciuto l’uomo, tanto che sono dovute intervenire le forze dell’ordine. Da una prima ricostruzione della vicenda, i due, che si conoscevano, si sono incrociati all’interno di un locale notturno e avrebbero continuato la lite per strada, dopo essere stati accompagnati fuori dalla sicurezza.
    Prima una colluttazione e poi almeno due colpi di pistola, il secondo dei quali ha fatto cadere a terra il ventenne, raggiunto a una gamba; e’ ricoverato in codice rosso, ma non sarebbe in pericolo di vita.
    Il poliziotto lavora a Civitanova Marche e risiede ad Ancona, nella strada in cui e’ avvenuta la sparatoria. Le indagini sono affidate ai colleghi di Ancona, che durante la mattinata hanno sentito diversi testimoni presenti sia all’interno del locale sia in strada, al momento della sparatoria, per ricostruire le cause del diverbio e per quale motivo il poliziotto abbia sparato.
    L’uomo, dopo aver ferito il ventenne, ha raggiunto l’ospedale di Torrette circa due ore dopo la sparatoria e si e’ fatto medicare al pronto soccorso. Un testimone, che abita in via Flavia, ha sentito “prima delle grida e poi due colpi di pistola, non in sequenza”. “A terra c’era un ragazzo e intorno a lui altre persone che litigavano – ha detto ancora – l’hanno caricato su un furgoncino bianco e portato via a tutta velocità”. LEGGI TUTTO

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    Avellino, accoltellato dopo la lite al veglione di Capodanno: fermati 2 fratelli

    Avellino. Sono in stato di fermo i due fratelli che all’alba di Capodanno durante il veglione hanno accoltellato un 21enne, che si trova ora ricoverato in gravissime condizioni.
    Sarebbe stata una rappresaglia, una vendetta per una lite scoppiata nella notte di san Silvestro durante una festa in un locale di Mercogliano.
    Le indagini della Squadra Mobile della Questura di Avellino, hanno in breve tempo individuato i responsabili che hanno ridotto in fin di vita Roberto Bembo, il 21enne di Mercogliano  accoltellato poco prima delle sette a Torrette di Mercogliano, alle porte del capoluogo Irpino.
    I due fratelli, entrambi residenti a Mercogliano, con precedenti penali,  avrebbero avuto un diverbio con la vittima e i suoi amici nelle ore precedenti all’interno di un locale dove festeggiavano il Capodanno. Ora sono in stato di fermo in questura ad Avellino sentiti in merito alla vicenda alla presenza del loro avvocato difensore.
     Il giovane ferito lavora nel servizio civile al comune di Mercogliano
    Si sarebbe trattato di un vero e proprio agguato, mentre Roberto e i suoi amici stavano facendo ritorno a casa: gli aggressori armati di coltello hanno colpito con violenza il giovane alla gola, all’addome e alla schiena prima di darsi alla fuga. La vittima presta servizio civile, nel settore ambiente, presso il comune di Mercogliano.
    “Un ragazzo serio, disponibile e responsabile” dice il sindaco, Vittorio D’Alessio, che si tiene costantemente informato delle condizioni del ragazzo con i medici dell’ospedale “Moscati” di Avellino dove è stato trasportato in auto dai suoi amici dopo il ferimento.
    Il giovane ha subito un arresto cardiaco prima di essere operato per la suturazione di un’arteria all’altezza del collo bucata da una coltellata. Ora si trova nel reparto di rianimazione. Le sue condizioni sono giudicate gravissime.
    E’ stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico. Oltre che al collo, è stato raggiunto da violenti fendenti all’addome e alla schiena.

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    Marano, sorpreso con 11 chili di eroina: arrestato

    Martedì pomeriggio gli agenti della Squadra Mobile, durante un servizio di contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti, nel transitare in via Salvatore Quasimodo a Marano di Napoli, hanno notato un uomo a bordo di un’auto entrare in un cancello per poi introdursi in un’abitazione ed uscire dopo pochi minuti.
    I poliziotti lo hanno raggiunto e controllato trovandolo in possesso di un involucro contenente circa 58 grammi di eroina, di 255 euro, di uno smartphone e della chiave di un appartamento a lui in uso ubicato nello stabile da cui era uscito.
    Gli operatori hanno controllato l’abitazione ed hanno rinvenuto 11 kg di eroina suddivisi in diversi involucri, 4 bilancini di precisione e diverso materiale per il confezionamento ed il taglio della droga.
    E.G. , 39enne albanese con precedenti di polizia, è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Ora le indagini continuano per risalire ai complici e soprattutto ai fornitori. Ma anche il mercato a cui si rivolgeva e tutte le persone a lui collegate nel traffico di eroina.

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