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    Scafati indagata per omicidio colposo la proprietaria della villetta dove è morto l’operaio

    Scafati. E’ indagata per omicidio colposo la proprietaria della villetta di via Velleca a Scafati dove ieri mattina ci è registrata l’ennesima vittima del lavoro.PUBBLICITA

    Crolla muro in costruzione, muore un operaio, schiacciato da un blocco di cemento. La tragedia si è consumata ieri mattina in una villetta di via Velleca, non molto lontano dal centro cittadino.

    Vincenzo Di Palma, operaio edile in pensione di 68 anni, nato a Pompei ma residente a Santa Maria La Carità, è morto schiacciato da un muro di contenimento che stava realizzando.
    La posizione della proprietaria della villetta che si trova in un vicoletto che costeggia il Liceo Scientifico è alquanto complessa in quanto dalle indagini è emerso che i lavori non erano autorizzati.

    Intanto la salma dell’ennesima vittima del lavoro è stata sequestrata per essere sottoposta ad autopsia nei prossimi giorni. Anche il cantiere della morte è finito sotto sequestro.
     “Ciò che è certo è che la sicurezza sui luoghi di lavoro continua a essere gravemente trascurata”. Lo afferma Gigi Vicinanza, della Cisal Metalmeccanici.
    “È inconcepibile che, nel 2024 – afferma il sindacalista – si debba ancora morire per guadagnarsi da vivere. Questo ennesimo incidente ci ricorda quanto sia urgente e necessario rafforzare le misure di sicurezza sui luoghi di lavoro e promuovere una cultura che metta al primo posto la vita dei lavoratori, piuttosto che il profitto”.

    Vicinanza ha anche sottolineato la necessità di un impegno concreto da parte delle istituzioni e delle imprese: “Non possiamo continuare a tollerare situazioni in cui le norme di sicurezza vengono ignorate o sottovalutate. È fondamentale che venga fatta giustizia e che si adottino tutte le misure necessarie per prevenire ulteriori tragedie”.
    Il sindacalista ha infine ribadito l’impegno della Cisal Metalmeccanici nella lotta per la sicurezza sul lavoro: “Non smetteremo di batterci finché ogni lavoratore non potrà tornare a casa sano e salvo alla fine della giornata lavorativa”.
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    Scafati, scarcerato il ras delle palazzine Raffaele Forte, nipote del boss Dario Federico

    Scafati. E’ tornato in libertà dopo 5 mesi il ras Raffaele Forte  definito dal nuovo collaboratore di giustizia scafatese Giuseppe Di Dato quale promotore e gestore dell’associazione dedita allo spaccio di cocaina con epicentro nel rione popolare di Mariconda al confine tra Scafati e Pompei.PUBBLICITA

    Personaggio di alto spessore criminale in quanto nipote di Dario Federico e Di Paolo Salvatore era stato arrestato con una doppia ordinanza di custodia cautelare in carcere  daii carabinieri che bussarono alla sua porta il 16 febbraio scorso per notificargli l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

    Era accusato de essere componente attivo dell’organizzazione criminale dedita al narcotraffico nella zona tra Scafati e Pompei e tra l’altro all’atto della perquisizione fu trovato in possesso di 100 grammi di hashish.
    Due scarcerazioni in rapida successione ottenute dall’avvocato Gennaro De Gennaro difensore di Forte Raffaele.

    Qualche settimana fa il GIP di Salerno, dott. Indinnimeo gli aveva sostituito la misura cautelare per il reato associativo ma il giovane era rimasto bloccato in carcere per la procedura del Tribunale di Nocera Inferiore relativa ai 100 grammi di hashish.

    Ieri il giudice di Nocera Inferiore accogliendo l’istanza del suo avvocato di fiducia gli ha concesso gli arresti domiciliari ed il giovane ha potuto lasciare il carcere di massima sicurezza di Santa Maria Capua vetere.
    Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    La Mattonella Discount lancia il finanziamento a tasso zero

    La Mattonella Discount, azienda specializzata vendita di pavimenti, rivestimenti e complementi d’arredo, ha stretto un accordo con Compass per offrire ai propri clienti un’opportunità imperdibile: la possibilità di ristrutturare o arredare il proprio bagno o appartamento con un finanziamento a tasso zero. Questa nuova iniziativa consente ai clienti di pagare a rate a partire da soli €100 al mese per 12 mesi.PUBBLICITA

    Come Funziona?

    Il processo di finanziamento a tasso zero è stato pensato per essere il più semplice e comodo possibile. Tutte le pratiche burocratiche vengono svolte direttamente in sede dalla Mattonella Discount. Questo permette ai clienti di concentrarsi solo sulla scelta dei materiali e degli arredi desiderati. Grazie a questo servizio, chi desidera migliorare il proprio spazio abitativo non deve più preoccuparsi dell’onere di un pagamento immediato, potendo invece dilazionare il costo in comode rate mensili.
    Sempre più vicini alle esigenze dei clienti

    “Il finanziamento a tasso zero alimenta la nostra missione di offrire soluzioni di qualità a prezzi accessibili e rendere tutta l’esperienza di acquisto dei nostri clienti piacevole e comoda, oltre che conveniente. Con questo nuovo servizio di finanziamento, vogliamo dare un ulteriore supporto a chi desidera migliorare la propria abitazione senza dover affrontare un esborso economico immediato.”. Queste le dichiarazioni di Raffaele Russo, Titolare della Mattonella Discount.

    Il servizio di finanziamento a tasso zero è già disponibile nei due punti vendita della Mattonella Discount. I clienti possono visitare le sedi per avere una consulenza personalizzata e scoprire tutte le soluzioni d’arredo disponibili (Scopri lo shop online). Inoltre, per maggiori informazioni, è possibile visitare il sito web ufficiale dell’azienda per accedere a tutti i prodotti disponibili (Consulta il nostro sito web).Grazie a questa nuova collaborazione con Compass, la Mattonella Discount conferma il suo impegno nel rendere l’arredamento dei sogni accessibile a tutti, con soluzioni flessibili e convenienti che incontrano le esigenze di ogni cliente.
    Per maggiori informazioni: vai al finanziamentoContatti:Email: lamattonelladiscount@gmail.comTelefono: +39 350 554 4061

    Leggi AncheCollaboratore di lunga data di Cronache della CampaniaDa sempre attento osservatore della società e degli eventi.Segue la cronaca nera. Ha collaborato con diverse redazioni. LEGGI TUTTO

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    Operaio in nero morto a Scafati: 5 indagati

    Sono cinque gli indagati per la morte del giovane operaio Alessandro Panariello, il 21enne operaio di Poggiomarino travolto ed ucciso da una lastra di acciaio che stava sollevando con una carrucola in un cantiere edile di via Melchiade a Scafati.
    La famiglia attraverso gli avvocati Gennaro Caracciolo e Agostino Russo dello Studio Forensis, hanno presentato una denuncia ai carabinieri della tenenza di Scafati.
    Il pm Donatella Diana della Procura di Nocera Inferiore, titolare delle indagini nella giornata di oggi dovrebbe nominare il perito medico che dovrà effettuare l’autopsia.
    Nel mirino degli investigatori le posizioni del datore di lavoro, del responsabile del cantiere, del responsabile della sicurezza e dei committenti dei lavori.
    Al comando del tenente colonnello Gianfranco Albanese, i Carabinieri di Nocera Inferiore hanno condotto un’indagine che ha rivelato che il 21enne deceduto non aveva un regolare contratto di lavoro.
    Il ragazzo lavorava in nero per una cooperativa di Sant’Anastasia
    Lavorava “in nero” per la cooperativa di Sant’Anastasia che stava installando le lastre di acciaio sulla facciata dell’edificio in ristrutturazione in via Melchiade, per conto dell’impresa incaricata dei lavori e della gestione del cantiere.
    Questa circostanza è stata confermata dai familiari della vittima: la madre Flora, il suo compagno (padre defunto del ragazzo) e la fidanzata Annachiara.
    Il 21enne aveva lasciato la scuola per aiutare la famiglia da almeno sette anni e da allora lavorava in nero come operaio edile per la ditta – Arco Legno srl di sant’Anastasia dove prestava servizio anche venerdì durante l’incidente.
    Alessandro aveva chiesto al datore di lavoro di metterlo in regola
    Più volte, hanno raccontato le due donne, Panariello aveva chiesto al datore di lavoro di metterlo in regola e di aumentargli la paga giornaliera, che era di 50 euro, e più volte ci aveva litigato per la mancanza di sicurezza, tanto da interrompere il lavoro e tornarsene a casa.
    Anche venerdì 17, è stato sottolineato in querela, il 21enne aveva chattato con la compagna e in un messaggio audio le aveva detto che non voleva più lavorare per il titolare dell’azienda.
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    Aperta un’inchiesta sulla morte del giovane operaio a Scafati

    E’ stata aperta un’inchiesta da parte della Procura di Nocera Inferiore sulla morte dell’operaio 22enne originario di Poggiomarino morto all’ora di pranzo di oggi in via Pietro Melchiade a Scafati mentre lavorava  al rifacimento di un palazzo di fonte alla sede del comune.
    I carabinieri di Scafati e del reparto territoriale di Nocera hanno fatto i sopralluoghi e rilievi e hanno ascoltato testimoni e colleghi di lavoro oltre a verificare le condizioni di sicurezza e la regolarità lavorativa della giovane vittima.
    La CGIL di Salerno esprime profondo cordoglio alla famiglia del giovane operaio morto tragicamente in un incidente sul lavoro a Scafati. “Non è compito nostro entrare nel dettaglio della dinamica dell’incidente,” afferma il segretario generale Antonio Apadula, “ma è nostro dovere denunciare l’ennesima tragedia che si consuma in un cantiere. C’è dolore e rabbia.
    Questo ragazzo è uscito di casa per lavorare e non è più tornato. A quante scene come questa dobbiamo ancora assistere prima che qualcosa cambi? È una mattanza, un lutto continuo.”
    Apadula punta il dito contro la mancanza di regole e controlli adeguati nei luoghi di lavoro: “Questa ennesima morte non può essere liquidata come un tragico incidente. Dietro c’è la complicità di chi tace di fronte all’assenza di norme precise che possono azzerare queste tragedie. Lo Stato ci dica se c’è e da che parte sta. Serve un impegno concreto per la sicurezza dei lavoratori!”
    Secondo il segretario della CGIL Fillea, Edoardo Russo, i dati parlano chiaro: “Sono 1.041 i morti sul lavoro nel 2023 e dall’inizio di quest’anno il trend sembra ancora peggiore. Non possiamo più accettare che ogni giorno vite giovani vengano spezzate per colpa di negligenze e mancanze di controlli. Serve un cambio di rotta radicale per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro e tutelare la vita di chi ci lavora.”
    La CGIL Salerno invita tutte le forze sociali e politiche a mobilitarsi per chiedere al governo un’azione immediata e concreta per la sicurezza sul lavoro. “Basta stragi!” è il grido di dolore e rabbia che si leva da chi è stanco di vedere morire lavoratori innocenti. È il momento di agire per garantire un futuro diverso, dove il lavoro sia un diritto e non un rischio per la vita.
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    Interrotta tratta Circumvesuviana: stop ai treni tra Scafati e Poggiomarino

    Problemi tecnici sulla linea Napoli-Pompei-Poggiomarino della Circumvesuviana causano l’interruzione della circolazione ferroviaria tra le stazioni di Scafati e Poggiomarino.
    Disagi per i pendolari: l’inizio della settimana è segnato da questo nuovo inconveniente per gli utenti che utilizzano i treni delle linee vesuviane gestite dall’Ente Autonomo Volturno (EAV) per i loro spostamenti. La linea Napoli-Pompei-Poggiomarino, già interessata da lavori di manutenzione lo scorso weekend, è nuovamente colpita da un’interruzione.
    Comunicazione da EAV: la società di trasporti ha diramato una nota informativa spiegando che “causa motivi tecnici tra le stazioni di Poggiomarino e Scafati, la circolazione ferroviaria tra le stazioni di Poggiomarino e Scafati è interrotta”.
    Servizio bus sostitutivo: per limitare i disagi ai viaggiatori, EAV ha attivato un servizio bus sostitutivo che copre la tratta ferroviaria non funzionante. I bus saranno disponibili presso le stazioni di Poggiomarino e Scafati.

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    L’OPERAZIONE A Scafati scoperta maxi discarica grazie a droni, all’interno 600 tonnellate di rifiuti

    Ha utilizzato droni e fonti aperte come Google Maps e Google Earth, la Guardia di Finanza di Salerno, per individuare e sequestrare a Scafati, sotto il cavalcavia della strada statale 268, due aree destinate a deposito giudiziale trasformate illecitamente da una società in vere e proprie discariche a cielo aperto.
    Le fiamme gialle di Scafati, con l’Arpac e la Polizia Locale, hanno sequestrato, complessivamente 4mila metri quadrati su cui c’erano anche i veicoli sequestrati destinati alla demolizione. Gli inquirenti – ritenendo sussistente un grave rischio ambientale legato all’ingente quantità di rifiuti trovati, ben 600 tonnellate, stoccati su un terreno peraltro non impermeabilizzato – hanno denunciato il presunto responsabile alla Procura di Nocera Inferiore.
    A quest’ultimo viene contestata “l’illecita gestione dei veicoli fuori uso e dei rifiuti costituiti dai relativi componenti, invasione di terreni pubblici e privati, abbandono di rifiuti e attività di gestione di rifiuti non autorizzata”. Disposti ed eseguiti, contestualmente, anche interventi finalizzati a limitare la contaminazione delle aree sequestrate. LEGGI TUTTO

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    Scafati, scarcerato il ras Pasquale Panariello: uomo del vertice del clan Matrone-Buonocore

    Dopo la stangata per il clan Buonocore – Matrone di Scafati e del Clan Cesarano di Castellammare di Stabia che ha portato a complessivi 100 anni di carcere che sono stati comminati dalla corte di appello di Salerno il 22 dicembre scorso per un’inchiesta condotta dalla Dda di Salerno sul territorio di Scafati e Santa Maria La Carità che ha decapitato i due clan “alleati”, arriva la prima scarcerazione eccellente.
    Ritorna in libertà dopo soltanto due anni dal suo arresto, Pasquale Panariello, figura di vertice del crimine scafatese sebbene fosse stato condannato in appello per associazione camorristica ad una condanna complessiva di 6 anni ed 1 mese. Accolta l’istanza del suo difensore di fiducia l’avvocato Gennaro De Gennaro ed il Panariello é ritornato ad essere un uomo libero ma con l’obbligo di firma.
    La corte di appello ha riconosciuto il vincolo della continuazione con altro reato estorsivo che aveva già scontato e preso atto che il Panariello andava immediatamente rimesso in libertà. La corte di appello ha ritenuto che il Panariello avesse espiato l’intera pena sebbene avesse scontato solo due anni per il reato associativo, riconoscendo la tesi del suo avvocato che richiamava la fungibilità per l’intero periodo.
    I fatti ricostruiti dagli inquirenti vanno dal 2014 al 2019 e hanno portato a 14 condanne per servizi e slot machine imposti agli imprenditori dietro minacce, spesso attraverso l’esplosione di ordigni artigianali fabbricati dallo stesso Panariello appartenente alla famiglia dei fuochisti di Scafati.
    Pasquale Panariello viene anche coinvolto nel traffico di stupefacenti insieme al fratello Marcello, deceduto nel febbraio 2022, quando era poco più che ventenne, vittima di un drammatico incidente stradale.
    Secondo la DDA di Salerno i due fratelli oltre che a trafficare armi e droga ed essere esponenti di spicco del clan Buonocore Matrone non disdegnavano di taglieggiare i commercianti, gestendo gli affari illeciti del centro di Scafati, zona dei vetrai. LEGGI TUTTO

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    Scafati, sequestro articoli pirotecnici : erano più di una tonnellata

    A Scafati nei giorni scorsi la Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Salerno, nel corso di attività volte al controllo economico del territorio, ha sottoposto a sequestro penale un’ingente quantità di materiale esplodente.
    Il materiale era concentrato all’interno di un’attività commerciale sprovvista di idonea licenza nel Comune di Scafati.
    In particolare, nel corso di un intervento d’iniziativa scaturito dall’approfondimento di alcuni input info-investigativi, le Fiamme Gialle della Compagnia di Scafati hanno sequestrato “artifizi” pirotecnici abusivamente detenuti, per un totale di massa attiva calcolata in oltre 140 kg.
    Tale operazione ha avuto origine dall’intensificazione delle attività a contrasto dell’illegale commercializzazione di fuochi d’artificio in occasione delle festività di Capodanno. I militari hanno scoperto che l’indagato, esperto artificiere, occultava all’interno del locale, oltre agli artifici pirotecnici convenzionali detenuti in assenza di licenza, ben 259 ordigni artigianalmente realizzati.
    Tenuto conto della pericolosità della merce in questione e dell’ingente quantità di articoli sequestrati, l’effettivo possessore è stato deferito all’Autorità Giudiziaria competente, sia per il reato di detenzione illegale di materiale esplodente.
    I beni sottoposti a vincolo cautelare avevano un controvalore di vendita al dettaglio di più di trentamila euro. LEGGI TUTTO