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    Traffico di droga nelle carceri di Napoli, Roma e Avellino: 30 indagti

    Napoli. Ennesimo colpi di trafficanti di droga nelle carceri di Napoli, Roma ed Avellino con la complicità di agenti penitenziari corrotti.PUBBLICITA

    È in corso, infatti dalle prime luci del giorno di oggi una vasta operazione della polizia di Stato che sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Napoli su richiesta dalla procura – Direzione distrettuale antimafia nei confronti di 30 indagati.

    Sono tutti gravemente indiziati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, porto e detenzione di armi comuni da sparo, lesioni personali aggravate, estorsione.

    Ma anche di singoli episodi di detenzione e spaccio di droga e accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti.

    Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    In Italia 43 suicidi in carcere da inizio anno: 16 erano in attesa di giudizio

    Numeri allarmanti: 43 detenuti si sono tolti la vita nelle carceri italiane dall’inizio del 2024, 16 dei quali erano in attesa di giudizio.PUBBLICITA
    Un dato inaccettabile che ha spinto esponenti politici e sindacati a lanciare un grido d’allarme e a chiedere al governo un intervento immediato.

    Punti Chiave ArticoloTra le cause principali delle tragedie, la mancanza di misure adeguate per il sostegno psicologico dei detenuti, l’uso eccessivo della custodia cautelare in carcere e le carenze strutturali degli istituti penitenziari. Amnistia e indulto tra le proposte Tra le soluzioni proposte, l’indulto, l’amnistia, la depenalizzazione di alcuni reati e un maggiore ricorso alle misure alternative alla detenzione carceraria.

    I sindacati del corpo di polizia penitenziaria denunciano le condizioni di lavoro degli agenti, spesso costretti ad affrontare situazioni di grande tensione con mezzi insufficienti, e chiedono un potenziamento del personale e delle risorse. L’opposizione attacca il governo per la sua inerzia di fronte all’emergenza carceraria, definendolo “irresponsabilmente latitante”. Si chiede al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, di ritirare il ddl Sicurezza, visto come un passo nella direzione opposta a quella necessaria. Tra le storie dei detenuti suicidi, quella di un uomo di 74 anni a Teramo, malato da tempo e in attesa di una misura alternativa che non è mai arrivata. “È stato ammazzato dallo Stato italiano”, denuncia la sua avvocata. La situazione nelle carceri italiane è insostenibile e richiede un’azione concreta da parte del governo. Le misure annunciate finora non sembrano sufficienti a fermare questa emorragia di vite umane. Serve un cambio di rotta che punti al miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti, alla tutela dei diritti umani e alla riabilitazione sociale. Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Carcere Beccaria evasi due detenuti minorenni

    Ancora un’evasione dal carcere minorile ‘Beccaria’ di Milano. Questa volta sono due giovani magrebini, entrambi 16enni e arrestati per rapina, che sono riusciti a scappare nel primo pomeriggio di oggi.PUBBLICITA
    Secondo quanto riferito dal personale del carcere, i due hanno approfittato di un momento di scarsa sorveglianza per scavalcare un paio di recinzioni nella zona dei “passeggi”, l’area dedicata ai momenti all’aria aperta.

    Punti Chiave ArticoloSi sono arrampicati usando un palo come appoggio e poi hanno scavalcato un cancello carraio dell’ingresso laterale della struttura. Le ricerche Sulle loro tracce si sono subito attivate le forze dell’ordine: la sezione investigativa della Polizia penitenziaria, i Carabinieri e la Polizia. I due sono stati visti prendere la metropolitana alla stazione Bisceglie della linea 1, che si trova a poche centinaia di metri dal carcere.
    Chi sono gli evasi Si tratta di due ragazzi di origine marocchina, entrambi nati nel 2008. Uno di loro è nato in Italia e ha precedenti per rapina, mentre l’altro è nato in Marocco ed è stato arrestato per reati simili. L’evasione ha suscitato inevitabili polemiche. Il carcere Beccaria è già al centro di una clamorosa inchiesta giudiziaria per maltrattamenti e da lì, negli ultimi mesi, sono già evasi altri detenuti: sette a Natale, uno il 19 maggio, uno il 30 maggio e un altro minorenne il 22 aprile. Le parole del sindacato Sappe Donato Capece, segretario generale del sindacato degli agenti penitenziari Sappe, ha affermato che “questa evasione è la conseguenza dello smantellamento, negli anni, delle politiche di sicurezza dei penitenziari. Smembrare la sicurezza interna delle carceri con vigilanza dinamica, regime aperto ed assenza di Polizia Penitenziaria favorisce inevitabilmente gli eventi critici”. Inoltre, il Sappe ha espresso dubbi sulla capacità delle strutture minorili di contenere detenuti stranieri con esperienze criminali più complesse e un’età forse non corrispondente a quella dichiarata. Leggi AncheSiamo la redazione di Cronache della Campania. Sembra un account astratto ma possiamo assicurarvi che è sempre un umano a scrivere questi articoli, anzi più di uno ed è per questo usiamo questo account. Per conoscere la nostra Redazione visita la pagina “Redazione” sopra nel menù, o in fondo..Buona lettura! LEGGI TUTTO

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    Napoli, la Campania seconda solo alla Puglia per numero di detenuti

    Napoli. Nessuna promiscuità a Secondigliano dopo i trasferimenti dal carcere di Pozzuoli, chiuso temporaneamente a causa dei danni provocati dallo sciame sismico.PUBBLICITA

    Lo ha precisato il provveditore delle carceri della Campania, Lucia Castellano, smentendo le denunce dei sindacati di polizia penitenziaria.

    “Per numero di detenuti – ha detto il provveditore – la Campania è seconda solo alla Puglia mentre per quanto riguarda il personale siamo costretti per varie ragioni (prepensionamenti, permessi studio e per assenze di diversa natura) a fare a meno di ben 590 unità delle 4070 presenti”.PUBBLICITA

    Tuttavia, le carceri campane restano in sofferenza, con un sovraffollamento cronico e un personale carente e invecchiato. Mancano all’appello ben 590 unità su 4.070.
    Per quanto riguarda la sicurezza, sono stati introdotti sistemi anti-drone in quattro istituti (Avellino, Napoli Secondigliano, Santa Maria Capua Vetere e Salerno) e sono in arrivo anche a Benevento, Carinola e Ariano Irpino. Potenziati anche i controlli agli ingressi e la collaborazione con le procure per identificare e isolare i detenuti pericolosi.
    Il carcere di Poggioreale resta però il punto più critico, con un sovraffollamento di oltre mille unità. Il provveditore, Lucia Castellano, ha sollecitato la collaborazione dei sindacati per trovare soluzioni comuni alle criticità del sistema penitenziario campano.
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    Rissa a coltellate tra detenuti nel carcere di Avellino: uno è grave

    Una lite tra due detenuti nel reparto comune della casa circondariale di Avellino è sfociata in un’aggressione con un coltello rudimentale.
    Il detenuto ferito è stato trasportato d’urgenza al pronto soccorso con l’ausilio della Polizia di Stato, a causa dell’indisponibilità numerica del personale interno.
    La Uilpa Polizia Penitenziaria di Avellino denuncia la carenza di personale che ha costretto all’intervento della Polizia di Stato.
    “Un problema segnalato da anni e che ancora oggi costringe a quotidiani accorpamenti di posti di servizio sovraccaricando di lavoro i poliziotti penitenziari”, afferma il sindacato.
    Criticità in tutti gli istituti penitenziari dell’Avellinese
    Le denunce del sindacato “riflettono criticità legate a tutti gli istituti penitenziari dell’Avellinese, dove l’organico disponibile è allo stremo delle forze nel disperato tentativo di garantire i livelli minimi di sicurezza e che figura di giorno in giorno nel presagio di un imminente disastro”.
    “Un esempio è la Casa Circondariale di Ariano Irpino, che deficita in pianta organica di un intero padiglione e che accoglie detenuti trasferiti da altre carceri d’Italia per ordine e sicurezza, con conseguente difficoltà nella gestione degli stessi considerando la risicata disponibilità di unità ed il sovraffollamento della popolazione detenuta”.
    L’appello ai vertici
    “Invitiamo i vertici a prendere contezza delle problematiche degli istituti penitenziari dell’Avellinese e di provvedere quanto prima ad una congeniale risoluzione, serve con urgenza personale non solo nell’interesse del ripristino dei livelli di sicurezza ma soprattutto del benessere psicofisico degli agenti di polizia penitenziari”.
    La situazione è grave e richiede un intervento urgente da parte delle autorità competenti per garantire la sicurezza dei detenuti e degli agenti di polizia penitenziaria. LEGGI TUTTO

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    IL DATO Quasi 500 i detenuti minori e giovani adulti in Italia, mai così tanti dal 2012

    Il numero complessivo di giovani detenuti nei 17 istituti penali per minorenni presenti nel Paese ammonta a 496, tra cui 13 donne (pari al 2,6% del totale) e 254 stranieri (51,2%), superando così la soglia del 50%. Il Beccaria di Milano registra la maggiore affluenza con 69 detenuti, mentre i centri di Quartucciu in Sardegna e Pontremoli in Toscana, unico Istituto Penale Minorile interamente femminile d’Italia, ospitano rispettivamente 8 ragazzi e 8 ragazze. Napoli e Roma accolgono le altre 5 ragazze.I dati emergono dal settimo rapporto di Antigone sulla giustizia minorile, presentato a Roma, basato su informazioni aggiornate al 15 gennaio scorso. Per il secondo anno consecutivo, si registra un aumento delle presenze medie giornaliere, con una crescita del 2022 attribuita principalmente al recupero dalla diminuzione causata dalla pandemia. Nel corso del 2023, le presenze aumentano ulteriormente, arrivando a gennaio 2024 a sfiorare le 500 presenze.
    Dei detenuti, 156 risultano condannati in via definitiva, mentre 340 sono in misura cautelare, segnando un incremento rispetto all’anno precedente. La presenza maggiore negli Istituti Penali per Minorenni coinvolge principalmente giovani tra i 16 e i 17 anni, rappresentando il 50,1%. Gli stranieri rappresentano il 51,2% del totale, con una prevalenza di giovani provenienti da Tunisia, Marocco ed Egitto tra i maschi, e dalla Bosnia-Erzegovina, Serbia e Croazia tra le femmine.
    Gli stranieri risultano in media più giovani degli italiani, con il 64,2% minorenni rispetto al 50,8%. Sono più frequentemente in custodia cautelare (75,6% contro 61,2% degli italiani) e generalmente coinvolti in reati meno gravi, come il 63,9% detenuto per reati contro il patrimonio rispetto al 47,2% degli italiani. LEGGI TUTTO

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    15 suicidi in carcere dall’inizio dell’anno: “Una strage di Stato”

    La drammatica sequenza di suicidi in carcere continua: 15 detenuti si sono tolti la vita dall’inizio dell’anno, uno ogni 48 ore. L’ultimo caso è avvenuto nel carcere di Carinola, dove un detenuto disabile di 58 anni si è impiccato.La situazione nelle carceri italiane è drammatica. Il sovraffollamento, le carenze di personale e le inadeguate condizioni di vita sono fattori che contribuiscono al disagio e alla sofferenza dei detenuti, portando in alcuni casi al suicidio. È necessario un intervento urgente da parte del Governo per porre fine a questa “strage di Stato”.
    Gli ultimi due casi sono avvenuti il primo nel carcere veronese di Montorio – dove in tre mesi cinque detenuti si sono uccisi – e si tratta di una morte annunciata in quanto il detenuto ucraino che si è impiccato si era già reciso la gola a gennaio e soffriva a livello psichiatrico.
    E’ lo stesso carcere dove è detenuto Filippo Turetta, il giovane assassino della sua ex fidanzata Giulia Cecchettin.
    Non si può continuare a ignorare la sofferenza e la disperazione di chi si trova ai margini della società.
    I dati:
    189 istituti possono ospitare 51.179 detenuti.In realtà i detenuti sono 60.166.Il sovraffollamento detentivo sfiora il 130 per cento.Mancano 18mila operatori nella Polizia penitenziaria.
    Le proposte:
    Maggior ricorso alle misure alternative alla detenzione.Interventi sulla carcerazione preventiva.Assunzioni di nuovo personale.Miglioramento delle condizioni di vita in carcere.
    Le parole dei sindacati:
    “Nostro malgrado la carneficina nelle carceri del Paese continua, così come proseguono il malaffare, le risse, le aggressioni alla Polizia penitenziaria, il degrado e molto altro ancora”, commenta Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria, ricordando che “anche un appartenente al Corpo di polizia penitenziaria due settimane fa si è tolto la vita”.
    Donato Capece, segretario generale del Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria), si dice “costernato e affranto: un detenuto che si toglie la vita in carcere è una sconfitta per lo Stato e per tutti noi che lavoriamo in prima linea”.
    “È un massacro, pochi uomini e male organizzati. Nonostante le promesse della politica il sistema è da rinnovare integralmente, a partire dai vertici, pena danni irreparabili non solo per l’utenza e per il personale che opera nelle carceri ma anche per la collettività nazionale”, sottolinea il segretario generale dell’Osapp, Leo Beneduci.
    “La tendenza drammatica dei suicidi in carcere è sorprendente soprattutto per la politica che è indifferente e vive in silenzio. Il tasso di suicidi in carcere è 20 volte superiore ai suicidi delle persone libere. Occorrono risposte concrete qui e ora, prima che ci sia l’irreparabile”, commenta Samuele Ciambriello, garante campano delle persone private della libertà personale e portavoce nazionale della Conferenza dei garanti locali dei detenuti.
    Per Aldo Di Giacomo, vice segretario generale Osapp: “Di fronte ad un trend che non sembra arrestarsi e che potrebbe far superare a fine 2024 il più tragico bilancio di suicidi, quello del 2022 con 84 vittime, è necessario correre ai ripari per mettere fine alla “strage di Stato” ed assolvere alla prima funzione dello Stato di legalità che le deriva dall’avere in custodia vite umane.
    Perciò le parole del ministro della Giustizia Carlo Nordio sono ancor più inaccettabili. Altro che “questione irrisolvibile” e “malattia da accertare” come dice il Ministro. Con Carinola c’è la conferma che i suicidi in carcere sono un problema che riguarda tutte le fasce di età, dai giovanissimi agli over 60, con quelli più frequenti tra gli under 40, con un numero elevato di persone con problemi psichici e di tossicodipendenza ed evidenziano in modo più forte le gravi problematiche prima fra tutte il sovraffollamento”.
    Secondo i dati del ministero della Giustizia (aggiornati al 31 dicembre 2023) i 189 istituti possono ospitare 51.179 detenuti. In realtà i detenuti sono 60.166. Tutti gli istituti (a eccezione di quelli in Trentino) sono sovraffollati con 18.894 stranieri. Il sovraffollamento detentivo sfiora il 130 per cento, mentre registriamo carenze organiche di 18mila operatori in meno nella sola Polizia penitenziaria. LEGGI TUTTO

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    Calcio libero: un progetto per la socializzazione dei giovani detenuti

    Un percorso formativo-sportivo con il coinvolgimento di calciatori, ex calciatori e staff tecnici messi a disposizione dall’Associazione Italiana Calciatori (AIC) per favorire la socializzazione dei giovani detenuti negli Istituti penali per minorenni.L’iniziativa, denominata “Calcio libero”, è stata presentata oggi in conferenza stampa a Roma dal Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, dal Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, e dal Presidente dell’AIC, Umberto Calcagno.
    L’accordo, che avrà efficacia fino alla fine del 2024 e sarà rinnovabile, prevede che nelle strutture individuate dal Ministero della Giustizia si svolgano preliminarmente incontri con ex calciatori che racconteranno la loro esperienza professionale; saranno seguiti da una preparazione di sei settimane di allenamenti, tenuti da staff tecnici selezionati dall’AIC per due ore settimanali, e da una partita di Calcio conclusiva.
    “Lo sport, come il lavoro, soprattutto per i più giovani, è una straordinaria occasione per trasformare il tempo della pena in autentico percorso di recupero, secondo i dettami della Costituzione”, ha dichiarato il ministro Nordio.
    “Grazie a questo protocollo, i nostri ragazzi saranno accompagnati da campioni del Calcio, disposti a fare la loro parte nel fondamentale compito di restituire alla società dei liberi persone più consapevoli, che non torneranno più a delinquere”.
    “Calcio libero è un titolo emblematico di questo protocollo”, ha dichiarato il ministro Abodi.
    “Si tratta di un progetto che ha inequivocabili caratteristiche costituzionali. Mi auguro siano storici gli effetti di questa giornata cioè l’Ingresso più organizzato e sistematico del Calcio nelle sue componenti perché esprima la sua funzione non solo nella sua forma educativa, ma rieducativa dello sport in tutte le sue forme.
    Il concetto di riportare la normalità in una condizione nella quale si deve recuperare il diritto alla normalità, perché evidentemente non soltanto si è mancato a una norma, ma spesso si è offeso una persona nel senso più ampio del termine”.
    “Per l’Associazione Calciatori è un onore far parte di questo progetto ed esserne il braccio operativo”, ha sottolineato il Presidente dell’AIC, Umberto Calcagno.
    “Un’iniziativa importante che valorizza il percorso che abbiamo intrapreso da più di dieci anni, da quando abbiamo incluso gli ex calciatori coinvolgendoli in iniziative sociali per avvicinare i giovani allo sport. Questo progetto ci permetterà di entrare in contatto con ragazzi che hanno commesso qualche sbaglio e ci auguriamo di riuscire a trasferire loro il nostro ‘saper fare squadra’ attraverso l’aspetto rieducativo proprio del Calcio”.
    Il progetto “Calcio libero” coinvolgerà tre Istituti penali per minori: Casal del Marmo (Roma), Beccaria (Milano) e Fornelli (Bari). In ciascuna struttura, il programma prevede:
    Incontri con un ex-calciatore professionistaAllenamenti settimanali tenuti da uno staff di ex-calciatori professionisti coinvolti dal Dipartimento Junior AICPartita finale, tra i minori partecipanti al progetto, agenti penitenziari, ex-calciatori e autorità locali
    L’obiettivo del progetto è quello di promuovere la socializzazione e il reinserimento dei giovani detenuti attraverso lo sport, in particolare il Calcio. Lo sport può infatti aiutare i ragazzi a sviluppare le proprie capacità, a imparare a lavorare in squadra e a rispettare le regole. Inoltre, può aiutarli a ritrovare la fiducia in se stessi e a costruire relazioni positive con gli altri.
    Il progetto “Calcio libero” è un’iniziativa importante che può contribuire a migliorare la vita dei giovani detenuti e a ridurre il rischio di recidiva.
    @riproduziuone riservata LEGGI TUTTO

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    Detenuti morti a Poggioreale, don Tonino Palmese: Il carcere non sia l’unica pena”

    “In pochi giorni, all’interno della Casa circondariale di Poggioreale, abbiamo registrato la tragica perdita di quattro vite, di cui tre risultano essere chiaramente casi di suicidio.
    Al di là delle analisi, che trovano concordanza tra tutte le realtà operanti nel mondo carcerario, ritengo che sia ora necessario rivolgersi, innanzitutto, alla politica e all’intera comunità, intesa come società civile, per affrontare ciò che sta accadendo. Non possiamo limitarci a chiederci il motivo dell’accaduto, ma dobbiamo focalizzarci su cosa si può fare affinché simili tragedie non si ripetano mai più.
    È auspicabile che aumentino le misure tipiche di una nazione civile, che non si limita a considerare la detenzione come l’unica pena, ma che cerca di valorizzare la persona anche durante la reclusione.
    Parallelamente, è essenziale coinvolgere figure professionali e gruppi specializzati, affinché possano instaurare un legame di empatia con la popolazione carceraria e con tutti coloro che operano nel carcere. L’obiettivo è trasformare il dolore in una speranza di cambiamento, non solo per la propria condizione, ma anche per una società che promuova il desiderio di inclusione.
    Purtroppo, molti detenuti vivono con la consapevolezza che la loro pena non termina mai, fintanto che vengono designati, etichettati e quindi respinti come ex carcerati. Aumentando le opportunità di riabilitazione, diminuirà il desiderio di mettere fine alla propria vita”. Queste riflessioni sono espresse da don Tonino Palmese, Garante dei diritti delle persone detenute e private della libertà personale del Comune di Napoli. LEGGI TUTTO

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    IL CASO Detenuti si barricano in carcere a Genova, due agenti feriti

    Prima l’arresto in flagranza di un 19enne, ex detenuto, che ieri pomeriggio ha tentato di lanciare un pacco con droga e cellulari all’interno del carcere di Marassi a Genova; poi l’evacuazione di un piano dopo che i detenuti si sono barricati in cella dando fuoco ad alcune suppellettili. E’ quanto avvenuto nella giornata di ieri al carcere di Marassi, secondo quanto riportato da Uilpa Polizia penitenziaria.
    Intorno alle 15 un 19enne ex detenuto, riferisce il sindacato, “ha tentato di lanciare un pacco all’interno del carcere. Nel pacco droga e cellulari, destinato ai detenuti che in quel frangente passeggiano all’aria. Nel frattempo – aggiunge il sindacato – ci giungono notizie in maniera frammentaria, che subito dopo l’intercettazione del pacco, alcuni detenuti ristretti in terza sezione piano terra si sono barricati in cella, altri si sono cosparsi d’olio ed hanno dato fuoco ai suppellettili. L’intervento della Polizia penitenziaria ha evitato il peggio”.
    Due agenti della polizia penitenziaria, riferisce il sindacato, sono rimasti feriti. L’intero piano terra della terza sezione “è stato evaccuato” e “i detenuti sono salvati, messi in sicurezza trasportati all’interno del cortile passeggi”. Secondo il sindacato è “probabile che esista un collegamento tra il lanciatore e alcuni detenuti della terza sezione. Ciò conferma, qualora ce ne fosse bisogno, che tali accadimenti sono palesemente la sintomatologia di un sistema patologico che va celermente curato e sanato”.
    Fabio Pagani, segretario regionale della Uilpa Polizia penitenziaria della Liguria, dichiara: “Marassi sta subendo un involuzione in pejus. Solo grazie al tempestivo intervento della Polizia penitenziaria oggi si è evitata una strage. Il bilancio della giornata di ieri è di due arresti (il lanciatore ex detenuto e un detenuto della terza sezione per resistenza), con due poliziotti feriti. Di fronte a questo quadro, il Governo Meloni prenda compiutamente atto della strisciante emergenza, fatta anche di sovrappopolamento detentivo, con circa il 130% di presenze in più rispetto ai posti effettivamente disponibili, ma con punte di oltre il 200%, e di penuria di operatori, alla sola Polizia penitenziaria servirebbero rinforzi per almeno 18mila unità, e vari un decreto carceri per consentire cospicue assunzioni straordinarie, con procedure accelerate, e il deflazionamento della densità detentiva pure attraverso una gestione esclusivamente sanitaria dei detenuti malati di mente e percorsi alternativi per i tossicodipendenti”. LEGGI TUTTO

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    Sappe: “2 suicidi a Poggioreale, solo due psichiatri per 2mila detenuti, scandaloso”

    Dopo il suicidio, in pochi giorni, di due detenuti nel carcere di Poggioreale, è ferma la denuncia di Donato Capece, segretario generale del Sindacato Sappe, il quale sottolinea che, a seguito della chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, moltissime persone con problemi psichiatrici sono ristrette nelle carceri del Paese e spesso proprio loro si rendono protagonisti di gravi eventi critici, anche auto soppressivi come quello accaduto a Poggioreale.”E’ semplicemente scandaloso ed assurdo che il carcere napoletano di Poggioreale, con oltre duemila detenuti presenti, il più affollato d’Europa!, ci siano in servizio solamente due medici psichiatri!. – afferma Capace in una nota, e amareggiato evidenzia che ”il disagio mentale, dopo la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, è stato riversato nelle carceri, dove non ci sono persone preparate per gestire queste problematiche, mancano strutture adeguate e protocolli operativi.
    La Polizia Penitenziaria non ce la fa più a gestire questa situazione e nei prossimi giorni valuterà se indire lo stato di agitazione. L’effetto che produce la presenza di soggetti psichiatrici è causa di una serie di eventi critici che inficiano la sicurezza dell’istituto oltre all’incolumità del poliziotto penitenziario”.
    “Queste sono anche le conseguenze di una politica miope ed improvvisata, che ha chiuso gli ospedali psichiatrici giudiziari senza trovare una valida soluzione su dove mettere chi li affollava. Gli Opg devono riaprire, meglio strutturati e meglio organizzati, ma devono di nuovo essere operativi per contenere questa fascia particolare di detenuti.
    Il carcere non può custodire detenuti di questo tipo, a meno che non vi sia un notevole incremento di organico della polizia penitenziaria e di specialisti di patologie psichiatriche. – conclude Capece –
    Si evidenzia ancora una volta la grave carenza di medici all’interno delle strutture penitenziarie della regione Campania e soprattutto del personale medico specializzato (psichiatrici e psicologici) e la necessità di integrazione dello stesso visto che la Conferenza Stato Regioni individua per ogni 350 detenuti un solo medico psichiatra, un solo psicologo e un solo professionista sanitario.
    Nel carcere di Poggioreale invece ci sono solo due psichiatrici presenti la mattina mentre il pomeriggio non vi è nessuna figura di supporto psicologico. A tutto questo si aggiunga la gravissima carenza di poliziotti penitenziari”. LEGGI TUTTO

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    Pranzo di Natale della Comunità di Sant’Egidio giovedì nel carcere di Poggioreale

    Continua il tradizionale appuntamento della Comunità di Sant’Egidio con il pranzo di Natale nella casa circondariale “Giuseppe Salvia Poggioreale“.
    Quest’anno l’evento si terrà giovedì 21 dicembre 2023 alle ore 13. Parteciperanno i detenuti più poveri o che non fanno colloqui perché non hanno più legami familiari e molti stranieri.
    A tavola saranno in 130. Al pranzo tra gli invitati ci saranno il vescovo ausiliare monsignor Gaetano Castello, gli assessori Morcone e Marciani, il provveditore Lucia Castellano e Monica Sarnelli che regalerà ai detenuti un momento musicale.
    Sarà un Natale – si sottolinea – per non dimenticare chi vive recluso, per dire che è sempre possibile cambiare e rimettere in gioco la propria vita e stare vicino a chi vive in un momento di difficoltà può accendere sempre una luce di speranza. LEGGI TUTTO