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    Tensione al carcere di Ariano Irpino: detenuti protestano e aggrediscono gli agenti

    Si sono verificati gravi disordini nel carcere di Ariano Irpino, in provincia di Avellino. Diversi detenuti hanno dato vita a proteste violente, scontrandosi con gli agenti della Polizia Penitenziaria.PUBBLICITA

    Ieri due detenuti ex art.32 psichiatrici hanno preso a pugni un poliziotto penitenziario del carcere di Ariano Irpino costretto alle cure mediche.
    La violenza inaudita dei due reclusi non solo hanno aggredito il poliziotto penitenziario di turno ma hanno anche distrutto due camere di pernottamento.
    Per il segretario regionale CON.SI.PE Campania Tommaso De Lia “oggi la violenza nelle carceri campane è all’ordine del giorno, frutto di un sistema penitenziario al collasso che manifesta tutte le sue falle a discapito di una crescente precarietà della sicurezza di tutti”.
    Per il delegato nazionale dirigenti Polizia Penitenziaria CON.SI.PE  Vincenzo Santoriello “quanto accaduto nel carcere arianese è l’emblema della realtà che sta vivendo il personale di Polizia Penitenziaria in sede, personale ridotto all’osso, mancanza di sicurezza, una realtà che preoccupa tutti eppure nessuno fa’ nulla per migliorarne le condizioni di lavoro di centinaia di servitori dello Stato sedotti ed abbandonati a loro stessi, come il poliziotto penitenziario di turno aggredito”.
    Per il vice presidente CON.SI.PE Luigi Castaldo “i reclusi psichiatrici non solo mettono a repentaglio l’incolumità del personale di Polizia Penitenziaria ma destabilizzano soprattutto l’ordine e la sicurezza all’interno delle sezioni detentive, da tempo come confederazione sindacati abbiamo chiesto al Governo interventi risolutivi e concreti nella gestione di questi soggetti che andrebbero trattati ed inseriti in circuiti idonei, ma non nei penitenziari.

    Pertanto il 12 settembre prossimo saremo davanti al Prap della Campania a manifestare contro un sistema penitenziario fallimentare che produce tanta violenza e suicidi.Il CON.SI.PE esprime massima solidarietà al poliziotto penitenziario di oggi vilmente aggredito”.
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    In Campania circa duemila detenuti in più del consentito

    In Italia, ci sono attualmente 61.465 detenuti rispetto ai 46.898 posti disponibili. In Campania, le presenze sono 7.581 mentre i posti disponibili sono 5.664.
    Di questi, 432 detenuti devono scontare meno di sei mesi, e 999 hanno da scontare solo un anno di carcere. Dall’inizio dell’anno fino al 16 agosto, si sono registrati 63 suicidi, di cui 7 in Campania.
    Questi dati sono stati presentati da Samuele Ciambriello, Garante campano dei detenuti e Portavoce della conferenza nazionale dei garanti delle persone private della libertà personale, durante una conferenza stampa sul sovraffollamento e i suicidi nelle carceri campane.
    Ciambriello ha commentato: “I dati sono sorprendenti sia per il sovraffollamento con 2.000 detenuti in più in quindici istituti della Campania, sia per i 1.402 tossicodipendenti ai quali potremmo evitare il carcere. Un altro dato che mi ha colpito è che abbiamo 1.061 detenuti tra i 18 e i 29 anni: è cambiata la tipologia di chi commette reati.”
    Nonostante il quadro fosco, quest’anno 2.727 detenuti hanno beneficiato di misure alternative. Per quanto riguarda gli adulti in area penale esterna in Campania, sono 6.334, con 3.125 persone sotto indagine. “Abbiamo bisogno di educatori e assistenti sociali, altrimenti queste persone rischiano di continuare a vivere nella recidiva,” ha aggiunto Ciambriello.
    Sui minorenni, in Campania ci sono 113 detenuti con 117 posti disponibili. “Non credo che il carcere sia un deterrente per loro: piuttosto che punire, occorre prevenire.” Ciambriello ha lanciato un appello alla politica per misure deflattive immediate in tutta Italia, sottolineando che 8.000 persone devono scontare meno di un anno.

    Per quanto riguarda le donne detenute in Campania, a Secondigliano ce ne sono 75 dopo l’evacuazione di Pozzuoli per eventi sismici, con altre detenute sparse in diverse città. “Chiedo che possano tornare presto a Napoli. Come si può difendere una persona lontana dal suo territorio? Come possono i familiari mantenere i legami?” ha chiesto.
    Infine, ha fatto appello alla magistratura di sorveglianza per accelerare le pratiche di affidamento ai servizi sociali e aumentare i permessi per il reinserimento sociale.
    Collaboratore di lunga data di Cronache della CampaniaDa sempre attento osservatore della società e degli eventi.Segue la cronaca nera. Ha collaborato con diverse redazioni. LEGGI TUTTO

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    Agenti penitenziari aggrediti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere

    Il carcere di Santa Maria Capua Vetere fuori controllo. Ieri si è registrato un altro episodio di aggressione da parte di detenuti agli agenti penitenziari.PUBBLICITA

    “Cosa questa che desta segnali allarmanti per quanto riguarda la gestione dei detenuti presso il penitenziario sammaritano”, afferma il segretario nazionale CON.SI.PE Francesco De Curtis.

    Che poi spiega cosa è accaduto: “In seguito ad una perquisizione ordinaria che ha portato al ritrovamento di diversi telefoni cellulari, il personale di Polizia Penitenziaria coinvolto nell’operazione è stato attaccato dai detenuti della sezione dov’è avvenuta la perquisizione.
    Solo grazie ad un elevato autocontrollo del personale di Polizia Penitenziaria di turno si è evitato il peggio, ma nonostante ciò, i detenuti coinvolti sono riusciti a sottrarre parte dei telefonini sequestrati.

    Questo episodio è inaccettabile e fa dedurre le condizioni in cui sono costretti ad operare i poliziotti sammaritani. Siamo preoccupati per le condizioni di lavoro del personale, in quanto questi riesce ad evitare il peggio quotidianamente solo grazie allo spirito di gruppo, alla professionalità ed esperienza che fa sì che espletino nei migliore dei modi il loro servizio nonché i compiti istituzionali nelle sezioni detentive”.
    Per il vice presidente CON.SI.PE, Luigi Castaldo: “Oggi la percezione di impunità tra i detenuti è tale da ribellarsi ad un sistema penitenziario che inizia a scricchiolare, di questi passi si và al collasso.
    Urge un intervento governativo che ridia decoro e dignità ad un Corpo dello Stato com’è quello della Polizia Penitenziaria, messo in discussione da eventi critici pubblicizzati mediaticamente che hanno denigrato l’immagine ed il prestigio dello stesso”.

    Per i due sindacalisti CON.SI.PE: quanto accaduto va attenzionato e gestito con i dovuti provvedimenti, per ripristinare ordine e sicurezza nel penitenziario sammaritano, onde evitare di peggio.
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    Napoli, la polizia penitenziaria recupera 8 telefoni nelle celle dei boss a Secondigliano

    Napoli. Nel pomeriggio di ieri, una operazione eseguita dalla Polizia Penitenziaria presso il reparto detentivo Alta Sicurezza del Carcere di Secondigliano ha portato al rinvenimento e al sequestro di 8 smartphone abilmente occultati in spazi comuni.PUBBLICITA L’operazione condotta dal Reparto di Polizia Penitenziaria, è avvenuta nel pomeriggio di ieri durante una perquisizione ordinaria, diretta e coordinata dal funzionario di Polizia Penitenziaria Raffaele Cristofaro, con il prezioso supporto del personale di altre unità operative dell’istituto che non ha esitato a fornire il proprio contributo a sostegno della sicurezza.Il materiale non consentito è stato recuperato nell’ambito delle operazioni di contrasto alla criminalità intramuraria.Il Si.N.A.P.Pe, attraverso la voce del Segretario generale aggiunto Luigi Vargas, del Segretario nazionale Pasquale Gallo e del Segretario regionale Orlando Scocca, esprime un grande plauso a tutto il personale coinvolto nella brillante operazione.I dirigenti sindacali sottolineano la grande professionalità e solidarietà dimostrata dagli Agenti della Polizia Penitenziaria, evidenziando il loro costante impegno nel contrasto alle attività illecite all’interno del carcere, soprattutto in questo periodo di estrema sofferenza di organico coincidente con il piano ferie. “Questa operazione rappresenta un ulteriore segnale dell’importanza del lavoro svolto dal Corpo di Polizia Penitenziaria nel garantire la sicurezza delle strutture detentive e nella prevenzione di eventi, ad oggi potenzialmente sempre più pericolosi”.“Oramai il rinvenimento di cellulari, droga e oggetti non consentiti, sta raggiungendo numeri allarmanti e senza un immediato intervento dell’Amministrazione e del Governo sarà sempre più difficile garantire la legalità e la sicurezza all’interno dei penitenziari italiani. È inquietante, soprattutto, la frequenza di rinvenimento dei cellulari che testimonia ancora una volta il livello di pericolosità raggiunto dalla criminalità nelle carceri Campane a cui occorre porre un freno con tempestivi interventi sanzionatori e chiare regole di ingaggio, prima che si arrivi al completo collasso delle carceri.La pur significativa carenza organica dei penitenziari viene colmata soltanto dalla grande professionalità degli uomini e delle donne della Polizia Penitenziaria, che hanno posto in essere questa ennesima brillante operazione di polizia”, concludono Luigi Vargas, Pasquale Gallo e Orlando Scocca.Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTO

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    Lite tra italiani e marocchini nel carcere di Nisida: agenti feriti

    Napoli. Ennesima lite tra tra due gruppi di detenuti nel carcere minorile di Nisida, a Napoli, si è verificata nella giornata di oggi.PUBBLICITA La lite è stata sedata dagli agenti di polizia penitenziaria e non ha destato particolari preoccupazioni.Secondo quanto riferito, la lite ha coinvolto tre detenuti napoletani e 11 di nazionalità marocchina.Sarebbero due gli agenti della polizia penitenziaria ad aver riportato lesioni.E’ l’ennesima situazione di violenza che  si registra nelle carceri della Campania e in particolare a Nisida dove persiste da tempo una situazione di estrema tensione.Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Napoli, intercettato drone carico di cellulari sul carcere di Secondigliano

    Un tentativo di introdurre illegalmente telefoni cellulari all’interno del carcere di Secondigliano è stato sventato grazie all’intervento tempestivo degli agenti della Polizia Penitenziaria.PUBBLICITA

    Un drone carico di dispositivi è stato intercettato e bloccato durante un regolare giro di ronda esterna. L’incidente, avvenuto nella mattinata di ieri ha visto il velivolo senza pilota impigliarsi nei tralicci dell’alta tensione, facilitando così il recupero dei materiali illegali da parte degli agenti.

    L’episodio evidenzia ancora una volta l’ingegno dei criminali nel tentativo di aggirare i sistemi di sicurezza penitenziari e la prontezza di risposta degli uomini e delle donne della Polizia Penitenziaria.
    I sindacati del Si.N.A.P.Pe hanno espresso plauso per l’operato degli agenti e sottolineato l’importanza di rafforzare le misure di sicurezza carceraria.

    Luigi Vargas, Segretario Generale Aggiunto del Si.N.A.P.Pe, ha dichiarato: “Questo episodio dimostra la necessità di un continuo aggiornamento delle strategie di contrasto alle nuove minacce. La professionalità degli agenti ha permesso di sventare un potenziale pericolo per la sicurezza interna del carcere.”

    Pasquale Gallo, Segretario Nazionale del Si.N.A.P.Pe, ha aggiunto: “Riteniamo fondamentale che il Ministero della Giustizia investa in tecnologie avanzate e nella formazione del personale per contrastare efficacemente tali tentativi di intrusione. L’impegno degli agenti è encomiabile, ma è necessario un supporto concreto per garantire la sicurezza degli istituti penitenziari.”
    Orlando Scocca, Segretario Regionale del Si.N.A.P.Pe, ha concluso: “L’accaduto evidenzia l’importanza di potenziare la vigilanza esterna. Chiediamo un aumento delle risorse e del personale a disposizione per garantire una copertura adeguata e prevenire simili episodi.”

    Il Si.N.A.P.Pe ribadisce il proprio impegno a sostegno della Polizia Penitenziaria e auspica che questo episodio sia da monito per rafforzare ulteriormente il sistema di sicurezza carceraria.
    Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Ecco il decreto svuota carceri: pene scontate per buona condotta e lavoro nelle coop sociali

    Una corsia veloce per uscire dalla detenzione, una volta dimostrata la buona condotta. E’ questo il nuovo decreto “svuota-carceri”: anche se per la destra di governo non deve essere chiamato così.PUBBLICITA

    Anche se, in fondo, l’obiettivo del decreto limato al ministero della Giustizia e pronto per il Consiglio dei ministri oggi è proprio questo: ridurre il sovraffollamento delle carceri italiane, che oggi raggiunge il 140%, secondo gli ultimi dati del Garante dei detenuti.

    Punti Chiave ArticoloUn’emergenza umanitaria, aggravata da quaranta suicidi dietro le sbarre dall’inizio dell’anno. Il governo prova a intervenire.
    Due le novità di peso nel testo. Innanzitutto, l’accelerazione delle procedure per la scarcerazione dei detenuti. Nessun aumento degli sconti di pena previsti per legge – 45 giorni ogni sei mesi per chi dà prova di buona condotta – ma un’inversione delle procedure che, nelle intenzioni del governo, dovrà accelerare la liberazione anticipata e liberare spazi nelle celle.
    Il nuovo meccanismo sullo sconto della pena A decidere sullo sconto previsto dalle leggi in vigore non sarà più il tribunale di sorveglianza, ma direttamente il pm competente per l’esecuzione della pena. Il meccanismo, oggi farraginoso perché richiede un’istruttoria e un esplicito via libera agli sconti semestrali dai tribunali, spesso ritardando di anni le pratiche dei detenuti, diventerà quindi automatico.

     Con la buona condotta 45 giorni di sconto ogni sei mesi A meno che il pm non segnali al tribunale di sorveglianza la cattiva condotta del detenuto, lo sconto di 45 giorni scatterà ogni sei mesi. Questo è il compromesso trovato a via Arenula, sul quale, insieme al Guardasigilli Carlo Nordio, ha lavorato il sottosegretario leghista con delega alle carceri Andrea Ostellari, per sbloccare l’impasse.
    L’obiettivo è liberare i tribunali dalla valanga di richieste di scarcerazione anticipata – circa duecentomila – che finiscono per accumularsi negli armadi, rinviando a data da destinarsi l’effettiva liberazione del detenuto che ha diritto allo sconto di pena. L’altro fronte su cui interviene il decreto riguarda le cooperative che lavorano con i detenuti. Sarà istituito un registro nazionale delle “coop”. Una stretta sui controlli delle associazioni che si offrono di “riabilitare” chi sta per uscire dal carcere e reintrodurlo in società, richiedendo fondi pubblici per farlo. Alcuni, con un po’ di malizia, l’hanno ribattezzata la “norma Soumahoro”, in riferimento alle note vicende giudiziarie che hanno coinvolto la cooperativa vicina alla famiglia del deputato di Avs. Anche i controlli più severi sulle cooperative serviranno, nei piani di chi ha scritto il decreto, a ridurre il sovraffollamento carcerario. Sono circa settemila i detenuti a un passo dalla liberazione e nelle condizioni di accedere a pene alternative. Gli ultimi sei mesi di pena sono anche i più delicati, perché è in questo periodo che si spiana la strada per un graduale ritorno in società o per l’isolamento del detenuto una volta libero. Questo è lo scopo dell’accordo tra governo e coop, che ha anche una logica economica alle spalle. Con un’intesa siglata con la Cassa Ammende e la Conferenza Stato-Regioni, le associazioni registrate nell’albo nazionale si faranno carico di una parte dei costi per mantenere i detenuti, che per lo Stato rappresentano una spesa significativa: si stimano in media centocinquanta euro a persona al giorno per garantire cibo, vestiti e servizi essenziali. Gli ultimi sei mesi di detenzione al lavoro nelle coop sociali In sintesi, inviando i detenuti a fine pena nelle coop, lo Stato conta di raggiungere due obiettivi: liberare spazio nelle carceri e risparmiare. Il decreto includerà disposizioni per accelerare la costruzione di nuovi istituti detentivi, anche all’interno di caserme cedute dalla Difesa, e l’aumento delle telefonate mensili dei detenuti ai familiari. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    Traffico di droga nelle carceri di Napoli, Roma e Avellino: 30 indagti

    Napoli. Ennesimo colpi di trafficanti di droga nelle carceri di Napoli, Roma ed Avellino con la complicità di agenti penitenziari corrotti.PUBBLICITA

    È in corso, infatti dalle prime luci del giorno di oggi una vasta operazione della polizia di Stato che sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Napoli su richiesta dalla procura – Direzione distrettuale antimafia nei confronti di 30 indagati.

    Sono tutti gravemente indiziati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, porto e detenzione di armi comuni da sparo, lesioni personali aggravate, estorsione.

    Ma anche di singoli episodi di detenzione e spaccio di droga e accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti.

    Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO

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    In Italia 43 suicidi in carcere da inizio anno: 16 erano in attesa di giudizio

    Numeri allarmanti: 43 detenuti si sono tolti la vita nelle carceri italiane dall’inizio del 2024, 16 dei quali erano in attesa di giudizio.PUBBLICITA
    Un dato inaccettabile che ha spinto esponenti politici e sindacati a lanciare un grido d’allarme e a chiedere al governo un intervento immediato.

    Punti Chiave ArticoloTra le cause principali delle tragedie, la mancanza di misure adeguate per il sostegno psicologico dei detenuti, l’uso eccessivo della custodia cautelare in carcere e le carenze strutturali degli istituti penitenziari. Amnistia e indulto tra le proposte Tra le soluzioni proposte, l’indulto, l’amnistia, la depenalizzazione di alcuni reati e un maggiore ricorso alle misure alternative alla detenzione carceraria.

    I sindacati del corpo di polizia penitenziaria denunciano le condizioni di lavoro degli agenti, spesso costretti ad affrontare situazioni di grande tensione con mezzi insufficienti, e chiedono un potenziamento del personale e delle risorse. L’opposizione attacca il governo per la sua inerzia di fronte all’emergenza carceraria, definendolo “irresponsabilmente latitante”. Si chiede al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, di ritirare il ddl Sicurezza, visto come un passo nella direzione opposta a quella necessaria. Tra le storie dei detenuti suicidi, quella di un uomo di 74 anni a Teramo, malato da tempo e in attesa di una misura alternativa che non è mai arrivata. “È stato ammazzato dallo Stato italiano”, denuncia la sua avvocata. La situazione nelle carceri italiane è insostenibile e richiede un’azione concreta da parte del governo. Le misure annunciate finora non sembrano sufficienti a fermare questa emorragia di vite umane. Serve un cambio di rotta che punti al miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti, alla tutela dei diritti umani e alla riabilitazione sociale. Leggi Anche LEGGI TUTTO

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    Carcere Beccaria evasi due detenuti minorenni

    Ancora un’evasione dal carcere minorile ‘Beccaria’ di Milano. Questa volta sono due giovani magrebini, entrambi 16enni e arrestati per rapina, che sono riusciti a scappare nel primo pomeriggio di oggi.PUBBLICITA
    Secondo quanto riferito dal personale del carcere, i due hanno approfittato di un momento di scarsa sorveglianza per scavalcare un paio di recinzioni nella zona dei “passeggi”, l’area dedicata ai momenti all’aria aperta.

    Punti Chiave ArticoloSi sono arrampicati usando un palo come appoggio e poi hanno scavalcato un cancello carraio dell’ingresso laterale della struttura. Le ricerche Sulle loro tracce si sono subito attivate le forze dell’ordine: la sezione investigativa della Polizia penitenziaria, i Carabinieri e la Polizia. I due sono stati visti prendere la metropolitana alla stazione Bisceglie della linea 1, che si trova a poche centinaia di metri dal carcere.
    Chi sono gli evasi Si tratta di due ragazzi di origine marocchina, entrambi nati nel 2008. Uno di loro è nato in Italia e ha precedenti per rapina, mentre l’altro è nato in Marocco ed è stato arrestato per reati simili. L’evasione ha suscitato inevitabili polemiche. Il carcere Beccaria è già al centro di una clamorosa inchiesta giudiziaria per maltrattamenti e da lì, negli ultimi mesi, sono già evasi altri detenuti: sette a Natale, uno il 19 maggio, uno il 30 maggio e un altro minorenne il 22 aprile. Le parole del sindacato Sappe Donato Capece, segretario generale del sindacato degli agenti penitenziari Sappe, ha affermato che “questa evasione è la conseguenza dello smantellamento, negli anni, delle politiche di sicurezza dei penitenziari. Smembrare la sicurezza interna delle carceri con vigilanza dinamica, regime aperto ed assenza di Polizia Penitenziaria favorisce inevitabilmente gli eventi critici”. Inoltre, il Sappe ha espresso dubbi sulla capacità delle strutture minorili di contenere detenuti stranieri con esperienze criminali più complesse e un’età forse non corrispondente a quella dichiarata. Leggi AncheSiamo la redazione di Cronache della Campania. Sembra un account astratto ma possiamo assicurarvi che è sempre un umano a scrivere questi articoli, anzi più di uno ed è per questo usiamo questo account. Per conoscere la nostra Redazione visita la pagina “Redazione” sopra nel menù, o in fondo..Buona lettura! LEGGI TUTTO

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    Napoli, la Campania seconda solo alla Puglia per numero di detenuti

    Napoli. Nessuna promiscuità a Secondigliano dopo i trasferimenti dal carcere di Pozzuoli, chiuso temporaneamente a causa dei danni provocati dallo sciame sismico.PUBBLICITA

    Lo ha precisato il provveditore delle carceri della Campania, Lucia Castellano, smentendo le denunce dei sindacati di polizia penitenziaria.

    “Per numero di detenuti – ha detto il provveditore – la Campania è seconda solo alla Puglia mentre per quanto riguarda il personale siamo costretti per varie ragioni (prepensionamenti, permessi studio e per assenze di diversa natura) a fare a meno di ben 590 unità delle 4070 presenti”.PUBBLICITA

    Tuttavia, le carceri campane restano in sofferenza, con un sovraffollamento cronico e un personale carente e invecchiato. Mancano all’appello ben 590 unità su 4.070.
    Per quanto riguarda la sicurezza, sono stati introdotti sistemi anti-drone in quattro istituti (Avellino, Napoli Secondigliano, Santa Maria Capua Vetere e Salerno) e sono in arrivo anche a Benevento, Carinola e Ariano Irpino. Potenziati anche i controlli agli ingressi e la collaborazione con le procure per identificare e isolare i detenuti pericolosi.
    Il carcere di Poggioreale resta però il punto più critico, con un sovraffollamento di oltre mille unità. Il provveditore, Lucia Castellano, ha sollecitato la collaborazione dei sindacati per trovare soluzioni comuni alle criticità del sistema penitenziario campano.
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    Rissa a coltellate tra detenuti nel carcere di Avellino: uno è grave

    Una lite tra due detenuti nel reparto comune della casa circondariale di Avellino è sfociata in un’aggressione con un coltello rudimentale.
    Il detenuto ferito è stato trasportato d’urgenza al pronto soccorso con l’ausilio della Polizia di Stato, a causa dell’indisponibilità numerica del personale interno.
    La Uilpa Polizia Penitenziaria di Avellino denuncia la carenza di personale che ha costretto all’intervento della Polizia di Stato.
    “Un problema segnalato da anni e che ancora oggi costringe a quotidiani accorpamenti di posti di servizio sovraccaricando di lavoro i poliziotti penitenziari”, afferma il sindacato.
    Criticità in tutti gli istituti penitenziari dell’Avellinese
    Le denunce del sindacato “riflettono criticità legate a tutti gli istituti penitenziari dell’Avellinese, dove l’organico disponibile è allo stremo delle forze nel disperato tentativo di garantire i livelli minimi di sicurezza e che figura di giorno in giorno nel presagio di un imminente disastro”.
    “Un esempio è la Casa Circondariale di Ariano Irpino, che deficita in pianta organica di un intero padiglione e che accoglie detenuti trasferiti da altre carceri d’Italia per ordine e sicurezza, con conseguente difficoltà nella gestione degli stessi considerando la risicata disponibilità di unità ed il sovraffollamento della popolazione detenuta”.
    L’appello ai vertici
    “Invitiamo i vertici a prendere contezza delle problematiche degli istituti penitenziari dell’Avellinese e di provvedere quanto prima ad una congeniale risoluzione, serve con urgenza personale non solo nell’interesse del ripristino dei livelli di sicurezza ma soprattutto del benessere psicofisico degli agenti di polizia penitenziari”.
    La situazione è grave e richiede un intervento urgente da parte delle autorità competenti per garantire la sicurezza dei detenuti e degli agenti di polizia penitenziaria. LEGGI TUTTO