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Napoli, sei indagati per la morte dei due ricercatori in Tangenziale
Napoli. Sei persone, tra cui i progettisti del veicolo, sono indagate per omicidio colposo per l ‘esplosione che lo scorso anno avvolse un’auto ibrida sperimentale del CNR sulla tangenziale di Napoli, portando alla morte di due ricercatori: Maria Antonietta Costagliola e il giovane Fulvio Filace.PUBBLICITA
Al centro dell’attenzione, la batteria al litio. Secondo gli investigatori, un difetto nella batteria, prodotta in Svizzera, sarebbe stato la causa scatenante l’incidente.
Le indagini- come anticipato stamane da Il Mattino e l’edizione napoletana di Repubblica- suggeriscono che la batteria potrebbe essere stata aggiunta al progetto in un secondo momento, sollevando interrogativi sulle decisioni progettuali.
Le famiglie delle vittime, rappresentate dall’avvocato Ivan Filippelli, attendono il processo. Entrambi i ricercatori erano appassionati di sostenibilità e avevano dedicato le loro vite a sviluppare tecnologie verdi. La loro tragica scomparsa ha scosso la comunità scientifica.Il progetto, finanziato con fondi regionali ed europei, mirava a rivoluzionare il trasporto privato. Tuttavia, il disastro ha gettato un’ombra sull’iniziativa.
Leggi AncheSiamo la redazione di Cronache della Campania. Sembra un account astratto ma possiamo assicurarvi che è sempre un umano a scrivere questi articoli, anzi più di uno ed è per questo usiamo questo account. Per conoscere la nostra Redazione visita la pagina “Redazione” sopra nel menù, o in fondo..Buona lettura! LEGGI TUTTOStrage del sabato notte ad Avellino morti 4 giovanissimi in un incidente stradale
Avellino.Quattro ragazzi tra i 19 e i 21 anni hanno perso la vita in un tragico incidente stradale avvenuto nella notte sulla Strada Nazionale delle Puglie, all’altezza di Mirabella Eclano, in provincia di Avellino.PUBBLICITA
L’incidente si è verificato attorno alle 23:30 di sabato 13 luglio. La vettura su cui viaggiavano i giovani, una Mercedes, avrebbe prima impattato contro due auto, per poi schiantarsi contro il muro di cemento di un’azienda.
Punti Chiave ArticoloL’urto è stato violentissimo e non ha lasciato scampo ai ragazzi, che sono morti sul colpo. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, le ambulanze del 118, i carabinieri della compagnia di Mirabella Eclano e i tecnici dell’Anas. Le indagini per accertare la dinamica del fatto sono in corso.
Le vittime Il 21enne alla guida, residente a Frigento, insieme a un amico di Frigento. Gli altri due giovani, di 20 e 19 anni, erano invece di Grottaminarda e Calore di Mirabella Eclano.
Secondo una prima ricostruzione, i ragazzi, insieme ad altri amici che li seguivano a bordo di una Fiat Panda (non coinvolta nell’incidente), erano diretti a Calore di Mirabella per prendere un gelato. L’inchiesta La Procura della Repubblica di Benevento ha aperto un’inchiesta. Le salme dei quattro ragazzi sono state trasferite all’obitorio dell’ospedale San Pio di Benevento, dove verranno effettuate le autopsie. Le tre auto coinvolte nell’incidente e gli smartphone dei ragazzi sono stati sequestrati.
Il cordoglio del sindaco Numerosi i messaggi di cordoglio per le tragiche vittime. Il sindaco di Mirabella Eclano, Pasquale Maglio, ha espresso il proprio dolore e quello dell’intera comunità per la perdita dei giovani. Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTONapoli, dopo 40 anni arriva lo sgombero degli abusivi dal Frullone
Nove famiglie che vivono da 40 anni nell’ex manicomio Frullone di Napoli rischiano lo sfratto. Le famiglie hanno occupato l’edificio in seguito al terremoto del 1980, in mancanza di alternative abitative.
Oggi hanno ricevuto un’ingiunzione di sfratto esecutivo dalla Asl, proprietaria della struttura.Per protestare contro lo sgombero, le famiglie hanno organizzato un sit-in davanti al Comune di Napoli.
“Dopo 40 anni nell’ex manicomio no allo sgombero senza casa”, recita lo striscione esposto dai manifestanti.“Il terremoto per noi dura da 40 anni”, si legge su un altro cartello.
“Siamo qui dagli anni ’80”, ha dichiarato Eduardo Montuori, portavoce del gruppo.“Viviamo in questa struttura fatiscente perché non avevamo altre alternative. Siamo pronti ad andare via, ma chiediamo di essere assegnati a case popolari.”
Domani è prevista una riunione in prefettura per affrontare la situazione. “In tutti questi anni ci hanno promesso case a Piscinola, Melito, Marianella, ma poi non se ne è fatto nulla”, ha ricordato Montuori.
“Abbiamo parlato con Bassolino, Iervolino, de Magistris, con la Regione Campania e con l’Asl. I nostri figli non possono invitare amici a casa perché si vergognano della nostra situazione. Molti di noi sono in cura dallo psicologo. Ora il Comune ci deve dare una risposta. Le famiglie non possono essere mandate in strada dopo 40 anni.”
Le prime tre famiglie saranno sfrattate venerdì
“Non sappiamo dove andare”, ha detto una delle manifestanti. “Vogliamo una risposta immediata. Le persone non si trattano così. Non ce la facciamo più. È una vergogna per Napoli mandarci in mezzo a una strada.”
La situazione delle nove famiglie dell’ex manicomio Frullone è emblematica della complessa questione abitativa a Napoli. Dopo decenni di promesse e rinvii, le famiglie si trovano ancora in una situazione di precarietà e incertezza. LEGGI TUTTOVigilanza potenziata nel Sannio a seguito di furti in abitazioni
Dopo una serie di furti verificatisi nelle abitazioni del Sannio, è stata decisa una maggiore attenzione da parte dei servizi di vigilanza e controllo del territorio.
Questa decisione è stata presa al termine di una riunione tecnica di coordinamento interforze, convocata dal prefetto di Benevento, Carlo Torlontano.
Nonostante i dati statistici sulla delinquenza non abbiano mostrato criticità significative per quanto riguarda l’ordine pubblico e la sicurezza, durante l’incontro è stata analizzata la tendenza dei furti nel territorio provinciale, con particolare attenzione ai Comuni di Airola, Castelvenere e Montesarchio, dove si sono verificati recenti episodi di furti in case, che hanno fatto scalpore sui mezzi di comunicazione. LEGGI TUTTONapoli, Borrelli minacciato a Mergellina: “Mio padre ha minacciato di spararti. Io lo farò”
Napoli. Mattinata difficile quella di oggi per il parlamentare dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli prima minacciato sulla spiaggia di Rotonda Diaz da abusivi intenti a fittare ombrelloni, sedie e a vendere bibite e poi minacciato di morte sul Lungomare dal figlio del proprietario dello chalet Agostino chiuso per abusivismo e irregolarità: “mio padre ha minacciato di spararti. Io lo farò”.PUBBLICITA
Come sua consuetidine e a sua tutela Borrelli filma tutti i suoi interventi dal vivo e li posta sui suoi profili social in modo che tutti possano rendersi conto del suo operato.
E’ duro, anzi durissimo il commento di Borrelli alle minacce ricevute: “A Mergellina deve tornare la legalità, deve essere restituita ai cittadini perbene che rispettano le leggi e le regole di civile convivenza.
Basta prepotenze, sopraffazioni, irregolarità e abusi su suolo pubblico. Intorno agli chalet ruotano interessi di associazioni criminali e sono essi stessi luoghi di ritrovo di pregiudicati e criminali.“A Mergellina deve tornare la legalità”
Chi mi ha minacciato di morte è il proprietario dello chalet limitrofo a quello dove è stato ucciso Francesco Pio Maimone; la stessa persona alle cui dipendenze lavorava uno dei testimoni chiave dell’omicidio che ha ritrattato tutto durante il processo commettendo falsa testimonianza.
Senza pietà per la morte di un giovane innocente. Anche il padre di questo soggetto in passato ha minacciato di spararmi in testa. Per cambiare le cose dobbiamo avere il coraggio di andare avanti senza alcun timore di chi difende la camorra”.
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