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‘The Big Archive 1994-2014’, installazione d’arte contemporanea alla Reggia di Carditello
La Reggia di Carditello si apre all’arte contemporanea con l’acquisizione dell’opera “The Big Archive 1994-2014” degli artisti Perino & Vele. Questo progetto, curato da Ferdinando Creta, è stato reso possibile grazie al finanziamento della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.PUBBLICITA
Una Presenza Strategica
Punti Chiave ArticoloLa nuova installazione non si limita a occupare uno spazio nella Reggia di Carditello, ma si integra perfettamente con il contesto architettonico e urbano circostante. Secondo Maurizio Maddaloni, presidente della Fondazione del Real Sito di Carditello, l’obiettivo è creare un dialogo tra l’opera e gli ambienti storici del sito, favorendo un’interazione su scala internazionale tra arte contemporanea e territori storici.
Collaborazione Internazionale La collaborazione con la Galleria Civica di Ptuj in Slovenia sottolinea l’importanza interculturale del progetto. La mostra internazionale in Slovenia contribuirà a rafforzare il dialogo tra culture diverse, in linea con la storica vocazione di Ptuj come crocevia di civiltà. Dettagli dell’Opera L’installazione “The Big Archive 1994-2014” è composta da 66 cassette in ferro zincato e 9 vasi in vetroresina catramata, di varie forme e dimensioni. Originariamente realizzata nel 2014 per il Museo Madre di Napoli, l’opera è stata esposta in comodato gratuito per circa 7 anni.
Rinascita Patrimoniale Secondo il curatore Ferdinando Creta, il progetto promuove una rigenerazione patrimoniale attraverso il dialogo tra forme d’arte contemporanea e la storia. L’installazione reinterpreta il territorio in chiave moderna, collegando idealmente il Real Sito di Carditello al Museo Madre di Napoli e alla Collezione Terrae Motus di Caserta.
Il Significato dell’Opera “The Big Archive 1994-2014” è un archivio del passato e un catalizzatore del futuro, una pratica artistica che riflette la necessità di condividere ciò che rende unica una comunità. L’opera di Perino & Vele rappresenta un ulteriore riconoscimento della Reggia di Carditello come luogo di cultura e sperimentazione. Leggi AncheEsperto in diritto Diplomatico e Internazionale. Lavora da oltre 30 anni nel mondo dell’editoria e della comunicazione. E’ stato rappresentante degli editori locali in F.I.E.G., Amministratore di Canale 10 e Direttore Generale della Società Centro Stampa s.r.l. Attento conoscitore della realtà Casertana. LEGGI TUTTOAvellino in fiamme 30 mila metri quadrati di macchia mediterranea
Un violento incendio ha distrutto circa trenta mila metri quadrati di macchia mediterranea nel territorio di Flumeri, in provincia di Avellino.PUBBLICITA
Le fiamme, divampate nel primo pomeriggio in Contrada Difesa, un’area rurale al confine con il comune di Ariano Irpino, sono state alimentate dal vento e dalla vegetazione secca.
Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco del Distaccamento di Grottaminarda e i carabinieri che hanno avviato indagini per risalire alle cause. Non si registrano danni a persone o strutture.
Leggi AncheCollaboratore di lunga data di Cronache della CampaniaDa sempre attento osservatore della società e degli eventi.Segue la cronaca nera. Ha collaborato con diverse redazioni. LEGGI TUTTORientrata la rivolta nel carcere minorile Beccaria di Milano
E’ stata sedata all’alba di oggi la rivolta scoppiata ieri nell’istituto penale minorile Beccaria di Milano, dove si sono registrati danni ingenti.PUBBLICITA
Lo riferisce la Uilpa Polizia penitenziaria. Il bilancio è di alcuni contusi non gravi, anche fra gli agenti, e di un detenuto ricoverato in ospedale e piantonato dalla polizia di Stato, in mancanza di operatori penitenziari.
Tutti rintracciati i quattro detenuti che hanno cercato di evadere durante la rivolta, cui avrebbero preso parte tutti i 59 reclusi presenti.
“Dopo una notte di ordinaria follia, che, nostro malgrado, non è né un modo di dire né un luogo comune, sono da poco rientrati i gravissimi disordini in corso da ieri sera presso l’Istituto Penale per Minorenni ‘Cesare Beccaria di Milano’.
Grazie alla straordinaria opera delle donne e degli uomini della Polizia penitenziaria presenti e intervenuti liberi dal servizio, non ci sono state conseguenze irreparabili, ma si registrano alcuni contusi non gravi, sia fra i detenuti sia fra gli agenti, un ristretto è stato ricoverato in ospedale ed è momentaneamente piantonato dalla Polizia di Stato per mancanza di operatori della Penitenziaria.
Il piantonamento sarà rilevato alle 8.00 dalla Polizia penitenziaria, peraltro con agenti che hanno lavorato fino alle 5.00 passate, dopo meno di tre ore di riposo. Ingenti i danni alla struttura”, ha raccontato Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria.“Nel corso dei disordini, cui avrebbero preso parte tutti i 58 reclusi presenti, diversi hanno tentato di evadere e ben 4 sono riusciti a scavalcare il muro di cinta, ma dopo ore di ricerche sono stati tutti rintracciati all’interno del perimetro che delimita il carcere e altri uffici del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità”, ha riferito il sindacalista.
“Quanto nuovamente accaduto a Milano, preceduto da fatti analoghi sempre al Beccaria così come al ‘Ferrante Aporti’ di Torino e in molti altri istituti per minorenni del Paese, è la prova provata del fallimento organizzativo e gestionale del sistema penale inframurario minorile, che fa il paio con quello per gli adulti. Urge un cambio di passo che deve essere dettato dalla politica, prim’ancora che dalle amministrazioni.
Il sistema va messo in sicurezza potenziando i presidi a partire dagli organici della Polizia penitenziaria, mancanti di oltre 18 mila unità, implementando ed efficientando le strutture e riorganizzando l’intero apparato.
Sarebbe peraltro il caso di ripensare la scelta di mantenere negli istituti penali per minorenni ristretti fino a 25 anni d’età. Auspichiamo che dal Ministero della Giustizia e dal Governo già in mattinata facciano sentire la loro voce con argomenti concreti e, soprattutto, che si varino misure tangibili e immediate. Temiamo, tuttavia, di dover nuovamente ascoltare i soliti ritornelli stonati con roboanti annunci vuoti di contenuto”, ha concluso De Fazio.
Leggi Anche LEGGI TUTTOUN CALCIO A GOMORRA Napoli, domenica l’inaugurazione del campetto nel Parco Laudati a Secondigliano nell’ex fortino del clan Di Lauro
Domenica 19 maggio, alle ore 11:00, un momento importante si terrà nel cuore di Secondigliano, Napoli, con l’inaugurazione del nuovo campetto di calcio nel Parco Laudati, situato in Via del Cassano 230, di fronte al cimitero comunale. Questo evento segna il culmine di un lavoro importante svolto dalla Fondazione Il Fatto Quotidiano, la fondazione umanitaria dell’omonimo giornale, con il prezioso supporto di Vuolo Group, che ha reso possibile la riqualificazione di una struttura trascurata da vent’anni.La riqualificazione della struttura di circa 1000mq presente nel rione dei Fiori, ex fortino del clan Di Lauro, è il frutto dell’impegno incessante della comunità, incarnato nel Secondigliano ASD, un progetto senza fini di lucro dedicato a contrastare l’evasione scolastica tra i giovani e promuovere la socialità attraverso lo sport.
In soli due anni dalla sua fondazione, il Secondigliano ASD ha già arruolato circa 200 atleti, dall’età di 7 fino a 40 anni, offrendo loro opportunità senza pari per crescere e svilupparsi sia come atleti che come individui. L’inaugurazione vedrà la partecipazione di figure di spicco che hanno dimostrato un impegno costante nel promuovere la legalità, soprattutto tra i più giovani.
Tra i presenti il Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Giovanni Melillo, il Procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, il Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, il Presidente della Fondazione del Fatto Quotidiano, Cinzia Monteverdi, la Vicedirettrice del Fatto Quotidiano, Maddalena Oliva, che ha ideato e curato il progetto, il Presidente della FIGC Campania, Carmine Zigarelli, l’Amministratore Delegato di Vuolo Group, Francesco Origo ed altri numerosi rappresentanti delle associazioni del terzo settore.
Leggi Anche LEGGI TUTTONapoli, la faida fratricida tra i reduci dei Lo Russo. I killer dei due omicidi Milano e Avolio
La guerra di camorra tra i gruppi di camorra dei Scognamiglio da una parte e dei Pecorelli- Catone, dall’altra per il controllo delle attività illecite del disciolto clan Lo Russo (al quale un tempo tutti appartenevano) è stata stroncata dopo anni di indagine dal blitz di ieri ordinato dalla Dda di Napoli con 19 arresti e altre 7 persone indagate.PUBBLICITA
Punti Chiave ArticoloLe indagini, coordinate dalla Procura Antimafia e condotte dalla Squadra Mobile di Napoli, dal Commissariato Scampia e dai Carabinieri della Compagnia Vomero, hanno permesso di fare luce su una serie di omicidi e attività illecite legate al traffico di droga, legate alla lotta per il controllo delle attività illecite del disciolto clan Lo Russo, di cui entrambi i gruppi facevano parte in passato.
Due morti e un tentato omicidio Nel corso della faida, due persone sono state uccise: Salvatore Milano, detto “Totore ‘o Milan”, e Antonio Avolio. Quest’ultimo non era il vero obiettivo: i sicari volevano uccidere Oscar Pecorelli “‘o pastore”, ma fallendo nell’intento, hanno agito su un suo associato. Le indagini e gli arresti L’operazione, denominata “Blu Blitz”, è stata eseguita all’alba di ieri. Le forze dell’ordine hanno arrestato i 19 indagati a Napoli, Anzio e Perugia. Tra le accuse contestate figurano omicidio, tentato omicidio, associazione mafiosa, traffico di droga e porto d’armi illegale.
L’omicidio di Salvatore Milano Il 22 aprile 2021, Salvatore Milano, noto come “Totore ‘o Milan”, stava bevendo un caffè in un bar di Miano quando, come si legge nelle 344 pagine dell’ordinanza cautelare, Carlo Perfetto segnalò la sua presenza ai soci armati in appostamento nei dintorni.
Poco dopo, Giovanni Scognamiglio e Fabio Pecoraro entrarono nel locale e aprirono il fuoco su Milano, affiliato al clan Lo Russo e in buoni rapporti con i Pecorelli-Catone. Per l’omicidio sono indagati anche Salvatore Ronga e Bernardo Torino. Gli esecutori materiali rispondono anche di porto e detenzione di arma da fuoco. L’omicidio di Antonio Avolio Il 24 giugno 2021, Antonio Avolio stava girando in scooter con atteggiamento circospetto. Non si insospettì avvicinandosi a Luca Isaia e non ebbe il tempo di tentare una fuga. Fu colpito alla testa e morì all’istante, cadendo pesantemente dal mezzo.
Dell’agguato sono accusati, oltre al presunto sicario, Emmanuele Palmieri, Fabio Pecoraro, Salvatore Ronga, e Pasquale, Antonio e Giovanni Scognamiglio, padre e figli. Prima del delitto ci sarebbe stato un summit durante il quale emerse la volontà di uccidere Pecorelli “’o pastore” (cugino dell’omonimo ras detenuto detto “’o malommo”, che però non è coinvolto nella vicenda). I destinatari della misura cautelare sono stati arrestati a Napoli, tranne Catone, catturato ad Anzio, e Francesco Abenante, arrestato a Perugia dai poliziotti della Catturandi. I NOMI DEI 26 INDAGATI FRANCESCO ABENANTE (CARCERE)ANTONIO CASTELLUCCIO (CARCERE)GENNARO CATONE (CARCERE)DRAME OUSMANE CELENTANO (CARCERE)CIRO COLANTONI (OBBLIGO DI FIRMA) CESARE DURO (CARCERE)LUCA ISAIA (CARCERE)ROSARIO MORISCO (CARCERE)GIOVANNI MASCIOLI (CARCERE)MARIANO NATALE (CARCERE)EMMANUELE PALMIERI (INDAGATO)FABIO PECORARO (CARCERE)OSCAR PECORELLI “’O PASTORE” (CARCERE)ROSARIO PECORELLI (CARCERE)EMANUELE PELLINO (INDAGATO)CARLO PERFETTO (INDAGATO)CIRO PICA (INDAGATO)PASQUALE ROMANO (CARCERE)SALVATORE RONGA (CARCERE)ANTONIO SCOGNAMIGLIO (CARCERE)GIOVANNI SCOGNAMIGLIO (CARCERE)PASQUALE SCOGNAMIGLIO (CARCERE)GENNARO SEPE (CARCERE)MICHELE SEPE(INDAGATO)BERNARDO TORINO (CARCERE)SALVATORE CIRO VIGNATI (INDAGATO) (nella foto da sinistra in alto Oscar Pecorelli o’ malomm, Oscar Pecorelli “’o paccone” e Gaetano Cifrone, Fabio Pecoraro, Mariano Natale e Antonio Castelleccio;nella seconda fila sempre da sinistra Pasquale Scognamiglio, i figli Antonio e Giovanni, Gennaro Catone, Cesare Duro e Rosario Morisco; nella terza fila sempre da sinistra Fabio Pecoraro, Bernardo Torino, Carlo Perfetto, Luca Isaia, Salvatore Ronga e Francesco Abenante) Leggi AncheGiuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca” LEGGI TUTTO