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    Niente più numero chiuso a medicina: si valuterà il profitto degli studenti

    E’ forse il regalo di Natale più bello per centinaia di migliaia di studenti italiani: il numero chiuso per l’accesso alla facoltà di Medicina e chirurgia, tanto criticato in questi anni e specialmente nell’ultimo periodo per la mancanza di personale medico, potrebbe arrivare alla fine. E’ quanto prevede un disegno di legge presentato da Fratelli d’Italia, a prima firma della senatrice Ella Bucalo.
    L’esame del Ddl, che rivede le modalità di accesso a Medicina, attualmente vincolato al superamento di un test a crocette, è stato avviato in Senato.
    “L’obiettivo del ddl, frutto del lavoro del Dipartimento Università di FDI– spiega Bucalo – è quello di sostituire tale selezione, che spesso mortifica la preparazione dei candidati, con una valutazione del profitto degli studenti che avranno sostenuto e superato gli esami del primo semestre“.
    In altre parole, chi lo desidera potrà iscriversi al primo anno della facoltà senza limitazioni di numero.
    Questo permetterà di costruire “un sistema basato sul principio che tutti ragazzi debbano avere il diritto di confrontarsi alla pari, di partire dagli stessi blocchi di partenza, e di essere giudicati sul reale merito e sulle loro motivazioni” aggiunge Bucalo, membro della commissione cultura del Senato e vice responsabile del dipartimento scuola di Fratelli d’Italia. LEGGI TUTTO

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    IL LUTTO E’ morto Piero Craveri, storico e politico. Era il nipote di Benedetto Croce

    E’ morto lo storico e politico Piero Craveri. Figlio di Raimondo Craveri ed Elena Croce, figlia primogenita di Benedetto Croce, era nato nel 1938. Ha studiato al liceo Tasso di Roma e nel 1961 si è laureato in giurisprudenza all’Università “La Sapienza” con Francesco Calasso, professore di Storia del diritto italiano, con una tesi sui “giuristi previchiani napoletani”, pubblicata sugli «Annali di storia del diritto» (VII, 1963, pp. 261-282).
    Durante gli studi ha partecipato alla vita politica universitaria come presidente dell’Unione goliardica romana e capogruppo dell’Unione goliardica italiana nell’Unione Universitaria Rappresentativa Italiana (UNURI), essendosi iscritto prima al Partito Socialista Italiano, poi al Partito Radicale. Nella decima legislatura è stato eletto senatore nel gruppo radicale -federalista europeo ecologista.
    Piero Craveri fu docente universitario, prima assistente di Storia del Diritto italiano alla facoltà di Giurisprudenza della ‘Sapienza’ di Roma, quindi ordinario di Storia dei partiti politici all’università di Genova, di Storia delle istituzioni politiche all’ateneo di Messina e poi all’Istituto Orientale di Napoli e alla ‘Federico II’.
    E’ datato 1977 il suo volume su ‘Sindacato e istituzioni nel dopoguerra’. E assieme a Tiziano Treu ed Ezio Tarantelli fu uno degli estensori del manifesto per la riduzione della scala mobile, su cui si tenne un referendum nel 1985. Il suo nome fu trovato dalle forze dell’ordine nelle liste ‘segnaletiche’ delle Brigate Rosse e per questo motivo gli fu concessa una scorta. Impegnato nel mondo giornalistico, scrisse inizialmente sul ‘Globo’ di Antonio Ghirelli e dalla fondazione nel 1974 collaborò con ‘Repubblica’ diretta da Eugenio Scalfari.
    Scrisse articoli e commenti anche per i quotidani ‘Avanti!’, ‘Mattino’, ‘Messaggero’, ‘Corriere della Sera’, ‘Corriere del Mezzogiorno’ e ‘Sole 24 Ore’. Dal 1982 al 1984 è stato membro del Consiglio scientifico della Confindustria e nel 1987 fu eletto senatore nelle liste del Partito Radicale. Dal 2016, era presidente della fondazione Biblioteca Benedetto Croce. LEGGI TUTTO

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    Fake news per alterare elezioni Usa, in 4 a processo a Roma

    Diffamazione in concorso. E’ il reato contestato a quattro persone finite sotto processo a Roma per una vicenda che coinvolge anche due cittadine americane che avrebbero chiesto ad un avvocato italiano documenti falsi per tentate di influenzare le ultime elezioni per la presidenza degli Stati Uniti.
    Il processo, davanti al giudice monocratico, è stato aggiornato al prossimo 3 aprile. La vicenda nasce da una denuncia presentata da Leonardo Spa, persona offesa nel procedimento.
    In base a quanto emerge dal capo imputazione l’avvocato Alfio D’Urso “commettendo materialmente il fatto su richiesta di Maria Strollo Zack, leader dell’organizzazione denominata ‘Nations In Action, e di Michelle Roosevelt, presidente di Usaerospace Ink” e difesa dall’avvocato Angelo Mastromatteo, “con l’intermediazione di Carlo Goria, fiduciario della Roosevelt in Italia, offendevano la reputazione della Leonardo Spa” diffondendo “attraverso la rete internet un ‘General Affidavit’ a firma D’Urso con il quale attestava falsamente a sostegno di un vasto movimento di opinione sorto negli Usa e raccolto sotto l’hashtag #Italydidit, che un dipendente della compagnia – si legge nel capo di imputazione – avrebbe dichiarato all’autorità giudiziaria di Napoli di avere partecipato, utilizzando la dotazione tecnologica satellitare messagli a disposizione dalla Leonardo nella città di Pescara, ad una campagna di hackeraggio volta ad alterare il risultato delle elezioni presidenziali americane del 2020 (evento in realtà mai verificatosi)”. LEGGI TUTTO

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    Incidenti stradali: scontro su A1, 5 auto coinvolte, 10 km code

    Alle ore 10.45 circa, sulla A1 Milano-Napoli nel tratto compreso tra Frosinone e Ceprano verso Napoli è avvenuto un incidente all’altezza del km 626, che ha visto coinvolte 5 autovetture.
    Sul luogo dell’evento sono intervenuti i soccorsi sanitari e meccanici, le pattuglie della Polizia Stradale ed il personale della Direzione 5° Tronco di Fiano Romano di Autostrade per l’Italia. Attualmente il traffico transita su una corsia e si registrano 10 km di coda in direzione di Napoli. Agli utenti diretti verso Napoli si consiglia di uscire ad Anagni, percorrere la SS6 Casilina e rientrare alla stazione di Ceprano. LEGGI TUTTO

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    Treviso, arrestato l’assassino di Vanessa Ballan

    È stato arrestato nella tarda serata, a poca distanza dalla sua abitazione di Altivole, in provincia di Treviso, Bujar Fandaj, il kosovaro di 41 anni ricercato per l’omicidio di Vanessa Ballan, 27 anni, di Riese Pio X.
    ùI Carabinieri di Treviso avevano da subito avviato le ricerche per rintracciarlo, sotto la direzione della Procura di Treviso. Secondo la ricostruzione fatta dal marito della donna e da alcuni testi, Fandaj si era allontanato a piedi dal luogo del delitto.
    Fandaj è stato sottoposto a fermo per omicidio aggravato e poco fa condotto in carcere a Treviso dai militari dell’Arma. L’uomo non ha reso dichiarazioni e poco dopo la mezzanogtte è stato portato in carcere. LEGGI TUTTO

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    Tenta di strangolare la fidanzata: salvata dai vicini. Ma lui è stato solo denunciato

    Una giovane originaria di Mugnano, in provincia di Napoli, è stata vittima di violenza da parte del fidanzato a Monza, rischiando la vita. Fortunatamente, la sua coinquilina, rientrata a casa in extremis, ha allertato polizia e carabinieri.La denuncia della vittima ha rivelato l’accaduto, tuttavia, a giorni di distanza, non sono stati presi provvedimenti, causando preoccupazione e disperazione al padre della ragazza.
    Quest’ultimo ha raccontato la drammatica situazione al deputato Francesco Emilio Borrelli, sottolineando la mancanza di interventi immediati da parte delle autorità. La ragazza è tornata a Napoli, ma il suo ritorno imminente a Monza preoccupa il padre, dato che il fidanzato vive a poche centinaia di metri di distanza.
    Il padre ha espresso la sua angoscia, dichiarando: “I carabinieri mi hanno detto che devono aspettare la risposta del giudice prima di intervenire, ma come può passare tutto questo tempo in una situazione così pericolosa? Ci sentiamo abbandonati e non sappiamo che fare, a chi rivolgerci, questa situazione spinge le persone alla follia.
    L’aggressore è ancora libero e la ragazza è tornata a casa dei genitori a Mugnano
    Sono seriamente preoccupato per la vita di mia figlia e mi auguro che qualcuno faccia qualcosa e in fretta perché questo è solo l’ultimo di una serie di episodi di violenza che mia figlia ha subito nel corso degli ultimi mesi”.
    Il deputato Francesco Emilio Borrelli e la consigliera comunale di Europa Verde a Mugnano, Giusy Mauriello, hanno sollevato la questione, sottolineando l’urgenza di azioni rapide e concrete da parte della magistratura e delle forze dell’ordine. Borrelli ha dichiarato: “Alle denunce devono seguire azioni rapide e concrete da parte della magistratura e delle forze dell’ordine, altrimenti ogni sforzo diventa inutile. Non possiamo dire a tutti ‘denunciate’ e poi non accade nulla.
    Qui c’è una vita in serio pericolo e non muovere un dito significa essere complici dei reati successivi che verranno commessi. Le donne non possono essere lasciate sole in mano ai loro aguzzini. Chiediamo che si faccia tutto il possibile per tutelare questa vita, questa ragazza, questa famiglia”. LEGGI TUTTO

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    L’OPERAZIONE Partite e film gratis: bloccati 50mila utenti del “pezzotto”

    Stop a più di 50mila utenze illegali alle piattaforme private a pagamento delle Iptv e dei siti di live streaming delle più note piattaforme televisive. A disporlo è stata la Procura di Catania nell’ambito di un’inchiesta sulla pirateria televisiva con 21 indagati in 12 città italiane – Catania, Messina, Siracusa, Cosenza, Alessandria, Napoli, Salerno, Reggio Emilia, Pisa, Lucca, Livorno e Bari – e a perquisizioni e sequestri della Polizia Postale in tutto il territorio nazionale di 13 pannelli di controllo dei flussi illegali.L’indagine, secondo il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e il sostituto Francesco Camerano, titolari del fascicolo, ha individuato una associazione a delinquere transnazionale che avrebbe avuto profitti mensili per sei milioni di euro al mese.
    I reati contestati, a vario titolo, sono associazione per delinquere a carattere transnazionale finalizzata alla diffusione di palinsesti televisivi ad accesso condizionato, danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici, accesso abusivo a un sistema informatico, frode informatica.
    Le indagini, avviate dal Centro operativo per la sicurezza cibernetica di Catania con il diretto coordinamento del Servizio polizia postale di Roma e dirette dalla Dda etnea, hanno permesso di delineare “l’esistenza di una associazione criminale organizzata in modo gerarchico secondo ruoli distinti e ben precisi e con promotori distribuiti sul territorio nazionale e all’estero, avente come finalità la costante distribuzione a un elevatissimo numero di utenti in ambito nazionale e internazionale di palinsesti live e contenuti on demand protetti da diritti televisivi di proprietà delle più note piattaforme televisive quali, ad esempio, Sky, Dazn, Mediaset, Amazon prime, Netflix ,attraverso il sistema delle Iptv illegali, con profitti mensili per svariati milioni di euro”.
    In rete  vari profili che pubblicizzavano il “pezzotto”
    Scoperta anche la presenza su varie piattaforme social di canali, gruppi, account, forum, blog e profili che pubblicizzavano la vendita, sul territorio nazionale, di flussi, pannelli e abbonamenti mensili per la visione illegale dei contenuti audiovisivi
    . L’amministratore delegato di Sky Italia, Andrea Duilio, ha espresso “pieno sostegno alle forze dell’ordine nella loro attività di contrasto, che negli anni è diventata sempre più preziosa per garantire la legalità, a tutela di tutti coloro che fruiscono legittimamente dei loro contenuti preferiti”.
    “Contrastare questo fenomeno criminale – ha aggiunto – è un impegno che ci coinvolge tutti e ora, grazie alla nuova legge antipirateria, possiamo farlo con ancora più efficacia”. Per la Federazione per la tutela delle industrie dei contenuti audiovisivi e multimediali l’operazione della polizia di Catania è “un duro colpo alle mentalità criminali che gestiscono le Iptv illegali e le piattaforme di live streaming illecite i cui introiti finanziano atti criminosi”. LEGGI TUTTO

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    Omicidio Saman Abbas: ergastolo per i genitori

    La Corte d’Assise di Reggio Emilia ha condannato all’ergastolo i genitori di Saman Abbas, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, accusati di averla uccisa la notte tra il 30 aprile e il 1 maggio 2021 per essersi opposta a un matrimonio combinato.Lo zio della ragazza, Danish Hasnain, è stato condannato a 14 anni di reclusione, mentre i due cugini Ikram Ijaz e Nomanulaq Nomanulaq sono stati assolti.
    La sentenza è stata pronunciata dopo cinque ore di camera di consiglio. I giudici hanno ritenuto che i genitori di Saman siano stati i mandanti dell’omicidio, mentre lo zio ne sia stato l’esecutore materiale. I due cugini, invece, sono stati ritenuti estranei ai fatti.
    L’avvocato di Danish Hasnain, Liborio Cataliotti, ha commentato la sentenza affermando che “è stata una sentenza giusta, anche se non pienamente soddisfacente”. L’avvocato ha spiegato che il suo assistito ha beneficiato dello sconto di pena dovuto al rito abbreviato, che ha comportato l’esclusione delle aggravanti della premeditazione e dei motivi abietti e futili.
     Il fratello di Saman: “E’ una sentenza giusta”
    La sentenza di primo grado è stata accolta con soddisfazione dal fratello di Saman, Gulistan Abbas, che si è costituito parte civile nel processo. “È una sentenza giusta”, ha detto Gulistan, “che dà giustizia a mia sorella”.
    Il caso di Saman Abbas ha suscitato grande clamore in Italia e all’estero. La giovane ragazza pakistana era scomparsa da Novellara, in provincia di Reggio Emilia, il 30 aprile 2021. Il suo corpo è stato ritrovato dopo oltre un anno, a metà novembre 2022, in un casolare vicino a casa, grazie alle indicazioni dello zio.
    In mattinata il padre di Saman, arrestato in Pakistan un anno fa, nel novembre 2022, ha pronunciato dichiarazioni spontanee davanti al giudice per oltre un’ora e mezza. “Non sono un animale, anche io voglio sapere chi l’ha ammazzata” ha detto Shabbar Abbas che in aula ha parlato in italiano.
    “Ho sentito parlare di un matrimonio combinato, anche questo non è vero – ha spiegato tra le lacrime il padre -. Lei era contenta. Era una persone intelligente, forte” che però “diceva anche bugie”.
    Critico anche verso l’altro figlio, che con le sue rivelazioni ha incolpato i familiari: “Ho sentito tante parole false che mi fanno sentire molto male – ha aggiunto Shabbar Abbas -. La sua lingua ha parlato, il suo cuore non ha parlato. Lui ha detto tutte le bugie”.
    Nessun risarcimento al fratello e al fidanzato di Saman, costituiti entrambi parte civile nel processo sulla morte della 18enne. Emerge dal dispositivo della Corte di Assise di Reggio Emilia che ha condannato all’ergastolo i genitori, a 14 anni lo zio, assolvendo i due cugini. Risarcimenti sono stati invece concessi alle associazioni sulla violenza contro le donne (25mila euro ciascuno), a quelle islamiche (10mila euro), all’Unione Comuni bassa reggiana (30.000) e al Comune di Novellara (50.000). LEGGI TUTTO

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    Incidente a Miami: Steven Basalari vivo per miracolo

    Steven Basalari, imprenditore e influencer con una vasta audience su Instagram e TikTok, ha vissuto momenti di paura a seguito di un grave incidente a Miami, in Florida, come egli stesso ha condiviso sui suoi profili social.
    “Mi trovo a Miami, vivo per miracolo. Abbiamo avuto un incidente in autostrada e ci siamo schiantati contro un palo della luce su quattro corsie opposte”, ha raccontato.
    Basalari ha fornito dettagli sulla dinamica dell’incidente e sulle condizioni delle persone coinvolte. Erano in cinque: l’autista di Uber era sotto shock con alcune ferite, lui e un amico erano illesi, mentre due amiche avevano ferite e dovranno sottoporsi a interventi chirurgici per fratture a gambe e braccia, sebbene non siano in condizioni gravi.
    Ha sottolineato che la vita di tutti è stata salvata dal fatto che l’auto coinvolta fosse un modello enorme americano e che con qualsiasi altra macchina la storia avrebbe potuto avere un epilogo diverso. Nonostante le operazioni necessarie per le amiche, Basalari ha evidenziato il miracolo che tutti hanno vissuto.
    Successivamente, ha lanciato un appello ai giovani che lo seguono numerosi: “Queste sono le cose che ci fanno davvero riflettere sulla preziosità della vita. Stavamo ridendo e scherzando, e due minuti dopo tutto poteva essere finito. Per sempre. Date valore alle cose davvero importanti e godetevi ogni singolo attimo”.
    Basalari, noto anche come proprietario della discoteca Number One, gestita precedentemente dal padre, ha guadagnato visibilità negli ultimi anni per le sue abilità imprenditoriali, inclusa la creazione virale di “Con mollica o senza” insieme al famoso salumiere tiktoker napoletano Donato De Caprio con il quale di recente ha parto una nuova struttura in piazza Duomo a Milano. LEGGI TUTTO

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    Incidente a Miami: Steven Basalari vivo per miracolo

    Steven Basalari, imprenditore e influencer con una vasta audience su Instagram e TikTok, ha vissuto momenti di paura a seguito di un grave incidente a Miami, in Florida, come egli stesso ha condiviso sui suoi profili social.
    “Mi trovo a Miami, vivo per miracolo. Abbiamo avuto un incidente in autostrada e ci siamo schiantati contro un palo della luce su quattro corsie opposte”, ha raccontato.
    Basalari ha fornito dettagli sulla dinamica dell’incidente e sulle condizioni delle persone coinvolte. Erano in cinque: l’autista di Uber era sotto shock con alcune ferite, lui e un amico erano illesi, mentre due amiche avevano ferite e dovranno sottoporsi a interventi chirurgici per fratture a gambe e braccia, sebbene non siano in condizioni gravi.
    Ha sottolineato che la vita di tutti è stata salvata dal fatto che l’auto coinvolta fosse un modello enorme americano e che con qualsiasi altra macchina la storia avrebbe potuto avere un epilogo diverso. Nonostante le operazioni necessarie per le amiche, Basalari ha evidenziato il miracolo che tutti hanno vissuto.
    Successivamente, ha lanciato un appello ai giovani che lo seguono numerosi: “Queste sono le cose che ci fanno davvero riflettere sulla preziosità della vita. Stavamo ridendo e scherzando, e due minuti dopo tutto poteva essere finito. Per sempre. Date valore alle cose davvero importanti e godetevi ogni singolo attimo”.
    Basalari, noto anche come proprietario della discoteca Number One, gestita precedentemente dal padre, ha guadagnato visibilità negli ultimi anni per le sue abilità imprenditoriali, inclusa la creazione virale di “Con mollica o senza” insieme al famoso salumiere tiktoker napoletano Donato De Caprio con il quale di recente ha parto una nuova struttura in piazza Duomo a Milano. LEGGI TUTTO

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    Rimini, gesto macabro : un uomo si fa un selfie sorridente con il cadavere di un bambino

    A Rimini un uomo ha compiuto un atto sconvolgente: si è introdotto nell’obitorio con l’intento di scattarsi un selfie sorridente accanto al cadavere di un bambino.
    A riportare la notizia è il Corriere Adriatico , aggiungendo anche dettagli al macabro gesto . Infatti l’uomo successivamente ha pure condiviso l’immagine con un gruppo di feticisti online.
    Per fortuna il suo gesto non è passato inosservato ma è stato prontamente segnalato e condannato da un membro del gruppo, che lo ha giudicato come inaccettabile oltre che  preoccupante, meritando quindi una denuncia.
    Ma c’è un dettaglio che rende ancora più macabro e agghiacciante l’intera vicenda : l’uomo avrebbe anche tentato di aprire gli occhi del cadavere. Le forze dell’ordine sono riusciti a risalire alle generalità dell’uomo in pochi minuti , che è attualmente indagato per vilipendio di cadavere. LEGGI TUTTO

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    Operaio di 50 anni di Caserta muore sul lavoro in provincia di Bologna

    Intervento urgente per l’incolumità dei lavoratori: riduzione degli incidenti in cantiere Nel cantiere per la variante di Valico dell’A1 nel comune di San Benedetto Val di Sambro, un operaio di 50 anni, originario di Caserta, è morto cadendo nello scavo effettuato per i lavori.
    Questo ennesimo incidente sul luogo di lavoro sottolinea l’urgente necessità di migliorare la sicurezza sul lavoro.
    Secondo i dati Inail aggiornati ai primi 10 mesi del 2023, si registrano 868 denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale, 41 in meno rispetto alle 909 registrate nel periodo gennaio-ottobre 2022. Inoltre, l’Industria e i Servizi hanno registrato un calo nei decessi (da 772 a 744), insieme all’Agricoltura (da 105 a 98) e il Conto Stato (da 32 a 26).
    La Ap costruzioni del consorzio Krea esprime profondo cordoglio per la scomparsa dell’operaio e si è immediatamente attivata per fornire le informazioni necessarie alle Autorità competenti per una corretta ricostruzione dell’incidente.
    È essenziale adottare misure efficaci per garantire la sicurezza dei lavoratori in cantiere, affinché tragedie come questa vengano evitate. I dati Inail evidenziano una tendenza alla diminuzione dei casi mortali, ma è evidente che c’è ancora molto da fare per garantire un ambiente di lavoro sicuro per tutti.
    Le imprese devono assumersi la responsabilità di implementare rigorose misure di sicurezza, fornire la formazione necessaria e monitorare costantemente le condizioni di lavoro per prevenire incidenti fatali. Solo attraverso un impegno collettivo e un’attenzione costante alla sicurezza sul lavoro possiamo sperare di ridurre ulteriormente il numero di incidenti mortali sul luogo di lavoro. LEGGI TUTTO