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Canzoni contro la violenza sulle donne

Canzoni contro la violenza sulle donne

Parole e suoni che denunciano gli abusi fisici e verbali

canzoni contro la violenza sulle donne

La violenza sulle donne è un tema che, purtroppo, è sempre attuale. Sono ancora molte le donne che si trovano in situazioni di difficoltà, vittime di abusi fisici e psicologici.

In Italia, come avevamo già messo in evidenza nell’articolo Le statistiche sul femminicidio in Italia, nel 2018 sono stati 142 i casi di femminicidio; mentre nel 2019, fino a ottobre, se ne contavano già 94, uno ogni tre giorni. Se oltre a questa forma di violenza estrema si considerano altre tipologie di fenomeni, come lo stalking per esempio, i numeri salgono vertiginosamente.

Nel corso del tempo il mondo artistico si è impegnato nel raccontare con diversi linguaggi questa realtà, allo scopo di creare una coscienza civile più salda e far sentire meno sole le vittime. La musica rappresenta un veicolo fondamentale, poiché è capace di trasmettere un messaggio potente, in grado di raggiungere chiunque.

Sono molti i cantanti e le cantanti, di nazionalità italiana e non, che scrivono singoli contro la violenza sulle donne, mettendo a disposizione il proprio talento per dare voce a chi si trova in una condizione di sofferenza. In questo articolo abbiamo selezionato alcune tra le tracce più famose: scopriamole insieme.

Canzoni internazionali contro la violenza di genere

Til it happens to you – Lady Gaga

violenza contro le donne

Lady Gaga, è una delle icone della musica pop, è nata a New York nel 1986 ed è diventata famosa per brani di successo internazionale come Poker Face e Shallow. Ha subito in prima persona uno stupro quando aveva 19 anni. In seguito, ha deciso di riportare questa terribile esperienza nella canzone Til it happens to you (traducibile in italiano con “Finché non succede a te”). Le parole del brano raccontano di traumi rimossi che tornano a galla, portando con sé dolore e angoscia.

Il brano non è contenuto in nessuno dei suoi album, ma compare nel documentario The hunting ground (2015), scritto e diretto dal regista americano Kirby Dick. Il film tratta il tema degli abusi sessuali nei campus universitari statunitensi e l’inadeguatezza della direzione scolastica nell’affrontare il problema. Le immagini che accompagnano la canzone ritraggono i drammi delle studentesse vittime dei compagni di corso.

Il titolo della canzone sottolinea il sentimento di alienazione che prova chi subisce violenze e che spesso rimane incompreso dalla società. “Finché non capita a te”, dice Lady Gaga tra le strofe, è difficile capire la portata delle ripercussioni che un abuso può lasciare sulla sfera emotiva delle persone. Ma l’empatia e la solidarietà che può sollecitare la musica sono le alleate che possediamo per aiutare le donne a superare il trauma e a tornare a vivere.

Oh mother – Christina Aguilera

È autobiografica anche Oh mother (Oh madre) di Christina Aguilera, cantante statunitense, classe 1980, autrice di brani come Genie in a Bottle e Candyman. La canzone è stata composta nel 2006 in omaggio a sua madre, vittima di continue aggressioni da parte del marito violento. La donna ebbe il coraggio di divorziare, nonostante le minacce, prendendo questa decisione per sé stessa e per la piccola Christina, che aveva sei anni.

Il brano fornisce un importante spunto di riflessione sulla difficoltà che molte madri hanno nel momento in cui devono gestire un contesto di violenze con dei figli a carico. Allontanarsi può diventare davvero complicato, così come aiutare i bambini a superare il trauma di aver visto o percepito azioni così terribili. Abbiamo parlato di questa tematica in un articolo dedicato alla violenza domestica, nel quale abbiamo riportato contatti utili per chiedere aiuto in casi come questi: denunciare è fondamentale.

Woman – Kesha e Dap-King Horns

La cantante Kesha, nata a Los Angeles nel 1987 e autrice di successi pop come Tik Tok, nel 2014 ha denunciato il suo produttore discografico, Dr. Luke, per abusi sessuali sul luogo di lavoro. L’accusa è stata respinta dal giudice nel febbraio del 2016. La sentenza ha fatto molto discutere e molte cantanti e attrici si sono mobilitate per supportare Kesha. Un anno dopo la cantante ha scritto Woman (Donna), una canzone che fa parte del disco Rainbow, uscito nel 2017, punto di svolta personale e musicale dell’artista, in cui il tema principale è il cambiamento. Insieme alla band Dap-King Horns, la cui produzione è caratterizzata da un sound folk e soul, Kesha ha dato vita a questo brano, energico e vitale.

La donna di cui la cantante parla è un’eroina femminile, protagonista della sua vita e pienamente consapevole del suo potenziale. Tutto quello che possiede lo ha guadagnato senza affidarsi a un uomo, è ambiziosa e completamente autonoma. Insomma, si tratta di un esempio virtuoso per tutte le donne che vogliono vivere un’esistenza che le rispecchi.

Canzoni italiane che trattano il tema della violenza sulle donne

La signora del quinto piano – Carmen Consoli

donna disperata alla finestra

Carmen Consoli, nata a Catania nel 1974, è una nota cantautrice dall’ispirazione rock pop. Tra i suoi singoli, si ricordano Confusa e felice e Parole di burro. La canzone La signora del quinto piano racconta di un femminicidio. La storia è quella di un’anonima signora (che rappresenta tutte le donne vittime di violenza) che vive un’esistenza angosciante a causa dell’ex marito, intenzionata a ucciderla. Nonostante le suppliche e le denunce alle forze dell’ordine la donna alla fine cade nella trappola del suo assassino. Il tema del supporto delle autorità e da parte società è centrale: in alcuni casi le donne non vengono ascoltate adeguatamente, o il problema viene sottovalutato; o, ancora, le vittime non si sentono sicure a denunciare e rimangono in silenzio. Sono numerose le associazioni territoriali e gli sportelli di ascolto a cui rivolgersi: parlare è sempre il primo passo.

Ballata triste – Nada

Ballata triste è una celebre canzone dell’artista Nada (nata a Gabbro, nel Livornese, nel 1953), composta nel 2016 per riflettere sul tema del femminicidio. Il brano dell’artista toscana, che vanta una lunga carriera a cavallo tra canzone d’autore e quella leggera, racconta di una banale giornata di una famiglia qualunque, che si conclude in tragedia. Durante una litigata furiosa, l’uomo uccide la moglie mentre i bambini sono a scuola. Nessuno viene a vedere cosa è successo, nessuno chiama le forze dell’ordine. La vittima giace nella più totale solitudine.

Ballata triste ha vinto il premio Amnesty International come miglior brano sui diritti umani.

Colpo di pistola – Brunori Sas

donna che si difende

La canzone Colpo di pistola composta da Brunori Sas, artista cosentino nato nel 1977, è dedicata alla violenza di genere e sceglie di raccontare il dramma attraverso il punto di vista non della donna, ma dell’uomo che ne abusa. Viene così esposto il sentimento malato di chi pensa di provare amore, ma nutre solo il desiderio di possedere completamente l’altra persona.

Nella canzone, l’uomo minimizza la propria follia (“non la tenevo prigioniera / La incatenavo solo verso sera / Per stare un po’ con lei, per stare stretto a lei”). Ma, come ci anticipa il titolo del brano, la storia ha un epilogo drammatico.

Violenza domestica: la paura di denunciare

La violenza sulle donne da parte del partner viene, nella maggior parte dei casi, consumata tra le mura di casa, come indicato dall’Istat.
In molte occasioni, la voce delle donne vittime di violenza cade nel silenzio. È necessario riflettere adeguatamente su questa situazione: le donne si trovano spesso ad aver paura di denunciare gli abusi, preoccupate delle ripercussioni che il gesto potrebbe avere se venisse scoperto dal loro aguzzino; o per la vergogna e il dolore di dover poi raccontare in sede di processo le violenze subite; oppure per il timore di non essere credute e che le istituzioni non agiscano con tempestività. In altri contesti, la violenza psicologica che subiscono le donne non viene percepita con la giusta gravità.

La consapevolezza verso queste situazioni è la vera alleata per poter costruire una società civile in grado di difendere le persone più deboli.

Una soluzione può essere rivolgersi a strutture dedicate, la cui missione è dare un aiuto concreto alle donne che si trovano in situazioni di disagio e che vogliono trovare il coraggio di cambiare vita.

Tra queste, ci sono:

  • Centri antiviolenza della Croce Rossa Italiana, il cui obiettivo è anche quello di contribuire alla costruzione e al consolidamento di una cultura non violenta;
  • Rete D.I.RE, a cui aderiscono 80 centri antiviolenza in tutta Italia;
  • Casa delle donne Onlus.

Sono molte le donne che hanno avuto il coraggio di denunciare le violenze rivolgendosi a queste realtà: un segnale importante, che invita a trovare una via d’uscita da contesti violenti e a tornare ad una vita propria, grazie all’aiuto di associazioni, centri e forze dell’ordine.

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